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poleis calabresi

REGGIO – La conferenza del prof. Amato sulle poleis calabresi

Questa sera, a Reggio, alle 21.00, nella terrazza del Museo Archeologico Nazionale, la conferenza del prof. Pasquale Amato Le poleis calabresi e il loro contributo alla cultura del Mondo Ellenico.

L’evento, organizzato in collaborazione con il Centro Internazionale Scrittori della Calabria, rientra nell’ambito de Le Notti d’Estate al MArRC, il cui termine è stato prolungato fino al 14 settembre, «in considerazione del bel tempo che ancora si annuncia per le serate di fine stagione e del gradimento manifestato dagli ospiti del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria per gli eventi in terrazza».

Intervengono, per i saluti, Carmelo Malacrino, direttore del MArRC, e Loreley Rosita Borruto, presidente del Cis della Calabria.

«Le poleis – ha spiegato il prof. Amato – fondate lungo le coste dell’odierna Calabria dai migranti greci diedero un contributo prezioso alla cultura e all’arte del variegato mondo ellenico. Per lo studioso, impropriamente si parla di Grecia antica per definire la civiltà greca e magnogreca, ma è più corretto appunto parlare di mondo ellenico (Ellàs), composto da città indipendenti, organizzate con oltre 156 Costituzioni autonome, individuate dalla Scuola di Aristotele».

«Alcune – ha proseguito il prof. Amato – furono protagoniste di esperienze di alto valore civico e di primo piano sociale. In particolare, Reggio e Crotone. Rhegion, fondata dai migranti calcidesi nel 730 a.C. – data confermata dal massimo storico dell’antichità, Tucidide –, fu sede di importanti attività letterarie e artistiche. L’antica Reggio diede i natali, per esempio, al grande poeta lirico corale Ibico (VI secolo a..C.) e ospitò l’unica scuola di storici in Magna Grecia.  La polis fu anche il luogo di maggiore produzione della ceramica calcidese».

«Crotone – ha proseguito il prof. Amato – fu la sede della scuola filosofica più avanzata dell’intero mondo ellenico. La Scuola di Pitagora si distinse soprattutto per due aspetti: la pratica della comunione di beni tra gli allievi e l’apertura alle donne. I criteri di ammissione erano intelligenza e integrità morale. Pitagora, dunque, potrebbe essere definito il “primo femminista” della storia».

«Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria – ha dichiarato il direttore Malacrino – è noto anche come il Museo della Magna Grecia. È infatti un punto di riferimento importante per la storia della grecità nella regione e nell’Occidente. La partnership con il Centro Internazionale Scrittori della Calabria è una risorsa per valorizzare il patrimonio archeologico del Museo in una prospettiva interdisciplinare». (rrc)