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A Reggio torna all’Eremo la Sacra Effigie della Madonna della Consolazione

Rientra oggi alla Basilica dell’Eremo la Sacra Effigie della Madonna della Consolazione, in solenne processione dal Duomo. Il rientro doveva avvenire, secondo calendario, domenica scorsa, ma il maltempo aveva fatto annullare la processione.

Dopo il rientro della Sacra Effigie in Basilica, all’Eremo, la vara andrà nelle prossime settimane al Consiglio regionale dove sarà sottoposta al necessario restauro promosso dal Presidente del Consiglio regionale Nicola Irto. I lavori di restauro conservativo della struttura della Vara e degli elementi decorativi del quadro della Madonna della Consolazione di Reggio Calabria saranno effettuati “a vista” dentro Palazzo Campanella.

La Vara è una monumentale macchina processionale composta da una struttura metallica, disposta per il trasporto a spalla per mezzo di barre di legno, su cui poggia una cornice d’argento, che accoglie il cinquecentesco dipinto di Nicolò Andrea Capriolo ed è decorata da altorilievi ed ex voto risalenti al XVIII secolo. Misura circa 6 m in altezza, 2,5 m in larghezza e 1,5 m in profondità. È composta da una struttura portante metallica e da pregiate lavorazioni artistiche, costituite da cornici e modanature rivestite da lamine in argento sbalzate, bulinate, cesellate. La base è arricchita da un candeliere a sette bracci digradanti, mentre la sommità accoglie lo stemma di San Giorgio ed una corona in argento.

Sarà dunque un “cantiere di restauro aperto” per interagire con i visitatori e offrire la possibilità al pubblico di poter assistere alle operazioni di restauro, quello allestito presso il Palazzo del Consiglio Regionale a Reggio Calabria, dove la Vara priva del quadro sarà trasportata dalla storica Associazione dei ‘portatori’, che si occupa del suo trasporto durante le processioni.

Il Segretario Regionale MiBACT Salvatore Patamia dopo, dopo aver sentito S.E. Giuseppe Fiorini Morosini e dopo il parere favorevole del gruppo di progetto ha accolto la richiesta del Presidente del Consiglio Regionale Nicola Irto. La soluzione di allestire il cantiere di restauro all’interno di Palazzo Campanella eviterà il trasporto fuori dalla città e i ripetuti smontaggi e rimontaggi, operazioni da sconsigliare per le centinaia di viti e rivetti che assemblano l’intero complesso meccanismo. Dal punto di vista conservativo la Vara, pregevole opera di argenteria messinese, presenta lacune delle lamine metalliche ed è in un pessimo stato di conservazione, dovuto principalmente alla natura dei materiali che lo costituiscono, particolarmente sensibili alle condizioni microclimatiche, aggravate dall’azione di agenti aggressivi e da manutenzioni che hanno contribuito, attraverso puliture con prodotti non idonei, a innescare processi di corrosione.

Inoltre, tutte le superfici in argento e rame dorato ed in ottone sono coperte da polveri grasse, depositi superficiali, nonché gocce di cera di candele, sostanze in parte inglobate e rese compatte da protettivi superficiali applicati durante precedenti interventi manutentivi. La lucentezza delle lamine in argento è offuscata da un pesante strato di solfuro d’argento. Non sono pertanto più apprezzabili le lavorazioni superficiali realizzati dagli argentieri, con il sapiente uso di martellinature e cesellature, che trattarono le superfici, lucide e brillanti, satinate e vibranti, leggermente opache, accanto a zone in ombra lasciate quasi grezze. L’apparato decorativo inoltre, a causa delle vibrazioni e sollecitazioni causate dalle cadenzate processioni alla quale la Vara è sottoposta, presenta numerose lesioni delle lamine. (rrc)