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Rubens Curia: Serve nuova visione e riforma organizzativa e etica della sanità in Calabria

«Oggi occorre avere una nuova visione e, sopratutto, una riforma organizzativa ed etica della sanità in Calabria» ha dichiarato Rubens Curia,  portavoce Comunità Competente, nel corso dell’incontro pubblico promosso da Comunità Competente Calabria sulla sanità in Calabria.

« Chiediamo – ha aggiunto Curia – che tutti gli strumenti legislativi di partecipazione vengano attuati. Ma occorre muoverci anche per il presente perché tra qualche giorno la Calabria raggiungerà quota 1000 morti per Covid. Eravamo convinti di averla superata ma ci siamo sbagliati. E oggi abbiamo un’economia in ginocchi, si avverte una sensazione forte di abbandono da parte del governo nazionale e le risposte da parte di quello regionale non sono rassicuranti».

L’incontro, moderato dalla giornalista Emanuela Martino, che ha visto la partecipazione del candidato alla Regione, Nicola Irto e di don Giacomo Panizza, rappresentante di Comunità Competente e presidente del Comitato Progetto Sud, ha fatto registrare una larga partecipazione da parte di tanti attori del terzo settore, dell’associazionismo e del mondo delle professioni sanitarie e che ha posto sul tavolo gli argomenti di stringente attualità che stanno caratterizzando il dibattito pubblico in Calabria sul tema della Sanità.

Numerosi, poi, sono stati gli spunti e le sollecitazioni lanciate da alcuni dei rappresentanti delle circa quaranta realtà associative partecipanti al confronto. Dal recupero della dimensione sociale delle politiche sanitarie, al diritto alla cura e alla salute come fondamento universale da tutelare nel quadro del dibattito sugli equilibri tra pubblico e privato. E ancora, il quadro dell’offerta sanitaria e le problematiche legate alla governance del settore.

«L’esperimento di Comunità competente – ha detto Nicola Irto nel suo intervento – rappresenta un valore aggiunto in questa regione nel dibattito sulla sanità, specie in chiave di proposta e visione. Siamo di fronte ad uno scenario molto complicato e l’istituto del commissariamento ha abbondantemente fallito, come la storia e i numeri testimoniano. Bisogna partire sin da ora con i temi centrali, come la riorganizzazione della medicina territoriale come ho ribadito anche al commissario Longo. E poi l’integrazione tra sanità e terzo settore. È impensabile che le Asp non abbiano un ancora un canale di dialogo con tutti gli attori del sistema socio-assistenziale».

«Dobbiamo in questa direzione – ha rimarcato Irto – ridisegnare i dipartimenti regionali, ma non secondo logiche di carrierismo, ma sulla base dei bisogni reali. E, sul debito sanitario, occorre essere responsabili e non basta dire che lo Stato deve farsi carico di tale voragine. Si può semmai avanzare la proposta di dividere il problema, dicendo ad esempio che è responsabilità dello Stato tutto il passivo maturato negli anni del commissariamento. Ma per fare ciò serve recuperare una forte e credibile capacità di confronto ai tavoli nazionali. E, infine, occorre lavorare su un vasto piano di riassetto delle piante organiche, rilanciando le assunzioni e introducendo nativi digitali nelle strutture regionali».

«Tanti mondi in Calabria hanno diritto di parola e non si può su questo tema fingere un dialogo che in realtà non esiste – ha evidenziato don Panizza – specie tra sanitario e sociale. La governance deve comprendere il tema della partecipazione, dei bisogni e dei diritti. E’ necessario che la Regione sappia governare con le diverse espressioni del territorio, sapendo però distinguere bene chi opera davvero, ad esempio nel terzo settore, perseguendo interessi di carattere generale. In Calabria c’è una forte consapevolezza da parte dei cittadini, si riparta da qui, ponendo al centro la competenza, a cominciare da chi fa politica». (rrm)