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Sandra Lonardo: «Cultura fondamentale per sviluppo del Meridione e dell'Italia»

Sandra Lonardo: «Cultura fondamentale per sviluppo del Meridione e dell’Italia»

di MAURO ALVISI –  Sandra Lonardo, o Lady Mastella, come si è autodefinita recentemente, durante questa intensa campagna elettorale per le Europee 2024 è senza dubbio una donna con una forte e garbata attitudine al comando. Un esempio di come la leadership femminile possa affermarsi anche alle latitudini meridionali di questo nostro Paese. Profonda conoscitrice delle leggi e dei protocolli istituzionali, che ha sempre rispettato e fatto rispettare. Memorabili sono le sue sedute alla Presidenza del Consiglio Regionale della Regione Campania.

Anche nei momenti più difficili della sua carriera politica, che è ben lungi dal considerarsi al tramonto, ha saputo muoversi sempre con sagacia e adottando un low profile, mai disgiunto da uno spirito combattivo, propositivo e mai domo, in ogni avversità. Caratteristiche di una personalità politica di alto rango, innamorata della sua terra, del meridione e dell’Italia tutta. Una politica del saper fare e del saper essere, quella di Donna Sandra, di cui ha dato ampie dimostrazioni anche come senatrice della nostra repubblica. Oggi ha scelto di correre a fianco di Matteo Renzi in Stati Uniti d’Europa, che contiene nel suo stesso nome la promessa politica e il programma costituente del suo agire. Siamo riusciti ad intercettarla, durante i suoi spostamenti da flipper lady, nelle terre del Mezzogiorno e a porle qualche domanda, in questo botta e risposta.

-Quanto è importante per la sua azione europea promuovere i valori guida della Magna Grecia e del Mezzogiorno a Bruxelles, e quali sono? 

«La cultura è il valore fondamentale da promuovere, la Grecia ha grandi presenze e immense testimonianze nel nostro territorio. La cultura è fondamentale ai fini dello sviluppo del meridione e dell’Italia intera. La cultura per me è la radice. È il petrolio che zampilla ad ogni angolo dei nostri amati e antichi borghi e pievi. Un patrimonio incommensurabile che l’Europa e i suoi abitanti conoscono in minima parte. Con la cultura noi portiamo avanti la nostra storia passata e presente. Progredendo»

-Se Lei sarà a Bruxelles pensa che la Cultura e la Diplomazia della Cultura possano essere un cavallo di battaglia con cui intendere il suo ruolo? Uno dei cavalli o è il principale? 

«Io posso dire che è il principale, perché la cultura produce benessere e felicità. Ho vissuto una parte importante della mia educazione e formazione in America, dove il diritto alla felicità è costituzionale. La nostra costituzione è formidabile ma forse all’articolo 1 ben figurerebbe, oltre al lavoro, il fondarsi sulla cultura. Cultura che è sempre stata presente nel mio lavoro, nella città di Benevento ho promosso tanta cultura, perché promuovendo la cultura, promuovi il territorio, la sua gente, i giovani talenti e tutte le maestrie che ne fanno parte».

-Secondo lei gli italiani che vivono al Sud hanno una coscienza del loro patrimonio o no?

«Io credo che in qualche modo la conoscenza della propria cultura vada sempre alimentata. Bisognerebbe insegnarla dalle scuole elementari, accarezzare le nostre pietre che sono testimonianza della nostra cultura e della grande storia che abbiamo avuto. Bisogna farne tesoro, per poterlo tramandare e promuovere nel migliore dei modi. E il migliore dei modi possibili è sempre quello di indossare la propria storia».

-Quali sono i punti che fondano il suo impegno, il suo programma in queste Europee?

«Oltre a quello già ben citato, un altro dei miei punti forti è l’agricoltura. In questi giorni sto visitando tantissime aziende agricole sia nel collegio elettorale della Campania, in Puglia, Basilicata e Calabria. La difficolta che ho potuto riscontrare sono comuni e oggettive. La grande preoccupazione dei padri rispetto al futuro delle aziende, dato che i figli vogliono andare via e si rischia di non tramandare le tante competenze acquisite negli anni. L’Europa deve lavorare di più per stare vicino al mondo agricolo, sicuramente con un reddito certo, con aiuti della digitalizzazione, difendere il made in Italy in modo serio. L’Europa può limitare la coltivazione delle terre. Non deve penalizzare le eccellenze. C’è la necessità di avere più attenzione alla persona agricola. È custode del territorio. Poi c’è il problema della sicurezza, in questo quadro geopolitico, se non siamo ancora in guerra, è senza dubbio finita quella che chiamavamo la pace. Ma con Stati Uniti d’Europa, si può trovare maggiore coesione ed unità, basandosi sul modello americano. Le politiche europee devono combattere per la salvaguardia del nostro pianeta e del territorio, ma vanno fatte in maniera cosciente e con rispetto di tutti gli individui e della loro disponibilità economica e temporale. Occorre combattere la concorrenza sleale. Liberare tutte le energie identitarie dei luoghi. Non umiliare la grande sapienza millenaria della tradizione mediterranea. Le tasse sono ancora troppo alte e con forte disparità di trattamento fiscale tra nazioni, i prezzi non sono competitivi, i salari vanno adeguati ma nel contempo occorre abbassare il costo degli infiniti oneri sociali della mano d’opera».

-Lei pensa che l’Italia sfrutti a dovere l’economia del mare? 

«Io credo di no. Ancora non completamente. Bisognerebbe fare una politica più orientata alle potenzialità del mare, perché credo che i costi possono essere abbassati e i ricavi drasticamente aumentati. Non abbiamo una politica concreta del Mediterraneo, ripartendo da Sud.Perché si dice sempre cresce l’Italia se cresce il Sud. Ma poi il Sud si tiene al guinzaglio. Politica di attenzione e di coesione, una politica di tutti per una progettualità di larga scala, per il benessere del nostro paese. Un altro problema è il veto, bisogna togliere il veto al parlamento europeo. Oggi basta che una sola nazione dica no che tutto ritorna punto e a capo. Più politica e meno Burocrazia pseudo-democratica. Per avere più Italia dobbiamo avere più Europa».

-Che messaggio darebbe ai giovani dal punto di vista degli Stati Europei, ma soprattutto come si può ripopolare il Sud? 

«La politica deve creare le condizioni adatte per cui un giovane possa restare. Con una mobilità veloce, le strutture e le infrastrutture adeguate sono fondamentali. Dobbiamo far sì che il sud sia una terra per laureati.  Ci vuole una politica di adeguamento dei prezzi. I salari devono essere contemperati. È la politica che deve lavorare per i giovani. Non il contrario

-Quale pensa possa essere il ruolo che le donne vanno a giocare, sia dal punto di vista di leadership, sia dal punto di vista dell impegno attivo, tra oggi e il 2030, quale deve essere l’obbiettivo al femminile secondo lei?

«Le donne hanno sempre dimostrato qualcosa in più, perché hanno una cosa che le differenzia dagli uomini. Quelle della Magna Grecia, come in Calabria, in Puglia, in Campania, in Basilicata, Abruzzo e Molise, nel meridione in generale, l’hanno nel Dna. E l’intuito femminile. Qualcosa di innato ed ancestrale. Le donne lo hanno sempre utilizzato perché dovevano salvaguardare la specie. Le donne devono sempre dimostrare più degli uomini, e talvolta bisogna dare alle donne il diritto alla “Stupidità”. Le donne possono fare tanto, però chiedo alle donne di riappropriarsi di quella quella moderazione che è di noi vere donne. Noi possiamo coinvolgere, ascoltare, fare la differenza. Il futuro è di una donna Concurante. Intelligente. Comunitaria. Cooperante.

-Quali sono i tre grandi fraintendimenti, errori che in questo momento l’unione Europea porta avanti? Quali sono le tre mosse che l’Europa dovrebbe fare a breve?

«La mossa numero uno bisogna aiutare Zelensky, perché non si può accettare di passare sopra all’occupazione violentissima dell’Ucraina. Ma allo stesso tempo occorre non coinvolgere l’Europa direttamente, in un conflitto che diventerebbe mondiale. Aiutando, ma non coinvolgendo. Bisogna compattarci ma pensare anche per il futuro. L’Europa deve avere un unico esercito per la sua difesa. Non è più rimandabile. A patto che si dia sempre più la parola all’intelligenza della mediazione diplomatica».

-Chiudiamo con un suo aforisma o pensiero?

«Aforisma/ Pensiero: Mai come in questo momento, per via del quadro politico che c’è intorno a noi, dobbiamo tutti andare a votare. Perché i prossimi anni saranno determinanti».(ma)