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Si è insediato il Tavolo di lavoro regionale per contrastare il caporalato

Si è insediato il Tavolo di lavoro regionale per contrastare il caporalato

Si è insediato, ufficialmente, il Tavolo di lavoro regionale di contrasto al caporalato, istituito a dicembre dalla Regione Calabria. Lo ha reso noto l’assessore regionale alle Politiche Sociali, Tilde Minasi, spiegando che il tavolo è in linea con quanto previsto dal progetto Su.Pr.Eme. Italia, il “Sud protagonista nel superamento delle emergenze”, finanziato dall’Amministrazione regionale grazie al Fondo Asilo Migranti Integrazione (Fami) della Commissione europea.

All’incontro hanno partecipato anche Tatiana Esposito, dg dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione presso il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Renato Sampogna, dirigente Divisione II – Dg dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione dello stesso ministero, e rappresentanti delle Prefetture, delle Organizzazioni sindacali, dell’Ispettorato del lavoro, dell’Inps, dell’Anci e dell’Anpal servizi.

«L’incontro – ha spiegato l’assessore Minasi al termine dei lavori – è servito a fare un’ampia e proficua ricognizione delle azioni in cui sono impegnati i diversi attori del territorio, allo scopo di avviare uno scambio di informazioni, know-how ed esperienze, così da realizzare un approccio sistemico in grado di guardare non solo al contrasto del caporalato, ma anche all’integrazione socio-economica degli immigrati regolari».

«La costituzione del tavolo – ha concluso Tilde Minasi – rappresenta solo il primo step di una serie di iniziative specifiche: in particolare, come Regione, abbiamo individuato delle tematiche sulle quali, nelle prossime settimane, si terranno sei incontri ad hoc. L’avvio di questi ulteriori percorsi di confronto sarà dedicato ad approfondire la conoscenza dei territori in cui è maggiormente presente il fenomeno del caporalato, per arginare il quale stiamo mettendo in campo risorse, attenzione, e competenze al fine di fornire risposte e superare criticità che non possono rimanere tali». (rcz)