di FABIO PUGLIESE – Sul sito web del Ministero per il Sud si legge chiaramente: «il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) è, insieme ai Fondi strutturali europei, lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali in attuazione dell’articolo 119, comma 5, della Costituzione e dell’articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea».
Quindi, queste risorse economiche, per come previsto addirittura da una legge della Costituzione, dovrebbero semplicemente servire per ridurre le disuguaglianze tra regioni ricche e regioni povere.
Occorre, quindi, ricordare che la Calabria è – secondo tutti gli indicatori economici e sociali – la regione più povera d’Europa. Non c’è, neanche nell’Europa dell’est che oggi fa parte della comunità europea, una regione messa peggio della nostra.
In questo senso, in Calabria, c’era qualche “ottimista” che nei mesi scorsi – mentre il sottoscritto sosteneva che anche questa volta sarebbe stata una disfatta – annunciava e prometteva improbabili investimenti che purtroppo, puntualmente, non sono arrivati lasciando posto alla solita elemosina di Stato…
Oltre il danno, questa volta, c’è anche l’inganno…
Il CIPE, infatti, lo scorso 15 febbraio ha impegnato 6,3 miliardi di euro di investimenti. Questo però è solo l’impegno. Poiché lo stanziamento effettivo delle risorse ammonta a 4,7 miliardi di euro. Questo, nella triste ed impietosa vicenda calabrese, si traduce in questo modo: per la Calabria sono impegnati 485 milioni di euro ma di questi, solo 305 milioni di euro sono stati effettivamente stanziati perché i restanti 180 milioni di euro (previsti per la ferrovia jonica) sono solo stati impegnati tanto è vero che l’intervento non rientra affatto tra quelli “immediatamente cantierabili”.
Poiché ormai è noto – lo dico con grandissima modestia – che sono piuttosto in gamba nelle previsioni in quanto le azzecco tutte ne faccio due di cui sono più che certo. La Delibera Cipe che effettivamente stanzierà i 180 milioni di euro previsti per la ferrovia jonica l’avremo non prima di un anno. Probabilmente qualche settimana prima del voto per il rinnovo del prossimo parlamento. Così i nostri parlamentari ed i partiti romani potranno venire in Calabria per le solite passerelle elettorali. Ovviamente se prima non litigheranno perché, altrimenti, tutto sarà da vedere…
L’altra previsione è quella più delicata: entrambe le Delibere Cipe – sia quella dello scorso 15 febbraio che sarà pubblicata in tra 2 o 3 mesi in Gazzetta Ufficiale e sia quella che (se), ci sarà per i 180 milioni di euro sulla ferrovia jonica – dovranno essere lette e rilette bene. Parola per parola. Perché ritengo che su queste risorse purtroppo non ci sarà, nelle Delibere, nessun vincolo relativo ad un loro utilizzo e, quindi, il prossimo Governo potrà sottrarle senza problemi per destinarle altrove.
Oltre a tutto ciò non c’è molto altro da dire se non una cosa: la Statale 106 non uccide solo i cittadini automobilisti ma anche il futuro di questa nostra regione Calabria. I dati sullo spopolamento negli ultimi anni (anche per effetto della Pandemia), sono allarmanti. La nostra regione rischia da qui a 15 anni di ritrovarsi non solo con un terzo di popolazione in meno ma, addirittura, con oltre il 75% di popolazione che ha più di 50 anni.
Questo aspetto pone una importante riflessione che non può essere più rinviata: in una regione di pochi abitanti (e peraltro anche vecchi), quindi, in una regione senza numeri e futuro, sarà possibile giustificare dei finanziamenti per il rilancio di un settore? Ecco perché le scelte dannose ed ingiuste di oggi saranno la causa per la quale i prossimi Governi non finanzieranno la Statale 106 in Calabria e, purtroppo, non finanzieranno anche altri servizi essenziali per i cittadini della nostra regione.
Del resto, se di fronte ad un finanziamento di 1,7 miliardi alla Campania, 1,2 miliardi di euro alla Sicilia, ed 1 miliardo di euro alla Puglia c’è in Calabria chi esulta per 305 milioni di euro c’è ben poco da fare. I politici calabresi non sono stati neanche capaci di far rispettare un principio sacrosanto: le leggi si rispettano e l’articolo 119 comma 5 della Costituzione e l’articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell’UE avrebbero dovuto determinare finanziamenti in Calabria ben maggiori dell’elemosina ottenuta. Questo è frutto da una parte delle solite divisioni tra i parlamentari calabresi a Roma e della solita inguaribile e devastante capacità dei nostri rappresentanti politici di porsi con il Governo sempre con il cappello in mano e dall’altra della incapacità e dell’insipienza che purtroppo contraddistingue molti nostri rappresentanti in parlamento. (fp)