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Fausto Orsomarso con Raffaele Rio e Antonino De Lorenzo

Stati Generali del Turismo calabrese: di scena sindaci e Università

È una corsa per recuperare 50 anni di inettitudini: il turismo calabrese – di cui si stanno svolgendo a Falerna gli Stati generali – è sempre stato all’insegna dell’improvvisazione e delle bizzarrie; soldi buttati via senza alcun ritorno, né economico, né di immagine. La Calabria ha i suoi tesori, ma restano sconosciuti ai più. Perché? La risposta stanno tendando di darla questi Stati generali che stamattina saranno chiusi dalle conclusioni del Presidente Roberto Occhiuto, in quale, in verità, ha le idee ben chiare, almeno per quel che riguarda la necessità di ricostruire la reputazione di una terra maltrattata dai media, ricordata solo in occasioni nefaste per mafia e malaffare, dimenticata per tutte le sue reali ricchezze: paesaggistiche, archeologiche, naturalistiche, culturali. Il caso dei Bronzi, di celebrazioni per i 50 anni dal ritrovamento nel mare di Riace, dà l’idea della grande disorganizzazione che fino a oggi ha caratterizzato la regione. Un’0ccasione unica per far parlare – bene, benissimo – della Calabria e dei suoi tesori, che sta rischiando di perdersi dietro qualche esibizione canora di grido (con tutto il rispetto per Bocelli, ma i calabresi possono tranquillamente farne a meno) e qualche manifestazione di sapore folcloristico. Ma ne riparleremo. Oggi dobbiamo occuparci degli incontri di Falerna.

In scena gli amministratori locali, desiderosi di far conoscere le proprie idee, le aspirazioni, i suggerimenti utili a valorizzare il marketing del territorio. E, soprattutto, le Università (che a proposito di turismo non è quasi mai stata consultata) e le varie associazioni categoriali, ognuno con la sua “ricetta” magica che probabilmente finirà in uno dei tanti cassetti avidi di polvere (e di dimenticatoio) della Regione.

L’assessore Orsomarso è stato sincero, sprizzando persino ottimismo: «Se siamo rimasti indietro di 50 anni forse le responsabilità non sono circoscrivibili. Oggi, però, dobbiamo e possiamo ripartire con una lunga corsa verso questa Calabria Straordinaria, che deve anzitutto riorganizzarsi, che non può permettersi più superficialità ed approssimazione. Dobbiamo smettere di essere la regione che ha sempre dei “ma” e dei “però” come risposta ad ogni proposta e ad ogni cosa positiva. La nostra prima sfida è superare l’autolesionismo con l’ottimismo, il sorriso e l’entusiasmo». Il brand Calabria Straordinaria – secondo l’assessore al Turismo e al marketing territoriale – è vincente: «ombrello e progetto quadro di tutta la futura comunicazione turistica regionale e, al tempo stesso, progetto di riscrittura della narrazione turistica sulla base dei suoi marcatori identitari distintivi. Del resto – ha evidenziato  Orsomarso – la Calabria è meno accidentata e meno inaccessibile di altre destinazioni di successo. Pertanto serve soltanto più capacità di riorganizzarsi e maggiore autostima e conoscenza rispetto alla propria identità distintiva. Basterebbe guardare con gli occhi dei turisti, così come confermano anche i dati di Demoskopika».

Il presidente di questo istituto di ricerca, Raffaele Rio, si è soffermato sulle criticità e sulle prospettive della destinazione Calabria. Rio ha manifesto i complimenti all’assessore Orsomarso per «l’approccio identitario del tema definendo quella portata avanti una vera e propria operazione di trasparenza sulla costruzione del Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile (Prsts) 2023-2025». Il presidente di Demoskopika ha illustrato anche i risultati del Regional Tourism Reputation Index per il 2021 evidenziando come «nell’ambito dei turisti autoctoni, che nell’indagine vengono suddivisi in identitari, esterofili e nazionalisti, è sui primi che bisogna concentrare gli step iniziali. La stima della spesa turistica in milioni di euro generabile dai turisti autoctoni nello scenario di una vacanza in Calabria è, infatti, pari a 343 milioni di euro. Il clima – ha concluso – incontra gli interessi del viaggiatore; attenzione al buon rapporto prezzo/qualità; mare incantevole rappresentano i primi tre posti del sentiment trainante riportato dall’Index di Demoskopika, a differenza delle ricostruzioni interne ed autolesionistiche nelle quali spesso ci si imbatte nella stagione estiva».

Bastasse un brand – per quanto suggestivo – a risollevare le sorti di una regione che potrebbe vivere solo di turismo, ma non è così. Servono competenze, capacità e professionalità: si spenda quello che serve, se i risultati diventano fatti concreti e si trasformano in numeri reali. Scurdammoce o’ passato – dicono a Napoli: non è una speranza, ma una vera necessità. (aer)