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Longo

Subito le proposte operative di Comunità Competente ed esponenti della Società Civile al Commissario Longo

Comunità competente e persone e associazioni della società civile hanno già predisposto un documento da trasmettere al Commissario Guido Longo.

Il Documento, che già parte con 171 firme, indica «la volontà di andare avanti su contenuti che prefigurano una sanità a misura di persona, che aiuti a costruire una nuova Calabria».

«Non è un atto finale – si legge in una nota – ma un lavoro in progressione per arrivare a completare un percorso di democrazia e condivisione».

Si tratta di una sintesi di quella serie di riunioni, di incontri «che abbiamo condiviso – si legge in una nota – con con la società calabrese, anche quella istituzionale e politica in cui abbiamo raffinato e rafforzato l’idea base di una sanità da riformare rendendo più stretto il rapporto con i livelli essenziali  di assistenza e riconoscendo l’importanza delle strutture sul territorio, senza tralasciare il ruolo degli ospedali».

Nel documento viene chiesto con forza che, «alla fine del Suo mandato di Commissario per il “Piano di rientro” che svolgerà nella nostra Regione, i calabresi abbiano una sanità a misura di persona che non costringa il 20% dei nostri concittadini a farsi curare fuori regione, a dover pagare, ogni anno, 98 milioni di Irap e Irperf, in più nonostante non siano garantiti i Livelli Essenziali di Assistenza (Lea)».

«Desideriamo rilanciare – si legge – una serie di proposte che da 8 mesi abbiamo rivolto, parzialmente ascoltati, al governo nazionale e regionale e al Suo predecessore perché, oggi, non c’è più tempo da perdere!».

«È necessario attivare misure immediate – si legge nel documento – che tutelino la salute dei calabresi e sostengano gli operatori sanitari impegnati in questa difficile battaglia. Già il governo Conte con  le Leggi 27/20 e 77/20 della primavera scorsa aveva perentoriamente indicato alle Regioni come contrastare la Pandemia provocata dal Covid 19, che ha messo in crisi un’organizzazione della sanità ospedalocentrica obbligando, finalmente, a modificare la cifra culturale e organizzativa della sanità valorizzando la Medicina d’iniziativa e di prossimità che pone al centro il paziente e i suoi bisogni di salute, con un forte ruolo della Medicina Territoriale e della Prevenzione. Ciò avrebbe consentito ai Presidi Ospedalieri di curare gli acuti, di sviluppare le specializzazioni, di fare ricerca senza dover surrogare le manchevolezze della Medicina Distrettuale».

«Purtroppo – si legge ancora – la Sars Cov 2 ha trovato la sanità calabrese sfiancata da un commissariamento di 11 anni, governato prevalentemente dal Ministero della Economia e Finanze impegnato in un risanamento finanziario che, tra l’altro, non è stato raggiunto: infatti nel solo 2019 ha prodotto un disavanzo di 225,418 milioni di euro con debiti verso i fornitori che superano il miliardo e 50 milioni di euro che producono cospicui interessi di mora dovuti, anche, ad Aziende Sanitarie che non rispettano i tempi previsti dall’Indicatore di Tempestività di Pagamento (Itp) con ritardi fino a 822 giorni».

«Abbiamo una Medicina Territoriale “desertificata” – si legge nel documento –. I medici di medicina generale reclamano da 11 anni un nuovo modello organizzativo basato sulle Aggregazioni Funzionali Territoriali (Aft) attive h12 e le Unità Complesse di Cure Primarie (Uccp) h 24 che, in questo momento drammatico, avrebbero svolto un ruolo importante. Finalmente, due settimane fa, è stato sottoscritto con i Medici di medicina generale l’Accordo Integrativo Regionale che finanzia le Aft e le Uccp: attiviamole subito! In 11 anni di Commissariamento le Case della salute esistono ancora solo sulla carta, i Consultori Familiari, la Neuropsichiatria Infantile, i Servizi delle Dipendenze patologiche e di Salute Mentale sono fortemente carenti di personale: mancano le ostetriche, il 70% di assistenti sociali, il 75% di psicologi psicoterapeutici con un aumento, tra l’altro, della richiesta di prestazioni negli ultimi 9 mesi pari al 60%».

«Gli specialisti ambulatoriali interni, sempre meno in alcune Aziende Sanitarie – continua il documento – operano nei Poliambulatori senza adeguate apparecchiature sanitarie. Eppure la Calabria è la regione con la più alta percentuale (23,8%) di persone con almeno 2 patologie croniche. Abbiamo il tasso standardizzato più elevato di persone assistite presso Strutture Psichiatriche (255,1 per 10.000 abitanti contro la media nazionale che è di 155,2) e l’aspettativa di vita in buona salute (52 anni) tra le più basse d’Italia contro i 69 anni della p.a. di Bolzano. Nella stessa situazione versano i nostri Ospedali con un blocco delle assunzioni, che negli anni ha causato una perdita di 4.000 unità di personale al 31 dicembre 2019, con apparecchiature medicali, in molti casi, obsolete e nuovi ospedali attesi da oltre 13 anni».

La situazione epidemiologica del Covid-19 impone a tutti i decisori politici di fare presto e bene, perché, superato questo difficile momento in Calabria, si attui una “Riforma etica e organizzativa della sanità” che preveda una organizzazione a “Rete” degli Ospedali organizzati in Aziende Sanitarie Ospedaliere (Aso).

«È necessario – continua il documento – velocizzare la spesa acquistando, con gli 86 milioni di euro stanziati dalla legge 60/19, le apparecchiature sanitarie (Tac/Rmn/Pet/Mammografi/Angiografi, ecc.), assumendo il relativo personale perché le apparecchiature possano funzionare a pieno regime, anche la domenica, per abbattere le liste d’attesa. Attuare pienamente il Dpgr n° 25 del 29 marzo 2020 che prevedeva l’attivazione di 37 Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA), equipe di medici e infermieri, con il fondamentale compito di tracciamento, di assistenza domiciliare del paziente Covid-19 positivo e altro che le Aziende hanno in parte disatteso pur avendo i finanziamenti finalizzati!».

«Attivare le Aft e le Uccp sul territorio – continua il documento – dando un giusto ruolo, da protagonisti ai Mmg ai pediatri di libera scelta agli Specialisti ambulatoriali: anche in questo caso ci sono le coperture finanziarie! Implementare, finalmente, la Telemedicina e potenziare l’assistenza da stazione remota, tenuto conto dei fondi che sono disponibili! Potenziare la Rete dei Laboratori di Patologia Clinica nei Presidi Ospedalieri di Castrovillari, Rossano, Lamezia Terme, Crotone, Vibo Valentia, Polistena e Locri al fine di processare il maggior numero di tamponi con l’assunzione del personale sanitario e tecnico: più efficiente è il tracciamento prima saranno isolati i positivi riducendo la probabilità di contagio! Attuare il DCA 91 del 18 giugno e 104 del 29 luglio 2020 che disponeva che le Aziende Sanitarie incrementassero i posti letto delle Terapie Intensive di ulteriori 134 e di 136 delle Terapie Semintensive, che attuassero il restyling dei Pronto Soccorso e l’acquisto delle ambulanze con fondi ad hoc pari a 51 milioni di euro; inoltre venisse assunto il personale medico, infermieristico e delle ambulanze dedicato tenuto conto di 7.688.336,91 di euro finalizzati!».

«Bisogna rideterminare, subito – continua il documento – i “Piani del fabbisogno del personale delle Aziende Sanitarie”, come prevedeva il Decreto Conte n° 14 del marzo 2020 e, oggi, il nuovo “Decreto Calabria” assumendo a tempo indeterminato non solo personale nei Presidi Ospedalieri, ma anche operatori sanitari dei Dipartimenti di Prevenzione, dei Dipartimenti di Salute Mentale, dei Consultori Familiari divenuti dei gusci vuoti! Inoltre, il Decreto 14/20 prevedeva l’aumento delle ore degli specialisti ambulatoriali per ridurre le Liste d’attesa e l’incremento delle Cure Domiciliari per diminuire l’accesso dei malati no Covid 19 negli ospedali ricordando che in Calabria risiedono 414.000 ultrasessantacinquenni molti dei quali soli. Non possiamo lasciare indietro nessuno trasformando i Presidi Ambulatoriali Territoriali in fortini difficilmente accessibili da parte dei pazienti a causa della dicitura “Urgente” che i MMG e i PLS devono prescrivere. Ricordiamo che in questi ultimi mesi la mortalità per infarto è triplicata!».

«Per questo – prosegue ancora il documento – chiediamo che i nostri Poliambulatori tornino alla normalità garantendo, dopo 9 mesi, percorsi sicuri ai pazienti. Prendiamo atto con soddisfazione, come da noi richiesto da alcuni mesi, che dal 30 novembre riapriranno gli ambulatori dei Presidi Ospedalieri. Dobbiamo fare presto! Non si può navigare a vista con conflitti di competenze tra Istituzioni e mancati controlli del Commissario per il “Piano di rientro” nei riguardi delle inadempienze dei Commissari Aziendali! In altri termini, chiediamo a Lei di creare una struttura Commissariarle di qualità capace di affrontare l’emergenza impostando, nel contempo, quella riforma della sanità che noi, come Comunità Competente, proponiamo prevedendo le Aziende Sanitarie Territoriali (Ast) e le Aziende Sanitarie Ospedaliere (Aso)».

«Chiediamo, quindi – si legge nel documento – competenza ma anche conoscenza della situazione calabrese aprendo un dialogo costante con chi lavora nella sanità sul territorio e nei presidi ospedalieri senza dimenticare il diritto di parola che spetta ai cittadini e ai pazienti. In questo grave momento è necessario innescare una risposta comune all’emergenza sanitaria partendo da una indispensabile larga unità per attuare le misure proposte e più volte assentite ma ancora non attuate dai decisori politici e amministrativi».

«È necessario – conclude il documento – attivare tutti gli strumenti di partecipazione che rendano trasparente il Settore e coinvolgano i cittadini e le Istituzioni mediante l’implementazione di pratiche di partecipazione inclusive, come previsto dalle vigenti normative, al fine di riannodare quel “rapporto di fiducia” che si è interrotto tra i calabresi e il Servizio Sanitario Regionale». (rrm)