di GIULIANA MANFREDI – Sul versante orientale del Parco Nazionale del Pollino, si erge il suggestivo paese di Alessandria del Carretto, unico comune in Italia a portare nome e cognome del suo fondatore, il principe Alessandro Pignone del Carretto (1633). Domina la vallata del torrente Saraceno, anticamente unica via d’accesso al paese, e dall’alto si può ammirare un panorama mozzafiato che spazia dal crotonese alla Basilicata e, nelle giornate più terse, al golfo di Taranto. Tappa n.6 del Cammino Basiliano, Alessandria del Carretto interseca il Cammino Mariano del Pollino. La posizione strategica all’interno del Parco Nazionale del Pollino consente a turisti e visitatori numerosi itinerari all’interno dello stesso: chi ama la natura non può esimersi da una visita all’orto botanico Difisella, dove, attraverso un percorso guidato, è possibile ammirare una grande varietà di piante. Una delegazione di soci delle Città Visibili è stata ospitata dal Sindaco Domenico Vuodo e guidata dall’entusiasta ed entusiasmante Emanuele Pisarra (giornalista, accademico del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna, cartografo, guida ufficiale del Cammino Basiliano e del Parco Nazionale del Pollino, alpinista, camminatore, solo per citare alcune delle sue frenetiche attività) alla scoperta di quest’angolo di paradiso.
Partiti dal Monte Calvario, su cui abbiamo ammirato le macchie viola di eringi ametista, particolarmente rigogliosi per la gran quantità di luce assorbita, il percorso è poi proseguito, sulla fiammante land rover dell’Acalandrostour, verso Monte Sparviere, con la sua suggestiva chiesetta (edificata nella metà degli anni ’80), per ammirare radure e boschi fiabeschi: aceri di sei specie delle sette presenti in tutta Europa, abeti bianchi, tigli e ontani napoletani. Salendo ancora raggiungiamo il bivio del “Sasso Grosso”, una terrazza naturale da cui si scorgono, nell’ampia vallata, Terranova di Pollino e tratti del Cammino Basiliano lucano. Sembra di essere in un quadro: nuvole, l’azzurro del cielo, la luce e le cime circostanti!
Nel pomeriggio ci dedichiamo alla visita del paese, che iniziamo dalla chiesa del patrono Sant’Alessandro Papa e martire, edificata nel XVII secolo e oggetto di svariati restauri e interventi. L’edificio presenta oggi tre navate; l’altare maggiore è sovrastato da una volta a botte in muratura abbellita con gli unici affreschi presenti nella chiesa. Originariamente l’edificio era pavimentato con lastre di pietra locale, poi sostituite da mattoni e, alla fine del 1800, il tetto della navata centrale fu sostituito da una copertura con capriata in legno e con una sottostante falsa volta a botte realizzata con sottili lastre di zinco dipinte con delicati colori, oggi una delle sue principali attrattive e peculiarità. Continuiamo entrando al museo Guido Chidichimo, che viene aperto su richiesta contattando il Comune, dedicato all’omonimo cardio-chirurgo italiano, il primo medico in Europa e il secondo nel mondo dopo l’americano Christiaan Neethling Barnard ad eseguire un intervento di cardiochirurgia a cuore aperto. Egli ha lasciato tutto l’arredo del suo studio romano e tutto il materiale culturale e scientifico che lo componeva ad Alessandria del Carretto, suo paese natio, dove oggi è sepolto. Il Museo del Lupo (visitabile contattando il comune) è un punto di riferimento per chi visita il Parco Nazionale del Pollino. All’interno è stato creato un percorso a pannelli sulla vita, l’ecologia e l’etologia del lupo e la storia del suo difficile rapporto con l’uomo. Il lupo non è il solo protagonista di questo museo: sono presenti altri importanti elementi della fauna locale e la ricostruzione della vita nel bosco attraverso due interessanti dettagliati diorama.
La passeggiata continua tra i vicoli, dove notiamo l’imponente e austero Palazzo Chidichimo, già palazzo Pignone del Carretto, una struttura signorile del XVII secolo, che è l’edificio più antico di Alessandria del Carretto, realizzato in muratura in pietra locale a vista. Non possono non colpirci i numerosi coloratissimi ed emblematici murales che decorano il centro del paese, realizzati negli anni da artisti provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero per il festival delle culture tradizionali “Radicazioni”, che si svolgeva nel mese di agosto. Alessandria del Carretto, inoltre, aderisce al circuito “Borghi Autentici d’Italia”, in quanto il suo centro storico e le tradizioni secolari che in esso hanno luogo rendono questo piccolo borgo calabrese un luogo molto caratteristico e accogliente. Fa parte inoltre della rete dei comuni Virtuosi d’Italia.
Famosissimi sono il suo Carnevale antropologico storico (i Polëcënellë, con il loro colorato e prezioso abito, sfilano per le vie del paese esibendosi in danze propiziatorie), inserito nel circuito dei carnevali antropologici italiani, caratterizzato da una maschera magica dalla storia controversa, che richiama nel borgo l’attenzione di studiosi, fotografi e curiosi, e la Festa della Pitë (abete bianco) che si svolge in alta montagna al confine con la Basilicata (la pianta oggetto di festeggiamento viene donata, per concessione, dal Comune di Terranova del Pollino, in Basilicata, al Comune di Alessandria del Carretto). Durante la festa gli alessandrini ospitano i turisti nelle proprie case e offrono le pietanze tipiche del periodo. Tutti si riuniscono in località Spinazzeta per iniziare il percorso che porterà nel centro abitato un imponente tronco di abete bianco, tagliato nei boschi e trasportato con la sola forza delle braccia. (rcs)