L’OPINIONE / Pietro Molinaro: La delusione degli allevatori calabresi

di PIETRO MOLINAROI chiarimenti del Dipartimento Regionale Agricoltura al Bando della Misura 10, Intervento 10.01.10 del PSR-Calabria “Tecniche di utilizzazione degli effluenti zootecnici per la riduzione delle emissioni di ammoniaca- annualità 2022”, ne confermano l’inadeguatezza. La pezza insomma è peggiore del buco.

Un intervento che avrebbe dovuto sostenere gli Allevatori, per la verità erano già pochissimi, risulta di fatto accessibile ad ancora meno allevatori. Una Misura, certamente idonea per la Pianura Padana, “copiata” per la Calabria da un’altra regione senza il minimo adattamento alle caratteristiche morfologiche, dimensionali e di meccanizzazione esistenti nelle nostre aziende zootecniche di fatto ne determina l’inefficacia. Si suggerisce il ritiro del bando affinché si possa correggere l’intervento per essere riproposto con durata pluriennale a beneficio degli allevatori.

Morale: non se ne farà nulla, almeno per ora!. (pm)

Incendi, Michela Mazza (Gruppo Allevatori Calabresi): Il prossimo governatore della Calabria avvi politica di prevenzione

Michela Mazza, rappresentante di un Gruppo di allevatori calabresi, in merito alla questione incendi, interviene a difesa degli allevatori, accusati di essere i piromani, sottolineando come tale affermazione sia infondata, in quanto «nessun interesse può avere un allevatore a bruciare i boschi per ricavare pascoli, dal momento che i pochi allevatori rimasti avrebbero a disposizione tanti pascoli abbandonati».

Per Mazza, infatti, ha ricordato come quella in Calabria è un’emergenza senza precedenti, dove «un inferno di fuoco ha ridotto in cenere oltre 10.000 ettari di boschi calabresi. Scene da apocalisse: la regione più ustionata d’Italia».

«Una difesa anti incendio, sin dall’antichità – ha spiegato – era fatta dalla zootecnia allo stato brado: mucche, vitelli, agnelli, pecore, capre e capretti brucavano e consumavano tutta l’erba sia fresca che secca presente nei boschi e nelle campagne; erano falciatrici naturali instancabili. Una zootecnia ormai distrutta dalle politiche no-vax del Ministero della Sanità da oltre 30 anni per altri interessi. Inoltre, sono rimasti pochi i calabresi produttivi, tra cui pochissimi agricoltori e allevatori, che da soli provvedono alla difesa e alla custodia del nostro territorio».

«Perché – ha chiesto – non impiegare maggiormente le forze dell’ordine per il controllo preventivo della nostra terra e del nostro patrimonio, soprattutto nelle aree interne più spopolate?»

«Più che mettere in sicurezza le aree distrutte – ha concluso – non è forse il caso di avviare una politica di prevenzione? Speriamo, allora, che il prossimo ed imminente Governatore della Regione Calabria abbia, tra le sue priorità, anche quella di tutelare le aree boschive, patrimonio paesaggistico e ambientale unico nella nostra terra e di inestimabile valore, soprattutto tutelando gli allevatori nello svolgimento della loro attività, semplificandone le procedure». (rrm)

 

Dalla Regione altri 10 milioni di euro per gli allevatori calabresi

Sono stati stanziati, dalla Regione Calabria, altri 10 milioni di euro a favore degli agricoltori calabresi, «che mantengono alto il livello qualitativo degli allevamenti».

Sul sito della Regione, infatti, è disponibile il bando Benessere Animali, per presentare le domande di conferma degli impegni, con un aumento delle risorse disponibili: il bando originario prevedeva una dotazione finanziaria di 28.347.110 euro, ma la Regione Calabria ha inteso impiegare parte delle somme del fondo di transizione per garantire risorse da destinare al settore zootecnico anche negli anni 2021 e 2022.

Le domande dovranno essere presentate attraverso il portale Sian, entro il 17 maggio 2021.

«La misura 14 del Psr – ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo – è fondamentale in chiave di sostenibilità, poiché finalizzata alla tutela delle condizioni degli animali rispetto all’intensificazione produttiva degli allevamenti moderni, nei quali spesso i bisogni degli animali sono subordinati alle esigenze della redditività».

«Alla luce di ciò, considerate anche le gravi difficoltà vissute dalla zootecnia a causa della pandemia – ha aggiunto Gallo – la Regione ha deciso di sostenere gli sforzi degli allevatori calabresi, che mantengono alto il livello qualitativo degli allevamenti, prorogando di due anni gli impegni previsti dal bando del 2016 e incrementando di 10 milioni, per il biennio 2021-2022, l’originaria dotazione finanziaria».

In particolare, si punterà a garantire l’adozione di impegni aggiuntivi da parte degli allevatori rispetto alla conduzione ordinaria degli allevamenti calabresi delle specie bovini, bufalini, ovini, caprini, suini.

In proposito, gli impegni ammissibili saranno legati a specifiche aree tematiche di miglioramento, nell’ordine: acqua, mangimi e cura degli animali conformemente alle naturali necessità della zootecnia; condizioni di stabulazione, maggiore spazio disponibile, pavimentazioni, materiali di arricchimento, luce naturale; accesso all’aperto; pratiche che evitano la mutilazione e/o la castrazione degli animali oppure l’utilizzo di anestetici, di analgesici e di antiinfiammatori nei casi in cui è necessario procedere alla mutilazione o alla castrazione degli animali. (rcz)