Il Comune di Reggio al fianco del Premio dedicato alla memoria di Antonino Scopelliti

È stato presentato, a Palazzo San Giorgio di Reggio Calabria, il programma di Memoria e legalità, la serie di iniziative promosse dall’Ente in sinergia con la Fondazione Antonino Scopelliti e che culmineranno il 9 agosto, anniversario dell’attentato mafioso al giudice Antonino Scopelliti, con l’assegnazione del premio nazionale a lui intitolato.

«Rinnoviamo anche quest’anno la collaborazione con la Fondazione Scopelliti per ricordare il giudice Antonino Scopelliti a distanza di 32 anni, episodio sul quale, purtroppo, non sono stati individuati i responsabili. Manteniamo viva la memoria di un figlio di questa terra che ha sacrificato la sua vita per la tutela della legalità. È brutto dire che a distanza di 32 anni non sono stati trovati i responsabili, per noi è doveroso, quindi, mantenere vivo il ricordo di questo grande uomo, fungendo, quindi da stimolo, per proseguire le indagini», ha dichiarato il sindaco f.f. del Comune di Reggio, Paolo Brunetti.

«Quest’anno c’è una fitta collaborazione con altri Comuni, Villa San Giovanni e Campo Calabro – ha evidenziato –. Siamo orgogliosi che tre amministrazioni si siano affiancate alla Fondazione Scopelliti per mantenere vivo il suo ricordo e trattare argomenti, come quelli della legalità, che devono rimanere sempre al centro del nostro agire quotidiano, di uomini e di amministratori pubblici».

«Abbiamo avuto l’opportunità – ha dichiarato l’assessora alla Legalità, Giuggi Palmenta – di poter realizzare un progetto che riteniamo molto interessante, ossia quello di ‘Memoria e cultura’, un percorso esteso anche ai Comuni di Villa San Giovanni e Campo Calabro per realizzare, con loro, non una semplice commemorazione, bensì un momento programmatico di crescita per i nostri giovani».

«La figura del giudice Antonino Scopelliti, il suo esempio di rettitudine – ha aggiunto – deve restare ben impresso nella memoria non soltanto di chi l’ha conosciuto, ma soprattutto in quelle giovani generazioni che necessitano sempre di più di poter avere esempi positivi di uomini che – conclude – hanno dedicato tutta la loro vita al rispetto delle leggi e quindi dello Stato». (rrc)

LOCRI (RC) – Il 13 marzo il Liceo Zaleuco ricorda il magistrato Antonino Scopelliti

Il 13 marzo, al Liceo Zaleuco di Locri, si terrà un evento in ricordo del magistrato Antonino Scopelliti, con la partecipazione della figlia, Rosanna Scopelliti. L’appuntamento è per le 10.30 nell’Aula Magna dell’Istituto.

Saranno presenti tanti rappresentanti dell’Amministrazione locale e regionale, e delle forze dell’ordine. Il prezioso intervento di Rosanna Scopelliti, e il suo impegno continuo, con tante iniziative nel sociale e per le scuole, sono il simbolo di quella terra che non si vuole arrendere a certe mentalità di potere, ma che vuole trasmettere speranza e propositività. E questo puntando sulle nuove generazioni, a cui rimarrà in mano il futuro, che deve poggiare su pilastri di rispetto civile e responsabilità sociale, attraverso la sinergia tra scuola, famiglia e società. (rrc)

 

Premio Scopelliti, Versace e Brunetti: Mantenere vivo il ricordo di un grande uomo

Mantenere vivo il ricordo e l’esempio di un grande uomo qual era Antonino Scopelliti. È il pensiero ribadito dai sindaci f.f. della Metrocity Rc e del Comune, rispettivamente Carmelo VersacePaolo Brunetti, nel corso della cerimonia di premiazione del Premio Antonino Scopelliti, giunto alla quarta edizione.

Il concorso nazionale, letterario, musicale, artistico e multimediale intitolato al giudice Antonino Scopelliti e rivolto agli alunni delle scuole elementari, medie e superiori di tutto il territorio nazionale, è promosso dalla Fondazione intitolata al magistrato ucciso dalla mafia e patrocinata dal Ministero dell’Istruzione e dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Presenti, alla manifestazione svoltasi nella Sala “Trisolini” di Palazzo Alvaro, la presidente della Fondazione, Rosanna ScopellitiAntonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola.

Il sindaco facente funzioni, Carmelo Versace, nel corso del suo intervento, ha sottolineato «il ruolo della “Fondazione Antonino Scopelliti” che, attraverso la sua incessante attività, ci permette di mantenere vivo il ricordo e l’esempio di un grande uomo».
«L’evento – ha spiegato – ha posto al centro dell’attenzione la sensibilità ed il talento dei giovani di tutto il Paese e l’aver voluto coinvolgere le scuole è sicuramente il modo migliore per portare avanti l’opera ed il pensiero di chi ha pagato un prezzo altissimo nel voler combattere e sconfiggere la malavita organizzata».

«Molto commoventi e pregne di significato», per il sindaco metropolitano facente funzioni, sono state le parole della figlia del magistrato, Rosanna Scopelliti, che «con compostezza, in questi giorni particolari, ha commentato la cattura di Matteo Messina Denaro, fra i protagonisti più sanguinari nella stagione delle stragi in Italia».

«Quest’anno – ha sottolineato Versace – la quarta edizione del premio coincide non soltanto con il giorno del compleanno del giudice Scopelliti, ma anche con il particolare momento storico che segna l’attacco decisivo dello Stato alla mafia».

Rivolgendosi ai ragazzi presenti in sala, il sindaco facente funzioni del Comune di Reggio, Paolo Brunetti, ha rievocato gli anni tristi della guerra di mafia in città: «La nostra generazione è cresciuta vedendo i morti ammazzati lungo le strade. Quel periodo ha profondamente segnato la nostra adolescenza e, nel momento cruciale della vita di ognuno di noi, abbiamo raccolto la consapevolezza di quale fosse la trincea giusta in una guerra che non ci vedrà mai alzare bandiera bianca. Non fatevi affascinare dai facili guadagni e dalla bramosia di potere. Chi, all’epoca, fece scelte diverse dalla nostra, oggi sta in carcere o in un cimitero».

«La nostra terra – ha affermato Brunetti – è certamente molto difficile, ma ci dà anche tante opportunità, prima fra tutte quella di scegliere da che parte stare. La ‘ndrangheta è un’entità nascosta che ruota e si nutre all’interno di ogni tessuto della società. E noi dobbiamo fare la nostra parte per disgregarlo, assumendo l’atteggiamento del buon cittadino». Nel concludere, l’inquilino di Palazzo San Giorgio ha citato Italo Falcomatà che diceva «l’esempio è la fonte del pensiero successivo». «Il giudice Scopelliti – ha concluso – va ricordato perché è l’esempio di quello che potremo e dovremo fare per la nostra città».

La presidente della Fondazione, Rosanna Scopelliti, nel ringraziare le istituzioni presenti, ha voluto rimarcare la «quantità e qualità dei lavori presentati dagli studenti delle scuole italiane» ed ha illustrato i Q-Art, una pubblicazione curata da Antonio Federico «in cui arte e bellezza si fondono per supportare l’identità territoriale».

«Queste bellissime pagine – ha detto – raccolgono gli elaborati dei ragazzi e delle ragazze che hanno raccontato ciò che li tiene legati ai loro luoghi d’origine. È presente un richiamo alla memoria del giudice Scopelliti e verranno diffusi negli istituti scolastici, andando a far parte dei vari progetti che, come fondazione, porteremo avanti». (rrc)

Reggio ricorda il giudice Scopelliti, Versace: Fare luce su pagina buia del Paese

Reggio ha ricordato Antonino Scopelliti, magistrato reggino ucciso 31 anni fa per mano mafiosa.

Alla cerimonia commemorativa, svoltasi a Campo Calabro, hanno partecipato il sindaco f.f. Carmelo Versace, le massime autorità civili e militari e naturalmente anche la presidente della Fondazione Scopelliti, Rosanna Scopelliti.

«La memoria che ogni anno si rinnova qui a Campo Calabro – ha dichiarato Versace – nel ricordo e nel doveroso omaggio che le massime istituzioni e i cittadini rivolgono al giudice Antonino Scopelliti, è il segno di una comunità attenta, sensibile e soprattutto incapace di dimenticare i propri figli migliori. Ma dopo 31 anni da ciò che è accaduto in questo luogo, non possiamo rassegnarci all’idea di non conoscere la verità».

Un omicidio definito da Versace, «una ferita ancora aperta non solo per questa terra ma per l’intero Paese che in quegli anni ha visto scosse le proprie fondamenta democratiche attraverso l’estremo sacrificio di uomini dello Stato colpiti dalla criminalità organizzata. E come rappresentanti istituzionali abbiamo il dovere di tenere viva la luce intorno a questa drammatica vicenda, sostenendo il lavoro delle associazioni impegnate nella lotta antimafia, in primis la Fondazione Scopelliti con il suo presidente Rosanna Scopelliti che invitiamo a proseguire in questo appuntamento che ha un valore enorme per Reggio Calabria e non solo da un punto di vista simbolico, ma soprattutto come richiamo alle coscienze di tutti noi».

«Ma è anche necessario – ha poi concluso Versace – che la magistratura, in cui riponiamo sempre la massima fiducia, prosegua nell’opera di ricerca della verità ponendo una parola definitiva alla morte del Giudice Scopelliti e ad una pagina buia di questo territorio».

Quel 9 agosto del 1991 ha segnato le coscienze e i percorsi di vita di tanta gente di questa comunità, ha poi ricordato il sindaco f.f del Comune di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, «e questo momento deve essere assolutamente rinnovato e tramandato alle future generazioni. Qui operatori della giustizia fanno un lavoro ad un tasso di difficoltà maggiore rispetto ad altri contesti del Paese. E Scopelliti era uno di quelli che andava avanti a schiena dritta. E rivolgo dunque un appello affinché Rosanna Scopelliti riveda il suo pensiero che ha colpito duramente tutti noi».
«È doveroso lottare per la giustizia – ha concluso Brunetti – che dopo tanti anni non è ancora arrivata alla verità sul giudice Scopelliti ma è altrettanto fondamentale, per questa terra, mantenere vivo e presente il ricordo di una figura di questo spessore a cui non nessuno di noi può assolutamente rinunciare».
Il deputato di Coraggio Italia, Felice Maurizio D’Ettore, in aula della Camera dei Deputati, ha dichiarato che «siamo qui a parlare di un ricordo che è anche la ricostruzione della storia della magistratura non solo in Calabria, ma in tutto il Paese».

«Nel fascicolo del magistrato Scopelliti presso il Csm – aggiunge D’Ettore – si leggono passaggi importanti nei quali si evidenzia la sua straordinaria carriera: si mettono in evidenza la capacità investigativa, l’intelligenza, l’intuito, le qualità umane e l’impegno civico che ha profuso nell’esercizio della professione. Ricordo con piacere anche i suoi  trascorsi universitari, si laureò a soli 21 anni con una tesi sul “contratto astratto” di cui fu relatore l’esimio e mai dimenticato prof. Angelo Falzea, a testimoniare anche una solidissima preparazione civilistica».

D’Ettore ha ricordato ancora «la capacità di analisi, la straordinaria capacità di eloquio quando fu pubblico ministero. E poi i suoi articoli sui rapporti tra giustizia, magistratura, stampa e mass media nei quali, spesso, sottolineava l’importanza dell’istituzionalizzazione del comportamento del giudice e la capacità di preservare l’ordine collettivo specie nelle dichiarazioni e nei rapporti con la stampa».

«Antonino Scopelliti fu, insomma, un precursore di un modello di comportamento del magistrato nell’ambito dell’esercizio delle sue funzioni e nei rapporti con la società civile».

D’Ettore, inoltre, ha ricordato la rivendicazione continua «di appartenere alla terra di Calabria  di cui ne sottolineava il possibile contributo che avrebbe potuto dare allo sviluppo dell’intero Paese con esempi, anche in seno alla magistratura. Il terribile omicidio ha comportato un effetto enorme nella risposta dello Stato. Le sentenza di condanna per i vertici di Cosa Nostra hanno dimostrato il livello di pericolosità e il livello eccelso del magistrato che indirizzava le richieste di condanna in maniera capillare e puntigliosa contro le organizzazioni criminali, superando il vaglio dei vari gradi di giudizio».

D’Ettore ha concluso parlando di «vero esempio per tutte le istituzioni e per gli altri magistrati, che si sono formati facendo propri i suoi insegnamenti  e quella capacità di svolgere le funzioni giurisdizionali che sono modello di un magistrato che oggi è diventato un paradigma assoluto per l’intera categoria italiana».

Antonino Scopelliti nasce a Campo Calabro, in provincia di Reggio Calabria, il 20 gennaio 1935.

Frequenta il liceo classico a Reggio Calabria e l’Università a Messina; si laurea in giurisprudenza a soli 21 anni (il 24 novembre 1956) discutendo una tesi dal titolo “Il Contratto astratto”: relatore il prof. Angelo Falzea.

A soli ventiquattro anni vince il concorso in magistratura. Nominato uditore giudiziario il 10 aprile 1959, è destinato prima al Tribunale di Roma – dove prenderà possesso il 27 aprile 1959  – e poi quello di Messina per svolgere il prescritto tirocinio.

Nel rapporto redatto per l’ammissione all’esame pratico per la nomina ad aggiunto giudiziario, il dirigente della sezione alla quale è assegnato il dott. Scopelliti, sottolinea, tra l’altro, come lo stesso, in poco più di un mese: “ha presieduto n. 10 udienze e redatto complessivamente n. 34 sentenze. Dalla redazione delle sentenze, di cui talune importanti per le questioni di diritto processuale civile e di diritto civile, che risolvevano, risulta che il dott. Scopelliti possiede un’ottima cultura giuridica e una precisa conoscenza della giurisprudenza”.

Dopo svariate esperienze professionali, Il Consiglio Superiore della Magistratura, con provvedimento del 23 gennaio 1980 delibera la sua nomina a magistrato di Cassazione.

Come Sostituto procuratore generale presso la Corte di cassazione, si occupa, tra gli altri, di delicati procedimenti di terrorismo e criminalità organizzata.

Viene delegato a rappresentare la pubblica accusa in alcuni giudizi su fatti che hanno segnato la storia italiana più recente: il processo “Valpreda” per la strage di Piazza Fontana a Milano, il processo per la strage di piazza della Loggia a Brescia, quello per l’omicidio dell’on. Aldo Moro e della sua scorta, e quelli per l’omicidio del colonnello dei carabinieri Antonio Varisco e per l’uccisione del capitano Emanuele Basile.

Segue inoltre i processi per la morte del consigliere istruttore Rocco Chinnici e della sua scorta (chiede il rigetto dei ricorsi degli imputati ma la I sezione della Corte di cassazione, presieduta dal giudice Corrado Carnevale, annulla la sentenza per vizi nella motivazione) nonché quelli per la morte del giudice Vittorio Occorsio, del  giudice Amato (in questo caso la I sezione della Corte di cassazione, presieduta dallo stesso giudice Corrado Carnevale, accoglie in toto le richieste della Procura Generale) e del giornalista Walter Tobagi, nonché quelli relativi al ccdd. “casi Calvi e Sindona”.

Designato a rappresentare  la pubblica accusa all’udienza del 30 gennaio 1992 nel cd. maxi-processo a Cosa Nostra, come noto, viene barbaramente assassinato prima di poter adempiere a questo ulteriore, delicato, compito.

Fu universalmente apprezzato per le qualità umane, la capacità professionale e l’impegno civile; il suo pensiero e le sue idee possono essere ripercorsi attraverso alcuni interventi pubblicati per la rivista “Gli oratori del Giorno: rassegna mensile d’eloquenza”.

Di sconvolgente attualità è ad esempio la concezione del magistrato in merito ai rapporti tra magistratura e mass media, contenuta in un celebre scritto dal titolo Libertà d’informazione o di diffamazione (pubblicato in “Gli Oratori del Giorno”, Roma, luglio 1987 Anno LV) in cui, tra l’altro, con grande equilibrio, afferma: “Grande quindi la responsabilità del giudice e del giornalista in ogni momento ed in ogni piega della propria attività[…] stampa e magistratura sono oggi i protagonisti più potenti della società italiana; […] hanno il potere di distruggere l’immagine di chiunque con una frettolosa comunicazione giudiziaria o con un insidioso articolo nella pagina interna di un giornale; che la nostra è una società in cui un qualsiasi pentito (vero o presunto) o un subdolo corsivo possono delegittimare la più autorevole delle persone e dissolvere il prestigio di ogni istituzione; che in questo gioco perverso il magistrato e il giornalista stanno coltivando un pericoloso ruolo primario ed è quindi inevitabile che si entri in rotta di collisione non avvedendosi, né l’uno né l’altro che delegittimare è delegittimarsi, uccidere è un po’ suicidarsi”.

PARGHELIA (VV) – Il convegno sulla legalità “Testimoni di Speranza”

Domani mattina, a Parghelia, alle 10, nelal Sala Consiliare del Comune, è in programma il convegno su legalità, antimafia, malagiustizia Testimoni di legalità,  promosso dal Rotaract Club Tropea presieduto dall’avvocato Daphne Iannelli.

Dopo i saluti di rito del sindaco Antonio Landro, del Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Camillo Falvo, del Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Vibo Valentia Francesco De Luca e della presidente della Fondazione Scopelliti, Rosanna Scopelliti, la giornalista Tiziana Bagnato e Giovanna Fronte, legale di fiducia di vittime di ‘ndrangheta, sviscereranno un tema attuale e delicato quale quello dei testimoni di giustizia e non solo.

Dalla mancanza di denunce fino alle crepe delle normativa che dovrebbe tutelare chi si espone, passando per i retaggi e gli elementi culturali che accompagnano i testimoni e i collaboratori di giustizia, il convegno mira a fotografare una terra in cui speranza, timore, paradossi e coraggio spesso vanno a braccetto.

 La seconda fase del progetto vedrà l’intitolazione a Parghelia di una piazza al magistrato Antonino Scopelliti, magistrato apprezzato per le qualità umane, professionali e l’impegno civile e ucciso in un agguato il 9 agosto 1991. (rvv)