Il primo corso in Italia sull’IA applicata all’architettura: Opportunità anche in Calabria

Nuove frontiere si aprono anche in Calabria, oltre che nel resto del Paese, con l’intelligenza artificiale applicata all’architettura, al design e alla creatività.

Dalla collaborazione tra lo Studio Rotella e il prestigioso quotidiano economico Il Sole 24 Ore è nato il primo corso in “Generative AI per Architettura e Design” che si terrà dal 24 gennaio al  1° febbraio 2025.

«Questo corso rappresenta una svolta per il mondo dell’architettura e del design – ha affermato l’Architetto Fabio Rotella –. L’intelligenza artificiale non è solo una tecnologia, ma una nuova opportunità per liberare il potenziale creativo e rispondere alle sfide del futuro»

Il corso, pensato per architetti, designer e creativi, mira a trasformare l’intelligenza artificiale in uno strumento di potenziamento creativo. Attraverso un approccio pratico, i partecipanti esploreranno le potenzialità della Generative AI per sviluppare progetti innovativi e altamente competitivi.

Il programma, guidato da esperti del settore prevede “casi studio” reali per comprendere come la tecnologia AI può essere integrata nei processi progettuali e “strumenti innovativi” per progettare e visualizzare idee in modo completamente nuovo.

Di assoluto valore il cast dei docenti, tra cui lo stesso Rotella, Arturo Tedeschi | Architetto & Computational Designer, Valeria Lazzaroli | Presidente ENIA – Ente Nazionale per l’Intelligenza Artificiale, Guido Perboli | Professore Ordinario PoliTo – Co-founder ENIA, Stefano Gorla | Consulente per Intelligenza Artificial, Francesca Lanciotti | Product & Service Designer – Studio Rotella, Marta Bongini | Interior Designer – Studio Rotella, Laura Polinoro | Metaproject Designer – docente universitario, Roberto Sannino | Advanced System Application R&D Director at STMicroelectronics.

Grazie a una faculty d’eccellenza composta da architetti con esperienza pluriennale provenienti dallo Studio Rotella, tra cui il founder Fabio Rotella, docenti universitari di prestigiosi istituti come Politecnico di Torino e Istituto Marangoni e personaggi di spicco nel campo dell’AI come Valeria Lazzaroli, Presidente Ente Nazionale Per l’Intelligenza Artificiale E.N.I.A.®, gli studenti acquisiranno le competenze necessarie per integrare le più attuali tecnologie di Generative AI nei processi creativi, mettendo questi preziosi strumenti al servizio della loro creatività. Attraverso esercitazioni pratiche, casi studio reali e strumenti didattici interattivi il corso darà l’opportunità di associare alla formazione teorica un pacchetto di strumenti concreti da mettere in campo fin da subito nella propria attività lavorativa.

Al termine del corso gli studenti avranno appreso i fondamenti dell’Intelligenza Artificiale Generativa e le potenzialità delle sue applicazioni nell’architettura e nel design. Grazie alla formazione specialistica e alla padronanza di strumenti pratici all’avanguardia, avranno l’opportunità di fare un avanzamento di carriera o ritagliarsi un nuovo ruolo di rilievo (per esempio come Designer AI Specialist) all’interno di studi di progettazione e design e agenzie creative ma anche in ambiti più specifici come quello industriale o della moda, dove la conoscenza dell’AI permette di ottimizzare sia la progettazione di prodotto che la gestione dei processi creativi. (rrm)

Giuseppe Samà, l’architetto calabrese che fa innamorare New York

di MARIACHIARA MONACO – Si chiama Giuseppe Samà, ed è il golden boy dell’architettura newyorkese.

Partito da un piccolo paesino della sulla costa tirrenica cosentina, con tanti sogni e aspirazioni in valigia, ha conquistato la Grande Mela, con il suo talento e la sua classe, tutta made in Italy.

Egli, dopo la laurea in architettura a Roma e un master in restauro monumentale, ha deciso circa 12 anni fa, di oltrepassare l’Oceano e di mettersi alla prova, all’interno di una realtà completamente diversa da quella italiana, dove però ha trovato il modo di esprimere al meglio la sua idea di design.

«Era il 2012 quando è nata l’idea di fare qualche esperienza all’estero. L’ambizione e la voglia di confrontarmi con un’altra cultura e migliorare dal punto di vista professionale erano troppo grandi. All’inizio è stato molto difficile, ma poi nel 2016, dopo diversi colloqui di lavoro, cinque studi di architettura mi hanno assunto e sponsorizzato per il visto lavorativo. L’America offre a tutti, ma proprio a tutti, l’opportunità di realizzarsi, anche se questo non significa che tutti ce la fanno. Anzi, molti abbandonano subito l’idea di vivere qui e rientrano al proprio paese di origine. – continua – I primi due anni sono stati difficili, lavoravo come un dannato arrivando fino a 16 ore al giorno, ma non perché fossi costretto a farlo, ma perché era forte la voglia di affermarmi».

A piccoli passi, Samà diventa Associate Architect per Fzad Architecture & Design, studio che vanta clienti come Max Mara, Davide Cenci, Jacob & Co., Tommy Hilfiger. Tutti nomi importanti, simbolo dell’economia a stelle e strisce.

«New York – racconta – è uno stile mentale, estetico, di vita. La gente viene qui perché aspira ad essere nella città che darà loro la libertà di fare quello che vogliono e realizzare le loro aspirazioni, i loro sogni».
E, proprio nel 2020, in piena pandemia, il giovane realizza il suo più grande sogno, decidendo di camminare da solo, e fondando il suo studio di architettura e design: “Giuseppe Samà Architect”.

La sua è stata una scommessa vinta, viste le numerose richieste che ogni giorno pervengono in sede, pur mantenendo la semplicità e l’umiltà che sono non comuni in chi raggiunge grandi risultati come i suoi.

«Se tutto è così veloce, è per l’ottimo sistema burocratico. Qui non esiste che tu debba aspettare dai sei ai nove mesi per ottenere un permesso di costruire. Devi aspettare così tanto tempo solo se il progetto riguarda un grattacielo. Negli Stati Uniti il tempo è denaro, ed un costruttore non si può permettere di aspettare a lungo».
In questi anni il Golden boy dell’architettura ha realizzato progetti, anche molto ambiziosi, come la realizzazione degli interni di un attico, nel grattacielo residenziale più alto al mondo, e nella “Billionaire’s Row”, (la strada dei miliardari) di New York City.

Ma ci sono anche altri progetti, che il giovane architetto calabrese sta portando a compimento, come l’ideazione di una catena di locali italiani, trapiantati negli Usa, come Numero 28, rinomato ristorante che a New York ha sei location, altre a Miami, Austin (Texas), Londra. Un luogo concepito come uno spazio di ricerca, dove gli interni e la costruzione stessa fanno da cornice a cibo e cocktail, e dove i cosmopoliti abitanti di New York, amano rifugiarsi e rilassarsi.

«In ogni progetto che faccio lo stile italiano è tutto. Non faccio altro che dare libero sfogo alla mia fantasia utilizzando materiali come il vetro, il legno e l’illuminazione. Questa è una cosa unica perché alla fine dei lavori il risultato è proprio quello che inizialmente avevi ideato. Ed il fascino di questa meravigliosa professione è il fatto che ti dia la possibilità di dare vita a cose che ancora questo mondo saturo, in tutto e per tutto, non è stato in grado di creare». (mm)