L’OPINIONE / Emilio Errigo: L’Archivio storico dei Ruffo di Calabria custodito a Napoli

di EMILIO ERRIGO – Non sono in tanti coloro che sono a conoscenza, che il prezioso patrimonio culturale, rappresentato dall’Archivio Storico della Famiglia Ruffo di Calabria, (di Scilla e di Bagnara) è inspiegabilmente custodito a Napoli, presso l’Archivio di Stato.

Ho appreso tale importante informazione, leggendo un corposo volume curato da Carla Benocci, edito nel 2014, da Rubbettino, dal titolo I Gattopardi sottotitolo, I Ruffo in Calabria e i Doria Pamphilj in Basilicata in età moderna.

Così armato dei miei inseparabili occhiali da lettura diurna e prevalentemente notturna, mi sono letto questo testo ricco di informazioni sui Ruffo di Calabria e i Doria Pamphilj di Basilicata. Con i battiti pulsanti del mio cuore ballerino, ho scoperto tante notizie di mio più stretto interesse storico e culturale sulla nobile Famiglia Ruffo di Calabria e non solo dei discendenti rami di Scilla e Bagnara.

L’appetito vien mangiando prodotti gustosi di Calabria, come se si trattasse di alimenti tipici e salutari del Sud Italia. Da questo libro fotografico illustrato e ben commentato, dalla nostra esperta e studiosa d’arte Carla Benocci, sono passato alla lettura del testo militare di Giuliano Oliva, dal titolo, la Guardia di Finanza Pontificia, dove ho scoperto che il Cardinale Fabrizio Ruffo di Calabria, nel 1786, nominato Tesoriere Generale della Camera Apostolica, si adoperò anima e corpo, per risanare le casse dello Stato Pontificio, attuando importanti riforme fiscali e istituendo la Marina di Finanza Pontificia, tanto che allo scopo di tutelare i confini marittimi dello Stato favori la nascita della Finanza di Mare.

Infatti la Componente Navale della Guardia di Finanza, affonda le radici proprio in quel periodo storico , nei Porti Pontifici di Civitavecchia e Ancona. Chi l’avrebbe mai pensato che i Calabresi si fossero storicamente interessati pure di problematiche erariali e tributari, mai dire mai!

Ora mi dicono che sono specialisti in distribuzione equa del reddito pro capite. Vai a capire cosa gli girerà in quelle teste pensanti e idee lungimiranti. Da più parti chiedono di non dimenticare che la Calabria ha una Regina Madre, Paola Ruffo di Calabria, già Regina di Belgio. Chi l’ha conosciuta dicono che è veramente bella, bella e bella.

Una Nobil Donna di Calabria, che non poteva non essere che Principessa e poi Regina. Quanto sarebbe bello per la Calabria e noi tutti i Calabresi del Mondo, accogliere la nostra Regina Paola Ruffo di Calabria, con tutti gli onori e la gioia che devono essere tributati, senza altri ritardi, a una Sovrana figlia di un Eroe Calabrese Medaglia d’Oro al Valor Militare, Fulco Ruffo di Calabria.

Mi auguro che il Presidente della Regione Calabria, sappia valorizzare i tesori umani e materiali di cui dispone la Calabria , in primis riportando in Calabria, l’Archivio Storico dei Ruffo di Calabria e poi, a seguire, promuovendo la costituzione di una nuova sede dei beni storici e culturali dei Ruffo di Calabria, anche creando una Mostra permanente, presso uno dei grandi spazi dell’imponente Fortezza di Scilla, a tutti nota come il Castello Ruffo di Calabria, donato senza nulla pretendere, dagli Eredi Ruffo di Calabria, al Comune di Scilla, Castello con vista sul mare, che domina dall’alto, lo Stretto di Scilla e Cariddi.
La Rocca di Scilla, è il il simbolo più emblematico del Borgo dei Pescatori di Chianalea.

Chianalea detta anche la “Piccola Venezia “, per via delle acque che scorrono sotto le storiche case dei Pescatori di Pescespada i (c.d. Lanzaturi i Draffinera). Ho letto recentemente altra bella storia dei Ruffo di Calabria, contenuta nel libro dal titolo, “Ricordo quasi tutto”, scritto a quattro mani e due belle teste pensanti, con magistrale bravura dal Principe Fulco Ruffo di Calabria e dalla trascinante e travolgente scrittrice, Concita Borrelli, edito da Mondadori.

Che dire le sorprese è il caso di dire, che non finiscono mai.

Chissà se un giorno non molto lontano, anche la nostra Regina di Belgio, Paola Ruffo di Calabria, non possa fare un grande regalo alla Calabria e ai Calabresi, ritornando a visitare la Calabria, accolta con tutti gli onori che vanno resi a chi ha portato il nome “Calabria” nel Suo cuore, scritto subito dopo il suo nobile e reale, nome e cognome, Regina Paola Ruffo di Calabria. (ee)

[Emilio Errigo è nato a Reggio di Calabria, docente universitario di diritto internazionale e del mare, Generale in ris. della Guardia di Finanza]

Donata all’Archivio di Stato di Napoli una copia de “I Catasti Onciari di Cassano e Doria”

L’Archivio di Stato di Napoli si è arricchita dalla copia dell’opera storico-culturale riguardante I Catasti Onciari di Cassano e Doria in Calabria Citra, donata dal sindaco di Cassano allo Ionio, Gianni Papasso, accompagnato dall’assessore Gianluca Falbo e dai rappresentanti dell’Associazione Irfea, Giancarlo Rango e Franco Sarubbo.

La delegazione cassanese, è stata accolta con cordialità e cortesia dalla direttrice dell’Archivio di Stato del Capoluogo partenopeo, Candida Carrino, coadiuvata Barbara Orciuoli, che, nel ricevere l’opera, composta da ben cinque volumi, pubblicati dalla Mongolfiera Editrice, hanno espresso sentite parole di compiacimento e apprezzamento per il risultato, frutto di un certosino impegno di ricerca svolto con grande professionalità nell’arco di quattro anni.

L’incarico per realizzare il progetto storico-culturale di redazione de “I Catasti Onciari di Cassano e Doria” in Calabria Citra, finanziato dall’ente locale, nel mese di dicembre 2016, era stato affidato dalla giunta comunale guidata dal sindaco Papasso, all’Associazione Culturale Irfea, presieduta dal professore Giancarlo Rango, che si è avvalso della collaborazione  dell’Università della Calabria.

I Catasti Onciari sono dei documenti di primaria importanza, soprattutto ai fini della ricostruzione storica, economica e sociale dei Comuni. L’amministrazione Papasso, nell’ambito della programmazione generale della sua azione propulsiva nei vari campi che interessano la vita dell’ente, ha ritenuto investire nella ricerca storico-culturale per colmare il vuoto esistente relativamente alle fonti che hanno segnato l’evoluzione storica della comunità di Cassano.

Precursore degli odierni catasti, il Catasto Onciario, rappresenta l’attuazione pratica delle norme dettate da Re Carlo di Borbone nella prima metà del XVIII° secolo per un riordino fiscale del regno di Napoli. È stato considerato come uno strumento teso a eliminare i privilegi goduti dalle classi più abbienti, che facevano gravare i tributi fiscali sempre sulle classi più umili, perciò, di fatto rappresenta uno dei più brillanti esempi del tempo di ingegneria finanziaria e di ripartizione proporzionale del peso fiscale. Venne denominato “Onciario”, in quanto la valutazione dei patrimoni, sia immobiliari che da bestiame o finanziari, veniva stimato in base all’unità monetaria teorica di riferimento, l’oncia, corrispondente a sei ducati.

La consultazione dell’Onciario, l’Archivio di Stato di Napoli, è una fonte preziosa di informazioni sul periodo storico di riferimento. L’opera in questione, ha commentato il sindaco Papasso, è una preziosa fonte di informazioni e conoscenze per quanti nel tempo vorranno arricchire il proprio bagaglio culturale di conoscenze storiche riguardante le vicende socio-economiche e demografiche che hanno caratterizzato la storia di Cassano e di Doria nel periodo che va dal 1741 al 1753.

Prossimamente, ha annunciato il primo cittadino, il corposo lavoro di ricerca che ingloba la memoria storica della comunità locale, sarà presentato nel corso di una manifestazione pubblica. (rcs)