A Montalto Uffugo la seconda Assemblea nazionale dell’Associazione Collaboratori Ardorini

di FRANCO BARTUCCIDiversi componenti dell’Associazione “Collaboratori Ardorini” sono giunti a Montalto Uffugo, presso l’Istituto Don Bosco, considerata la casa madre degli Ardorini, per partecipare alla seconda assemblea nazionale della stessa Associazione, costituitasi due anni fa. È stata un’assemblea che ha visto la partecipazione di collaboratori provenienti da Reggio Calabria, Petilia Policastro (Crotone), Cosenza, San Vincenzo La Costa e dalla stessa Montalto Uffugo.

Un’assemblea incentrata, nella prima parte dell’incontro, presieduto dal Superiore Generale degli Ardorini, padre Salvatore Cimino, con accanto la presidente nazionale dell’Associazione, Saveria Cilione di Cannavò di Reggio Calabria, sull’approfondimento delle finalità della stessa Associazione previste dallo Statuto e contestualmente, attraverso delle testimonianze, per una conoscenza più approfondita sulla figura del Venerabile decano don Gaetano Mauro.

Il Superiore padre Cimino ha ribadito l’importanza della collaborazione dei laici con l’Associazione Religiosa degli Oratori Rurali (Ardor), così come fu chiamata dallo stesso Decano Mauro.

«Quindi, essere Ardorini significa – ha precisato il padre Superiore – vivere la propria vita come Missionari». Il fondatore degli Ardorini vivendo il suo tempo ha saputo guardare lontano con lungimiranza divenendone un “profeta” per ciò che ha realizzato e consigliato. 

Uno spazio assembleare che ha consentito la presentazione del Quaderno di Calabria.Live dedicato alla figura del Venerabile calabrese di Montalto Uffugo don Gaetano Mauro, da noi curato, pubblicato all’indomani della cerimonia religiosa svoltasi nella Cattedrale di Cosenza il 14 ottobre 2023 per rendere noto il documento pontificio di venerabilità del fondatore degli Ardorini missionari.

Un quaderno che costituirà memoria sull’operato di don Gaetano Mauro tra i giovani e il mondo dei contadini del territorio montaltese, come in quello della Sila e di Petilia Policastro, dove creò una seconda casa Ardorina.

Nel Quaderno con una prefazione di padre Antonio De Rose, già Superiore generale degli Ardorini, ed il saluto del sindaco di Montalto Uffugo, Pietro Caracciolo, in quattro punti viene fatta la cronaca della cerimonia religiosa in Cattedrale, presenziata dall’Arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano, mons. Giovanni Checchinato, che ha parlato del modello missionario del sacerdote don Gaetano Mauro; mentre il Superiore Generale degli Ardorini, padre Salvatore Cimino, ha ricordato quella che deve essere la sensibilità di ciascun cristiano nel perseguire la strada della santità per come l’ha perseguita quotidianamente in semplicità ed umiltà il fondatore degli Ardorini.

La parte centrale del Quaderno viene occupata dalla descrizione sintetica del percorso di vita del Venerabile don Gaetano Mauro incentrato al forte legame che avvertiva con i pontefici nell’ordine: Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI, dai quali traeva stimoli per le sue missioni in Italia e nelle Americhe.

Nella terza parte del Quaderno viene focalizzato il percorso processuale finalizzato alla canonizzazione di questo sacerdote esemplare e missionario avendo una forte attrazione e uno spirito di servizio verso i giovani e il mondo contadino. Il tutto viene chiuso dal racconto personale dell’autore del Quaderno che mette a fuoco i suoi tredici anni di frequentazione spirituale raccogliendo conoscenza e stimoli per essere un bravo testimone nella vita di amore, solidarietà, fratellanza, giustizia e pace.

Un’assemblea particolarmente seguita con interesse, da Padre Gianfranco Todisco, vescovo emerito Ardorino, nonché da padre Antonio De Rose, già Superiore generale Ardorino, che ha registrato un breve intervento di saluto del Sindaco uscente di Montalto Uffugo, Pietro Caracciolo, che ha manifestato interesse nel seguire le attività dell’Associazione auspicando un maggiore coinvolgimento dei giovani attraverso percorsi firmativi sia in ambito familiare che scolastico.

Montalto Uffugo deve prendere coscienza della Venerabilità del Decano don Gaetano Mauro promuovendone religiosamente la figura ed aprendosi alle potenzialità del turismo religioso nell’accoglienza e la condivisione di un bene spirituale e religioso.

Eletti gli organi statutari e impostato un programma di lavoro

Nel pomeriggio, dopo un tempo necessario per la condivisione del pranzo nel refettorio della casa Ardorina, si è svolta la seconda parte dell’assemblea nel corso della quale si è preso atto della nomina dei presidenti e della composizione dei consigli delle due associazioni “Collaboratori Ardorini” di Montalto Uffugo e di Petilia Policastro.

Per Montalto Uffugo il Consiglio è composto, a norma di Statuto, da: Nella Mazzuca (presidente), Chiara Buffone (segretaria), Dora Marisa Ricchio, Renata La Neve e Antonio Salerno (consiglieri); per Petilia Policastro il presidente è Francesco Poerio, mentre Salvatore Filice e Salvatore Sisca, sono componenti consiglieri.

I due presidenti, Nella Mazzuca e Francesco Poerio, confluiscono nel Consiglio nazionale già in carica originariamente costituito e composto da: Cilione Saveria (Presidente), Buffone Chiarina (segretaria), Alampi Vincenzo, La Neve Renata, Bosco Giuditta, Ferrarelli Rosa Maria, Ricchio Dora Marisa, Carvelli Marinella (cosiglieri).

L’assemblea seguita anche da padre Guglielmo e da padre Luisi Efren (provenienti dalla Colombia), nonché dai chierici indiani Sahil e Hashish, ha assunto un carattere internazionale auspicando il sorgere di tali associazioni a Villa Ricca di Napoli e Roma, come a Toronto in Canada e Tanzania, dove la presenza Ardorina è fortemente visibile con le sue missioni.

L’Associazione si è già dotata del suo Statuto mentre si sta lavorando per definire un suo regolamento che disciplinerà al meglio comportamenti, obiettivi e finalità; mentre si spera quanto prima di ottenere il riconoscimento civile dalle autorità prefettizie. Su questo ha insistito molto il Superiore Generale, padre Salvatore Cimino, come sugli incontri mensili on line per scambiarsi esperienze e ritrovarsi uniti nella preghiera.

Nell’assemblea si è parlato molto pure della ripresa della pubblicazione del periodico ”Ardor”, che lo stesso Venerabile don Gaetano Mauro pubblicò per primo, in un unico foglio, quale mezzo di comunicazione e di apostolato parrocchiale, come ha tenuto a precisare nel suo intervento padre Antonio De Rose, già Superiore generale degli Ardorini.

«Per questo Don Mauro era un trascinatore e un grande comunicatore – ha puntualizzato – un leader e uomo speciale che si faceva apprezzare ed amare. Fin da giovanissimo si intravedevano le sue doti di religioso amante della preghiera. Il suo parroco si era accorto che nel giovane Gaetano Mauro c’era qualcosa di speciale. Tutti pendevano dalle labbra del piccolo Gaetano. Il Decano non è mai stato solo. Non ha mai fatto niente da solo».

Avviandosi verso la conclusione del suo intervento padre De Rose ha pure ricordato la grande devozione che il Decano Mauro aveva verso San Giovanni Bosco: «Nel 1888 muore Don Bosco e nasce don Mauro. Al ritorno dalla prigionia della prima guerra mondiale, quando si fermò a pregare sulla tomba di Don Bosco, vide la cassettina “offerte per la causa di beatificazione”, mise le mani in tasca e trovò una stellina d’oro che non sapeva di avere, né da dove venisse. Don Mauro è stato lievito per se e soprattutto lievito nella crescita per la vita degli altri…».

Per questo motivo la presidente nazionale dell’Associazione “Collaboratori Ardorini”, Cilione Saveria ha proposto di organizzare eventi per far conoscere meglio la figura di don Mauro, utilizzando anche i suoi scritti, oltre che le testimonianze di coloro che lo hanno frequentato; mentre la presidente del nucleo di Montalto Uffugo, Nella Mazzuca, ha proposto la promozione di “missioni” nelle parrocchie di Cosenza per iniziare.

L’assemblea si è chiusa nel tardo pomeriggio con la celebrazione di una Santa Messa nella Chiesa di San Francesco di Paola e con un momento di preghiera collettiva sulla tomba del Venerabile Decano Mauro, collocata frontalmente l’altare che contiene l’immagine, si dice originale, di San Francesco di Paola, verso il quale aveva una profonda devozione pari a quella della Madonna e San Giovanni Bosco. (fb)