Il Commissario Asp Cz Battistini: Al lavoro per migliorare ospedale di Lamezia

«L’ospedale è della città di Lamezia, e deve essere considerato la casa di tutti». È quanto ha dichiarato il commissario dell’Asp di Catanzaro, Antonio Battistini, nel corso del confronto avvenuto nella sala Ferrante dell’ospedale di Lamezia Terme “Giovanni Paolo II” e organizzato dal Comitato Civico “La Sanità che vogliamo” per la difesa dell’ospedale lametino voluto dalla consigliera regionale, Amalia Bruni, vice presidente della commissione consiliare Sanità.

Tantissime, infatti, le criticità sollevate nel corso dell’incontro, in cui hanno partecipato anche il direttore sanitario Antonio Gallucci e il direttore amministrativo Tiziana Ciuci, oltre che molti capi dipartimento dell’ospedale, il sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro, il consigliere regionale Ernesto Alecci.

«Stiamo facendo vari interventi sul fronte della sicurezza – ha spiegato il commissario Battistini – abbiamo speso oltre 400mila euro per i danneggiamenti subiti, abbiamo fatto un accordo con la polizia e con i carabinieri per garantire un passaggio di controllo la mattina e uno la sera. Inoltre, abbiamo incontrato un’associazione per la vigilanza sui parcheggi perché non si può lasciare l’auto nei posti riservati».

«Questa comunità – ha ricordato – deve avere rispetto dell’ospedale e diversi sono stati gli interventi per l’aria condizionata perché chi è in Pronto soccorso spesso esce per fumare e lascia la porta aperta. Tutti dobbiamo avere rispetto, noi addetti ai lavori e tutti i cittadini. Abbiamo consegnato la seconda Tac, evitando sovrapposizioni con 250mila euro di lavori appositi al Pronto soccorso, abbiamo migliorato il software per la cardiotac».

In merito al fabbisogno del personale Battistini ha detto che bisogna tenere conto «di una difficoltà esistente in tutta Italia e se non ci fossero i medici cubani, saremmo in ginocchio». Rassicurazioni anche sul Trauma Center: «è previsto nel nuovo Dca, di cui in realtà sento parlare da tempo».

Nell’introdurre l’incontro, la consigliera Bruni ha ribadito che il Comitato è un sodalizio laico, senza steccati ideologici, aperto al contributo di tutti, costituito proprio con l’intento di evidenziare tutte quelle problematiche che affliggono il sistema sanitario locale e lavorare per garantire realmente il diritto alla cura.

«Sono stata medico in questa struttura per 42 anni; da quando sono in politica ho raccolto le tante preoccupazioni della gente che non riesce a curarsi come vorrebbe sul proprio territorio – ha detto ancora Bruni –. Il nuovo DCA corregge in parte il tiro ma tante problematiche restano sul tappeto e sarà compito del commissario dell’Asp Battistini riorganizzare nell’atto aziendale le unità operative semplici e complesse».

«Il problema della sanità lametina è il problema dell’intera rete ospedaliera – ha rilevato Bruni – e sta nell’atto aziendale di Azienda zero che prevede 24 unità operative complesse e 31 semplici. Questo vuol dire che ciò sottrae servizi alla sanità territoriale. Ci aspettiamo una riflessione su questo tema da parte del presidente Occhiuto e del commissario di azienda zero. Si aumentano correttamente i posti letto ma non possiamo pensare di mandare avanti gli eserciti senza generali».

Nel corso dell’incontro ha preso la parola anche Rosa Bianco, che ha portato la sua testimonianza di paziente affetta da fibrosi cistica. Battistini a tal proposito ha confermato che il reparto in questione non verrà depotenziato: «Se possibile sarà migliorato perché nessuno di noi vuole tagliere il futuro. Lavoriamo per aggiungere, stiamo migliorando i tempi di abbattimento delle liste di attese».

«Ringraziamo il generale Battistini per l’ascolto – ha concluso la consigliera Bruni – ma sicuramente organizzeremo altri incontri già nel prossimo futuro per monitorare l’evolversi della situazione. E siamo certi che, parlando dell’importanza della programmazione nell’immediato futuro, l’atto aziendale sarà sottoposto alla conferenza dei sindaci». (rcz)

Il Comune di Lamezia scrive all’Asp di Catanzaro per la grave carenza di pediatri

L’Amministrazione comunale di Lamezia Terme, guidata dal sindaco Paolo Mascaro, ha inviato una lettera aperta all’Asp di Catanzaro, denunciando la grave carenza di pediatri.

«Negli ultimi mesi, assieme ai colleghi Consiglieri Comunali – si legge nella lettera – registriamo lamentele e condividiamo la preoccupazione di cittadini residenti o domiciliati nel Comune di Lamezia Terme che non riescono a procedere con la scelta del pediatra di  base per i propri figli minori. L’unico pediatra di libera scelta disponibile ha l’ambulatorio nel territorio di un altro comune, con conseguenti evidenti disagi».

«Poiché il numero dei bambini attualmente rimasti “scoperti’ dall’assistenza pediatrica – si legge – è complessivamente intorno a 230, si potrebbe assicurare il pediatra in sede aumentando il numero massimale pro capite degli assistibili in misura del 30%, come consentito dal Contratto Collettivo Nazionale di riferimento e in attesa della definizione dell’Accordo Integrativo Regionale. In tale ipotesi, aumenterebbe il numero dei pediatri di libera scelta disponibili ad accogliere nuovi assistiti nel territorio lametino».

«Si auspica, pertanto, la convocazione del Comitato Zonale per la valutazione e il recepimento di questa proposta», conclude la lettera. (rcz)

L’Asp di Catanzaro valuta di aumentare i punti vaccinazione utilizzando i Poli Sanitari

L’Asp di Catanzaro avrebbe deciso di aumentare i punti di vaccinazione anti-covid, utilizzando i Poli sanitari collocati nei vari Comuni della Provincia.

Il sindaco di Maida, Salvatore Paone, ha accolto favorevolmente la decisione dell’Asp, dichiarando che «se confermata, sarebbe una notizia molto positiva che va nella direzione giusta».

L’Asp, infatti, ha individuato, per il Distretto socio sanitario di Lamezia Terme, i Poli Sanitari di Lamezia, Maida, Nocera-Gizzeria, Nocera Terinese e Soveria Mannelli; per il Distretto socio-sanitario di Catanzaro, i Poli di Catanzaro Lido, Sersale, Botricello, Catanzaro, Tiriolo, Taverna e Borgia; per il Distretto sanitario di Soverato, la Casa della Salute di Chiaravalle, il Polo sanitario di Badolato, Squillace, Girifalco e Soverato.

«Una scelta  – ha aggiunto – che sottolinea l’importanza della medicina territoriale, nel nostro caso della struttura del polo sanitario territoriale di Maida. L’auspicio dell’amministrazione comunale è che l’attenzione verso i territori non si fermi alla sola emergenza pandemica, ma continui nei prossimi mesi con un’attenta programmazione che abbia come principale obiettivo quello di potenziare la medicina specialistica all’interno dei poli sanitari».

«In anni in cui – ha detto ancora il primo cittadino – la medicina territoriale nella Regione Calabria è stata sempre più svuotata di personale e servizi, in un’ottica di gestione puramente ragionieristica, l’amministrazione comunale di Maida ha sempre portato avanti una continua richiesta di maggiore attenzione nei confronti del proprio presidio, chiedendo più servizi specialistici e il mantenimento delle promesse fatte tanti anni fa quando il Comune concesse in comodato uso gratuito all’Asp uno stabile di oltre 800 mq».

C’è da ricordare che il sindaco Salvatore Paone, accompagnato da due medici come il vice sindaco e responsabile Sanità, Monica Aloe e dal consigliere Bernardino De Simone, ha incontrato nel tempo i commissari regionali Scura prima e Cotticelli poi, l’ex dg dell’Asp di Catanzaro Giuseppe Perri e tutti i dirigenti interessati, tra questi il responsabile del Pst di Maida, Pasqualino Barillà, e il direttore del distretto sanitario di Lamezia Terme Nicolino Alessi.

«A tutti loro – ha evidenziato ancora il sindaco Paone – si è rimarcata l’importanza della medicina territoriale, e la necessità di potenziare la medicina specialistica all’interno di un polo sanitario strategico come quello di Maida, che si trova al centro di un bacino di utenza comprensoriale che interessa oltre 20.000 cittadini.  L’impegno in questa direzione continua con segnali positivi che dovrebbero concretizzarsi nei prossimi mesi».

«Oggi – ha detto ancora Paone – il polo sanitario con il personale a disposizione continua a portare avanti una serie di servizi come il punto prelievi e servizi amministrativi, presidio per diabetici e celiaci e garantisce, anche se per poche ore, la presenza di un endocrinologo, un medico neurologo e un otorino; in un’altra ala dello stesso stabile è attivo il consultorio sanitario e la specialistica di ginecologia. Tuttavia, dopo diversi anni sono tanti i profili specialistici promessi e non ancora attivati: la risposta è sempre stata per mancanza di risorse».

«In attesa che la dirigenza dell’Asp – ha spiegato il primo cittadino – riesca a programmare una sanità più efficace e vicina ai cittadini, in particolare ai più anziani e deboli, l’Amministrazione comunale in questo periodo pandemico non è rimasta ferma, ma si è attivata per valorizzare la struttura in autonomia e attraverso il coinvolgimento dei medici di base. In particolare, utilizzando una parte dello stabile del Polo Sanitario, si è creato un punto fisso per eseguire tamponi rapidi, in una strategia di prevenzione e contrasto al virus che finora ha portato ottimi risultati sul territorio comunale. L’iniziativa costante sul fronte sociale e sanitario dell’amministrazione ha permesso in questi anni di utilizzare il polo per promuovere politiche di prevenzione attraverso screening su particolari patologie (elettrocardiogrammi, controlli urologici ecc.) coinvolgendo volontari del personale medico e paramedico».

«Non sono mancati – ha detto ancora – ulteriori investimenti di risorse per poter trasferire nei nuovi locali il 118, grazie ad un investimento di 15.000 euro che ha permesso di spostare e adeguare gli ambienti della guardia medica e renderli a norma e fruibili per medici, infermieri e utenza».

«Sul 118 – ha concluso Paone – in particolare, è importante ricordare le diverse segnalazioni che i sindaci della provincia hanno rivolto più volte e direttamente ai commissari della sanità per poter tornare ad avere al più presto sulle ambulanze un medico h24. Un grave disservizio che mette fortemente a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini che non può essere tollerato e per il quale l’amministrazione continua a chiedere una soluzione». (rcz)