All’Ordine dei Medici della Provincia di RC è stato presentato il nuovo piano aziendale dell’Asp

Nei giorni scorsi, nell’Auditorium dell’ordine dei Medici della Provincia di Reggio Calabria, il commissario dell’Asp di Reggio, Lucia Di Furia, ha presentato il nuovo piano aziendale dell’Asp.

Si tratta, come sottolineato nel corso dell’incontro dalla stessa dottoressa Di Furia, «del massimo sistema di riorganizzazione di tutta l’assistenza sanitaria e sociosanitaria dell’Azienda provinciale di Reggio, fermo dal 2017, e che oggi viene rivisto in maniera particolare non tanto sulla parte ospedaliera, che più o meno rimane abbastanza stabile, ma sulla revisione organizzativa del territorio». 

Tra le tante novità inserite nell’atto aziendale, ecco quella del Coordinatore dell’integrazione socio-sanitaria.

«Si tratta di una figura al momento inesistente – ha spiegato la dott.ssa Di Furia – che si dovrà rapportare con i distretti sociali e quindi ci aiuterà ad integrarci con gli enti locali».

Altra importante decisione è la creazione del Dipartimento del Territorio e della Fragilità.

«Questo nuovo Dipartimento – ha aggiunto il Commissario dell’Asp – avrà il compito di coordinare tutti i distretti perché ci siamo accorti, sia pure in questi pochi mesi, della grande disomogeneità dell’assistenza territoriale che deve essere assolutamente uniformata. L’atto, quindi, è tutto concentrato sulla revisione e la riorganizzazione del territorio e per fare questo ci aspettiamo l’arrivo di professionisti a darci man forte per la sua realizzazione».

«Perché si tratta di dare smalto e vigore alla Medicina del territorio – ha rimarcato la dottoressa Di Furia – alle cosiddette case della Comunità in cui la Medicina generale diventa il punto nodale, proprio perché le stesse rappresentano il punto di accesso dei cittadini. Qui agirà l’infermiere di comunità che immediatamente si occuperà della presa in carico dei pazienti».

Altra cosa importante prevista dall’atto aziendale è la stratificazione dei cittadini, prevista dal DM n. 77 del 2022, (“Nuovi modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel SSN”) che prevede la presa in carico dei cittadini di oltre sessantacinque anni di età stratificandoli per tipologia.

«Perché oltre questa età – sottolinea la dottoressa Di Furia – c’è chi sta benissimo e chi invece presenta diverse patologie. Questi ultimi saranno, quindi, presi in carico anche agli infermieri di Comunità che dovranno attivarsi per monitorare costantemente le condizioni di salute degli stessi pazienti. Ci vorrà tempo per realizzare tutto questo ma ci arriveremo».  

Per il presidente dell’Ordine dei medici della provincia reggina, dottore Pasquale Veneziano, «il piano elaborato dalla dottoressa Di Furia dimostra ancora una volta che quando c’è la buona volontà e la capacità di fare, allora tutto diventa possibile».

«L’atto aziendale – ha rimarcato il presidente dell’Ordine dei medici – rappresenta un terminale di tante altre attività svolte in questo ultimo periodo e che da anni non venivano applicate, come ad esempio l’assegnazione delle guardie mediche e la copertura delle zone carenti di continuità assistenziale. Richieste, queste ultime, che giacevano presso gli uffici dell’Asp da anni. Ma la stessa cosa si può dire per il piano aziendale che da oltre cinque anni non veniva rinnovato: per la prima volta è stato sottoposto all’attenzione di tutti i sindaci della provincia prima della sua stesura definitiva».

«E proprio durante la presentazione dell’importante documento gli stessi sindaci hanno posto all’attenzione l’annoso problema che riguarda la carenza del personale sanitario hanno posto quale carenza problema importante la carenza del personal sanitario. Per quanto riguarda i medici – ha aggiunto il Presidente – a mio giudizio, bisogna essere più attrattivi, non solo migliorando la parte economica, come peraltro ha già sollecitato il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, ma anche assumendo a tempo indeterminato, garantendo una maggiore sicurezza sul posto di lavoro, dando dignità all’ambiente di lavoro in cui operano i medici e fornendo loro tutti i presidi necessari per garantire prestazioni ottimali. Infine una speranza, peraltro riposta da tutti i sindaci, e cioè che il Commissario Di Furia riesca a sboccare l’ospedale della piana, fermo da oltre un decennio».  

Tra le tante richieste arrivate al commissario di Furia c’è quella di Pierpaolo Zavettieri, sindaco del Comune di Roghudi e presidente dell’associazione dei Comuni dell’area Grecanica, il quale ha auspicato l’istituzione del Distretto sanitario dell’area Grecanica con sede a Melito Porto Salvo.

«Storicamente c’è sempre stato, fino al momento in cui i distretti sono stati ridotti da otto a tre – ha spiegato –. Il Distretto dovrebbe coordinare un po’ tutta quella che è la medicina sul territorio, e non la parte ospedaliera, e rappresenta qualcosa di davvero importante per il territorio perché, tra l’altro, impedisce i ricoveri impropri. Occorre dare, quindi, maggiore attenzione all’area grecanica in cui sono presenti Comuni molto isolati, proprio con l’istituzione del quarto distretto, strumento assolutamente efficace per risollevare le sorti della sanità di questi territori».

Per Giuseppe Ranuccio, sindaco della città di Palmi, si è sicuramente registrato un cambio di passo tangibile da quando si è insediata la dottoressa Di Furia.

«È chiaro che non è facile recuperare in poco tempo il lassismo e l’inerzia del passato, ma lascia ben sperare il buon approccio impresso dal commissario per quanto riguarda gli investimenti programmati sul personale e sulle strutture ma soprattutto sulla volontà di estendere i servizi non solo in termini di sanità ospedaliera ma anche per quanto riguarda la medicina territoriale. E qualcosa si inizia a vedere». 

Infine il dottore Giuseppe Zampogna, sindaco di Scido e presidente dell’associazione dei sindaci della Piana di Gioia Tauro, per il quale i segnali sembrerebbero contraddittori.

«Ho riscontrato, nel leggere il piano aziendale, – ha detto il primo cittadino – un potenziamento della rete ospedaliera, soprattutto nel mio territorio in cui l’ospedale di Polistena viene potenziato con nuove strumentazioni e reparti, come pure quello di Gioia Tauro, in attesa della realizzazione del fantomatico ospedale di Palmi per il quale si discute da circa quindici anni ma, al momento, senza risultato».

«Ciò che è importante adessoha concluso il sindaco di Scido è il potenziamento della medicina del territorio. Perché non mi pare di aver letto nell’atto aziendale riferimenti su questo ultimo punto, molto importante perché dovrebbe recepire quelle istanze di territori spesso considerati marginali rispetto alle città principali e che registrano la presenza di una popolazione anziana che avrebbe bisogno di specifici servizi sanitari»(rrc)

Di Furia (Asp RC): “Nuovo ospedale” di Scilla chiuso per i locali non sicuri

Il commissario dell’Asp di Reggio Calabria, Lucia Di Furia, ha disposto, a partire dal 23 settembre, la chiusura del nuovo ospedale di Scilla, in quanto i locali sono risultati pericolosi per l’incolumità dei cittadini e degli operatori sanitari.

L’ex ospedale di Scilla “Scillesi d’America, infatti, verrà trasformato in ‘Casa della salute’ e, per arrivare a questo obiettivo, sono stati inviati dei tecnici di Invitalia che hanno effettuato una serie di verifiche che riguardano la vulnerabilità sismica e di caratterizzazione dei materiali costituenti i blocchi strutturali esistenti.

«Dall’esito delle analisi – ha spiegato il Commissario Di Furia – è confermato l’elevato livello di degrado delle strutture indagate, i cui valori di resistenza dei calcestruzzi sono molto al di sotto di quelli normativamente dovuti, tale da richiedere opere di restauro e di consolidamento necessari per riportare il livello di sicurezza ai requisiti minimi previsti dalle vigenti norme. Mentre il corpo identificato come ‘vecchio ospedale’ ha dato una sufficiente risposta in termini di sicurezza nei confronti delle azioni orizzontali di natura sismica e nei confronti dei carichi verticali, i restanti corpi, che costituiscono la gran parte della struttura, hanno testimoniato la scarsa qualità di esecuzione dei manufatti e la scarsa qualità dei materiali utilizzati, presentando un’elevata deviazione standard nei campioni analizzati, che definiscono una mancata sicurezza dei locali presso cui viene garantita attualmente l’assistenza sanitaria».

«Da quanto emerso, tenuto conto dei bassi livelli di sicurezza riscontrati – continua la nota – deve imporsi la necessità di adottare, senza alcun indugio, provvedimenti restrittivi dell’uso di tutti i corpi denominati ‘nuovo ospedale’ – organismi edilizi A, B e C – e di immediato trasferimento di tutte le attività sanitarie erogate in altri siti. Pertanto – risultando i locali esistenti pericolosi per l’incolumità dei cittadini e degli operatori sanitari – si dispone dal 23 settembre l’avvio dell’attività necessaria a liberare nell’immediato le strutture, cessando le azioni sanitarie erogate».

«Allo stesso tempo, entro 24 ore – prosegue la nota – verranno valutati quali spazi del ‘vecchio ospedale’ e quali strutture limitrofe possano essere utili per accogliere le attività sanitarie sospese, che devono comunque essere garantite: CUP, punto di primo intervento, laboratorio analisi con Punto Prelievi, farmacia, radiologia, endocrinologia, Pma, oculistica, ginecologia, allergologia, cardiologia, pneumologia, psichiatria, centro Salute mentale, chirurgia».

«Gli edifici sottoposti a questa momentanea restrizione – conclude la nota – saranno nei prossimi mesi interessati da un’accurata opera di ristrutturazione, che porteremo avanti con il supporto dei tecnici di Invitalia, al fine di poter riaprire al più presto il presidio sanitario, a quel punto definitivamente convertito in ‘Casa della salute’».

Un plauso all’iniziativa del commissario Di Furia è arrivato dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che ha ribadito come «la sicurezza dei cittadini e degli operatori sanitari viene prima di ogni altra cosa».

«Rilievi tecnici – ha detto il presidente – hanno evidenziato che gli edifici del cosiddetto ‘nuovo ospedale’ di Scilla non garantiscono tutto questo, e bene ha fatto il commissario straordinario dell’Asp di Reggio Calabria, Lucia Di Furia, a decidere per la sospensione dell’attività sanitaria – che continuerà ad essere erogata in locali che verranno individuati nelle prossime ore – dal prossimo 23 settembre. Purtroppo nella nostra Regione ci troviamo ad affrontare problematiche che hanno radici profonde, causate da decenni di mala gestione della cosa pubblica e della sanità in particolare».

«Ma non ci lasciamo scoraggiare – ha concluso –. Gli edifici saranno ristrutturati, messi a norma, e il presidio sanitario di Scilla riaprirà come ‘Casa della salute’. Anche questi contrattempi ci aiuteranno a continuare nella strada che abbiamo intrapreso, e a disegnare e costruire la sanità del futuro». (rrc)

Il Comitato Art. 24 incontra il commissario dell’Asp RC Scaffidi: Attivare Consulta del Dipartimento Salute

Una rappresentanza del Comitato Art. 24 ha incontrato il commissario dell’Asp di Reggio, Gialuigi Scaffidi, a cui è stato proposto di attivare, presso l’Asp, la Consulta del Dipartimento di Salute Mentale, a cui il commissario ha dato la sua disponibilità.

Inoltre, il Comitato ha reso noto di voler chiedere al presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, l’immediata istituzione d tre Unità Operative Complesse di neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, una per ciascuna delle tre vecchie provincie (Cosenza-Catanzaro- Reggio), proponendo di ubicare quella per l’Area metropolitana di Reggio presso l’Ospedale di Locri. Ipotesi che il dott. Scaffidi si è detto pronto a concretizzare laddove il Commissario regionale gliene desse mandato.

Nel corso dell’incontro, i rappresentanti del Comitato, guidati da Nuccio Vadalà, hanno sottoposto a Scaffidi le problematiche di più stretta pertinenza dell’Asp, con particolare riferimento alla inadeguatezza, in termini di risorse, dei servizi territoriali di NPIA e dei servizi riabilitativi. 

Carenze che hanno come conseguenza, da un lato, che le risposte ai bisogni di salute sono parziali e ridotte nel numero (per cui la maggioranza delle famiglie è costretta a rivolgersi ai servizi privati, con difficoltà di accesso); e, dall’altro, il formarsi di liste di attesa di oltre 24 mesi, circostanza che rende vano ogni discorso sull’appropriatezza degli interventi, essendo la precocità della presa in carico il fattore più importante per garantire l’efficacia e la qualità degli interventi riabilitativi.

In relazione alle problematiche evidenziate, il dott. Scaffidi, dopo aver ricordato i vincoli normativi e finanziari che condizionano l’attività dell’ASP, ha fornito con molta franchezza le seguenti risposte: al momento non è ipotizzabile un ampliamento dei posti nei centri di riabilitazione; è in corso di rielaborazione il piano dei fabbisogni di personale dell’Asp, all’interno del quale sarà certamente prevista la dotazione necessaria per adeguare la rete territoriale dei servizi di NPIA; nel frattempo, una prima risposta emergenziale sarà data facendo ricorso all’utilizzo dei neuropsichiatri infantili  e degli psicologi presenti nelle graduatorie della specialistica ambulatoriale interna ( sul punto il Comitato art.24 ha ribadito la necessità che tale personale sia impiegato principalmente per l’abbattimento delle liste d’attesa, ed utilizzato – insieme a quello già presente –  per coprire tutti i compiti istituzionali e non solo di alcuni specifici settori); infine, in attesa che prenda vita, in collaborazione con il Gom, il dipartimento Materno-Infantile che deve presidiare tutte le problematiche inerenti i minori , ivi comprese quelle neuropsichiche, l’ASP rafforzerà e strutturerà il coordinamento dei Servizi territoriali di NPIA che fanno capo alla stessa al fine di omogeneizzare e standardizzare il più possibile le risposte ai bisogni, eliminando le attuali disparità territoriali, che vedono particolarmente penalizzate le aree ionica e tirrenica.

A conclusione dell’incontro, i rappresentanti del Comitato art.24 hanno ringraziato il Commissario Scaffidi per la disponibilità manifestata e la chiarezza delle risposte (ancorché non tutte positive) e convenuto con lui che ad oggi manca presso gli ospedali in Calabria un tassello fondamentale per la gestione della neuropsichiatria infantile, e cioè le Unità Operative Complesse di NPIA , con la conseguenza che sia per ottenere una diagnosi (per esempio di Autismo, di malattie neuromuscolari, ecc.)  che per ricevere le terapie del caso (per esempio interventi chirurgici ortopedici negli esiti di Paralisi Cerebrali Infantili o neurochirurgici) è altissima la “migrazione sanitaria” presso i Centri di altre regioni, in genere del centro-nord. (rrc)

Anastasi (Iric): entro novembre a ospedali di Polistena, Locri, Gioia e Melito test salivari

Il  capogruppo di Io Resto in Calabria in Consiglio regionale, Marcello Anastasi, ha annunciato che « i vertici dell’Asp di Reggio Calabria mi hanno garantito che entro metà novembre gli ospedali di Polistena, Locri, Gioia Tauro e Melito Porto Salvo avranno a disposizione la strumentazione adeguata per effettuare i test salivari per la ricerca del Covid-19, che garantiscono di avere l’esito entro 20 minuti dal prelievo».

L’annuncio è arrivato a margine «di un incontro con il prefetto Giovanni Meloni, il direttore amministrativo Daniela Costantino e il direttore sanitario Antonio Bray».

«Oltre alla questione della rapidità dei test per il Covid-19 – ha proseguito Anastasi – nel corso dell’incontro ho chiesto notizie in merito alle assunzioni di nuovo personale medico, tecnico-professionale e amministrativo previsto dal Piano del Fabbisogno relativo al triennio 2020/2022, deliberato nel febbraio 2020 dalla stessa Azienda ed approvato dal commissario ad acta Saverio Cotticelli. Sul punto i vertici dell’Asp hanno chiarito che stanno procedendo ad assumere personale attraverso altre forme, attingendo per esempio alle graduatorie extra provinciali. A tal proposito, è comunque da salutare con favore la notizia delle oltre 200 assunzioni a cui Cotticelli ha dato l’ok in queste ore, un provvedimento che avevo caldamente sollecitato con un’apposita istanza per iscritto e che finalmente è stato adottato».

«Ringrazio per la disponibilità – ha concluso Anastasi – i vertici dell’Asp reggina che, in silenzio, stanno portando avanti un lavoro estenuante in un contesto di emergenze ereditate dalle gestioni passate la cui gravità, spesso, impedisce di cogliere a pieno i tanti piccoli passi avanti che si fanno ogni giorno tra mille e sempre nuove difficoltà». (rrc)