Più di 80 medici di famiglia entreranno in servizio nella Provincia Reggina

Sono più di 80 i medici di famiglia che presto prenderanno servizio nel territorio di Reggio e della Provincia reggina.

Si tratta degli «ultimi medici di medicina generale che abbiamo preso nell’anno appena trascorso. Siamo riusciti a recuperare il gap esistente dal 2018 accelerando tutte le procedure e adesso siamo in regola: abbiamo preso tutti i medici che potevamo prendere», ha spiegato la dott.ssa Lucia Di Furia, direttore generale dell’Asp di Reggio, nel corso di un incontro informativo organizzato assieme all’Ordine dei Medici della Provincia di Reggio e svoltosi nell’Auditorium dello stesso Ordine.

«E l’incontro di oggi – ha spiegato – è servito per fare una sorta di patto di buona abilità medica. In particolare – continua la dottoressa Di Furia – si è parlato dell’importanza dell’appropriatezza prescrittiva. Vuol dire che quando un medico prescrive un farmaco deve rispettare certe regole e deve essere capace di dare al paziente il farmaco meno costoso perché questo libera risorse per tutti gli altri pazienti. Anche gli esami del sangue e quindi gli esami di diagnostica, devono essere prescritti quando c’è bisogno ed anche seguendo un percorso preciso che non si può saltare».

Soddisfazione è stata espressa dal dottore Pasquale Veneziano, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Reggio Calabria.

«Sono medici e degli odontoiatri che assumono un nuovo incarico e questo incontro è importante – ha evidenziato – perché bisogna dare agli stessi delle linee d’indirizzo sulle prescrizioni, oltre a definire il tipo di rapporto tra colleghi. Perché molte disfunzioni nascono, in genere, proprio dal fatto che un paziente viene rinviato da un medico allo specialista, e viceversa, oppure che si facciano delle prescrizioni ritenute poi non necessarie o addirittura richieste dagli stessi pazienti che, peraltro, non possono talvolta essere rilasciate dal medico». 

«Occorre, quindi, una collaborazione continua tra i diversi medici – ha proseguito – proprio per non lasciare al paziente quella sorta di insicurezza che può danneggiarli sotto il profilo psicologico, dovendo gli stessi vagare tra le varie strutture sanitarie con una grave perdita di tempo. Bisogna, quindi, migliorare ulteriormente l’organizzazione della nostra sanità e in questo contesto un ruolo fondamentale lo assume il medico di medicina generale che fin dall’inizio dovrà pianificare assieme al paziente tutto il percorso che lo stesso dovrà seguire nella diagnostica e terapia della sua patologia». 

«Aveva già iniziato questo percorso il dottore Gianluigi Scaffidi e poi portato avanti dalla dottoressa Di Furia, concludendo a tal modo la procedura d’assegnazione di questi incarichi», ha ricorda il dottore Francesco Biasi, consigliere dell’Ordine, nonché responsabile Commissione Ospedale – Territorio dello stesso Ente e neo segretario provinciale della Fimmg.

 «Oggi, per la prima volta – ha detto ancora – possiamo dire che la provincia di Reggio si è allineata con le direttive della Regione Calabria anche se la richiesta di medici di famiglia rimane molto alta per diverse cause. Perché fare il medico massimalista, con circa millecinquecento pazienti, rimane sempre qualcosa di molto pesante e diversi medici dopo un po’ di tempo rinunciano. L’incontro informativo di oggi – continua Biasi – è servito a delineare lo stato dell’arte, la spesa farmaceutica, ciò che si può prescrivere o meno e, la cosa più importante, si è discusso sul fatto di educare il paziente all’utilizzo dei farmaci perché molte volte è lo stesso che richiede medicine spesso inutili».

Per il segretario dell’Ordine, dottore Vincenzo Nociti, è stato un incontro importante anche per i rapporti che si creano tra Medicina e paziente.

«Èfondamentale che i medici, oltre al proprio sapere scientifico ed abilità professionale – ha concluso – si sappiano interfacciare con i propri pazienti per quanto riguarda l’empatia. Oggi gli stessi vogliono essere attenzionati, quasi coccolati, ed i medici oggi devono avere questa sensibilità. È importante avere alla base una certa umanità perché senza di questa diventa una professione come le altre. E i medici hanno qualcosa in più che è importante applicare per una formazione sempre più completa». (rrc)

L’OPINIONE / Rubens Curia: La lettera del dott. Amodeo va sostenuta

di RUBENS CURIA – La forte, coraggiosa e concreta lettera del dottore Enzo Amodeo, che è impegnato a rilanciare la cardiologia nell’Asp di Reggio, nonostante i molti muri di gomma invisibili, va sostenuta dalle Istituzioni Sanitarie Regionali e dal Management Aziendale.

Comunità Competente raccoglie la denuncia propositiva di Amodeo che si batte perché i cittadini della Locride e della Piana siano curati nei Presidi Ospedalieri di Polistena e Locri; da tempo Amodeo chiede lo sblocco delle assunzioni dei cardiologi già individuati secondo una utilizzazione ben definita, l’attivazione dell’Emodinamica a Polistena, come previsto dal precedente Atto Aziendale e che lo aveva spinto ad accettare l’Ospedale di Polistena, ed una adeguata formazione del personale secondo un suo Piano Formativo!
Richieste estremamente positive.

Dobbiamo apprezzare chi come Amodeo si batte per una sanità pubblica efficiente senza sotterfugi mettendo la sua professionalità e competenza per una sanità a misura di persona.

Conosciamo la sensibilità della Direttrice Generale Di Furia e, siamo certi che farà suo l’appello di Amodeo perché è tempo di sviluppare pienamente la Cardiologia dell’Asp di Reggio Calabria. Comunità Competente sta con Enzo Amodeo. (rc)

[Rubens Curia è portavoce di Comunità Competente]

Il consigliere Giannetta: Asp di Reggio approva bilancio dopo 11 anni

Il consigliere regionale Domenico Giannetta ha evidenziato come, dopo 11 anni, «l’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria ha approvato il bilancio 2022».

«Per la prima volta – ha aggiunto – con il Presidente Occhiuto, Commissario straordinario alla Sanità, le Aziende Sanitarie e le Aziende Ospedaliere di Reggio e di tutta la Calabria hanno chiuso i bilanci e li hanno trasmessi alla Regione».

«Per comprendere quanto questa notizia abbia una portata storica – ha evidenziato – faccio un passo indietro alla scorsa legislatura regionale, quando, da Presidente della Commissione Vigilanza avevo intrapreso un’operazione verità sui debiti delle Aziende Sanitarie e delle Aziende Ospedaliere, iniziando proprio da quelle commissariate di Reggio e Cosenza, e nessuno dei convocati – sottolinea – riuscì a documentare il debito, sebbene – ma solo a parole – quantificassero un buco di 980 milioni di euro per Reggio e 564 milioni per Cosenza».

«Questa mattina – ha proseguito Giannetta – il direttore Generale dell’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria, Lucia di Furia, che sta conducendo un ottimo lavoro anche sulla trasparenza dell’azione amministrativa, ribadiva che conil bilancio approvato si stabilisce un punto di partenza certo anche in termini di debiti e che l’azienda sanitaria abbia un disavanzo di 1.400.000 euro. Il che significa che residuano delle liquidità che ci consentiranno di coprire il fabbisogno e magari anche di fare degli acquisti».
«Siamo a un punto di svolta – ha concluso il consigliere – con il ciclo di circolarizzazione dell’accertamento del debito intrapreso dal presidente Occhiuto, le Aziende Sanitarie e Ospedaliere potranno lavorare per regolarizzare i bilanci degli anni precedenti e consegnare un quadro attendibile del sistema sanitario calabrese. E, finalmente, perseguire l’ambizione di azzerare il debito». (rrc)

Firmato l’accordo tra Asp RC e Angela Serra per rifunzionalizzazione Reparto di Oncologia di Locri

È stato firmato l’accordo tra l’Asp di Reggio Calabria e l’Associazione “Angela Serra” per la rifunzionalizzazione dell’Ospedale di Locri. Lo ha reso noto l’esponente del M5S, Giuseppe Auddino, sottolineando come «il progetto Nole, nato da un’idea del compianto dott. Giovanni Condemi, (responsabile del reparto fino alla sua prematura scomparsa) e la meritoria associazione Angela Serra è realtà».

«Il contratto – ha spiegato Auddino – come appena pubblicato dall’Asp nella delibera n.300/2023,  prevede che per due anni dalla data della stipula dell’accordo, l’associazione abbia diritto alla concessione degli spazi da rifunzionalizzare in comodato d’uso gratuito, al fine di eseguire i lavori di rifacimento dell’intero reparto, per poi restituire il nuovo reparto all’ASP, proprio come fatto a Modena, grazie alla lunga esperienza maturata dall’associazione nell’ambito della realizzazione dei Centri Oncologici in Italia, sia offrendo il proprio supporto alle attività di cura sia devolvendo importanti risorse a favore della costruzione dei Centri oncologici»ı. 

«L’inizio dei lavori è previsto fra pochi mesi e la conclusione degli stessi entro un anno – ha continuato l’esponente polistenese del M5S – non nascondendo tutta la sua grande soddisfazione dopo il duro e lungo lavoro». 

«Sono raggiante – ha continuato l’esponente politico del M5S – perché dopo circa 3 anni di lavoro e 3 commissari diversi l’attuale commissaria Di Furia è stata molto brava e veloce a concretizzare il tutto arrivando in poco tempo alla firma dell’accordo con l’associazione presieduta dal prof. Massimo Federico». 

«Cominciammo a lavorare alla realizzazione di questo sogno da subito – ha ricordato – e con il presidente Federico e il dott. Attilio Gennaro, referente regionale della stessa associazione, prontamente cogliemmo l’opportunità di ricostruire ex novo il reparto di oncologia dell’ospedale di Locri dataci dall’idea del dott. Condemi». 

«Adesso – ha proseguito – uno spazio di ben mille metri quadrati, attualmente in disuso, è pronto per diventare un polo oncologico moderno e d’avanguardia, con un’area preposta alla cura, una alle Terapie ed una al Day hospital con un’area di accoglienza moderna e funzionale, come il rendering del progetto mostra chiaramente (pubblicato ieri l’altro sulla mia pagina)». 

«Gli spazi concessi in comodato – ha spiegato ancora – saranno rifunzionalizzati, allestiti e dotati di nuovi impianti moderni, arredi ed attrezzature tecnologiche all’avanguardia che resteranno all’azienda sanitaria alla conclusione dei lavori. Lo scopo è quello ridurre la mobilità passiva che purtroppo attualmente costringe troppi cittadini a migrare fuori regione per curarsi, quando molte prestazioni potrebbero essere erogate qui, somministrando le terapie in loco e facendo risparmiare ai malati e alle loro famiglie i disagi dovuti ai viaggi e ai trasferimenti».

«È una giornata molto importante quella di oggi – ha concluso –, da ricordare! Non ho sbagliato a credere nella fattibilità di questo sogno che adesso si concretizza! L’associazione continuerà a dare il suo importante contributo insieme all’ASP affinché tutto proceda come da cronoprogramma». (rrc)

Confronto tra Occhiuto, l’assessore Calabrese e Asp di Reggio per Sanità nella Locride

È stato un vero e proprio focus sull’Ospedale di Locri, quello che si è svolto in Cittadella regionale, tra il commissario ad acta e presidente della Regione, Roberto Occhiuto, l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Calabrese, il sub-commissario Ernesto Esposito, il commissario Asp di Reggio, Lucia Di Furia e una delegazione dei primari dell’ospedale di Locri accompagnati dal direttore medico di presidio, Giuseppe d’Ascoli.

Tante le criticità affrontate dalla delegazione dei sanitari con il presidente Occhiuto, il quale ha ringraziato i medici per il loro lavoro e chiarito alcuni aspetti sull’organizzazione dell’ospedale.

Il governatore della Calabria, in qualità di commissario della sanità calabrese, ha confermato che si è proceduto a trasmettere ad Invitalia  tutti gli atti amministrativi per l’indizione della gara per la progettazione esecutiva della cosiddetta “greca” superando così tutti gli ostacoli che per anni hanno impedito di poter progettare la riqualificazione dell’ospedale malgrado il famoso finanziamento di 15 milioni di euro.

Occhiuto ha ribadito, inoltre, l’interesse della Regione per il progetto Nole, portato avanti dall’Associazione “Angela Serra” per la riqualificazione di parte della struttura ospedaliera per realizzare un Polo oncologico. Ha, poi, espresso apprezzamento e riconoscenza anche per l’impegno dei cittadini e associazioni che hanno contribuito affinché l’associazione potesse mettere in campo gli strumenti necessari per la progettazione esecutiva del nuovo Polo.

A breve ci sarà un incontro tra la Regione Calabria, i vertici dell’Asp e dell’associazione Angela Serra, nel frattempo si stanno predisponendo tutte le autorizzazioni per il progetto Nole. Infine il presidente Occhiuto ha evidenziato che si sta lavorando per sbloccare e accelerare le procedure per assumere tutto il personale sanitario necessario in Calabria.

Un confronto proficuo e pratico che ha messo in risalto la volontà di cooperare di fronte ai disservizi e le problematiche, offrendo non solo il confronto tra le parti ma, in particolar modo, l’impegno a fronteggiare nell’immediato le lacune per garantire il diritto alla salute ai cittadini.

«L’ospedale di Locri presenta molte criticità – ha affermato Calabrese – e il lavoro quotidiano e costante che si sta portando avanti deve farci ben sperare, perché le ataviche complessità possono e devono essere risolte nell’immediato. Il lavoro messo in piedi dal presidente Occhiuto mira proprio a rendere funzionale i reparti e garantire i servizi alla comunità della Locride».

«Emerge la voglia di far squadra e la volontà di proseguire insieme verso la definizione di alcuni interventi – ha detto il commissario Di Furia – che miglioreranno la sanità anche nel nostro nosocomio. Stiamo lavorando spediti e i vari concorsi espletati ed altri da espletare, alcune determinazioni adottate, i finanziamenti ottenuti ci conducono sulla buona strada, senza tralasciare i problemi quotidiani».

Al tavolo si è dato atto che grazie all’importante azione messa in campo dal Presidente e dal commissario Di Furia oggi l’ospedale ha finalmente la copertura di posti di primario e sono state acquistate per quasi tutti i reparti, grazie agli importanti finanziamenti del Pnrr, qualificate strumentazioni diagnostiche.

Prima del confronto e dell’intervento dei vari primari, che hanno esposto le criticità che si presentano giornalmente, tra carenza di personale e mancanza di attrezzature, focalizzando anche l’attenzione sull’organizzazione, la Di Furia, ringraziando la Regione per l’attenzione riservata, e plaudendo al lavoro dei medici cubani, sanitari che stanno dimostrando la loro elevata professionalità, ha ricordato che l’Asp sta definendo la riprogrammazione per il controllo dei pacemaker a Locri, con la collaborazione ed ausilio di altri specialisti ospedalieri; ha parlato del problema della carenza di pediatri individuando varie soluzioni possibili e massima condivisione ha chiesto il commissario, per la campagna di prevenzione per lo screening del colon retto.

Sulle attrezzature la Di Furia ha fatto presente che a Siderno arriverà un mammografo da installare su camper, in attesa di completare i lavori per la Casa di Comunità ( Casa della Salute), si stanno acquistando sette ecotomografi per Locri, ed è stato assunto l’impegno per concorsi per medici a Locri sfruttando intanto le graduatorie di concorsi già fatti per il Gom di Reggio Calabria. (rcz)

Psichiatria Asp di Reggio, Legacoop Calabria chiede incontro a Occhiuto

Legacoop Calabria ha chiesto un incontro al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per discutere della questione delle strutture psichiatriche residenziali nella provincia di Reggio Calabria. Legacoop, inoltre, ha dichiarato lo stato di agitazione.

«I recentissimi drammatici eventi – viene spiegato in una nota – che solo per circostanze fortuite non hanno avuto conseguenze funeste, non possono passare nel dimenticatoio. La storia, nell’ASP di Reggio, si ripete. Da un lato i pazienti psichiatrici, i loro familiari; risalgono a solo pochi giorni fa  gli eventi di mamme che hanno rischiato la vita. Urla di dolore nel silenzio assordante in cui è piombata, da tempo, la classe politica e burocratica/amministrativa locale. Incapacità o calcolo cinico per indicibili interessi consumati sulla sofferenza mentale? Quel che certo è che il blocco dei ricoveri, che ormai vige nella nostra realtà da ben otto anni, costituisce la punta dell’iceberg di una logica di inciviltà in cui la persona che soffre, i suoi familiari, non contano. O meglio: contano, ma solo per il soddisfacimento di altri interessi».

«L’incapacità istituzionale nel trovare una adeguata soluzione e transitare verso il legittimo accreditamento delle cooperative che, nelle strutture miste pubblico-privato – si legge ancora – gestiscono la residenzialità psichiatrica nella nostra provincia, continua a creare enormi disagi ad una utenza psichiatrica che, nella migliore delle ipotesi, è costretta ad emigrare verso altre province o altre regioni, in una condizione in cui anche i legami familiari vengono compromessi».

«E qualora la migrazione sanitaria non sia possibile le famiglie sono costrette a rivolgersi – si legge ancora – come la cronaca di questi giorni ci ha informato, a situazioni di ripiego, al ricorso di ricoveri in strutture abusive e inadeguate sotto ogni  profilo, nonchè mortificanti la stessa dignità umana. O, come anche la più recente cronaca conferma, a restare nello stato di abbandono più assoluto».

«Il blocco dei ricoveri, che riguarda strutture pubbliche  già operanti dal 1990 – si legge ancora – è un atto perverso nei confronti della tutela della sanità nella provincia di Reggio Calabria. È una “cartina al tornasole” del modo con cui l’amministrazione considera la persona che soffre,  trattata, al  più,  come un pacco».

«Eppure, nel 2015 la Regione Calabria e l’Asl di Reggio Calabria – si legge – con l’istituzione di un tavolo tecnico regionale presso il Dipartimento Tutela della Salute, avevano concordato  un percorso che, nel giro di un anno, avrebbe dovuto  concludersi con l’accreditamento, in capo alle cooperative che gestivano i servizi,  di tutte le strutture psichiatriche già operanti nella forma mista pubblico-privato sociale».

«Le cooperative in questione – ricorda Legacoop – hanno rispettato quando sancito dalla Regione Calabria e dall’ASP, hanno formato e riqualificato il personale ed hanno attivato ingenti investimenti per adeguare gli immobili alle prescrizioni funzionali all’accreditamento».

«Nonostante ciò, la Regione Calabria, inspiegabilmente – conclude la nota – non ha portato avanti il processo di accreditamento stabilito mediante il “tavolo tecnico”. Ed è così che, paradossalmente l’ASP 5 ( e quindi la Regione) continua a retribuire il personale proprio operante presso le strutture “miste” superstiti (diverse sono state già costrette a chiudere), con pazienti psichiatrici ricoverati lontano da casa, con ulteriore esborso da parte dell’azienda sanitaria. Oppure l’ente pubblico abbandona pazienti e familiari  al loro destino, senza cura alcuna, come ci ricorda la cronaca con l’episodio del ragazzo con gravi disturbi psichiatrici che attenta alla vita della madre con un coltello».

  «La Regione Calabria è sinora sorda e completamente insensibile al problema – denuncia Legacoop – i vertici istituzionali hanno persino disertato un incontro che, va dato atto, recentemente era stato richiesto dal Commissario Straordinario dell’ASP di Reggio Calabria con il fine di pervenire ad una soluzione dei più gravi problemi».

«Non resta che fare  appello al Presidente della Regione Calabria, nella sua qualità di Commissario alla Sanità, affinché affronti e risolva, in prima persona, l’intollerabile assenza di ogni  doverosa tutela sanitaria, che connota la disastrosa situazione in cui versa il settore della salute mentale – conclude la nota di Legacoop Calabria –. Si ricorda che nel 1990 la provincia di Reggio Calabria è stata, unica nella Regione, ad aver attivato le strutture riabilitative distribuite nel territorio in conformità alla legge Basaglia. Era e resta un modello di riferimento, un’esperienza virtuosa, che rischia di essere definitivamente smantellata da una classe politica che ha preferito privilegiare risposte istituzionalizzanti, basate su logiche “centralizzate”, simili a quelle proprie degli ospedali psichiatrici, negate dalla legge Basaglia. Si aspetta una risposta alla legittima aspirazione verso l’accreditamento delle cooperative operanti, da oltre trent’anni, nelle strutture a gestione mista» (rrc)

La garante della Salute Stanganelli in visita all’Ospedale di Gioia Tauro

La Garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli, ha incontrato il sindaco di Gioia Tauro, Aldo Alessio, per confrontarsi sull’attuale situazione della rete sanitaria ospedaliera e dei servizi territoriali e, nello specifico, sul prossimo futuro del nosocomio cittadino.

Obiettivo della Garante, infatti, è quello di consolidare la necessaria sinergia tra i vari livelli istituzionali per ripristinare un’adeguata fruibilità dei servizi di assistenza sanitaria e soddisfare così le esigenze di un territorio, quello della Piana di Gioia Tauro, che raccoglie un bacino d’utenza molto ampio e variegato e ospita uno dei porti più importanti del Mediterraneo, in cui giornalmente operano, tra lavoratori diretti e indotto, migliaia di persone impegnate in attività ad alto rischio di incidente.

Garante regionale e sindaco, al termine di un’articolata analisi, hanno condiviso la responsabilità pubblica per la tutela del diritto alla salute della persona e dell’intera comunità, da raggiungersi attraverso un percorso di sensibilizzazione istituzionale partecipato e collaborativo che porti al graduale ma deliberato potenziamento del presidio ospedaliero cittadino “Giovanni XXIII” e, in particolare, alla riattivazione di tutti i reparti e i servizi ambulatoriali erogati prima che la stessa struttura fosse riconvertita in centro Covid per la lungodegenza dei pazienti stabilizzati ma ancora positivi provenienti dal GOM di Reggio Calabria.

Il Garante della salute, Anna Maria Stanganelli ha preso altresì atto con soddisfazione del ripristino dei servizi diagnostici ospedalieri (laboratorio analisi e radiologia) rivolti all’utenza esterna, del centro unico prenotazioni (CUP) e della cardiologia ambulatoriale che sarà avviata a breve. Sia Stanganelli che Alessio hanno quindi ribadito di avere piena fiducia nell’operato del commissario straordinario dell’Asp di Reggio Calabria, dr.ssa Lucia Di Furia, perché al netto delle oggettive e ataviche difficoltà nel reperire nuovo personale medico e paramedico, a loro veduta ha sin qui dimostrato la volontà di restituire ai cittadini una sanità più efficiente, convinti entrambi dell’impellenza di rendere efficienti le strutture già presenti sul territorio, come per l’appunto il “Giovanni XXIII”, sede di Pronto Soccorso, in modo da decongestionare l’ospedale Spoke di Polistena e in attesa della costruzione del progettato ospedale unico della Piana da realizzarsi nel territorio di Palmi.

Al termine dell’incontro, il Garante regionale della Salute, Stanganelli e il sindaco Alessio hanno contattato telefonicamente il commissario Di Furia per verificare la possibilità di programmare un sopralluogo congiunto all’interno dell’ospedale civico ricevendo immediata disponibilità. Giunti sul posto, Stanganelli, Alessio e la commissaria di Furia sono stati accolti dal direttore sanitario, dr.ssa Lidia Loiacono, responsabile del centro Covid; dalla dr.ssa Pasqualina Gangemi, dirigente medico responsabile del laboratorio analisi, dalla dr.ssa Pirrottina, dirigente medico reparto Covid e dalla dr.ssa Rosa Maria Trichilo, dirigente medico cardiologia.

Con loro anche il direttore della struttura complessa programmazione e controllo di gestione dell’Asp di Reggio Calabria, dr. Russo. A margine di una breve ma proficua riunione, durante la quale il commissario Di Furia ha ribadito l’intenzione di ripristinare tutti i servizi ospedalieri sospesi durante l’emergenza pandemica illustrando nel dettaglio i prossimi step atti a soddisfare le esigenze di professionalità, apparecchiature e spazi idonei, i presenti hanno eseguito una ricognizione dei locali che ospiteranno non solo l’ambulatorio di cardiologia ma anche altre tipologie di prestazioni specialistiche lasciandosi con l’impegno di riaggiornarsi subito dopo le festività natalizie. 

«Questa visita, con le iniziative conseguenti – ha evidenziato il Garante regionale della salute, Stanganelli – è motivo di apprezzamento perché indica un approccio positivo  alle problematiche che interessano più da vicino il nostro ospedale.  Ho ribadito, che la rivendicazione di un buon livello di offerta sanitaria è legittima ovunque, lo è ancor di più nel nostro territorio per la presenza attigua del più grande hub portuale del   Mediterraneo, perché rappresenta, per Gioia Tauro, la prospettiva di riaffermarsi come il nosocomio di riferimento del territorio».

Molto chiara la posizione del  commissario Lucia Di Furia: «siamo qui con l’obiettivo di riaprire man mano le attività per i cittadini –ha evidenziato –; già siamo riusciti a riattivare il laboratorio analisi, la radiologia, arriverà a breve anche il nuovo mammografo e altri presidi elettromedicali. Stiamo anche cercando di riavviare l’ambulatorio di cardiologia ed altri ambulatori».

«Il proposito per l’anno nuovo – ha aggiunto – è quello di riattivare tutta una serie di azioni che vadano incontro ai bisogni assistenziali dell’utenza, pur mantenendo Gioia Tauro come ospedale che ci garantisce per i pazienti con problemi Covid. Sperando in seguito di poter riaprire anche la Medicina e altre discipline. Il “Giovanni XXIII” è un presidio che va tutelato e riattivato per quanto possibile, perché i bisogni assistenziali del comprensorio sono enormi. Stiamo lavorando alacremente anche se, fino adesso, lo abbiamo fatto a piccoli passi e senza neanche troppo clamore. C’è sicuramente la volontà da parte dell’Asp e altrettanto da parte della politica che metterà a disposizione anche le professionalità: abbiamo infatti redatto un piano per l’acquisizione di personale molto corposo e la Regione lo ha validato quindi, siamo fiduciosi. Il vero problema è trovarli i professionisti: questa è la sfida».

Moderatamente ottimista, infine, anche il sindaco Alessio: «la presenza del commissario Di Furia all’ospedale di Gioia Tauro – ha rimarcato – conferma la sua volontà di riaprire gradualmente tutti i reparti di cui abbiamo bisogno. Questo di oggi è un passaggio importante che dimostra chiaramente che anche la politica dei piccoli passi sta sortendo i suoi effetti. Sappiamo di aver ereditato una situazione sanitaria che a queste latitudini ha assunto aspetti drammatici dunque siamo consapevoli che ci vorrà il tempo necessario per riorganizzare i servizi ma, soprattutto, per reperire quel personale medico e paramedico che negli anni passati non si è reperito».

«Le difficoltà sono tante ma in mezzo a questo mare di difficoltà la dr.ssa Di Furia sta dimostrando gradualmente di poter dare delle risposte precise ai vari territori della Città Metropolitana. Da sindaco di un Comune in dissesto – ha concluso – mi rendo perfettamente conto di quali siano le complessità gestionali e organizzative che ha trovato all’interno dell’Asp reggina e so che ci vuole del tempo affinché le cose si possano sanare e sistemare. Siamo tutti fiduciosi di poter avere altre certezze con l’inizio del nuovo anno». (rrc)