Nuovo grido di dolore di “Basta vittime” sulle stragi continue della SS 106

Nuovo grido di dolore dell’Associazione Basta vittime sulla Strada Statale 10, dopo il mortale incidente avvenuto a Cassano all’Ionio dove hanno perso la vita tre ragazzi.

«Tre giovani vittime – si legge in una nota dell’Organizzazione di Volontariato – che si uniscono ad Altea Morelli, Raffale Misuraca, Anna Maria Concetta Cutuli, Kawsu Ceesay, Maria Mammone e Valentino Pò. 9 in tutto le vittime sulla “strada della morte” in Calabria dal primo gennaio 2021».

L’O.D.V. intende ribadire e sottolineare che «tutto ciò rappresenta la più grande Strage di Stato della storia della Repubblica italiana ed intende evidenziare, inoltre, che quanto accade purtroppo da sempre sulla S.S.106 ha delle chiare ed evidenti responsabilità politica: il silenzio e l’indifferenza del Governo nazionale e regionale, della classe parlamentare calabrese a Roma, delle amministrazioni locali e provinciali, delle forze sindacali. Tutti, nessuno escluso, coloro i quali rivestono ruoli istituzionali, sono moralmente responsabili dell’olocausto sulla S.S.106.

«Non è più possibile che ancora oggi nel 2021, nell’indifferenza della classe politica calabrese tutta (senza alcuna distinzione!), possa esistere una pseudo-strada che miete vittime e feriti con una frequenza precisa, puntuale e disastrosa. Così come non è più tollerabile che la Calabria sia offesa da ogni Governo (compreso quello attuale), che puntualmente promette l’ammodernamento della S.S.106 determinando investimenti salvo poi – nei fatti – tradire ogni impegno assunto nel silenzio della Politica».

Il Direttivo dell’O.d.V. “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” «non accetta che si possa pensare alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, per un investimento di oltre 10 miliardi di euro destinati alla criminalità organizzata, mentre 415 chilometri di costa jonica calabrese hanno una strada inadatta a gestire gli attuali volumi di traffico che semina morte e disperazione da circa un secolo nell’assoluta indifferenza».

L’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”, infine, si stringe attorno alle Famiglie delle vittime, ai parenti ed agli amici tutti, a cui esprimiamo sentimenti di vicinanza e cordoglio. Noi non dimenticheremo queste giovani vite spezzate sull’asfalto della “strada più pericolosa d’Italia”. Noi non resteremo indifferenti ed in silenzio davanti all’ennesima tragedia di una strada sempre più serial killer in Calabria ed in Italia. La “strada della morte”, non ci stancheremo mai di ripeterlo, rappresenta la più grande Strage di Stato della storia della Repubblica italiana. (rcs)

Basta vittime sulla S.S. 106: Nel 2020 calo drastico di incidenti e vittime nella ‘strada della morte’

Nel 2020 c’è stato un calo drastico del fenomeno dell’incidentalità e della mortalità stradale sulla s.s. 106, tristemente nota anche come strada della morte. Lo ha reso noto l’Associazione di Volontariato “Basta Vittime sulla Strada Statale 106”.

Sulla strada Statale 106, infatti, si è verificata una diminuzione complessiva dell’incidentalità del 18%. Nello specifico sono diminuiti del 23% gli incidenti con lesioni e dell’21% le persone ferite. Mentre le vittime sono in tutto 11: mai così poche dal 1996 ad oggi.

Il Direttivo dell’organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”, nel ricordare e rispettare la memoria delle vittime del Covid-19, ritiene, comunque, «doveroso evidenziare quanto il virus in Calabria sulla S.S.106, così come nel resto del Paese, sia stato determinante nel crollo radicale dei sinistri stradali e, quindi, dei feriti e delle vittime ad essi dovuto».

Allo stesso tempo, ciò che è avvenuto sulla Statale 106 nel 2020 dimostra e certifica quanto affermato negli ultimi anni dalla nostra Organizzazione di Volontariato: «la famigerata e tristemente nota “strada della morte” in Calabria, è inadatta a gestire gli attuali volumi di traffico che, se diminuiscono a causa di una pandemia, determinano di conseguenza un abbassamento evidente dei sinistri stradali e, quindi, delle vittime e dei feriti».

«Quanto accaduto nel 2020 dovrebbe, quindi – si legge in una nota – far riflettere le Istituzioni e gli Enti preposti e meriterebbe un’analisi approfondita al fine di avviare finalmente un piano di investimenti mai visto prima per l’ammodernamento della “strada della morte” ormai inadatta a gestire volumi di traffico sempre crescenti che la rendono nei fatti una arteria stradale congestionata e, quindi, per questo letale e pericolosa». (rrc)