L’Associazione Città Visibili in visita a San Nicola Arcella

È stata un’esperienza indimenticabile, quella vissuta dai soci dell’Associazione Città Visibili di Lamezia Terme, a San Nicola Arcella, alla scoperta di angoli, anfratti e rocce polimorfe, tra appassionanti racconti di storie, miti, leggende e curiosità.

«Non si è trattato di una semplice escursione – ha dichiarato la presidente Anna Misuraca – ma di un’avventura entusiasmante tra amici e meraviglie della natura, nella splendida cornice del Golfo di Policastro, su cui si affacciano Calabria, Lucania e Campania. Il tour è iniziato con la circumnavigazione dell’Isola di Dino che, dopo la soluzione di una serie di complicazioni burocratiche, pare possa tornare, in futuro, ai vecchi fasti di qualche decennio fa, quando ospitava il jet set nazionale e internazionale».

«Intorno a noi – ha raccontato – la meravigliosa costa su cui ammiriamo subito una delle varie torri di avvistamento, Fiuzzi, e il Castello Normanno, imponente davanti all’isola. L’isola possiede una serie di grotte molto suggestive (tra tutte ricordiamo la Grotta Azzurra e la Grotta del Leone) e ospita un’interessante flora, tra cui la primula Palinuri e la palma nana; i fondali circostanti pullulano invece di posidonie, visibili dalla superficie nel loro sinuoso ondeggiare».

«Tra le sfumature di blu cobalto e turchese di acque cristalline ecco spuntare l’Arco di Enea e L’ Arcomagno – ha continuato – intorno al quale c’è sempre un gran movimento di turisti. Il rosa intenso di un tramonto colora il paesaggio mentre ci prepariamo a tornare a casa e conclude una giornata da sogno». 

«Un grazie di cuore ai fratelli Mandato che si impegnano strenuamente e appassionatamente per il loro territorio e che sono garanzia di sicurezza e affidabilità.

L’Associazione “Le Città Visibili” in visita e alla scoperta della Falconeria dei Setteventi a Civita

È stata emozionante, oltre che molto istruttiva, la visita guidata fatta dall’Associazione Le Città Visibili di Lamezia Terme, guidata da Anna Misuraca, alla Falconeria dei Setteventi sul Pollino, a Civita.

Realizzata con determinazione e tenacia da Roberto Ruggiano, questa struttura si occupa di falconeria naturalistica; la finalità è di mostrare, instaurando uno strettissimo rapporto tra l’uomo e il rapace, pur mantenendone l’istinto predatorio, come queste specie, schive e sfuggenti, vivono e che ruolo hanno in natura. La falconeria è stata riconosciuta nel 2010 patrimonio immateriale dell’Unesco e nel 2016 Roberto ha fondato la sua Associazione.

Chi si aspetta esibizioni di voli “a comando” resterà deluso: qui si mette in evidenza semplicemente (ma è frutto di un lungo incessante lavoro) come la pazienza e il quotidiano e lento avvicinamento al rapace possa sfociare in un rapporto incredibile di cieca fiducia e tenerezza.

«Ebbene sì… davanti ai nostri occhi attoniti – si legge in una nota – il gufo reale Sira ci osserva sornione dal braccio di Pietro, il giovanissimo figlio di Roberto, che condivide questa grande passione col papà. Sira ci scruta, sicuro e a suo agio, da pochi metri… e così, successivamente, il barbagianni, meno imponente e dall’aria mite, il falco pellegrino, il più impaziente di tutti, che col suo verso sembra chiedere a Pietro di far presto e riportarlo nel suo punto di osservazione, la poiana (esemplare di Parabuteo unicinctus), impettita e indifferente… ».

«Attenti e concentrati – racconta la nota dell’Associazione – ascoltiamo Roberto che ci fornisce molte informazioni e curiosità su questi affascinanti volatili, per concludere l’incontro con l’ingresso, silenzioso e carico di suspense, di Sua Maestà Abel, l’esemplare di aquila reale che vive nella struttura. Ci viene raccomandato di non fissarla negli occhi e di non fare gesti o rumori bruschi… Abel, fiera e maestosa, ci studia, sicura dal braccio di Roberto. Ogni tanto spalanca le sue ali, quasi a voler dimostrare la sua potenza in volo, ma restiamo senza parole quando con dolcezza infinita accarezza il volto di Roberto con la testa e ci sembra guardarlo con occhi amorevoli».

«Ci rendiamo conto – conclude la nota – di assistere a qualcosa di incredibile, ma sotto il nostro sguardo questa sorta di piccolo miracolo si ripete più volte. Concludiamo l’incontro, indimenticabile, con una serie di scatti in cui sullo sfondo troneggia l’impareggiabile Abel». (rcs)

LAMEZIA – L’Associazione Le Città Visibili ha festeggiato sei anni di attività

L’Associazione Culturale Le Città Visibili di Lamezia Terme, dedita alla alla scoperta e riscoperta del patrimonio della nostra terra, spesso invisibile agli occhi, ma di profonda valenza storica e sociale. ha festeggiato sei anni di attività.

Un gruppo, quello di Città Visibili, che aggiunge al valore della conoscenza quello della condivisione senza la quale, il sapere rimarrebbe mera informazione. La missione infatti, dei soci, è quello di esplorare gli angoli più nascosti, condividerne la scoperta per pianificarne la promozione.

Un percorso che investe ogni suo socio, del compito-missione, di abbandonare ogni sua certezza per lasciarsi contagiare dalla bellezza, coniugata in tutte le forme della cultura e della natura. Al centro dell’attenzione è sempre la Calabria, guardata con la lente di ingrandimento della positività, che trasforma l’imperfezione in peculiarità.

Un’associazione no profit che vuole essere oggi, trade union tra istituzioni, cittadini, territorio, richiamando le altre realtà associative ad un lavoro di sinergia che guardi solo ed esclusivamente al rilancio del bene comune.

Gli amici di Città Visibili, non viaggiano con la Nina, la Pinta e la Santa Maria come fece Colombo, ma con la sua medesima passione e con il desiderio di scoprire il nuovo. In fondo anche per loro, l’esplorazione di borghi, città, comunità sembra Calabria ma in realtà approdano nel Mediterraneo, ai banchetti di greci e romani, nel laboratorio di grandi maestri pittorici, alle porte di un nuovo mondo, metaforicamente l’America di sconvolgenti ricchezze così’ come fu per Colombo.

Così come quella rivelazione modificò il corso della storia, anche per loro, ogni scoperta lascia il segno, una indelebile contaminazione culturale ed umana.

Il viaggiare di Città Invisibili è finalizzato ai propri concittadini, regalando loro costanti sollecitazioni linguistiche e artistiche grazie appunto, al condividere un tesoro chiamato Calabria. 

«Nel viaggio – hanno dichiarato dall’associazione – non possiamo essere lasciati da soli, ma abbiamo bisogno di un dialogo costante con amministratori, professionisti, sognatori e cittadinanza tutta, affinché si riesca ad approdare finalmente, ad un unico porto che possa ospitare in terra calabra, il mondo intero». (rcz)