Autorità Idrica, la risposta del presidente Marcello Manna

Marcello Manna, presidente dell’Autorità Idrica della Calabria, è intervenuto «per ristabilire alcune verità che riguardano l’Autorità Idrica della Calabria a seguito della nota stampa diramata dal Presidente della Giunta Regionale Occhiuto nei giorni scorsi».

«Non è la prima volta – ha spiegato – che la mia persona e l’Autorità Idrica vengono indicate come responsabili di perdite di finanziamento nel settore idrico da parte del Presidente in carica. Per garbo istituzionale in altre due occasioni non ho ritenuto di dover intervenire, ma oggi ciò si rende necessario per le evidenti verità distorte o parziali utilizzate nella polemica politica in corso. In particolare vengo citato in una querelle che vede contrapposti il Presidente della Regione e una parte dell’opposizione politica in seno al consiglio regionale».

«Ricordo che sono stato eletto alla carica di Presidente dell’Assemblea dei Sindaci dell’Autorità Idrica della Calabria alla fine di luglio 2019 – ha continuato – da quella data, sebbene il mondo intero abbia attraversato la piaga della pandemia sanitaria, insieme ai Sindaci dell’Assemblea, che rappresentano la vera politica di prossimità svincolata dalle dinamiche di palazzo, ho lavorato in modo incessante per recuperare anni di ritardi e rimettere in linea la Calabria con le altre Regioni d’Italia. Il prodotto di questo lavoro si è concretizzato con la definitiva stabilizzazione della governance dell’AIC, con la stesura del Piano d’Ambito, approvato nel dicembre del 2020 e con la costituzione del Gestore d’Ambito Acque Pubbliche della Calabria nel dicembre 2021, generando un nuovo percorso di credibilità nei confronti degli Enti sovraordinati a cominciare dal Regolatore nazionale ARERA».

«Questi elementi, insieme – ha proseguito – hanno originato la possibilità per la Calabria di partecipare alle linee di finanziamento rese disponibili dai programmi europei. Ogni passaggio dell’attività posta in essere è stato comunicato al Presidente della Giunta Regionale pro-tempore, fino all’insediamento dell’attuale governance politica; infatti, fin dal suo insediamento, all’attuale Presidente della Giunta Regionale; numerose sono le note e gli inviti attraverso i quali è stato richiesto l’aiuto istituzionale necessario e fondamentale per una netta accelerazione verso l’obiettivo prefissato. Sebbene siano stati numerosi gli appelli a partecipare ai lavori e a sostenere l’azione dei Sindaci, la Regione Calabria si è limitata ad osservare il percorso non intervenendo in modo sostanziale».

«Sebbene rimasti soli, i sindaci dell’Autorità hanno comunque inteso – ha detto ancora – dimostrando il coraggio istituzionale di scegliere di proseguire sul percorso di innovazione pianificato costituendo, così come imposto dalla legge, il gestore unico completamente pubblico del servizio per i segmenti a valle della grande adduzione. Tuttavia, sebbene costituito formalmente, il nuovo gestore è risultato essere un contenitore debole poiché manchevole del supporto strategico dell’Ente Regione e privo delle necessarie risorse finanziarie più volte richieste. Il primo appuntamento per intercettare fondi dedicati al settore portava la scadenza del 22 dicembre 2021; Con grande sforzo e coraggio amministrativo da parte dei Sindaci, il gestore in grado di partecipare al bando è stato costituito il giorno prima ossia in data 21 dicembre 2021».

«Il bando, come detto – ha spiegato ancora Manna – richiedeva oltre alla proposta tecnica stessa anche alcuni allegati le cui informazioni erano già contenute nella medesima proposta. Per un mero errore di trasmissione, uno degli allegati veniva trasmesso oltre la data di scadenza del bando stesso. Il Ministero, pertanto, formalmente escludeva per il ritardo nella trasmissione dell’allegato 4; di fatto escludeva la nostra Regione perché il gestore pubblico appena costituito era privo di strutture e risorse finanziarie. Questo elemento è ben noto a tutti, compreso quelli oggi richiamano la mancata trasmissione dell’allegato 4».

«Tuttavia, si adiva l’istituto del soccorso istruttorio e, nel contempo, venivano acquisiti pareri di autorevoli legali amministrativi, che confortavano l’Autorità Idrica circa la fattibilità del ricorso amministrativo con altissima percentuale di soccombenza del provvedimento emesso, che risultava caratterizzato da aspetti meramente burocratici e privi di argomentazioni amministrative valide», ha precisato Manna.

«La promulgazione della Legge 10 dello scorso aprile che, di fatto – ha spiegato ancora – mette fine all’Autorità Idrica non ha permesso alla stessa di intraprendere la strada del ricorso amministrativo che risulta essere stato sollecitato alla Regione attraverso il Commissario nominato in vece dell’Assemblea. La richiesta di ricorrere in giudizio, con la elevata certezza della vittoria, non risulta essere stata inspiegabilmente evasa. Le scelte effettuate sino ad ora da parte della Regione: la ripubblicizzazione di Sorical e la sua riqualificazione insieme alla richiesta, da parte della stessa Regione di mantenere “in vita” la società pubblica Acque Pubbliche della Calabria richiedono tempi e modalità difficilmente compatibili con le scadenze previste per i bandi».

«Ci si riferisce – ha precisato – al mancato accesso alla prima finestra del Pnrr scaduta nello scorso maggio, che metteva a disposizione circa 600 milioni di euro e per la quale la Calabria non ha partecipato, al nuovo bando per le fognature e depurazione in scadenza il 23 agosto e, per ultimo, alla scadenza della seconda finestra del Pnrr fissata per il 31 di ottobre prossimo. Senza l’intervento governativo che sposti di alcuni mesi tali scadenze la Calabria rischia di non intercettare nessun finanziamento per il settore idrico, acuendo gravemente l’attuale stato già ampiamente deficitario dell’infrastruttura».

«Ciò a comprova – ha concluso – che nella nostra Regione c’è necessità di condivisione e di dialogo tra tutti gli Enti. Puntare il dito per allontanare responsabilità non è una soluzione; noi comunque non lo faremo per etica della politica e per stile, oltre che per l’amore nei confronti della nostra terra». (rrm)

De Magistris: Si intervenga subito su Autorità Idrica della Calabria

Luigi De Magistris ha chiesto di intervenire immediatamente sull’Autorità Idrica della Calabria.

«Perdere 104 milioni di euro – ha spiegato – per non aver inviato al ministero delle Infrastrutture un documento indispensabile come il Piano industriale, non rappresenta solo un’inaccettabile défaillance da parte dell’organismo ma mortifica un’intera regione che sul tema dell’acqua pubblica si vede da tempo negata ogni diritto».
«La bocciatura del Ministero – ha proseguito – è l’ennesima occasione sprecata da una classe dirigente inconcludente ma è anche lo specchio di un sistema frammentato in una miriade di soggetti gestori e di competenze, spesso frutto di piccoli potentati politici locali. È questo il circolo vizioso che bisogna prioritariamente spezzare se si vuole realmente costruire un sistema interamente pubblico ed efficiente che metta in primo piano i diritti dei cittadini calabresi ad avere un servizio adeguato e non i dividendi delle società e le clientele della politica».
«Mi auguro – ha concluso – che su questo il presidente di Regione non faccia solo chiacchiere; che si colga l’occasione per ripensare la gestione delle risorse idriche calabresi che devono essere tutte pubbliche; che chi si è reso responsabile dell’ennesimo fallimento venga rimosso e che si possano in qualche modo recuperare queste importanti risorse destinate a migliorare un servizio primario. Sull’acqua pubblica non si scherza e non possono essere tollerate altre ambiguità e inefficienze». (rrm)

Manna (Autorità Idrica Calabria): Serve gestore pubblico per servizio idrico

Il presidente dell’Autorità Idrica CalabriaMarcello Manna, ha ribadito la necessità di «un gestore pubblico per il servizio idrico», in quanto «non possiamo perdere i fondi europei», che ammontano a circa 60 milioni di euro.

Manna, infatti, dopo il riscontro positivo del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha scritto al presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, chiedendo un incontro urgente per la riorganizzazione del Servizio Idrico Integrato Cosenza Acque S.p.A che, per Manna, rappresenta «quale potenziale soggetto affidatario del servizio idrico integrato per i segmenti “di valle”».

«La richiesta al presidente Iacucci – ha voluto sottolineare a margine il presidente Manna – viene a seguito della positiva e celere risposta da parte del presidente della Regione Roberto Occhiuto rispetto alle criticità già segnalate dall’AIC. Noi potremmo dotarci di un gestore pubblico che nell’immediato può essere Cosenza Acque andando oltre lo stato di liquidazione. A stretto giro terremo un’assemblea dei sindaci per non perdere questa occasione».

«Come AIC – ha spiegato – abbiamo già predisposto una serie di progetti per la modernizzazione delle reti idriche calabresi e siamo certi che con Regione e Provincia potremo realizzare tali obiettivi per dare finalmente ai calabresi il servizio idrico che meritano».

«Come sicuramente Le sarà noto, in forza del ruolo che Ella esplica nella duplice veste di Presidente della Conferenza Territoriale di Zona (CTZ Cosenza) e di Membro effettivo del Consesso Assembleare dell’Autorità Idrica della Calabria – si legge nella lettera – il processo di riorganizzazione del servizio idrico integrato per il territorio calabrese è davanti ad una sfida epocale, che transita dall’accesso alla gran mole di finanziamenti messe a disposizione del settore dalle linee di finanziamento europee e nazionali. Poiché parte attiva dell’Assemblea dei Sindaci, Ella ha partecipato alla netta accelerazione che l’intera Assemblea e la Struttura Tecnica dell’Ente d’Ambito ha impresso al processo strategico di riorganizzazione del servizio soprattutto negli ultimi mesi».

«Così come – continua la lettera – non Le sarà mancato modo di osservare la recentissima emanazione del Bando Ministeriale, dedicato allo sviluppo delle reti idriche interne dei Comuni e a valere sul programma ReAct-Eu, al quale ogni Ente d’Ambito del Mezzogiorno potrà accedere se e solo se avrà ottemperato a quanto in esso prescritto ossia se e solo se avrà avviato il processo di affidamento del servizio idrico integrato ad un player di adeguate dimensioni gestionali».

«Si tratta di una considerevole cifra – viene spiegato – pari a circa 60 Milioni di euro interamente dedicati ad una delle maggiori criticità che affliggono il complesso degli asset strutturali di distribuzione idrica ossia il recupero delle perdite e l’ottimizzazione gestionale in termini ambientali ed alla quale si avrà accesso entro e non oltre il termine di scadenza del bando (23 dicembre 2021)».

«In questi mesi, come detto, la struttura tecnica dell’AIC si è spesa per definire il percorso virtuoso di costituzione del gestore – prosegue la lettera – predisponendo, sulla base di una dettagliata analisi territoriale realizzata con l’ausilio delle strutture ministeriale del Mi.T.E. e di Sviluppo Italia, la documentazione di studio afferente ai diversi scenari tecnico amministrativi per pervenire alla costituzione dell’Ente Gestore».

«A valle di dette attività – continua ancora la lettera – si pongono, davanti alla scelta dell’Assemblea, sostanzialmente due scenari operativi, così come rappresentato dalla Direzione Generale nel corso delle sedute assembleari del 08.07.2021 e 14.10.2021: innanzitutto la riqualificazione societaria di So.Ri.Cal. S.p.A.: lo scenario prevede la concretizzazione del processo di pubblicizzazione della stessa; in detto scenario la So.Ri.Cal. S.p.A., resa completamente a controllo pubblico e successivamente trasformata in una società in house providing, attraverso la cessione di quote ai Comuni, potrebbe rappresentare il centroide aggregante intorno al quale costruire l’operatore industriale».

«Tuttavia – spiega Manna – sebbene assolutamente perseguibile, anche in futuro, tale scenario non è, ad oggi, compatibile con i tempi dettati dalle scadenze istituzionali poiché le dinamiche di ripubblicizzazione necessitano di tempi amministrativi lunghi e del necessario processo di valutazione. Inoltre, la costituzione di un soggetto a valle di natura pubblicistica (Azienda Speciale Consortile). In questo scenario, il player unico regionale per i segmenti a valle dell’adduzione è costituito dai Comuni; questo scenario potrebbe attuarsi attraverso la Società Cosenza Acque che, ancorché in liquidazione, presenta, od oggi, un bilancio in positivo».

«Detto percorso, vede la Società Cosenza Acque S.p.A., – di natura pubblica in house, detenuta da circa 80 Comuni della Provincia di Cosenza e dalla stessa Provincia, quale centro aggregatore degli altri Comuni Calabresi, e quindi, quale potenziale soggetto affidatario del servizio idrico integrato per i segmenti “di valle”. In relazione a quest’ultimo scenario, il valore aggiunto rappresentato dalla Società Cosenza Acque è quello di avere già superato le fasi di costituzione e di aderenza ai disposti di legge, nonché di avere già un nucleo, composto da circa 80 Comuni e dalla Provincia di Cosenza, nella compagine societaria; la riqualificazione della stessa Società sveltisce e semplifica il processo dell’affidamento del servizio, con il duplice positivo effetto di generare le condizioni per l’accesso ai fondi europei, altrimenti non utilizzabili e ridurre il water service divide».

«Contestualmente alla revoca della liquidazione, in forza del nuovo respiro territoriale che la stessa Società deve rappresentare – ha spiegato ancora – si varierà denominazione e si disporrà la trasformazione della stessa in Azienda Speciale Consortile; tale forma giuridica richiede, per l’adesione dei restanti Comuni della Calabria, oltre a quelli già presenti in Cosenza Acque, modalità, adempimenti e tempi oggettivamente ridotti. Si rammenta che, l’accesso alle risorse del ReAct Eu sarà possibile solo se l’affidamento, sebbene temporaneo, venga disposto in tempi compatibili con la scadenza dell’avviso fissato al 23 dicembre».

«Detto precorso  – ha spiegato il presidente Manna – consente di avere in tempi relativamente brevi un soggetto che può ricevere, provvisoriamente, l’affidamento del servizio da parte dall’AIC, affidamento che diverrà definitivo a conclusione di tutti gli adempimenti (Piano industriale e relazione ex art. 34). Ancora, dei diversi scenari organizzativi è stato edotta anche la nuova governance politica regionale, per il tramite del neo Presidente della Giunta Regionale On. Roberto Occhiuto, il quale, con nota del 13.11 u.s. non ha mancato di far pervenire all’Autorità Idrica l’attenzione ed il sostegno riposti nel processo di creazione di una Azienda Speciale Consortile in grado di realizzare le condizioni di accesso alle risorse disponibili del React-Eu, formulando anche ipotesi relazionate agli scenari futuri che traguardano all’integrazione gestionale verticale».

«In forza di quanto detto – ha concluso – e certo che Ella vorrà recitare un ruolo primario, come fatto sino ad oggi, si è qui a chiederLe la convocazione ufficiale, a strettissimo giro, dell’Assemblea dei Soci di Cosenza Acque S.p.A., in modo da poter imprimere una ulteriore e fondante accelerazione all’intero processo di riorganizzazione del servizio idrico». (rcs)

 

Occhiuto scrive all’Autorità Idrica della Calabria: Affidare temporaneamente servizio a azienda consortile per non perdere i fondi Ue

«Ho proposto di affidare temporaneamente il servizio ad un’Azienda speciale consortile, individuata dai Comuni, in modo da poter partecipare al bando, ormai in scadenza, per rinnovare le reti idriche della Regione» ha reso noto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, in una lettera inviata a Marcello MannaFrancesco Viscomi, rispettivamente presidente e direttore generale dell’Autorità Idrica della Calabria, per discutere della riorganizzazione del Servizio Idrico integrato.

Tale decisione è stata presa in merito alla preoccupazione di correre il rischio di non accedere ai fondi previsti dal bando di finanziamenti, correlato al programma react-eu, che permetterebbe ai Comuni di ottenere risorse per 60 milioni di euro destinate alla riqualificazione delle reti idriche».

«Per intervenire in modo massivo sul servizio idrico – ha spiegato – servirebbero circa 2 miliardi di euro, ma proprio per questo non ci possiamo permettere il lusso di lasciare alcuna risorsa per strada, e dunque i 60 milioni di euro correlati al programma react-eu vanno assolutamente portati a casa».

Per il presidente, infatti, è «imprescindibile un percorso che preveda il coinvolgimento, in modo congiunto e integrato, del sistema all’ingrosso con il sistema al dettaglio, ampliando le funzioni con l’offerta di ulteriori servizi» ed è per questo che ha pensato a una «Società di adduzione e una Società di dettaglio, oltre a non essere in linea con la disciplina di settore, che privilegia l’integrazione del ciclo idrico, appare non in grado di raggiungere un adeguato equilibrio economico e finanziario».

«Per tali motivi – ha spiegato – credo sia necessario prodigare tutti gli sforzi per la creazione di un nuovo modello di gestione attraverso la creazione di una multi-utility controllata dalla Regione Calabria e partecipata dai Comuni, che sia in grado di gestire, oltre alle attività di captazione, adduzione e distribuzione dell’acqua potabile, anche tutte le attività attualmente svolte dai Comuni sia in riferimento al servizio idrico che per la gestione della depurazione, compresa la gestione commerciale delle utenze».

«Occorre, inoltre – ha proseguito – lavorare per l’avvio di un piano straordinario di investimenti sulle reti di adduzione, sulle reti idriche comunali, e sull’intero ciclo di depurazione per la soluzione delle criticità che hanno reso l’intero sistema inefficiente, con interventi che saranno finanziati da fondi pubblici già in parte disponibili (Pnrr e Fondo sviluppo coesione)». (rrm)