Il ruolo europeo tra Mediterraneo e Atlantismo: significativo incontro a Reggio

L’Europa deve guardare con occhio sempre più attento all’atlantismo: è necessario soprattutto alla luce dei nuovi scenari che la pandemia da coronavirus ha disegnato nel mondo: serve uno sforzo comune, a respiro internazionale, che l’Europa e i Paesi del Mediterraneo devono impegnarsi a sostenere per un ruolo da protagonisti. È quanto è emerso dall’incontro Euromediterraneo e Atlantismo svoltosi all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, in occasione della presentazione del nuovo mensile internazionale MedAtlantic, diretto dal giornalista Santo Strati e dal prof. Mauro Alvisi, docente presso la stessa Università. Un’aula magna affollata di studenti ha seguito con attenzione gli interventi degli ospiti in presenza (oltre a Strati e Alvisi) l’ammiraglio Andrea Agostinelli, il rettore della Mediterranea Marcello Zimbone e il direttore del Decisions Labs e della Scuola di Dottorato della stessa Università prof. Massimiliano Ferrara e di quelli in remoto: don Isidoro Sanchez Garcia Presidente della nota Fondazione Università La Laguna delle Canarie, l’ing. Renato Vitaliani, docente emerito dell’Università di Padova e l’antropologo oxfordiano Gregory Overton Smith della Temple University di Roma.

Il padrone di casa, prof. Zimbone, ha introdotto gli ospiti mettendo in evidenza il ruolo della comunicazione dell’Europa nel quadro atlantico: le attenzioni del mondo culturale tendono a essere circoscritte ad ambiti sempre più ristretti, questo nuovo mensile – ha detto Zimbone – rivela una scelta strategica che va oltre il Mediterraneo per le sue implicazioni che non sono limitate all’Unione Europea o al continente africano ma travalicano anche l’Atlantico. È un modo per innescare anche dei ragionamenti che si avvicinano e tendano al sogno: i nostri giovani devono imparare a guardare lontano, oltre quelle che sembrano le proprie potenzialità, in modo da dare sfogo a un’energia espressiva che parta proprio dal Mediterraneo che appare sempre più al centro delle strategie mondiali.

Il presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, amm. Agostinelli ha sottolineato il potenziale di tutta l’area e illustrato gli sviluppi al di sopra delle aspettative che il Porto di Gioia ha saputo realizzare. Il Porto di Gioia condivide una posizione geografica baricentrica rispetto alle rotte commerciali, che per esempio dal Far East vanno verso l’Atlantico, o quelle destinate al Nord-Europa. «Il Porto ha sofferto una crisi gravissima negli anni passati – ha detto Agostinelli –, ma da quella crisi ci siamo ripresi: due anni e mezzo orsono c’è stato un cambiamento di rotta con un cambio di gestione commerciale del più grande terminal contenitori d’Europa. Ci tengo a sottolineare le eccellenze del porto calabrese di Gioia: è un gioiello meraviglioso creato trent’anni fa con tutt’altri scopi e per l’intuizione di un imprenditore genovese trasformato in un porto di transhipment che oggi è diventato il leader nazionale come connettività (con collegamenti a 60 porti europei e 122 porti nel mondo), 34° nel mondo. Manca una cultura del mare, anche nella stessa città metropolitana: dobbiamo parlare con le istituzioni e con le accademie. Oggi parliamo della posizione della Calabria nel Mediterraneo ma dobbiamo rilevare che non è mai stata una regione marittima, anzi dal mare temeva le invasioni, ma occorre ora costruire una cultura della portualità che deve tradursi in un grande potenziale di occupazione: non servono solo ingegneri e scienziati, serve anche il personale di terra che si occupi della movimentazione e va formato. Diventa anche questa un’opportunità per tantissimi giovani del territorio. Ci sono grandi differenze rispetto al passato: il porto progetta direttamente e cresce. È dunque da tenere presente questa realtà nello scenario internazionale, in un quadro di crescita e sviluppo non solo della Calabria, ma dell’intero Paese».

Il prof. Vitaliani ha illustrato l’eccellenza raggiunta dai progettisti italiani e ha sottolineato l’esigenza di fare cultura sul costruito nel Mediterraneo, imponendo il modello italiano su quello (spesso sbagliato) atlantico.

Don Isidoro Sanchez Garcia, già Europarlamentare presidente dell’Università  La Laguna, coadiuvato nella traduzione dal prof. Enzo Cutini, ha sottolineato come sia importante creare collegamenti tra le università del Mediterraneo e dell’Atlantico per sviluppare suggestive sinergie culturali transnazionali: «occorre creare ponti di conoscenza per i giovani dell’area mediterranea con interscambi di grande e rilevante portata».

Secondo l’antropologo texano Smith «c’è un cambiamento in corso nel mondo e l’atlantismo deve costituire un elemento prioritario per lo sviluppo del Mediterraneo e dei suoi popoli, dove affondano le radici del mondo classico. Non a caso dagli Stati Uniti vengono a studiare a Roma molti studenti, affascinati dalla civiltà mediterranea: sono oltre un centinaio le università americane che mandano i propri studenti in Italia (oltre 20mila) e l’Italia è tra le prime destinazioni degli studenti americani con la Spagna e l’Inghilterra».

Il prof. Massimiliano Ferrara ha illustrato lo scenario socio-economico dell’area medatlantica e spiegato perché la Cina ha saputo conquistare spazi (per esempio in Africa) ai quali non pensava più nessuno, dove si producono materie prime (tipo il silicio) che risultano fondamentale per la catena produttiva mondiale. C’è una strategia economica internazionale che vede nuovi protagonisti nel quadro geopolitico mondiale: questa esperienza pandemica, allora, ci aiuterà forse a capire meglio come sarà il mondo tra dieci-vent’anni, sull’onda lunga del neoatlantismo che di fatto ha superato il mito americano.

Alvisi e Strati, infine, hanno spiegato le ragioni che hanno portato alla realizzazione di questo nuovo mensile: MedAtlantic è nato da un’intuizione del prof. Alvisi, messa in pratica con un comune e laborioso impegno, con l’obiettivo di raggiungere un vasto pubblico in cerca di approfondimenti di cultura, politica e società della nuova dimensione del mondo mediterraneo permeato dall’ispirazione atlantista. Accanto all’edizione cartacea (italiana) sono previste le edizioni digitali anche in spagnolo e in inglese. (rrc)

Il video completo del convegno:

L’Autorità Portuale di Gioia Tauro adotta regolamento per rifiuti delle navi

L’Autorità Portuale di Gioia Tauro ha adottato Piano di raccolta e di gestione dei rifiuti, prodotti dalle navi, e dei residui del carico per i porti di Gioia Tauro e Taureana di Palmi, con l’obiettivo di ridurre gli scarichi in mare di rifiuti, in particolare quelli illeciti, prodotti dalle navi, imponendo loro di conferirli agli impianti portuali di raccolta prima di lasciare lo scalo.

Così, l’Ente, guidato dal commissario straordinario Andrea Agostinelli, ha voluto dare un preciso indirizzo normativo alle attività interne ai porti, che ricadono nella propria circoscrizione, a tutela dell’ambiente portuale e, più in generale, marittimo.

Si parte, quindi, con le infrastrutture portuali che si affacciano sul mar Tirreno, per poi estendere la relativa normativa a tutti gli scali di competenza dell’Autorità portuale. Nel rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed economicità, viene così disciplinato lo svolgimento dei servizi, con relativo tariffario, relativi alla gestione dei rifiuti a carico delle navi. Nel contempo, viene disposto il miglioramento della disponibilità e l’utilizzo degli impianti portuali di raccolta nei due scali portuali.

Improntata a processi virtuosi di eco-sostenibilità ambientale, viene altresì favorita una corretta raccolta differenziata a bordo delle navi, in modo da valorizzare e recuperare le diverse tipologie di rifiuti, piuttosto che lo smaltimento indifferenziato. Nel regolamento è predisposto un servizio di verifica e controllo, attraverso ispezioni periodiche, al fine di monitorare il corretto svolgimento delle operazioni.

Dopo l’adozione del regolamento, consultabile nel sito internet dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, a giorni sarà pubblicato l’avviso di gara pubblica, per individuare il soggetto privato a cui sarà data in concessione la relativa gestione del servizio. (rrc)

Incontro tra il Commissario Agostinelli e il sindaco Limardo per il rilancio del porto di Vibo

Il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, ha incontrato il commissario straordinario dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro, Andrea Agostinelli, per il rilancio e la rinnovata funzionalità del porto che rappresenta la chiave di volta per il futuro della città.

Presenti all’incontro, svoltosi a Palazzo Luigi Razza, il dirigente sedi periferiche, Giovanni Piccolo, il vicesindaco Domenico Primerano, il consigliere comunale Nino Roschetti e il segretario generale Domenico Libero Scuglia.

Un incontro cordiale, nel corso del quale ci si è soffermati sulle nuove competenze dell’Autorità di sistema e sul ruolo che la stessa avrà nella gestione del porto di Vibo Marina. 

«L’incontro con i vertici dell’Autorità Portuale  – ha dichiarato il sindaco Limardo – è stato proprio finalizzato ad accelerare i percorsi ed allo stesso tempo condividere la progettualità dell’amministrazione in relazione alla nuova funzionalità dell’infrastruttura. Il primo punto discusso è stato quello degli investimenti da fare sullo scalo e per i quali esistono le risorse finanziarie necessarie, circa 18 milioni di euro, in riferimento alle quali già da mesi abbiamo avviato una proficua e fitta interlocuzione con la Regione. Sul punto l’Autorità Portuale ha dato ampia disponibilità».

Il sindaco ha, pertanto, espresso “soddisfazione” per «un incontro che ha permesso di capire a che punto sono alcuni temi importanti per il porto di Vibo Valentia e in che modo si dovrà procedere».

Il sindaco ha, poi, affrontato il tema della polifunzionalità del porto quale valore da salvaguardare per lo sviluppo del territorio, sia pure all’interno di una ordinata e armonica convivenza delle varie realtà presenti. Il porto deve essere un’area accogliente destinata anche al turismo nautico ed allo stesso tempo luogo di aggregazione. È stato affrontato anche il tema del livellamento dei fondali oltre che del necessario potenziamento dei servizi amministrativi.

Dopo aver premesso le novità che riguardano proprio l’Autorità di sistema e le nuove competenze, il Commissario Agostinelli  ha detto di ritenere “strategico” il rapporto diretto con le municipalità locali ed in particolare con i sindaci dei Comuni su cui insistono i porti del sistema, «indipendentemente da quanto stabilito dalla normativa».

«Come Commissario – ha aggiunto – ritengo che il confronto debba essere immediato proprio perché gli obiettivi di crescita devono essere condivisi. Oggi il sistema che andremo a creare potrà nascere solo se troveremo sintesi tra le aspirazioni del sistema e la sostenibilità di quello che immaginiamo di fare con lo sviluppo del territorio». (rvv)