230 beni confiscati alla mafia andranno agli Enti calabresi

Sono 230 i beni confiscati alla mafia, presenti in Calabria, che gli Enti calabresi voglio acquisire e per finalità istituzionali o sociali sulla base di uno specifico progetto di utilizzo. È quanto è emerso dalla conferenza organizzata dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e gestione dei beni confiscati, che ha avviato, per i mesi di novembre e dicembre, una serie conferenze di servizi, per ciascuna regione, finalizzata ad acquisire le manifestazioni di interesse, ai sensi della vigente normativa antimafia, su oltre 2.000 beni situati su tutto il territorio nazionale.

Le conferenze, è scritto in una nota dell’Agenzia, concludono un ciclo di attività, svolto in collaborazione con i Nuclei di Supporto delle Prefetture, «che ha consentito di sottoporre preventivamente agli Enti territoriali e all’Agenzia del Demanio in rappresentanza di tutte le Amministrazioni centrali dello Stato, i beni disponibili per consentire una manifestazione di interesse consapevole».

La scelta di partire dalla Calabria non è stata casuale, ma «per il suo valore simbolico quale territorio originariamente sede nazionale dell’Agenzia». In conferenza sono stati proposti 257 beni, il cui valore complessivo ammonta a 20.700.000 euro, di cui 106 siti nella Provincia di Reggio Calabria, 66 di Vibo Valentia, 47 di Catanzaro, 26 di Cosenza e 12 Crotone.

Di questi, gli Enti hanno manifestato interesse per 230 immobili presenti sul territorio, mentre alcuni beni, su richiesta dell’Agenzia del Demanio, saranno mantenuti al patrimonio dell’Erario per essere destinati alle forze di polizia. Le manifestazioni acquisite, per un valore di oltre 18.000.000, saranno sottoposte al Consiglio direttivo dell’Agenzia per la definitiva destinazione.

L’Agenzia «ha, altresì – si legge in una nota – fornito indicazioni sui fondi, nazionali ed europei, utilizzabili per finanziare i progetti di ristrutturazione degli immobili acquisiti ed ha messo a disposizione degli Enti locali un bando tipo per la successiva individuazione dei organismi del Terzo settore cui assegnare i beni». (rrm)

Con Confartigianato Imprese Calabria si parla dei beni confiscati alle mafie

Giovedì 9 settembre, sulla piattaforma Zoom e in diretta sulla pagina facebook di Confartigianato Imprese Calabria, alle 17, è in programma il webinar Beni confiscati alla mafia: problematiche e possibilità di sviluppo produttivo, organizzato da Confartigianato Imprese Calabria.

Oggi la presenza delle mafie in Italia è particolarmente forte e le inchieste della magistratura evidenziano che sempre più sono penetrate anche nelle regioni del centro nord, come dimostrano lo scioglimento di amministrazioni comunali per condizionamento mafioso in Piemonte, Lombardia e Liguria e il numero sempre crescente dei patrimoni mobiliari, immobiliari e aziendali sequestrati e confiscati.

Questi beni costituiscono oramai una quota importante dell’economia italiana e del sistema produttivo del Paese. Confartigianato, da sempre attenta al tema della legalità, proseguendo il confronto avviato a giugno sul tema dell’usura con la partecipazione del procuratore Lombardo, oggi intende affrontare un tema nuovo per l’organizzazione ovvero quello dei beni confiscati alla mafia. La nostra Organizzazione svolge un importante ruolo anche di attore sociale per lo sviluppo delle comunità e dei territori sani. Per queste ragioni, come evidenziato anche dall’Associazione “Libera” in un recente report, l’intervento delle politiche di coesione dovrà essere orientato al rafforzamento delle buone pratiche di antimafia sociale che sono state realizzate nei diciotto anni di applicazione della legge n. 109/96 sul riutilizzo per finalità istituzionali e sociali dei beni confiscati.

Dopo i saluti del Presidente di Confartigianato Imprese Calabria, Roberto Matragrano, interverranno Alessandro Messina, DG di Banca Etica, e Walter Ignazitto, sostituto procuratore DDA Reggio Calabria.

Conclude Bruno Panieri, Direttore Politiche Economiche della Confartigianato Imprese. (rcz)