L’indice di rischio delle imprese: un’analisi della Camera di Commercio di Reggio

Quando è alto l’indice di rischio per le imprese di fronte alla cosiddetta fase 2? Come è possibile valutare e calcolare le misure necessarie per affrontare  la ripartenza. È utile a questo proposito il modello di stima prodotto dall’UnionCamere nazionale e presentato dalla Camera di commercio di Reggio.

In vista della progressiva riapertura delle attività economiche e dell’avvio della Fase 2 dell’emergenza Covid-19, Unioncamere nazionale, in collaborazione con Si.Camera – Sistema Camerale Servizi, ha elaborato un modello di stima dei profili di rischiosità delle attività ad oggi autorizzate e di quelle sospese dai recenti DPCM del Presidente del Consiglio, elaborando anche un indicatore di rischiosità medio su base  territoriale, in ragione delle diverse specializzazioni produttive che caratterizzano le province italiane.

La stima è stata realizzata sulla base di dimensioni essenzialmente riconducibili al grado di interazione diretta con il prossimo (colleghi, clienti, pazienti) che ciascuna figura professionale registra per lo svolgimento ordinario delle mansioni di competenza, basandosi sull’assunto che il rischio patologico si manifesti nella misura in cui una data professione contenga, tra i requisiti richiesti per svolgerla, alcuni “meccanismi procedurali” che – senza adeguata protezione – espongono inevitabilmente ad un potenziale contagio.

Lo studio evidenzia che vi è un elevato rischio nelle professioni scientifiche e tecniche (0,66), che include le professioni sanitarie, mentre  gli artigiani e gli operai specializzati e gli agricoltori mostrano un indice di rischiosità molto basso (0,04).

Aggregando i valori di rischiosità delle professioni per settori di attività economica in cui esse operano, emerge che i servizi primari alle persone (soprattutto per effetto della sanità) associano ad un’alta strategicità anche livelli elevati di rischiosità (0,90). Altri settori caratterizzati da un valore medio elevato sono la Pubblica Amministrazione – che include anche la difesa – (0,61) e i servizi collettivi e personali (0,55). Ad un livello intermedio si colloca la filiera turistica (0,40), le attività finanziarie ed assicurative (0,37) e le altre attività dei servizi (0,31). Il commercio registra un valore di rischiosità di 0,20, anche se al suo interno si registrano livelli maggiori per il commercio al dettaglio (0,24) e minori per quello all’ingrosso (0,18), il che deriva essenzialmente dalle diverse frequenze di contatto con il pubblico che le due attività osservano. Una minore rischiosità è infine associata all’agricoltura (0,07) e alle costruzioni (0,13), così come alle attività dell’industria in senso stretto (0,16).

Lo studio evidenzia una maggiore rischiosità per le Regioni del Mezzogiorno, per effetto della maggiore caratterizzazione di attività del settore terziario (servizi diretti alla persona, ristorazione, turismo) e minor presenza delle attività industriali, come visto caratterizzate da una minore rischiosità.

Con riferimento alla Città metropolitana di Reggio Calabria, considerando le imprese non ancora autorizzate, si evidenzia un indice di rischiosità medio pari a 0,309, superiore al dato medio nazionale di 0,297. Considerando invece l’intera economia, ovvero includendo anche quelle attività già autorizzate in quanto ritenute essenziali, Reggio Calabria si colloca leggermente al di sotto del dato medio nazionale con un indice pari a 0,357 a fronte di un indice medio Italia di 0,367.

«Sebbene le misure di emergenza messe in atto abbiano consentito di contenere a Reggio Calabria  il contagio da Covid-19 – ha dichiarato il Presidente della Camera di commercio  Antonino Tramontana –  le considerazioni emerse dallo studio, evidenziano la necessità di non abbassare il livello di attenzione e di intervenire anche territorialmente affinché gli operatori siano messi in condizioni di attivare tutte le misure di  protezione necessarie a contenere il rischio di contagio. Anche alla luce della tabella di marcia comune europea verso la revoca delle misure di contenimento della Covid-19, presentata il 15 aprile dai Presidenti del Consiglio europeo e della Commissione europea, nonché della necessità di costruire un piano europeo di rilancio globale e di investimenti straordinari, il documento può contribuire a fornire ulteriori elementi di valutazione al decisore politico per la determinazione di livelli di priorità di interventi e si qualifica come documento integrativo alle valutazioni prodotte dalle Amministrazioni centrali e dagli Organismi tecnici deputati».

Lo studio evidenzia che a Reggio Calabria, come per il resto della Penisola, le maggiori criticità si associano alle classi di età maggiori, se si guarda al complesso delle attività economiche. Basti pensare come il rischio si attesti a 0,238 per la fascia di età compresa tra 25 e 34 anni e 0,483 per coloro che registrano un’età pari o superiore ai 65 anni.

Tuttavia, gli equilibri si invertono se si considerano solo le imprese non ancora autorizzate, probabilmente per  esclusione di quelle professioni mediche che sovrappopolano le fasce di età lavorative più avanzate.

L’analisi offre, infine, una valutazione di genere, evidenziando una maggiore rischiosità per le donne (0,483 contro 0,283 dei maschi), in linea con le tipologie di attività lavorative svolte, spesso a maggior contatto con l’utenza. (gsp)

CAMERE COMMERCIO REGGIO E MESSINA, INSIEME PER LA MOBILITÀ SULLO STRETTO

12 settembre – Un impegno comune per facilitare la mobilità nello Stretto: le Camere di Commercio di Reggio e Messina uniscono le funzioni di promozione dello sviluppo economico del territorio in un quadro di collaborazione che potrà dare ottimi risultati. È quanto emerge dall’incontro, svoltosi presso la sede dell’ente camerale reggino, al quale hanno preso parte i Presidenti delle due Camere, Antonino Tramontana ed Ivo Blandina, il Segretario Generale Natina Crea, e i rappresentanti delle compagnie di navigazione che operano nell’area dello stretto Caronte & Tourist spa, Meridiano Lines srl e Bluferries srl.
L’incontro, che ha dato seguito ad un percorso di collaborazione tra i due enti camerali già iniziato da qualche mese, è stato un primo passo per ragionare insieme agli operatori su specifiche proposte per rendere concreta una maggiore integrazione tra le economie dell’Area dello Stretto.
«Centrale per questo obiettivo – secondo il presidente della Camera di commercio di Reggio Calabria, Antonino Tramontana – è la facilitazione dell’attraversamento di persone e merci, attraverso la sperimentazione di strumenti idonei ad incrementare gli spostamenti e stimolare le motivazioni di viaggio. Una ipotesi sostenibile è l’integrazione tra il biglietto per il trasporto marittimo, scontistiche e agevolazioni su beni e servizi, con un intenso coinvolgimento delle imprese operanti nei due territori.
La ricerca di questi strumenti – ha dichiarato il Presidente Tramontana – potrà determinare un potenziamento dei flussi turistici tra i due territori metropolitani, flussi che potrebbero trarre un notevole impulso da condizioni più favorevoli e da una maggiore fruibilità dei collegamenti; questo vale anche per gli scambi commerciali tra le due sponde che oggi sono particolarmente penalizzati dalla situazione dei collegamenti».
Le facilitazioni nell’attraversamento porteranno benefici determinanti anche all’aeroporto dello Stretto, che è molto legato al bacino di utenza messinese, e che con le giuste proposte di collegamento tra le due sponde potrebbe essere fortemente valorizzato rispetto al passato.
Il Presidente della Camera di commercio di Messina, nel suo intervento, ha sottolineato che «È stato avviato un prezioso confronto con i vettori che consentirà di pianificare attività di sviluppo del traffico marittimo, fondamentale supporto per accrescere gli scambi economici, ma anche culturali e sociali, tra le due aree metropolitane in riva allo Stretto. L’idea è quello di creare efficienza grazie alla complementarietà delle azioni di promozione delle due Camere con ricadute positive in termini di economie e di diversificazione dei servizi di collegamento».
Particolare soddisfazione è stata espressa per la piena disponibilità ed apertura manifestata dai partecipanti, che si sono dati appuntamento a stretto giro per definire in maniera concreta un piano di azioni da attivare nel breve termine. (rrc)