LAMEZIA – Al via bando per Servizio Civile

Fino al 15 febbraio 2024 si potrà fare domande per partecipare alla selezione dei 52.236 giovani da impiegare in progetti di servizio civile in Italia e all’Estero. Tra questi, ci sono anche i progetti della Caritas di Lamezia Terme, che hanno durata di 12 mesi.

Gli aspiranti operatori volontari devono presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on Line (DOL) raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all’indirizzo //domandaonline.serviziocivile.it. Per accedere ai servizi di compilazione e presentazione domanda sulla piattaforma DOL occorre essere riconosciuto dal sistema.

I cittadini italiani residenti in Italia o all’estero possono accedervi esclusivamente con SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Sul sito dell’Agenzia per l’Italia Digitale www.agid.gov.it/it/piattaforme/spid sono disponibili tutte le informazioni su cosa è SPID, quali servizi offre e come si richiede. Per la Domanda On-Line di Servizio civile occorrono credenziali SPID di livello di sicurezza 2. I cittadini di Paesi appartenenti all’Unione europea e gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, se non avessero la disponibilità di acquisire lo SPID, potrebbero accedere ai servizi della piattaforma DOL attraverso apposite credenziali da richiedere al Dipartimento, secondo una procedura disponibile sulla home page della piattaforma stessa.

I cittadini extra comunitari regolarmente soggiornanti in Italia al momento della presentazione della domanda On-Line devono obbligatoriamente allegare, oltre ad un documento di identità valido, anche il permesso di soggiorno in corso di validità o la richiesta di rilascio/rinnovo dello stesso. (rcz)

L’OPINIONE / Caterina Villirillo: Al 2024 chiedo un furgone per portare da mangiare ai poveri di Crotone

di CATERINA VILLIRILLO – Il dato nazionale diffuso dalla Caritas è molto chiaro, eloquente, duro, e purtroppo non lascia spazio a nessun tipo di giustificazioni: da quando è stato eliminato il reddito di cittadinanza, le famiglie povere sono aumentate esponenzialmente. È un caso? Io penso proprio di no. Anche e soprattutto perché le grandi difficoltà, l’evidente disagio e la disperazione che tante famiglie sono costrette a subire, le vivo quotidianamente con la mia associazione.

Mani tese di poveri che aumentano sempre di più, che non hanno cibo in tavola, che non riescono a pagare le bollette, il fitto di casa, proprio a causa di un essenziale sostegno sociale che non c’è più. Si tratta di un dato oggettivo che ritengo inconfutabile, ed anche inaccettabile. Libere Donne nelle ultime settimane ha venduto 100 bambole, e quasi tutto l’incasso è stato utilizzato per l’acquisto di viveri da consegnare poi alle numerose famiglie crotonesi indigenti.

Persone che, come vedete, si aggrappano a noi come ad un salvagente: «Non sto ad elencare che questo mese mio marito è all’ultimo mese di reddito, lui ha 62 anni». «Naturalmente per un po’ di spesa per Natale». «Buongiorno cara, mi puoi dire se posso passare dalla tua associazione libere donne, che io ti ho visto venerdì all’Md?” Poi dobbiamo aspettare fino a febbraio».

Ecco, questa è la Crotone che ahimè in molti dimenticano, o che addirittura non conoscono. Nonostante l’aiuto del banco alimentare, e nonostante la raccolta di generi alimentari che abbiamo svolto davanti ai supermercati, la situazione a Crotone è sempre più difficile. Buste e buste di spesa, che in seguito abbiamo potuto consegnare grazie al prezioso contributo di un volontario dal cuore grande, che da cinque anni ci presta il suo furgone.

E intanto la fame aumenta, così come le richieste di famiglie che chiedono un aiuto. Allora sapete che c’è? C’è che al nuovo anno, (o a chi per esso), chiederò di regalarci un furgoncino, anche usato, magari insieme alle chiavi della nuova e promessa sede per l’associazione, che ancora oggi l’Aterp non ci ha consegnato. Perché, credetemi, cari uomini di “buona volontà”, voi che potete, è umanamente impossibile riuscire a fare più di quello che già facciamo…  (cv)

[Caterina Villirillo è presidente Libere Donne Crotone]

A Padova viene ricordato Don Italo Calabrò fra i pionieri della Caritas

Un incontro a Padova per parlare della Caritas e uno dei suoi pionieri calabresi, Don Italo Calabrò.

Un momento intenso, un profumo di santità ha accompagnato l’incontro tenuto a Padova, su iniziativa della Fondazione Zancan, della Caritas Italiana e dalla Diocesi con il suo Vescovo Claudio Cipolla che introducendo l’incontro ha ricordato i due grandi sacerdoti che hanno contribuito alla nascita della Caritas Italiana dandogli una impronta precisa, svolgere una funzione pedagogica e di animazione pastorale avendo l’obiettivo di fare sentire tutti i cristiani testimoni della carità.

Un organismo ecclesiale che nel 1970 Paolo VI ha voluto sull’onda del rinnovamento ecclesiologico proposto dal Vaticano II che nel racconto di Antonio Cecconi, già Direttore nazionale della Caritas, italiana ha visto fin dall’inizio don Calabrò coinvolto. Qualche mese dopo la costituzione formale del nuovo organismo pastorale, avvenuta nel luglio 1971, Monsignor Giovanni Nervo chiede infatti collaborazione a don Italo per la gestione del primo intervento sul territorio, quello per l’alluvione che si era verificata in alcuni territori del Sud, nei primi giorni del 1972.

In quello stesso anno, Nervo diventa il Presidente di Caritas Italiana, mentre don Italo Calabrò, delegato regionale della Calabria, viene designato componente della Presidenza, in rappresentanza del Sud, e conserverà questo incarico per più di un decennio, offrendo così un contributo importante alla definizione delle dorsali teologico-pastorali lungo le quali il nuovo organismo sarà chiamato a muoversi, sollecitando l’attenzione di tutta la Chiesa italiana verso le problematiche sociali ed ecclesiali delle regioni meridionali.

Sotto la guida di Nervo, Calabrò e don Pasini, la Caritas Italiana propone un modo nuovo di stare sul territorio, che supera l’assistenzialismo e la beneficenza tradizionali e mette a fondamento della prassi la contemplazione del mistero dell’amore di Dio che si incarna nella storia e fa i conti con le sue tensioni e le sue contraddizioni, aprendo una prospettiva di salvezza non a prescindere da esse, ma attraverso di esse. Alla scuola di questo amore, non è più possibile separare l’ascolto della Parola e quello del grido degli impoveriti, dei marginali, di quelli che vivono ai bordi della vita sociale.

Diego Cipriani, responsabile per il servizio civile della Caritas ha testimoniato il ruolo fondamentale svolto da Don Calabrò anche nella scelta di avviare in tutte le Diocesi l’obiezione di coscienza ed il servizio civile definite scelte esemplari da proporre ai giovani, in anni del post 68 che registravano molti fermenti sociali. Nel suo intervento, a nome del centro Comunitario Agape e della Piccola Opera Papa Giovanni, Nuccio Vadalà uno dei primi giovanti coinvolti, ha confermato la grande amicizia e stima reciproca tra i due sacerdoti.

Don Calabrò da direttore della Caritas di Reggio Calabria, incarico che conserverà fino al 1985, si preoccupa di tradurre in percorsi concreti le indicazioni pastorali definite a livello nazionale, tentando di contribuire allo sviluppo autentico del territorio anche attraverso iniziative concrete, da proporre e valorizzare come segno per l’intera comunità cristiana.

Con una attenzione particolare alle persone rinchiuse nell’ospedale psichiatrico ed alla infanzia abbandonata, al contrasto alla ndrangheta. In un convegno del 1984, così afferma: «Si tratta di modeste realizzazioni che non esauriscono, certo, i bisogni degli specifici settori cui sono finalizzate.

La Caritas Diocesana di Reggio, nel porre in atto tali iniziative, si è attenuta ad alcuni criteri inderogabili. Compito prioritario della Caritas non è la gestione diretta di opere, bensì quello di formare e animare la Chiesa locale (parrocchie, gruppi, famiglie, singole persone) a rendere concreta testimonianza di amore, nella giustizia e nella verità, verso le persone e le comunità in situazione di difficoltà.

Nelle conclusioni Tiziano Vecchiato, presidente della Zancan, ha comunicato che anche la Diocesi di Padova unitamente alla Caritas Italiana, sta pensando di proporre come per Don Italo l’avvio dell’inchiesta per la causa di beatificazione di Mons. Giovanni Nervo. (rrc)

Il presidente del consiglio regionale Mancuso all’iniziativa Caritas di a Lamezia Terme

«È l’occasione per sfrondare la retorica che spesso avvolge il dibattito pubblico e prestare attenzione alle persone, rinnovando l’impegno collettivo a costruire una società in cui ogni individuo possa godere dei diritti fondamentali e vivere con dignità».

L’ha detto il presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso, intervenendo a Lamezia Terme all’iniziativa della Caritas diocesana in occasione della “VII Giornata mondiale del povero”.

Ha aggiunto: «Il Rapporto 2023 della Caritas su ‘Povertà ed esclusione sociale in Italia’ (diffuso pochi giorni fa), mostra dati drammatici: circa 6milioni i poveri assoluti (+357mila rispetto al 2021), pari al 9,7% della popolazione. Un residente su dieci oggi non ha accesso a un livello di vita dignitoso. A rischio povertà ed esclusione sociale ci sono 14 milioni 304mila persone, il 24,4% della popolazione totale. Sono i ‘numeri della vergogna’, che diventano più allarmanti nelle regioni più storicamente svantaggiate del Paese. Ma non bisogna dimenticare, come ribadisce Papa Francesco, che dietro ogni statistica ci sono storie di coraggio, resistenza e di incalzanti necessità di cui prendersi carico, assumendoci, ciascuno per le proprie competenze, la responsabilità».

Il presidente Mancuso ha apprezzato “il lavoro di contrasto alla povertà di tutti i volontari e gli operatori della Caritas: «Ci dimostrano come passare dalla consapevolezza all’azione, realizzando ponti di speranza e di concreto cambiamento. Le sfide globali richiedono soluzioni globali, ma ciascuno di noi, a partire dalle Istituzioni che rappresentiamo, dobbiamo impegnarci a promuovere politiche inclusive, a sostenere progetti di sviluppo sostenibile e a lavorare insieme per eliminare le disparità che alimentano la povertà. Dobbiamo attivarci con un supplemento di idee e risorse, per garantire l’accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria e alle opportunità economiche». (rcz)

A Cosenza l’evento di Caritas “Vento da Sud”

Domani mattina, nella Sala degli Stemmi della Provincia di Cosenza, è in programma Vento da Sud: Abitare il territorio sognare il cambiamento, sentire la corresponsabilità di Caritas Nazionale.

L’iniziativa è promossa in rete con la delegazione Caritas calabrese, il Forum del Terzo Settore e CSVnet come contributo specifico nel cammino di riflessione, rilancio e promozione dei valori del volontariato, iniziato lo scorso anno a Bergamo in occasione della 37a Giornata Internazionale del Volontariato e che culminerà con la celebrazione della 38a Giornata il prossimo 5 dicembre a Cosenza, quest’anno Capitale Italiana.

Il convegno sarà l’occasione per approfondire il tema dei divari del Sud e, in particolare, mettere in luce il valore delle reti territoriali per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia. È necessario, infatti, riaffermare principi come sussidiarietà, solidarietà, dignità della persona umana e bene comune in vista della costituzione di un sistema di relazioni tra le persone fondato sulla cooperazione e sulla collaborazione, per trovare le migliori risposte a livello di sistema e a livello di interazioni con i singoli.

Si tratta di una riflessione che si colloca nel percorso di lavoro – definito “Strategia con il Sud” – che Caritas italiana ha avviato sul finire del 2021, con le Caritas diocesane presenti nel Mezzogiorno del Paese, finalizzato a sviluppare una maggiore consapevolezza sul tema dei divari e un impegno più focalizzato rispetto al tema dello sviluppo e dell’advocacy territoriale. L’obiettivo è quello di instaurare un dibattito che possa offrire nuovi spunti di riflessione e dare spazio a prospettive per il futuro. 

«È necessario lavorare – sottolinea il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagnielloperché siano possibili piani di corresponsabilità che includano e favoriscano un’opera di comunità. Non ci stanchiamo di costruire reti e attivare alleanze, scegliendo di “fare sistema” per generare vita. Facciamo in modo che le nostre realtà siano uno spazio privilegiato dove è possibile intessere relazioni e stringere legami. La complessità della società chiede risposte complesse: nessuno possiede tutto e perciò ciascuno ha bisogno di ricevere dagli altri, prima ancora di donare agli altri».

Dopo i saluti di don Bruno Di Domenico, delegato regionale Caritas, Walter Nanni della Caritas italiana presenterà le tendenze dai dati povertà 2022 mentre Giorgio Marcello, ricercatore di sociologia generale del dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria relazionerà su “Sud: i divari che chiamano ad una cittadinanza attiva”. Il tema “Strategia Sud” sarà trattato da Francesco Marsico della Caritas Italiana. Seguirà una tavola rotonda su “La voce dei territori” alla quale interverranno Maria Antonietta Manna della Caritas Lungro, Adriana Raso ed Elvira Pelle del Progetto Policoro Calabria, Domenico Leggio, delegato regionale Caritas Sicilia.

Poi sono previsti gli interventi di Luciano Squillaci, portavoce Forum Terzo Settore Calabria e di Maria Bamundo, consigliera CSVnet. Le conclusioni sono affidate al vicepresidente Cei, Francesco Savino, i saluti finali a don Marco Pagniello, direttore della Caritas Italiana. A moderare i lavori sarà Rocco Pezzullo di Caritas Italiana. (rcs)

LOCRI (RC) – Dal Rotary Club doni alla Caritas della Diocesi Locri-Gerace

Il Rotary Club Locri ha donato coperte e suppellettili alla Caritas della Diocesi di Locri-Gerace.

L’incontro fra la delegazione rotariana, guidata dal presidente  Vincenzo Schirripa e don Rogobert, è avvenuto presso i locali della stessa Caritas, dove sono state consegnate coperte e suppellettili da destinare alle famiglie bisognose.

Dopo i ringraziamenti e la gratitudine espressi dal direttore della Caritas, è intervenuto il dott. Schirripa che, oltre ad aver citato Papa Francesco – «chiedo espressamente a tutti voi che siete insieme con me a servizio del Vangelo il regalo di Natale: la vostra collaborazione generosa e appassionata nell’annuncio della Buona Novella soprattutto ai poveri» – ha fatto suo il messaggio compiendo un gesto fattivo di solidarietà sostenuto da tutti i soci del Rotary Club di Locri.

«Non potevamo rimanere inerti di fronte all’emergenza in corso – ha detto ancora –. Il primo obbligo degli appartenenti alla nostra associazione è, infatti, quello di contribuire a sostenere ed alleviare i bisogni della comunità locale e a questo scopo il nostro Club dedica tutti i propri sforzi». 

«La pandemia Covid-19 e la conseguente sospensione dell’attività di presenza – ha concluso – ci ha obbligato cambiare alcune nostre abitudini, ma la nostra azione sul territorio non si ferma; il Rotary è composto da persone pronte ad agire, che anche in questo momento di difficoltà dimostrano che anche a distanza, ci sono molti modi per aiutare». (rrc)