Domani mattina, alcuni pescherecci sosteranno davanti all’imbocco del Porto di Gioia Tauro per protestare contro il caro carburante, che «sta rendendo impossibile a chi vive di pesca arrivare a fine mese».
Giuseppe Rizzo, segretario di Uiltrasporti Calabria, ha riferito che il sindacato si «affianca a questa giusta protesta pacifica per richiedere con forza e determinazione, un immediato intervento da parte del Governo nazionale e regionale».
«L’’aumento sproporzionato e immotivato del carburante, infatti – ha spiegato – non consente a migliaia di lavoratori di poter garantire i bisogni quotidiani alle proprie famiglie. I lavoratori non possono e non vogliono aumentare il prezzo del pescato per una serie di motivi, tra cui il rischio concreto che lo stesso rimanga invenduto. Questa protesta, unitamente alle altre che stanno interessando tutto il territorio nazionale vuole riportare su questa delicata problematica l’attenzione del Governo nazionale, affinché vengano ricercate e trovate, con prontezza, le giuste soluzioni alla problematica legata al caro gasolio».
«La Uiltrasporti, nel ribadire la propria vicinanza ai lavoratori del settore – ha concluso Rizzo – chiede un intervento immediato al presidente della Regione, Roberto Occhiuto che, da sempre, ha dimostrato massima attenzione e piena disponibilità nell’affrontare le problematiche dei lavoratori. Come Uiltrasporti, infine, vigileremo su questa protesta e saremo pronti a dire la nostra sulle soluzioni che saranno ricercate per garantire l’intero sistema produttivo, compreso l’indotto».
All’appello a un intervento per questa situazione di crisi arriva anche dal consigliere comunale di San Ferdinando, Gianluca Gaetano, che ha ricordato come «quello della pesca è un settore trainante per molte economie locali, ed è basato su prestazioni lavorative estremamente faticose e usuranti».
«In segno di rispetto per questi lavoratori – ha aggiunto – che consentono a molti comparti economici di disporre di prodotti di qualità, rivolgiamo agli organi di governo un appello affinché adotti tempestivamente tutte le misure utili a superare le difficoltà del settore, per restituire ai pescatori quella serenità di vita che è condizione essenziale per la crescita armoniosa dell’economia e della società».
«Ci affianchiamo alla protesta degli armatori e dei marinai – ha proseguito – che, di fronte all’impossibilità conseguire i frutti della propria fatica per fattori esterni e spesso ingiustificati, hanno deciso di far sentire la loro voce in modo deciso con uno sciopero per rappresentare la gravità della situazione e l’urgenza di misure correttive o compensative. Siamo e saremo al fianco di queste persone che praticano la nobile arte della pesca e consentono, con la loro silenziosa operosità, l’approvvigionamento alle famiglie e ai ristoratori di quei prodotti ittici che sono un elemento essenziale e prestigioso della nostra dieta mediterranea».
«Il nostro pensiero va in particolare alla flotta sanferdinandese che, tra impiego diretto e indotto – ha concluso – occupa circa 100 persone cui corrispondono altrettante famiglie che non meritano di vivere, senza alcuna responsabilità, l’incubo della disoccupazione e della difficoltà economica». (rrc)