La grande bellezza. Si potrebbe riassumere con il titolo del celebre film di Paolo Sorrentino quanto accaduto a Lauropoli dove l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giovanni Papasso, ha organizzato la manifestazione di inaugurazione e intitolazione a Sara Mariucci del nuovo parco giochi di via Paolino Chidichimo. Era il 5 agosto 2006 quando Sara, 3 anni, venne folgorata e uccisa da una scarica elettrica mentre gioca alle giostre. Era su un cavallo a dondolo. Sara Mariucci era originaria di San Martino in Colle.
La mamma, Anna Armentano, ha vissuto per tutto il tempo, fino al suo matrimonio con un giovane di Gubbio, proprio nella frazione di Lauropoli. La famiglia, infatti, stava trascorrendo le vacanze a Villapiana. La piccola era rimasta folgorata molto probabilmente perché i suoi piedini scalzi hanno toccato un filo elettrico scoperto che alimentava il gioco. Era su un cavallo a dondolo, si era chinata per raccogliere il gettone usato per far partire il dondolo. Ma quel movimento le è stato fatale.
Per ricordare la memoria di questa bambina amata da tutti e della sua famiglia l’amministrazione comunale ha deciso di intitolarle questo parchetto affinché tutti non dimentichino mai quanto accaduto. Alla cerimonia erano presenti, oltre al sindaco e al dottor Antonio Marziale, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, giunta, consiglieri e dirigenti-dipendenti comunali, le forze dell’ordine, tante autorità civili, religiose e militari, e, soprattutto, le scuole e tantissimi bambini accorsi per festeggiare il lieto evento e divertirsi insieme.
Nel corso del suo intervento il sindaco ha ringraziato tutti quelli che si sono spesi per l’organizzazione della bellissima iniziativa e per la corposa presenza. «Inauguriamo – ha detto – un’opera in un quartiere che ha un’urbanizzazione eccessiva e necessitava di un intervento di questo tipo. È un’opera pensata e realizzata per l’infanzia e i bambini figlia di una sinergia tra Comune, Scuola e Chiesa affinché si possa sempre più educare la nostra comunità. Ringrazio – ha detto ancora – Antonio Marziale per il fondamentale carico di umanità che ha messo al nostro servizio e per avere individuato il nostro Comune come sede decentrata del Garante dei Minori. Questa manifestazione – ha concluso – è servita ancora una volta a ribadire come Cassano sia contro ogni forma di violenza, delinquenza e criminalità organizzata. Qui portiamo ancora una volta in piazza la Cassano bella. Questa onda lunga continua e continuerà il suo corso».
Ma alla grande bellezza segue un grande insegnamento. Prima della cerimonia il dottor Antonio Marziale, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, e il sindaco Papasso, si sono recati al Cimitero comunale per portare un mazzo di fiori sulla tomba del piccolo Cocò.
«Prendiamo Cocò come esempio – ha ribadito il dottor Marziale – per far vedere cos’è la realmente mafia e che non è vero che i mafiosi non toccano i bambini e le donne. Anzi, sono tanti i bimbi ammazzati dai mafiosi, è un disonore che taglia il tempo. L’esempio di Cocò deve servire da deterrente alla fascinazione di certi ambienti, soprattutto di questi tempi. Sara, invece, è stata vittima di fatalità ed è, invece, l’esempio di quanto gli adulti debbano stare attenti ai bambini in ogni occasione. Attraverso me – ha insistito – la Calabria perbene ha voluto mandare a questi due bambini un bacio. Sono grato al sindaco Papasso per avere costruito questo il parco perché gli spazi dedicati ai bambini nelle città dovrebbero essere tanti. Sono commosso per la presenza della mamma di Cocò: il suo dolore è il dolore di tutti noi. Come Garante posso affermare che questo è stato il momento più forte, emozionante e partecipe del mio mandato e anche per questo abbiamo deciso che istituiremo a Cassano un punto di rappresentanza del mio ufficio per tenere gli incontri che verrò a fare in zona». (rcs)