Il Centro Agape: Comune di Reggio faccia qualcosa contro povertà delle madri sole

Serve che il Comune di Reggio Calabria intervenga contro la povertà delle madri sole. È l’appello lanciato dal Centro Comunitario Agape, guidato da Mario Nasone, chiedendo uno sforzo aggiuntivo da parte di Palazzo Alvaro «in un momento storico che registra un aggravarsi, in tutta la Calabria, delle condizioni di fragilità e di esclusione sociale di fasce sempre più ampie di popolazione che  crescerà con i tagli ulteriori previsti con i nuovi decreti sul reddito di cittadinanza».

Per esempio, suggerisce il Centro, «da subito potrebbero anche essere utilizzati  i fondi assegnati dalla regione Calabria per un piano di lotta alla povertà e il Comune di Reggio  ha già avuto assegnati un milione e settecentomila euro e dovrà predisporre un programma di utilizzo».

Il Centro, infatti, per far capire la gravità della situazione, riporta la richiesta di aiuto da parte di una madre di cinque figli e vedova, ritrovatasi a fine settembre senza il pagamento del reddito di cittadinanza che le è stato sospeso, compresi gli assegni dei bambini che non sono stati corrisposti.

«Questo mese dovevo pagare, oltre le spese alimentari, vestiario, utenze, libri,  spesa, divise tutto ciò che occorre per i miei 5 figli – ha spiegato la donna – quindi ho ripresentato nuova domanda al Caf ma  sia questo mese che il prossimo starò senza soldi, perché il tempo che la domanda venga lavoratasi  prevede che verrà messa in pagamento il 15 di novembre».

«Come farò in questi due mesi, senza  reddito? – ha chiesto –. Come si fa ad affrontare la vita senza nessun’entrata per me? questi soldi sono essenziali  mi aiutano a provvedere giornalmente a ciò che occorre ai bambini».

«Quello delle madri sole o famiglie monogenitoriali che in Calabria, secondo l’Istat sono bel trentamila – ha riportato il Centro Agape – è uno dei tanti volti  della morsa della povertà che si sta allargando in tutta la regione anche a seguito delle misure dal  governo sul reddito di cittadinanza».

«Una misura – viene evidenziato – che non risolve il problema ma rappresenta,  comunque, un salvagente temporaneo per che rischia di affondare nella miseria e nell’esclusione sociale».

«Non è soprattutto tollerabile, da parte del Governo – denunciato il Centro – la scelta di sospendere anche per pochi mesi  una misura come quella del Rdc quando ci sono di mezzo minori favorendo di fatto il rischio della dispersione scolastica, la povertà educativa, l’istituzionalizzazione».

«Serve, anche – viene ribadito – una assunzione maggiore di responsabilità da parte anche del comune di Reggio che  deve fare la sua parte senza scaricare tutto sul governo. Nei mesi scorsi il Centro Agape e la Coop. Soleinsieme hanno svolto delle audizioni con le commissioni politiche sociali e Pari Opportunità  del Comune dove hanno ampiamente riferito su questa emergenza sociale e presentato delle  proposte».

Si tratta, nello specifico, dell’attivazione di un protocollo tra tutti gli Enti interessati a questa tematica, documento  che era stato presentato prima dell’estate a palazzo S. Giorgio dalla referente per le pari  opportunità Angela Martino, che ha ricevuto l’adesione dei vari soggetti istituzionali ma non è  stato ancora sottoscritto».

«Un accordo importante – viene sottolineato – che toccava anche i temi del diritto alla casa e dell’utilizzo dei beni confiscati, della formazione professionale, dell’inserimento lavorativo, del  sostegno alla genitorialità. Ancora, la richiesta di inserimento nel bilancio del comune di una  somma per questa specifica povertà e per il welfare in generale».

«Come ha ricordato il Presidente di Agape Mario Nasone – continua la nota – anche nei tempi più bui come quelli dello scioglimento del comune per  mafia il terzo settore, con l’allora commissario Panico era riuscito a salvare due milioni di euro  nel bilancio del comune per garantire alcuni servizi, somme sparite nei bilanci successivi».

«Quasi un  anno fa l’assessore Irene Calabrò – conclude la nota –che ha lavorato bene per il piano di rientro aveva promesso che  sarebbero stati ripristinati questi fondi con gli avanzi di bilancio prevedendo dei capitoli per il  welfare ma non c’è stato seguito a questo annuncio». (rrc)

REGGIO – L’incontro del Centro Agape su famiglie ferite ed educazione dei figli

Venerdì 13 gennaio, a Reggio, alle 18, nella sala Conferenze della Parrocchia del Crocifisso, è in programma un incontro promosso dal Centro Comunitario Agape sul tema delle famiglie ferite ed educazione dei figli.

Il programma prevede gli interventi di Don Marco Scordo, Parroco, Giuseppe Marino ed Enza Neri (Centro Comunitario Agape), Aldo Riso e Marina Cutrupi, Forum Associazioni Familiari), Ettore Triolo e Giovanna Canale (Parrocchia Crocifisso), Don Mimmo Cartella, Ufficio Pastorale della famiglia Diocesi Reggio- Bova, Mons. Salvatore Nunnari, Vescovo emerito. Momento centrale la relazione sulla guarigione della famiglia ferita di Leonardo Trione, Consulente e Mediatore familiare- Associazione “Comunità Arca della Alleanza” Arcidiocesi Diocesi Trani-Barletta-Bisceglie, conclusioni Mario Nasone, Presidente centro Comunitario Agape. Coordina Giuliano Quattrone, direttore di Nem-Nessuno Escluso Mai. L’incontro sarà trasmesso in diretta nella pagina Facebook del Centro Agape.

Il tema delle famiglie ferite rappresenta una vera e propria emergenza ed è strettamente collegato alla crisi del matrimonio e della famiglia, uno dei problemi più grandi della nostra società che toccato anche la nostra comunità locale.

Famiglie ferite a seguito di separazioni, divorzi, di crisi di coppia e di conflittualità con disagi anche gravi che ricadono sui figli l’anello più debole. Ma anche donne vittime di violenze, ragazze madri e gestanti nubili, famiglie con congiunti affetti da malattie mentali o dipendenze, carcerazioni, profughi che hanno visto le loro famiglie spezzate a causa della guerra e delle migrazioni. Con ricadute spesso pesanti sui figli, con un aumento della dispersione scolastica spesso accompagnata da ritiro sociale (Hikikomori) di adolescenti sempre più isolati, sfiduciati, senza riferimenti.

Un mondo giovanile sempre più distante anche dalla Chiesa come è emerso dai lavori sinodali. Con un sistema educativo e di welfare del nostro territorio inadeguato a dare risposte, con la rete dei consultori negli anni smantellata, senza una organizzazione di servizi di neuropsichiatria e di presidi psicologici nelle scuole.  

Chiesa Locale ed associazioni della nostra Diocesi riescono ad intercettare una parte di questo disagio attraverso i diversi e preziosi servizi di aiuto alla vita, di accompagnamento delle coppie, di accoglienza di donne in difficoltà promossi da diversi organismi di ispirazione cristiana. Sfide che richiedono uno sforzo aggiuntivo con investimenti in formazione e servizi di ascolto e sostegno, con un coinvolgimento di tutte le componenti della comunità ecclesiale, ma anche politiche educative e sociali puntuali.

Per rilanciare questo impegno il Forum delle associazioni familiari, il Centro Comunitario Agape, la Parrocchia di San Sebastiano al Crocefisso hanno promosso un momento di formazione come occasione per ascoltare le grida di aiuto che vengono da questi mondi di fragilità del nostro territorio, per confrontarsi con una esperienza esemplare come quella della Comunità Arca della Alleanza della Diocesi di Trani, Bisceglie Barletta, uno stimolo per valutare percorsi possibili di collegamento per rilanciare l’impegno della nostra chiesa locale e delle associazioni come risposta a queste sfide, un momento che s’inserisce nel cammino sinodale di una comunità cristiana si fa interrogare dalle fragilità e decide di prendersene cura insieme. (rrc)

Morire in solitudine al Gom di Reggio: la denuncia del Centro Agape

Riceviamo e pubblichiamo:

Morire in solitudine, accade al GOM di Reggio Calabria, denuncia di Agape, Comunità Competente, ORDINE PROFESSIONALE degli Assistenti  sociali della Calabria

La notizia di un paziente deceduto nel nosocomio di Reggio Calabria, con i familiari avvisati solo due giorni dopo dall’evento luttuoso, rappresenta l’ennesimo episodio di mala sanità del nostro sistema sanitario regionale che non riesce nemmeno a garantire attenzione e dignità nemmeno alla morte. Non è un fatto isolato ma rappresenta solo l’ennesima vicenda di una organizzazione ospedaliera che non garantisce attenzione e tutela ai soggetti più fragili, soprattutto a chi non ha una sua famiglia stabile. Un compito che non può essere delegato ai sanitari che sono già sottoposti ad un lavoro massacrante con l’esplosione della pandemia ma che dovrebbe essere svolto dal servizio sociale che ogni azienda ospedaliera dovrebbe garantire, come da mesi è stato denunciato da associazioni, sindacati e ordine degli assistenti sociali. Il Gom da quasi un anno non dispone nemmeno di una unità di questa figura professionale che soprattutto in questo momento storico, che vede il covid colpire duramente soprattutto le categorie più fragili, garantiscono un servizio essenziale e delicato a favore delle fasce deboli che per varie motivi passano per le strutture ospedaliere dei Riuniti e del Morelli è che da quasi un anno è stato completamente azzerato. Per comprendere l’importanza di questo servizio basti leggere i numeri relativi alle prestazioni sociali effettuate negli anni scorsi a favore di soggetti vulnerabili come donne vittime di violenza, anziani soli, extracomunitari, persone con disabilità, tossicodipendenti, persone con malattie invalidanti, tutte bisognose di prese in carico da parte della rete dei servizi territoriali. L’intervento del servizio sociale ha assicurato continuità assistenziale collegandosi con i servizi post ospedalieri, favorendo il trasferimento dei pazienti ad altre istituzioni ed accompagnandoli nel passaggio ad altri livelli di cura, riducendo i tempi dell’ospedalizzazione mettendo a fuoco i problemi relazionali quali la solitudine, il disinteresse dei parenti, le paure non espresse per cui il servizio sociale è intervento come connettore di rete, favorendo momenti di contatto tra i malato e i suoi familiari attraverso l’ascolto, oltre che a fornire informazioni sulle risorse d’appoggio presenti sul territorio. Con la legge n. 328/00 (legge quadro), all’art. 22 stabilisce che, tra i servizi essenziali che lo Stato è obbligato a garantire ai cittadini, vi è il Servizio Sociale Professionale, il quale riconosce la centralità delle competenze e delle funzioni dell’Assistente Sociale, professionista che si prende cura del disagio dell’individuo, della famiglia e/o della comunità.

L’azienda Ospedaliera da mesi era stata sollecitata a bandire i concorsi, previsti dalle linee guida emanate dal commissario ad acta  Longo ma non si è proceduto. Le ultime notizie dal Gom riferiscono che nel mese di gennaio dovrebbero essere finalmenti avviati. Analoga richiesta è stata fatta al Commissario dell’Asp Gianluigi  Scaffidi, ma i tempi non saranno celeri perché ancora manca il monitoraggio del fabbisogno delle varie figure professionali da assumere, assistenti sociali comprese.

Il centro Comunitario Agape con il Presidente Mario Nasone, Comunità Competente con Rubens Curia portavoce, l’ Ordine regionale degli assistenti sociali con il Presidente Danilo Ferrara, chiedono ai responsabili della sanità regionali e locali di intervenire con urgenza prevedendo in tempi certi. (cmr)

I giovani del Centro Agape a Mattarella: Presidente siamo viaggiatori senza meta e senza biglietto

Giulia Melissari responsabile gruppo giovani Centro Comunitario Agape e coordinatrice progetto Mettiamoci una croce sopra ha inviato una lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della sua venuta a Pizzo Calabro per l’inaugurazione dell’anno scolastico 2021-2022.
«A nome degli studenti delle 13 scuole calabresi che hanno partecipato al percorso di educazione civica Mettiamoci una croce sopra, che ha ricevuto il Suo apprezzamento personale, – scrive la Melissari – Le esprimo gratitudine per avere scelto una scuola della Calabria per l’inaugurazione del prossimo anno scolastico. La Sua presenza nella nostra martoriata terra che soffre le tante emergenze sociali che la pandemia ha ulteriormente aggravato, ma che ha anche tante risorse che attendono di essere  valorizzate,  è per noi giovani di conforto e d’incoraggiamento. Come Le ho scritto qualche mese fa  ci sentiamo viaggiatori senza meta e senza biglietto, tradotto senza sogni e senza opportunità. Gli studenti calabresi, come emerge dalla ricerca da noi svolta tra quanti andranno per la prima volta a votare, chiedono alle istituzioni ascolto, vicinanza e un reale interesse alla loro formazione. In particolare dalla scuola  che nonostante l’impegno dei docenti ha proposto una didattica a distanza che ha azzerato le relazioni, accresciuto i disagi e l’abbandono scolastico. Su questa agenzia educativa il governo deve investire maggiormente per colmare divari e disuguaglianze ma che va ripensata e adeguata alle nuove esigenze dei ragazzi affinché li aiuti a formarsi ed a inserirsi nel mondo del lavoro.

Caro Presidente, con il nostro progetto assieme ai docenti abbiamo cercato di stimolare gli studenti, di aiutarli dopi questa terribile pandemia a riacquistare fiducia in sé stessi e nella politica e gli abbiamo chiesto nonostante le delusioni di andare a votare. In concomitanza alla sua visita  presenteremo ai candidati a governatore della Calabria  di sottoscrivere un manifesto di proposte elaborato da tanti gruppi giovanili e da singoli ragazzi e soprattutto  di  avviare un profondo rinnovamento ed una discontinuità con le scelte ed i comportamenti dei precedenti governi regionali che purtroppo  hanno aggravato la crisi della nostra Calabria. Queste elezioni sono  forse l’ultima possibilità per le forze politiche di riacquistare anche agli occhi dei giovani credibilità .

A lei chiediamo di continuare a fare tenere dal Governo e dal Parlamento i fari accesi sulla Calabria e su noi giovani in particolare (siamo circa 250.000 quelli che dai 18 ai 30 anni saremo chiamati al voto). Noi vogliamo restare in Calabria ma per potere fare questa scelta abbiamo bisogno che ci siano date  concrete opportunità di formazione e di lavoro».

 

Appello del Centro Agape alla sottosegretaria Nesci per bambini con disabilità

Un appello per i bambini con disabilità è stato rivolto dal Centro Comunitario Agape alla sottosegretaria Dalila Nesci in occasione di un incontro che ha visto la partecipazione anche dell’associazione Libera.

La pandemia ha aggravato la condizione dei bambini con disabilità e dei soggetti fragili: hanno riferito i responsabili del Centro Agape alla Nesci. Una mamma con in braccio il figlio di pochi mesi che chiede al responsabile del centro di riabilitazione l’avvio dei trattamenti riabilitativi e riceve come risposta che dovrà attendere due o tre anni. Questa immagine descrive efficacemente più di ogni discorso la situazione della negazione di diritti fondamentali alla salute.

Nel dossier preparato dagli esperti delle due associazioni esce fuori un quadro drammatico di vere e proprie politiche di abbandono agite da parte del sistema sanitario regionale e locale verso queste categorie fragili, una vera e propria omissione di soccorso. Tra questi i circa mille i minori di competenza dell’ASP di Reggio Calabria che pur essendo autorizzati dall’Asp non possono iniziare i trattamenti ambulatoriali o diurni per mancanza di copertura finanziaria e di parametri di fabbisogno errati fatti a livello nazionale come ha ricordato il presidente della Piccola Opera Papa Giovanni Piero Siclari. Tempi che non si possono tollerare soprattutto per neonati e bambini che hanno estremo bisogno di avere diagnosi precoci e interventi tempestivi che possono risultare decisivi nella evoluzione delle patologie. Come l’autismo che ha visto più volte scendere in piazza e protestare le mamme dei bambini interessati che vedono l’ASP inadempiente nella programmazione di servizi mirati che la rete territoriale della quale si parla da anni dovrebbe garantire.

Sulla materia insistono già molteplici provvedimenti giudiziali che sanzionano l’Ente pubblico quando non è in grado di garantire le prestazioni sanitarie previste, anche se quello che chiedono le famiglie sono innanzitutto i servizi piuttosto che il rimborso delle spese sostenute quando sono costrette a rivolgersi ai privati. I partecipanti all’incontro hanno anche evidenziato analoghe criticità per i soggetti con patologie psichiatriche per i quali non vi sono certezze di continuità delle prestazioni per i soggetti presi in carico dalle strutture residenziali e soprattutto è stato stigmatizzato il blocco dei ricoveri che permane da cinque anni e che provoca angoscia e disperazione nelle famiglie interessate. Lo stesso vale per gli anziani non autosufficienti per i quali non vi è la copertura delle cure domiciliari previste dal servizio sanitario nazionale, per i servizi che si occupano di dipendenze, per i consultori di fatto smantellati. Il tutto nell’attesa della approvazione del progetto della rete territoriale dei servizi che da anni è ferma alla regione anche per la carenza di personale qualificato all’interno del dipartimento della salute.

Diritti negati che hanno spinto il centro comunitario Agape, attraverso il referente Nuccio Vadalà genitore adottivo di due ragazze con disabilità, a annunciare che nei prossimi mesi sarà avviata, in collaborazione con le associazioni di familiari interessate, una campagna nazionale di sensibilizzazione e di denuncia, rivolta a tutte le forze politiche, valutando anche l’adozione di strumenti di tutela legale, sia in sede di giustizia amministrativa che in quella penale. La responsabilità di questo sfascio che perdura da anni, è stato evidenziato  dai partecipanti all’incontro,  è di chi ha governato la sanità in Calabria e che è giunto il momento di una svolta radicale  chiudendo intanto la stagione dei commissari che si sono alternati, quasi sempre privi di competenze nel settore che hanno fallito clamorosamente in molti casi peggiorando ulteriormente la situazione, negandosi al confronto con le forze sociali Negli interventi di  Mario Nasone, Giuseppe Carrozza, Pasquale Neri, Cristina Ciccone è arrivato anche l’auspicio di potere avviare un dialogo e una collaborazione su questi temi  con il commissario dell’Asp Gianluigi Scaffidi al quale si chiede  il riconoscimento della funzione del privato sociale che persegue interessi generali e non di lucro e che ha negli anni dovuto accollarsi la gestione di servizi che il sistema sanitario non era in grado di garantire.

Giuseppe Marino di Libera ha sollevato inoltre i ritardi della regione sulla attuazione della legge 328, la mancata integrazione tra sociale e sanitario ed il grave problema delle infiltrazioni della ndrangheta nella sanità Giulia Melissari del gruppo giovani dell’agape ha sollevato la questione giovanile che vede ancora il distacco da parte della politica verso i bisogni delle nuove generazioni e ha preannunciato la presentazione di una ricerca svolta in dodici scuole della regione  in collaborazione con l’Unical, i cui risultati saranno presentati nel mese di settembre.

La sottosegretaria al Sud e alla Coesione territoriale Dalila Nesci ha espresso apprezzamento per la documentazione e le proposte puntuali che gli sono state presentate, ha condiviso la necessità di dare una svolta alle politiche sanitarie e sociali nella regione e anche per questi motivi sta conducendo una campagna di ascolto nei territori con le istituzioni locali e con le associazioni. Si è fatta carico di attivare nel suo ruolo di rappresentante del governo alcuni interventi richiesti sia sul piano nazionale che su quello locale. Ha dato inoltre disponibilità ad incontrare le associazioni dei familiari che vivono sulla propria pelle questa negazione dei diritti ed a impegnarsi per dare delle prime risposte. (rrc)

Curare le fragilità: l’impegno del Centro Agape e del commissario Scaffidi

Un impegno per curare le fragilità e provvedere alle necessarie assunzioni di personale personale è stato preso dal Commissario dell’ASP di Reggio Gianluigi Scaffidi in un incontro con l’ Ordine professionale degli assistenti sociali della Calabria e l’Agape.

La pandemia ha messo in luce tutte le fragilità latenti del sistema sanitario territoriale e ha aggravato ulteriormente le condizioni di vita di ampie fasce di popolazione che già vivevano una grave debolezza anche per la mancanza di una rete di servizi sanitari e sociali nel territorio reggino di competenza dell’ASP. Con nuove forme di disagio psicologico ed esistenziale che colpiscono in particolare i ragazzi costretti a rinunciare a una scuola di presenza ed alla socialità, gli anziani privati di cure domiciliari, le famiglie di persone con disabilità alle quali vengono negati diritti alla riabilitazione come i soggetti psichiatrici, i minori con diagnosi di autismo ed ancora le donne vittime di violenza, i soggetti con dipendenze che con la pandemia da Covid-19 hanno visto ancor più aggravate le loro problematiche.

Sono stati questi i temi dell’incontro tra il commissario Gianluigi Scaffidi dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, Francesca Mallamaci e Mario Nasone, referenti rispettivamente dell’Ordine professionale degli Assistenti sociali della Calabria e del Centro Comunitario Agape. I rappresentanti dei due organismi, impegnati attivamente sul territorio per il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale hanno chiesto al Commissario Scaffidi una discontinuità rispetto alle precedenti gestioni commissariali, che si sono rilevate fallimentari, non hanno attivato canali di ascolto e di collaborazione con le forze sociali sane della città ed impedito che si verificassero illegalità e infiltrazioni criminali nella gestione dell’ASP.

La  Mallamaci e Nasone, pur riconoscendo prioritaria in questa fase la vaccinazione massiva anticovid-19 dei cittadini, hanno  chiesto alcuni impegni al Commissario che vanno nella direzione di un piano di riorganizzazione della sanità non più eludibile, in particolare la definizione e l’avvio della rete territoriale dei servizi ferma inspiegabilmente  da anni alla Regione Calabria e,  nelle more, l’assunzione di assistenti sociali da destinare ai vari servizi sanitari territoriali, in primis i Consultori familiari e i Centri di salute mentale, già richiesti anche per il GOM. 

Il commissario Scaffidi ha evidenziato la difficile situazione che ha ereditato soprattutto a causa dell’enorme buco finanziario che si è creato e che intende affrontare con gli interlocutori istituzionali competenti, che è sua volontà per tutta la durata del suo mandato, di aprire l’ASP alle sollecitazioni ed alla collaborazione con tutte quelle realtà del territorio che non sono mossi da interessi particolari ma  hanno la volontà di perseguire e tutelare il bene comune della sanità auspicando forme di collaborazione strutturate nella gestione dell’Ente.

Per quanto riguarda le carenze di organico si è impegnato a dare luogo a tutti i concorsi già autorizzati ed inspiegabilmente fermi da tempo, ivi compresi quelle per le assunzioni di assistenti li con una attenzione particolare ai consultori che potranno essere eventualmente ridotti di numero ma garantendo la piena funzionalità di quelli operativi. L’incontro si è concluso con l’offerta della disponibilità delle due organizzazioni a fornire una collaborazione fattiva e gratuita al Commissario dell’ASP in sinergia con altri importanti organismi, che su questi temi possono dare un importante apporto, quali il Forum del terzo settore, la “Comunità competente” coordinata con grande spirito di servizio e competenza da Rubens Curia(aer)