Idrogeno, Cgil Calabria: Regioni monitori gli investimenti e convochi i sindacati

Le segreterie regionale di Cgil, Filt e Filctem della Calabria hanno chiesto alla Regione di «convocare un apposito tavolo negoziale con le parti sociali che avvii un celere percorso che tenga dentro il confronto relativo ad un nuovo Piano Energetico Ambientale».

I sindacati, infatti «ritengono che il sistema integrato della mobilità, nell’ottica di un suo miglioramento, debba affrontare i temi della salvaguardia ambientale coniugandoli con quelli della salvaguardia e dell’aumento occupazionale stabile e duratura. Per questo è importante contribuire a questo cambiamento guardando le transizioni e trasformazioni che stanno intervenendo soprattutto a livello dell’utilizzo complementare di forme di energia non fossile, in modo tale da difendere il valore di qualità del lavoro e le condizioni di vita dei cittadini. Per questo pensiamo sia rilevante che la Calabria sia destinataria con fondi del Pnrr di finanziamenti per la produzione e stoccaggio di idrogeno e per l’acquisto e la messa in esercizio dei treni ad idrogeno nella tratta Catanzaro Cosenza delle Ferrovie della Calabria».

«Ovviamente, la produzione, lo stoccaggio e l’utilizzo di idrogeno – viene evidenziato – non solo rappresenta un contributo al mitigamento dei cambiamenti climatici, alla riduzione dell’inquinamento locale e al miglioramento del giusto mix energetico necessario per garantire politiche industriali adeguate e socialmente sostenibili. L’idrogeno come vettore energetico legato alla mobilità regionale può essere utilizzato non solo per i treni ma, in una prospettiva di medio tempo, anche per il parco bus e per la mobilità collettiva con un importantissimo abbattimento delle spese aziendali e di conseguenza con un forte risparmio pubblico delle amministrazioni locali. E più risorse disponibili vuol dire ammodernare la mobilità e aumentare l’occupazione».

«FdC è una azienda con circa 700 dipendenti che con i treni a idrogeno può avere una più forte funzione, una capacità di attrazione superiore a quella attuale, un necessario ammodernamento e rivalorizzazione – viene detto nella nota dai sindacati –. Riteniamo, per questo, necessario che rispetto a ciò ci sia un attento monitoraggio da parte della Regione Calabrianella spesa, sottolineando anche le importanti sollecitazioni della Corte dei Conti che, riferendosi al Ministero dei trasporti, ha testualmente affermato la necessità “di verificare il corretto e tempestivo utilizzo delle risorse destinate alla sperimentazione dell’idrogeno in ambito ferroviario regionale”».

«Inoltre, crediamo sia opportuno – conclude la nota – un attento monitoraggio sugli altri investimenti legati all’idrogeno che insistono sui siti industriali di Rossano ex centrale Enel e sull’area industriale di Lamezia Terme che vedono progetti industriali interessanti sullo sviluppo dell’idrogeno». (rcz)

 

Lunedì a Squillace l’iniziativa di Cgil su “Un piano strategico per il Turismo enogastronomico e culturale”

Lunedì 17 luglio, a Squillace, alle 18.30, al Castello, si terrà l’iniziativa Un piano strategico per il Turismo Enogastronomico e Culturale promossa da Cgil CalabriaFlai Cgil CalabriaFilcams Cgil Calabria.

Interverranno Andrea Coinu, vice presidente Effat (European Federation of Food, Agriculture and Tourism Trade Unions), Francesco Perino, presidente Ebtc (Ente Bilaterale Turismo della Calabria), Angelo Sposato ( Segretario Generale Cgil Calabria), Carolina Scicchitano, direttore amministrativo e finanziario Gal Serre Calabresi, Caterina Vaiti, Segretaria Generale Flai Cgil Calabria, Giuseppe Valentino, Segretario Generale Filcams Cgil Calabria, Franco Caccia, assessore Turismo e Programmazione del Comune di Squillace.

Dalle 20 aperitivo solidale in favore delle Marche e dell’Emilia Romagna. (rcz)

L’OPINIONE / Angelo Sposato: Serve una nuova agenzia nazionale per lo sviluppo

di ANGELO SPOSATOSosteniamo lo sciopero nazionale dei metalmeccanici della Calabria. Le politiche di sviluppo per il Sud non possono prescindere da un piano di politiche industriali che preveda investimenti pubblici e privati anche nel Sud.

È tempo che il Governo si dia una mossa per un piano di sviluppo anche attraverso l’orientamento delle società partecipate pubbliche (Leonardo, Fincantieri, Enel, Terna, Eni, Snam, Anas, Sace, Telecom, ed altre decine ). Abbiamo sempre detto che serve una nuova agenzia nazionale per lo sviluppo che elabori una idea chiara di ripresa degli investimenti, utilizzando seriamente le risorse del Pnrr e dei fondi di coesione.

La Calabria ha più motivi per lo sciopero, non può più essere tagliata fuori dagli asset strategici del Paese. La Calabria ha necessità di un ponte vero, quello economico e sociale che la colleghi al resto del Paese e dell’Europa. (as)

[Angelo Sposato è segretario generale di Cgil Calabria]

Lavoro e integrazione, viaggio nella Calabria sana con l’iniziativa di Cgil e Alpaa

Con l’iniziativa promossa da Flai Cgil Cosenza, Cgil CosenzaAlpaa Nazionale, svoltasi ad Amantea, si è voluto mettere in mostra «non solo caporalato e sfruttamento ma anche una Calabria sana in cui il lavoro è volano di integrazione degli stranieri e le diversità sono ricchezza per la comunità».

Tra visite nelle aziende, testimonianze di imprenditori e, soprattutto, di lavoratori è stata tracciata la rotta di percorso virtuoso. Da un lato lavoratori immigrati che lavorano regolarmente, fittano o acquistano casa, ottengono i ricongiungimenti familiari, vivono la comunità e ne alimentano l’economia; dall’altro un sistema di aziende e imprese che grazie agli stranieri riesce a produrre e anche ad esportare l’oro rosso di Calabria.

A discuterne nella giornata di ieri il Segretario Generale Flai Cgil Nazionale, Giovanni Mininni, Angelo Sposato, Segretario Generale CGIL Calabria, Giovambattista Nicoletti, Segretario Generale Flai Cgil Cosenza, Alessia Costabile, Dipartimento Immigrazione Flai Cgil Cosenza, Massimiliano Ianni, Segretario Generale CGIL Cosenza, Giuseppe Carotenuto, presidente Alpaa nazionale, Osvaldo Caccuri, dirigente Prefettura di Cosenza, Vincenzo Pellegrino, Sindaco di Amantea, Adelina Veltri imprenditrice agricola.

«Abbiamo constatato come ci siano in questo territorio esempi virtuosi, aziende in cui i migranti trovano quell’integrazione da sempre obiettivo, almeno sulla carta, di una politica troppo spesso distratta, se non complice di quelle chiusure xenofobe i cui drammatici effetti sono ben visibili nelle cronache dei media. Lavorare fianco a fianco – ha detto il segretario Mininni – condividere le fatiche e, perché no, anche le soddisfazioni di un impegno quotidiano in un’azienda agricola, è anche un modo per conoscersi, tessere legami, imparare la lingua. In una parola integrarsi».

«In questa zona – ha spiegato Nicoletti – abbiamo circa 800 lavoratori immigrati regolarmente assunti e censiti. Rispetto ad altre aree della Calabria, qui partiamo da una situazione ottimale sulla quale ovviamente bisogna ancora lavorare. Nell’area di Campora vivono stranieri di diverse nazionalità perfettamente integrati grazie al lavoro. Ecco perché ribadiamo che l’entrata degli stranieri non può essere vincolata, come indicato dalla Bossi-Fini, al possesso di un contratto di lavoro, precedente al loro ingresso».

La Calabria però non è solo fatta di esempi virtuosi, rimane in diverse zone la tara dello sfruttamento. Ecco perché secondo il Segretario Generale Cgil Calabria Angelo Sposato «l’introduzione del salario minimo è fondamentale, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno dove, molte volte, è completamente assente da parte di imprese irregolari l’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro e la precarietà e il sommerso sono diventati la regola e non l’eccezione».

A margine dell’iniziativa è stata inaugurata a Campora San Giovanni, via delle Dalie 16,

La Casa dei Popoli, un luogo che dovrà rappresentare un punto di riferimento per i tanti lavoratori extracomunitari residenti nella zona. Non solo luogo di tutela dei diritti, ma soprattutto di accoglienza. (rcs)

 

Reggio dice no all’autonomia: Proposta è partita male e sta finendo peggio

La città di Reggio ha ribadito il suo no all’autonomia differenziata, con la manifestazione No all’autonomia differenziata. Una riforma sbagliata della Cgil Area Metropolitana di Reggio e della Uil Reggio calabria.

Nel corso del dibattito pubblico, svoltosi al Waterfront, sono intervenuti tra gli altri il segretario generale Cgil metropolitano di Reggio Calabria, Gregorio Pititto, il segretario generale Uil Reggio Calabria, Nuccio Azzarà e l’avvocato e scrittore Corrado Edoardo Mollica. Il confronto è stato moderato dal giornalista Stefano Perri, Capo Ufficio Stampa della Città Metropolitana. Presenti, anche, i sindaci facenti funzioni della Città metropolitana e Comune di Reggio Calabria, Carmelo Versace e Paolo Brunetti.

Nel portare i saluti del Comune reggino Paolo Brunetti è apparso «scettico sulla conclusione di questa riforma», «c’è stata – ha aggiunto – una accelerazione per mantenere calmo un alleato di coalizione, ossia la Lega, alla quale era stata fatta una promessa elettorale. Per raccontare gli effetti di questo disegno di legge faccio sempre l’esempio di una gara dei 100 metri, con il Veneto che partirebbe già dai 50 metri e la Calabria dai blocchi di partenza».

Carmelo Versace dal suo osservatorio metropolitano si è invece soffermato sull’azione di «confronto costante con il territorio, con i sindaci, i cittadini, le associazioni di categoria, sindacati, intanto per ribadire un “no” a questa riforma, e comunque per porci in maniera costruttiva per poter migliorare una proposta di legge che è partita male e sta finendo peggio». (rrc)

Martedì ad Amantea l’iniziativa “Il lavoro è integrazione” di Cgil

Martedì 4 luglio, ad Amantea, alle 10, al Mediterraneo Palace Hotel, si terrà l’iniziativa Il lavoro è integrazione, l’altro volto della Calabria, promossa da Cgil Flai Cosenza, Cgil Cosenza e Alpaa.

Modererà i lavori Giovambattista Nicoletti, segretario generale Flai Cgil Cosenza, relazionerà Alessia Costabile, del dipartimento Immigrazione Flai CGIL Cosenza, le conclusioni saranno affidate a  Giovanni Mininni, Segretario Generale Flai Cgil nazionale.

Interverranno Vincenzo Pellegrino, sindaco di Amantea, Vittoria Ciaramella, prefetto di Cosenza, Gianluca Gallo, assessore all’Agricoltura e Forestazione della Regione Calabria, Adelina Veltri imprenditrice agricola, Giuseppe Carotenuto, presidente Alpaa nazionale, Massimiliano Ianni, Segretario Generale Cgil Cosenza, Caterina Vaiti, Segretaria Generale Flai Cgil Calabria, Angelo Sposato, Segretario Generale Cgil Calabria.

A margine dell’iniziativa, alle ore 15, verrà inaugurata a Campora San Giovanni (via delle Dalie 16).

La Casa dei Popoli, un luogo che dovrà rappresentare un punto di riferimento per i tanti lavoratori/trici extracomunitari residenti nella zona. Non solo luogo di tutela dei diritti, ma soprattutto di accoglienza. (rcs)

L’OPINIONE / Angelo Sposato: Vertenza Calabria è stata svuotata

di ANGELO SPOSATOC’è un tema etico che la politica calabrese deve affrontare nella gestione della cosa pubblica. L’etica della responsabilità riguarda tutti. Negli ultimi trent’anni in Calabria il centro destra ha governato per 20 anni e il centro sinistra 10. Nessuno può esimersi dalle responsabilità, ne tantomeno scaricare ad altri responsabilità proprie. Si potrà dare una narrazione diversa della Calabria solo quando le classi dirigenti saranno all’altezza delle potenzialità e bellezze della nostra regione.

La lotta alla criminalità organizzata, alla corruzione non si fa solo con le dichiarazioni o i comunicati stampa, ma anche nelle scelte quotidiane sulle politiche, sulle persone e sugli incarichi istituzionali. Non abbiamo scelto noi di svuotare la vertenza Calabria che aveva ben altre priorità rispetto al ponte sullo stretto e l’autonomia differenziata.

Noi abbiamo proposto di fare un grande piano per il lavoro sull’ambiente e la manutenzione del territorio, e nelle aree Zes investimenti su politiche industriali ed il rilancio di Gioia Tauro e delle altre strutture. Chiedevamo assunzioni e stabilizzazioni nella sanità ed abbiamo un aumento vertiginoso delle liste di attesa e lo svuotamento di fatto della sanità pubblica verso il privato. Abbiamo posto il problema infrastrutturale della Ss 106 e della elettrificazione della ferrovia Jonica ed invece sono spariti anche i fondi per l’alta velocità. Il governo risponde con l’autonomia differenziata e il ponte sullo stretto, non ci siamo per niente.

La vertenza Calabria scenderà in Piazza e su questo chiederemo il sostegno ai cittadini ed alle associazioni per la mobilitazione.
Come già abbiamo fatto a Cosenza, torneremo in piazza a Reggio Calabria il 3 di luglio e il 30 settembre con la manifestazione nazionale a Roma. (as)
[Angelo Sposato è segretario generale Cgil Calabria]

A Catanzaro Federconsumatori e Cgil presentano la campagna “Stop alle liste d’attesa”

Domani mattina, a Catanzaro, alle 11, nella sede di Cgil Calabria, sarà presentata la campagna nazionale Stop alle liste d’attesa di Federconsumatori, volta a informare e tutelare i cittadini sul loro diritto a ricevere le prestazioni di cui necessitano entro i tempi appropriati previsti dalla normativa sanitaria.

Saranno presenti Mimma Iannello, presidente Federconsumatori Calabria e referente nazionale dipartimento Welfare – Sanità, e Angelo Sposato, segretario Generale Cgil Calabria.

La campagna sarà operativa in tutto il Paese dal 30 giugno 2023 attraverso gli sportelli della Federconsumatori o tramite segnalazioni online di disservizi subiti dai cittadini da inoltrare all’indirizzo email stoplistediattesa@federconsumatori.it

Considerata la propria funzione di rappresentanza e di tutela del diritto alla salute, Federconsumatori intende aprire un confronto costruttivo con il ministero della Salute e le Regioni per migliorare l’accesso alle prestazioni e rendere trasparente l’intera filiera delle liste di attesa anche prevedendo la partecipazione attiva e diffusa della rappresentanza degli utenti del servizio pubblico. (rcz)

Cgil e Filcams Calabria: Si allerti Ministero per individuare nuove navi traghetto

La Segreteria di Cgil Calabria e Filcams Cgil Calabria ha reso noto di aver portato in Consiglio regionale «le nostre proposte di valutazione del Piano Strutturale del Turismo».

«Abbiamo avuto l’opportunità di illustrare le nostre proposte ai gruppi consiliari, che hanno avuto la sensibilità di incontrarci ed ascoltarci», hanno spiegato le Segreterie che, sempre al Consiglio regionale, hanno esposto il problema del rischio emergenza per Calabria e Sicilia a causa del sequestro dei traghetti della Caronte e Tourist che potrebbe portare, specie in piena estate, a disagi e code infinite proprio quando c’è bisogno di rafforzare i servizi di trasporto marittimo.

«Il Consiglio Regionale, nella nostra proposta – conclude la nota delle Segreterie – dovrebbe impegnare il presidente Occhiuto e la sua giunta ad adoperarsi presso il Ministero competente e le Autorità preposte per risolvere immediatamente il problema reperendo le navi traghetto necessarie a garantire i servizi minimi di trasporto, fermo restando il percorso giudiziario che va garantito per ripristinare la legalità». (rrc)

C’È DA SALVARE LA SANITÀ CALABRESE
SIMBOLO DI UNA CRISI CHE NON HA FINE

di ALESSANDRA BALDARI – I punti critici che caratterizzano il Servizio Sanitario Regionale, oggi, sono ancora più attuali e si inquadrano dentro una crisi che si allarga sempre più a tutto il territorio nazionale con connotazioni diversificate che se non affrontate e riequilibrate condurranno alla perdita del profilo universalistico, pubblico e gratuito del nostro Servizio Sanitario Nazionale, allargando le differenze di esigibilità di prestazioni assistenziali e di cura già profondamente diseguali tra Regioni, favorendo la crescita esponenziale e quasi obbligata dei servizi privati o in convenzione, così come accadrà se il Ddl Calderoli sull’Autonomia differenziata dovesse essere approvato.

Per questo saremo in Piazza del Popolo a Roma, oggi, alla Manifestazione organizzata dalla Cgil insieme a 80 e più associazioni in difesa del Servizio Sanitario Nazionale e per la Salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro.

Il ministro Orazio Schillaci non ha dato risposte all’incontro dello scorso 20 giugno alle OO.SS. che chiedevano un incremento delle risorse destinate al Fondo Sanitario Nazionale, un piano straordinario pluriennale di assunzioni, il rinnovo dei contratti pubblici e privati, il rafforzamento dei servizi di prevenzione e medicina del lavoro per implementare la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, nuovi investimenti su salute mentale e consultori e sulla formazione.

Già da tempo la nostra Federazione, ha lanciato l’allarme della crisi in cui stava precipitando la Sanità pubblica del nostro Paese, sospinta da un progressivo definanziamento del Fondo Sanitario Nazionale, in 10 anni meno 37 miliardi, e da un depauperamento degli organici generato dal decennale blocco del turn over e da una persistente insufficienza di programmazione basata su dati di fabbisogno della popolazione. L’assenza di programmazione non ha sollecitato quel necessario ripensamento del numero chiuso di accesso alle facoltà di medicina e un finanziamento molto più consistente e mirato delle borse di specializzazione, così tanto ignorato che oggi assistiamo ad una totale mancanza di alcune figure di medici specialisti e che di recente si è tentato di colmare con maggiori finanziamenti per incrementare il numero di posti, ma che certamente non sarà superata nell’immediato.

A questo deve sommarsi la crescente poca attrattività per un lavoro gravoso, mal retribuito e spesso anche insicuro, minato da reazioni aggressive da parte dei pazienti, che sollecita i professionisti a fuggire dal servizio pubblico per collocarsi in strutture private, andare all’estero, o organizzarsi in cooperative guadagnando una condizione di lavoro più tranquilla e molto più remunerativa, incentivata dalla più favorevole tassazione prevista nella recente legge di bilancio.

Il Servizio Sanitario pubblico e universale ha un valore sociale fondante del nostro stesso Stato, architrave del benessere dei cittadini, integrato con i servizi sociali, basato su un’idea allargata e inclusiva di tutti i determinanti sociali di salute nel rispetto dei principi costituzionali.

Questa consapevolezza, riemersa nel breve periodo della pandemia e poi dimenticata, non è mai stata al centro dei programmi politici, ne fa storia il previsto definanziamento del Fondo Sanitario fino al 2025, già tra i più bassi d’Europa, e nessun provvedimento volto a superare la più grave delle criticità, ovvero la carenza di personale che sta avanzando in tutte le regioni depauperando i servizi, allungando le liste d’attesa, prefigurando che anche gli investimenti previsti dal Pnrr, invero inferiori in percentuale a quelli destinati ad altre misure, non serviranno a colmare i divari territoriali e potenziare la sanità territoriale se non accompagnati da finanziamenti ordinari finalizzati a quel grande piano straordinario di assunzioni che rivendichiamo da tempo. Per consentire la realizzazione delle assunzioni non basta l’adeguato finanziamento, ma è necessario intervenire legislativamente per rimuovere i tetti alla spesa del personale che da tempo vincolano le Aziende al mantenimento degli equilibri di bilancio della spesa pubblica, considerando un costo invece che un investimento necessario quello che non solo potrebbe rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale, adeguandolo tra l’altro ai parametri europei, ma potrebbe generare una crescita ed uno sviluppo economico fondato sul benessere dei cittadini e la creazione di lavoro stabile e di qualità.

In questo scenario complesso e compromesso, la Calabria con i suoi 12 anni di piano di rientro e una lunga teoria di Commissariamenti inefficaci a risanare i conti e le Aziende, rappresenta il paradigma della crisi funzionale in cui il Servizio sanitario potrebbe avviarsi.

In Calabria, la carenza di personale è al centro delle nostre attenzioni e non solo. In 11 anni sono stati persi 2500 medici e 3000 tra infermieri e altre figure professionali, questo ha generato la riduzione dei servizi, la chiusura o l’accorpamento dei reparti, l’affidamento a privati convenzionati di lungodegenza e riabilitazione, salute mentale, lunghissime liste d’attesa, mancanza di screening oncologici, riduzione dei consultori, pronto soccorso con la metà degli organici in servizio, carenza di anestesisti, ortopedici, ginecologi, pediatri e su tutti il personale dell’emergenza urgenza tanto che il 70% delle ambulanze viaggia senza medico e in Calabria si torna a morire per mancanza di interventi tempestivi, così come diventa sempre più difficile nascere dato che si sospendono le attività dei reparti di maternità.

Nuovamente il Tavolo interministeriale Adduce, rileva, ancora nell’ultimo verbale del 23 marzo scorso, le fortissime criticità di carenza di personale che non trovano soluzioni strutturali in ordine al reclutamento del personale del Ssr e al depotenziamento del personale amministrativo e  sollecita, non per la prima volta, il Commissario della sanità ad assumere le iniziative per garantire l’operatività delle procedure assunzionali, raccomandando di non ricorrere a forme atipiche di lavoro e attuare una gestione centralizzata delle stesse.

Allo stesso tempo, i Ministeri affiancanti il Commissario evidenziano  più criticità in ordine al livello dei Lea, ancora sotto soglia, alla riorganizzazione della rete ospedaliera, essenziale per recuperare i tanti posti letto persi negli anni e  la cui mancanza contribuisce ad intasare i pronto soccorso, lo stallo nella riorganizzazione della rete di assistenza territoriale, fondamentale per garantire assistenza diffusa, nelle aree interne, fra gli anziani e che è essenziale nel suo ruolo di filtro alle ospedalizzazioni inappropriate, stigmatizzando, inoltre, che l’avanzo consistente e pari a 140 milioni è generato dalla mancanza di erogazione dei servizi di assistenza.

Ancora oggi, non si procede alle assunzioni dallo scorrimento di graduatorie in scadenza, per come da noi concordato a livello regionale e indicato con apposita circolare del Dipartimento alla Salute, dopo la regolare approvazione del piano di fabbisogno relativo solo al 2022. Mancano i piani di fabbisogno 2023 e 2024 per completare il triennio, in assenza dei quali non si può procedere alle assunzioni e abbiamo sollecitato il Dipartimento della Salute, sempre più depotenziato, a convocarci per aggiornare l’accordo sul reclutamento, in ragione delle novità normative che consentirebbero procedure dedicate per dar corso all’assunzione dei lavoratori che con contratti flessibili o autonomi hanno prestato servizio nel periodo pandemico.

Il report sulle assunzioni fatte, pubblicato dalla Regione, non conforta perché in realtà è solo una goccia nel mare di carenze molto più consistenti aggravate dalla gobba pensionistica. Né si può davvero credere che strumenti di dubbia legittimità, quali il portale delle segnalazioni dei disservizi e le sentinelle possano comprendere e rilevare la complessità delle criticità aziendali in cui le lavoratrici e i lavoratori, ormai allo stremo, devono districarsi quotidianamente, generate anche da disfunzioni organizzative che solo il confronto tra azienda e lavoratori potrebbe alleviare.

Non siamo ottimisti sull’attivazione di Azienda Zero che, secondo le osservazioni dei Ministeri affiancanti, deve ancora chiarire i profili normativi di competenza e di organizzazione e che progetta di avvalersi di dipendenti in utilizzo sottratti al Dipartimento o alle stesse Aziende sanitarie territoriali già entrambe in grave carenza, a meno che non si intenda svuotarle delle funzioni gestite e delle risorse finanziarie assegnate per quelle funzioni.

La Calabria è una regione desertificata per servizi sanitari e sociali, dopo la chiusura di 18 ospedali, è rimasta sguarnita di case della salute, sebbene finanziate per 89 milioni, è in attesa da dieci anni della costruzione dei quattro ospedali nelle aree più critiche, anche questi finanziati da 10 anni e punta ad attivare quei presidi di assistenza sociosanitaria di prossimità che Pnrr e DM77 avrebbero previsto, 57 Case di Comunità e 16 Ospedali di Comunità, per superare definitivamente l’isolamento e la povertà assistenziale, di prevenzione e cura, ulteriormente acuita dalla crescente carenza anche di medici della continuità assistenziale e dalla riduzione di posti letto la cui percentuale in Calabria sfiora il 3,1%  per 1000 abitanti e per realizzare tutto questo ha bisogno di procedure consistenti di reclutamento che non possono liquidarsi con provvedimenti estemporanei, seppur utili, quali l’ingaggio di medici stranieri e a tempo determinato che di fatto rappresentano una ulteriore esternalizzazione di servizi e sollevano molti dubbi contrattuali.

La desertificazione sanitaria, nel tempo, ha rafforzato due canali di risposta ai bisogni di salute, una impressionante mobilità passiva che costa 300 milioni l’anno ai cittadini calabresi e per chi ne ha possibilità il ricorso alle strutture private che oltre alla crescita pervasiva in alcuni territori, spesso rivelano gestioni poco trasparenti, certamente riguardo le applicazioni dei contratti nazionali. Riteniamo necessaria e abbiamo richiesto una rivalutazione degli accreditamenti ed un riequilibrio del rapporto tra pubblico e privato, ricostruendo una gestione del pubblico soprattutto in alcuni settori demandati interamente al privato.

Scenderemo in piazza il 24 e continueremo a farlo per contrastare convintamente ogni disegno di ulteriore disgregazione di un sistema che già così ci ha confinati ai margini, frutto di un mix di definanziamento statale con una quota capitaria mal calcolata, mala gestione, infiltrazioni criminose e appetiti politici e che solo un intervento solidaristico e perequativo potrà risollevare, insieme a un piano di investimenti che sostenga il reclutamento di lavoratrici e lavoratori e rafforzi i servizi, garantisca la prevenzione, l’assistenza e la cura in modo universale e gratuito. (bld)

[Alessandra Baldari è segretaria generale Fp Cgil Calabria]