La Cgil Calabria in piazza a Roma per il diritto alla salute

Ci sarà anche la Cgil Calabria alla manifestazione in programma sabato 24 giugno a Roma, in difesa del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro,  oltre che per la tutela e il rilancio del servizio sanitario nazionale, pubblico e universale.

Si tratta di temi fondamentali in uno Stato Sociale e sanciti dalla nostra Carta Costituzionale ma che stanno diventando privilegi. Mai come ora il diritto alla cura è in pericolo. Chiediamo e vogliamo che ci sia più personale nelle strutture pubbliche, ma anche che questo abbia contratti e salari adeguati. Chiediamo che ci sia un impegno radicale nel ricostruire pezzo per pezzo un sistema sanitario in via di smantellamento. Ancora di più in una Calabria che da oltre dieci anni paga le conseguenze di una spending review lacrime e sangue.

Nonostante i tanti annunci, proclami e spot dell’attuale commissario ad acta, ossia il presidente della Regione Roberto Occhiuto, nulla è cambiato. Si continua a morire per mancanza di ambulanze e di medici, le liste di attesa sfiorano in alcuni casi i due anni di tempo per potere effettuare una visita o un esame diagnostico, manca personale nei reparti, con un sovraccarico di lavoro importante e continui disservizi.

Si registrano gravi ritardi nella istituzione e operatività delle strutture sanitarie territoriali e nella costruzione dei previsti nuovi ospedali.Sempre di più necessaria l’adeguatezza della rete ospedaliera ma anche una chiara risposta alle aree interne in termini di esigibilità dei servizi di medicina del territorio.

Tanti gli ambulatori che funzionano a singhiozzo, mentre proseguono le chiusure di reparti. Giusto ieri l’annuncio della cessazione del punto nascita di Corigliano Rossano per la mancanza di medici utili a coprire tutti i turni.

La medicina territoriale è pressoché inesistente, così come nei Lea la Calabria è insufficiente in tutti gli ambiti. Così avanza la marcia della privatizzazione della sanità che sta inglobando anche ambiti che prima erano prerogativa esclusiva della sanità pubblica.  Il diritto alla salute è ormai difficile da esigere, una questione riservata ai pochi che possono permettersi di pagare per le prestazioni.

Bisogna smettere di parlarsi addosso, bisogna agire e farlo in fretta! Serve un piano straordinario pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turnover, superi la precarietà della cura e di chi cura, garantisca dignità alle persone non autosufficienti.

Serve un cambio di passo che riguardi anche la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, rilanciando il ruolo dei servizi della prevenzione, ispettivi e di vigilanza.

Serve uno Stato Sociale! Il 24 giugno saremo in piazza per fare sentire le ragioni di tutti e tutte, per chiedere il rispetto della Costituzione, per un Paese unito e solidale. (rrm)

Dipendenti di Calpark senza stipendio, Cgil: Mai avviato piano di risanamento

I segretari di Fiom Cgil CalabriaFilm Cisl Calabria, rispettivamente Umberto CalabroneCiro Bacci, hanno evidenziato come «è da ben 18 mesi che i quattro dipendenti del Parco Scientifico e Tecnologico della Calabria  –  Calpark, Società Consortile per Azioni, non ricevono lo stipendio. La crisi aziendale perdura dal 2017 e appare ormai paradossale, al limite dell’incredibile, che le parti coinvolte nella gestione della crisi, l’Università della Calabria e la Regione Calabria, non siano riuscite ancora a trovare una soluzione».

«Tra ottobre 2022 e febbraio 2023 – hanno detto – presso la sede di Cosenza dell’Ispettorato del Lavoro, si sono svolti ben 4 incontri tra le parti che non hanno portato a nessun risultato concreto. Durante l’ultimo, tenutosi il 10 febbraio 2023, Alessandro Zanfino, presidente di Fincalabra e Filippo Pietropaolo, assessore all’Organizzazione Risorse Umane e alla Transizione digitale della Regione Calabria, intervenuto in nome e per conto del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, congiuntamente dichiaravano e facevano mettere a verbale di valutare “la possibilità di includere Calpark (PST della Calabria) in un progetto più ampio” assumendo “l’impegno di verificare insieme ai soci le modalità più veloci ed efficaci per risolvere parzialmente o totalmente le problematiche salariali dei lavoratori”».

«Il progetto di risanamento non è stato mai avviato – hanno evidenziato – ostacolato dal fuoco di sbarramento messo in atto dall’attuale governance dell’Università della Calabria che, con un atteggiamento irrispettoso e quasi di sfida, è sorda a qualunque richiesta di assunzione di responsabilità».

«Quanto ancora le Istituzioni pubbliche – hanno proseguito – ritengono che si debba far finta di nulla? A quale punto si vuol portare la rabbia e la disperazione delle lavoratrici e dei lavoratori? In questa vicenda è in gioco la dignità di tutti, dei lavoratori e delle stesse istituzioni ed è più che mai urgente che chi deve fare la propria parte, di quella dignità abbia finalmente un sussulto. Il sindacato è a fianco dei lavoratori di Calpark in questa battaglia e ritiene che non sia più sopportabile attendere oltre: bisogna smetterla di scaricare la crisi di Calpark sulle spalle dei soli dipendenti e agire in tempi strettissimi e a tutti i livelli possibili per cercare di risolvere le difficoltà oggettive create da chi ha governato il Parco in questi anni di crisi».

«Le organizzazioni sindacali – hanno continuato – hanno fin qui mostrato disponibilità e hanno atteso che le Istituzioni coinvolte trovassero una soluzione degna. Tutto ciò non è avvenuto, nonostante le dichiarazioni di impegno assunte davanti al funzionario dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Cosenza».

«Non permetteremo più disattenzioni e strumentalizzazioni da parte di nessuno – hanno concluso – tantomeno che si continui a giocare, irresponsabilmente, sulla pelle di quattro lavoratori che, della crisi, non hanno responsabilità alcuna». (rcz)

A Cosenza in 5.000 da tutta la Calabria contro il dl Calderoli

Sono arrivati da tutta la Calabria: oltre 5.000 in piazza a Cosenza alla manifestazione promossa contro l’autonomia differenziata e il decreto Calderoli da Cgil Cosenza, Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno e Coordinamento Democrazia Costituzionale contro l’autonomia differenziata.

Molti i sindaci, con in prima linea quello di Cosenza Franz Caruso, e di grande impatto la partecipazione del vescovo di Cosenza mons. Gianni Checchinato, a sottolineare l’impegno di tutto il Mezzogiorno contro un progetto di legge che accentuerà il divario Nord-Sud.

La manifestazione serviva a sottolineare il sostegno alla Legge d’iniziativa popolare Villone che vuole contrastare la frammentazione eccessiva delle competenze normative e amministrative, la debolezza degli interventi perequativi, l’assenza di livelli uniformi di godimento dei diritti di cittadinanza, le fragilità del Servizio sanitario nazionale e l’organizzazione della Sanità pubblica scomposta da oltre 20 anni di eccessiva regionalizzazione e, in Calabria, di commissariamento”. Questi obiettivi – risulta evidente – sono prioritari non solo per i calabresi ma per tutto il Sud.  L’imponente manifestazione ha potuto contare sull’adesione di amministrazioni comunali e associazioni territoriali e si è conclusa con un corte che ha attraversato le strade della città per concludersi in piazza dei Bruzi.
Puntuale l’intervento del segretario generale Cgil Calabria Angelo Sposato: «Siamo – ha detto  –dinnanzi ad un tentativo di mettere mano alla Costituzione che non ci convince. Questo tema riguarda la democrazia perché prima di parlare di riforma costituzionale dobbiamo mettere al centro la persona. Il Mezzogiorno è sparito dall’agenda del Governo. Abbiamo bisogno di politiche di sviluppo serie, che mettano in moto tutto il sistema economico, con piani di investimento seri.

«C’è una Calabria che dice no alla divisione del Paese. Il Presidente Occhiuto che dovrebbe rappresentare i cittadini calabresi riveda la sua posizione sull’autonomia differenziata. Si tolga la maglietta della lega e degli altri partiti che sostengono questo progetto di divisione indossando addirittura la fascia di capitano. L’autonomia differenziata non è negoziabile. Andremo avanti e non ci fermeremo»Secondo Santo Biondo, segretario generale della Uil Calabria – «Da questa piazza parte una forte presa di resistenza da parte della Calabria nei confronti di un progetto che, se realizzato, va a spaccare il Paese. Chiediamo alla Regione di rivedere la propria posizione perché è un progetto destabilizzante.  Non è il momento di differenziare ma semmai bisogna ridurre le disuguaglianze nella sanità, nelle politiche sociali e nella mobilità». (rcs)

Cgil, Cisl e Uil Calabria: Abbandonare Vertenza Calabria errore inaccettabile

I segretari di Cgil Calabria, Cisl Calabria e Uil Calabria, rispettivamente Angelo SposatoTonino RussoSanto Biondo, hanno lanciato un appello al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto e al presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, affinché dichiarino le loro «reali intenzioni su una vertenza (Calabria ndr) sostenuta dai vertici nazionali dei Sindacati confederali e alla quale si era catalizzato il sostegno di un campo largo di istituzioni e politica».

Per i sindacalisti, infatti, «accantonare questa piattaforma sia un errore madornale, inaccettabile», soprattutto se, il 21 luglio 2020, «i Segretari generali Cgil, Cisl, Uil, dalla piazza di Siderno, hanno coralmente lanciato la vertenza Calabria – hanno ricordato Sposato, Russo e Biondo – mettendo un tratto di evidenziatore su quelle che sono le tante problematiche ancora aperte in questo territorio. L’appello di Bombardieri, Landini e Sbarra è stato raccolto e rilanciato dal Presidente della giunta regionale e dal Consiglio regionale ma, ad oggi, i temi contenuti nella Vertenza Calabria non sembrano essere più al centro dell’agenda politica di chi governa la cosa pubblica in questa regione».

Ma non è solo questo il tema che preme i sindacati. Nei giorni scorsi, infatti, si sono svolte le Segreterie unitarie di Cgil, Cisl, Uil Calabria con l’obiettivo di fare un’analisi di quella che è la situazione del quadro regionale e rilanciare l’azione del Sindacato Confederale  calabrese tenuto conto anche delle tre manifestazioni unitarie di piazza di Milano, Bologna e Napoli che hanno segnato un punto di svolta nell’azione di mobilitazione unitaria delle sigle confederali.

«Manifestazioni che, poi, hanno posto con chiarezza quali sono le proposte di Cgil, Cisl, Uil, nei confronti del governo sui temi del lavoro, del fisco, delle infrastrutture, della sanità, delle pensioni e dello stato sociale – hanno evidenziato –. Cgil, Cisl, Uil Calabria, hanno partecipato, in maniera propositiva e numericamente forte, alla manifestazione di piazza di Napoli, da dove sono stati rilanciati i temi dello sviluppo del Mezzogiorno e chiesto, con forza e determinazione, un deciso cambio di passo al governo nel merito del confronto e delle questioni ancora aperte».

«Durante i lavori delle Segreterie unitarie, ancora – viene spiegato nella nota unitaria – è stato affrontato in maniera specifica il momento in cui si trova lo stato del confronto con la regione Calabria e il contesto che si sta aprendo, alla luce del fatto che la Calabria avrà la possibilità di utilizzare i fondi messi a disposizione dall’Europa attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza e le politiche di coesione sociale. Tutte risorse che, è giusto evidenziarlo ancora una volta, dovranno essere canalizzate nella giusta direzione, puntando alla realizzazione di progetti ben definiti, per evitare che le stesse possano perdersi negli stessi rivoli nei quali è finita una grossa fetta della programmazione europea di questi ultimi anni».

«Il confronto avviato con la Regione Calabria nel 2022 è stato positivo – hanno ricordato –, sono state tante le problematiche affrontare con chi ha la responsabilità di governare questa regionale, ma tante sono ancora quelle da affrontare e portare a risoluzione. Adesso, dopo una prima fase di stabilizzazione dell’azione amministrativa che ha ricevuto la nostra ampia disponibilità all’analisi ed al confronto nel merito delle questioni sempre scevro da condizionamenti politici o di partito, è necessario un cambio di passo radicale che sia in grado di produrre, nell’anno in corso, quei risultati tanti attesi dalle calabresi e dai calabresi».

«Quello che ci preoccupa – hanno sottolineato – in questa fase storica sono i rallentamenti che si stanno registrando nella gestione, nella programmazione e nella trasformazione in opere concrete dei fondi messi a disposizione con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. I rallentamenti a livello nazionale, purtroppo, si riflettono pesantemente anche in ambito regionale e locale, per questo è necessario dare operatività a quella cabina di regia che è stata istituita un anno e mezzo fa per la verifica di questi finanziamenti».

«Solo un’attenta ed informata azione di controllo, infatti – hanno rilanciato – può portare al corretto investimento di queste risorse che rappresentano l’ultima occasione per cambiare il volto di questa regione e rendere operativi e funzionali quei settori, a partire dalla sanità, che sono sempre stati i punti più dolenti per chi ha scelto di vivere in questo territorio. Lo strumento della sorveglianza sociale, lo ribadiamo ancora una volta, è di fondamentale importanza per verificare gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e le sue ricadute su comparti, quale quello sanitario, che aspetta di vedere realizzata la medicina del territorio, resi operativi i nuovi ospedali e aperte quelle case della comunità che, ad oggi, sono rappresentate solo nei documenti progettuali».

«Ma non solo. Applicare lo strumento della sorveglianza sociale all’investimento di questi fondi – hanno evidenziato Sposato, Russo e Sposato – vuole dire mettere al riparo gli stessi dalle attenzioni poco meritorie della criminalità organizzata. Purtroppo, poi, siamo stati costretti a registrare un rallentamento del confronto sul tema del lavoro. Ad oggi, fra le altre cose risultano trascurate le istanze provenienti dal bacino del precariato storico, nei confronti del quale il governo regionale aveva assunto una serie di impegni che, ancora oggi, risultano disattesi».

«Per noi vincere le sfide aperte sul lavoro – hanno proseguito i segretari generali – vuol dire sapere mettere insieme il piano Gol – sul quale purtroppo dobbiamo segnalare la totale assenza di confronto con la giunta regionale – al fine di evitare che le politiche attive si realizzino in contrasto con le reali necessità del territorio e con lo sviluppo delle attività produttive attraverso l’atteso potenziamento della Zes».

«Proprio sul futuro della Zona economica speciale, poi – hanno aggiunto –  non possiamo non segnalare l’incomprensibile rallentamento della marcia del governo sulla concreta applicazione di questo strumento indispensabile, insieme ad un corretto ripensamento sulla gestione delle politiche attive per il lavoro, come sostanziale leva di sviluppo per la Calabria. Per questo, ancora una volta ed unitariamente, chiediamo alla Regione Calabria di mettere mano ad un Piano per lavoro, per il lavoro di qualità ed in sicurezza, che riesca a dare concretezza a tutti gli investimenti messi a disposizione dall’Europa e dalla Nazione e, segnando un tratto di discontinuità reale con il passato, siano in grado di evidenziare impatti occupazionali positivi, mettendo al centro il merito, puntando sulle qualità dei giovani calabresi e ricercando quella parità di genere che, sino ad oggi, è stata troppo spesso accantonata».

«Adesso, poi – hanno continuato – sono maturi i tempi per avviare un confronto costruttivo e di merito sulla programmazione del Por 2021/2027 – strumento determinante per consentire alla nostra regione di agganciare senza ritardi le politiche di transizione che provengono dall’Europa – mettendo come solida base dello stesso la discussione con il partenariato economico e sociale. Transizioni, soprattutto quella ambientale, che non possono discostarsi da interventi urgenti e mirati al potenziamento del settore della forestazione, per il quale siamo scesi in piazza lo scorso dodici maggio, che necessita di un potenziamento assunzionale, rispetto al quale la Regione si è impegnata, indirizzato alla cura dell’ambiente, al contenimento del dissesto idrogeologico e, come sintesi di questi due interventi, al rilancio delle aree interne della nostra regione».

«Non possiamo, poi, dimenticare che in Calabria è ancora viva un’emergenza sanitaria fatta di ritardi, omissioni e inadempienze. Noi siamo convinti che, anche su questo settore, sia necessario e non più rinviabile un confronto serio ed approfondito, aperto ai responsabili di Aziende sanitarie provinciali e Aziende ospedaliere – hanno concluso – per stabilire quali debbano essere le linee di indirizzo applicabili per realizzare, finalmente, la medicina del territorio; procedere alla stabilizzazione del personale precario, individuare le risorse necessarie alla creazione di nuovi posti di lavoro e, in ultimo ma non per ultimo, realizzare un’attenta ricognizione, propedeutica ad un’azione di razionalizzazione, degli accreditamenti del settore privato». (rcz)

Crisi Map srl, Fiom Cgil: L’azienda accetta di proporre piano industriale

Luigi Veraldi, della segreteria della Cgil Calabria e Umberto Calabrone, segretario generale della Fiom Cgil Calabria, hanno evidenziato come «l’attenzione che sta riscontrando la vertenza della Map srl, grazie allo sciopero dei lavoratori messo in atto a seguito di una situazione drammatica per 50 famiglie, ha portato i primi risultati».

«Abbiamo avuto – hanno spiegato – una serie di incontri istituzionali, per ultimo con l’assessore regionale al Lavoro Giovanni Calabrese che celermente, dopo la nostra richiesta, ha convocato le parti alla presenza del sindaco di San Marco Argentano Virginia Mariotti, l’amministratore delegato dell’azienda Fabrizio Audino e il responsabile del dipartimento Cosentino. Nell’incontro, si è condiviso di coinvolgere anche l’assessorato alle Attività Produttive, per verificare possibili azioni di sostegno, esperienza importante e rara nel settore dell’automotive in Calabria  che, se non salvaguardata, porterebbe quasi sicuramente i lavoratori specializzati, a trasferirsi in altre parti del paese dove queste attività sono presenti in modo strutturato».

«La crisi della Map, passa anche dalla crisi del settore nel nostro paese, – hanno ricordato – che negli anni non ha offerto una politica industriale adatta a salvaguardare il settore, lo Stato prima di ogni altro deve offrire una visione complessiva di rilancio dell’industria che permetterebbe a tante realtà di rafforzarsi e dare risposte ai territori. Nell’incontro l’azienda ha garantito che già nella prossima settimana presenterà un piano industriale alla Regione Calabria per il rilancio dello stabilimento, per verificarne la fattibilità e la possibilità di sostenerlo anche attraverso strumenti a sostegno del reddito per i lavoratori».

«L’assemblea dei lavoratori – hanno concluso – ha ritenuto di dare fiducia all’azienda che da 15 anni opera sul nostro territorio, ma nello stesso tempo di verificare tutti i passaggi che servono per salvaguardare i posti di lavoro pronti anche a nuove iniziative se si dovessero rendere necessarie. Ancora nulla di certo si è ottenuto ma sicuramente una strada è stata tracciata, ora si tratta di condividerla e percorrerla insieme nell’interesse dei lavoratori e dell’intera comunità di San Marco Argentano e dei comuni vicini. Noi saremo al fianco  dei lavoratori, apprezziamo tutti quelli che in questi giorni hanno fatto sentire la loro vicinanza e chiediamo loro di tenere alta l’attenzione insieme con noi perché il futuro della Calabria passa dal lavoro!». (rcz)

Sposato (Cgil): Occhiuto dica a Meloni che in Calabria i giovani scappano per mancanza di lavoro

«Il Presidente Occhiuto dica al Presidente Meloni che in Calabria i giovani stanno andando via tutti perché manca il lavoro e il futuro, che i pensionati sono più dei lavoratori attivi, che in Calabria cadono i ponti alla prima pioggia ed il mezzogiorno è diventato uno sfasciume pendulo sul mare, come diceva Giustino Fortunato». È quanto ha dichiarato il segretario generale della Cgil Calabria,Angelo Sposato, nel corso dell’assemblea generale della Cgil Area Vasta svoltasi a Lamezia Terme.

Sposato a rimarcato la necessità di «proporre soluzioni alternative per fa cambiare le cose. Il tema della mobilitazione nazionale deve impegnare la nostra organizzazione con la massima potenza di fuoco: la buona riuscita della manifestazione permette di mantenere alta l’attenzione sui temi nazionali che noi abbiamo posto che sono quelli della lotta all’inflazione, la richiesta dell’aumento salari, la riforma dei salari. Spieghiamo ai cittadini che gli interventi preannunciati sono dei bonus camuffati, giusto per citare un esempio della comunicazione fuorviante utilizzata da questo Governo».

«E ci dispiace – ha detto ancora Sposato – che Occhiuto, indossando la casacca della Autonomia Differenziata, abbia messo discussione la Vertenza Calabria; noi parlavamo di manutenzione delle infrastrutture, della messa in sicurezza delle strade, e non della realizzazione del Ponte sullo Stretto. Dopo quanto accaduto a Longobucco è ancora di più importante la mobilitazione».

«Dobbiamo avere coraggio di aprire quante più vertenze possibile – ha concluso Sposato – anche nella elaborazione di proposte alternative, da portare nelle assemblee nei posti di lavoro e nei territori, in maniera unitaria: proiettiamoci verso l’autunno che deve essere di mobilitazione e rinascita».

Oltre a Sposato, presenti Enzo Scalese, segretario generale dell’Area Vasta.

«Dobbiamo avere la forza di spiegare ai cittadini e alle cittadine come stanno le cose, reagendo alla demagogia di questo Governo – ha sottolineato il segretario generale Scalese –. Stiamo per affrontare una stagione molto dura che la nostra organizzazione deve affrontare in maniera unitaria: la nostra azione deve essere finalizzata alla messa in sicurezza del territorio, a salvaguardare i precari, a garantire il diritto alla salute di tutti e tutte. Sicurezza del territorio che si accompagna alla tutela dell’ambiente e alla possibilità di legare alla prevenzione il grande tema dell’occupazione: da sempre parliamo della creazione di posti di lavoro legati alla salvaguardia del territorio».

«Saremo in piazza per la tutela dei redditi dall’inflazione e per chiedere all’aumento del valore reale delle pensioni e dei salari, rinnovo dei contratti nazionali dei settori pubblici e privati, per un mercato del lavoro inclusivo e per dire no alla precarietà; per dire basta morti e infortuni sul lavoro – ha detto ancora Scalese –. Occorre ridare valore al lavoro, eliminare i subappalti a cascata e incontrollati, e portare avanti una lotta senza quartiere alle mafie e al caporalato».

«Sono questi alcuni dei grandi temi che dobbiamo affrontare con determinazione – ha aggiunto – pensando a come garantire i diritti di cittadinanza, che non vengono minimamente rispettati, a pensare soluzioni per bloccare l’emigrazione dei giovani che svuotano una regione dove ad oggi, come risulta da una indagine del Sole 24 ore, dove i pensionati superano di gran lunga i lavoratori».

«Torniamo a parlare di medicina territoriale e dell’incremento del costo dell’energia: teniamo alta l’attenzione sui diritti dei calabresi», ha concluso il segretario generale Scalese sollecitando la presenza alla manifestazione dei Forestali, in programma per giovedì 12 alle 10 davanti alla sede della Cittadella regionale.

L’assemblea ha provveduto anche alla nomina dei Direttori Inca di Vibo Valentia e Crotone, rispettivamente Francesco Rombolà e Vittoria Torromino(rcz)

Cgil Calabria: Regione doveva confrontarsi con sindacati prima di deliberare per Arpal

La Segreteria della Cgil Calabria ha evidenziato come «la Giunta regionale avrebbe potuto avviare un confronto con il Sindacato prima di deliberare la proposta di Legge Regionale “Mercato del Lavoro – Politiche attive – Apprendimento Permanente e l’Istituzione dell’Agenzia Regionale delle Politiche Attive per il lavoro”».

«Invece, ancora una volta e su una materia importante per il futuro occupazionale in Calabria – ha aggiunto –, ha preferito evitare la concertazione sociale e indirizzare il testo della proposta di Legge al Consiglio Regionale, privandolo dell’opportuno confronto sindacale. Un testo che conferma la scarsa attitudine alle relazioni sindacali, infatti in più parti viene richiamato il ruolo del dialogo sociale, ma manca l’indicazione del Sindacato quale componente, nei vari Tavoli, per l’esercizio dello stesso ruolo».

«Nella proposta di Legge – viene spiegato nella nota – si evidenzia non solo una problematica metodologica, ma sono presenti anche gravi elementi di merito. Infatti l’istituenda Arpal, l’Agenzia Regionale per le Politiche Attive del lavoro, non potrà contare su un centesimo di Euro in più rispetto all’attuale dotazione finanziaria di Azienda Calabria Lavoro, dalla quale transiterebbe per intero il personale, pari a N.370 unità lavorative e di queste ben N.356 con un rapporto di lavoro Part-Time».

«Quindi la dotazione organica della nuova Agenzia – continua la nota – che dovrebbe coordinare l’attività indirizzata alle istanze e aspettative di disoccupati, inoccupati e precari, in una chiara condizione di disagio lavorativo dettato dal mancato completamento dell’orario contrattuale. Non è sicuramente questa la riforma che ci aspettavamo che avrebbe dovuto essere fondata sul ruolo operativo della partecipazione sociale. Per le mutate condizioni del mondo del lavoro, serviva concertare una profonda innovazione delle dinamiche del mercato del lavoro e delle politiche attive con il sostegno delle propedeutiche funzioni della formazione professionale e dell’apprendimento permanente».

«Inoltre, rispetto alle condizioni del mondo del lavoro e quelle particolari del mercato del lavoro calabrese – si legge ancora – c’era da recuperare un ritardo di oltre 22 anni, la normativa regionale vigente è la L.R. N.5 del 2001, quindi una sfida sociale che avrebbe dovuto contare su miglioramenti e necessari ammodernamenti».

«La Cgil, comunque, intende offrire quale contributo – continua la Segreteria –, alle importanti materie del lavoro, l’attività di confronto di merito al fine di migliorare le regole del mercato del lavoro regionale, partendo dalla necessità di dover contare sulla centralità dei Servizi pubblici per l’impiego e sulla congruità delle politiche attive in grado di garantire formazione e reimpiego, così come sulla qualificazione e formazione professionale dei disoccupati».

«Rimane la responsabilità del Governo Regionale rispetto all’importante compito per un intervento che, nel dettato costituzionale – si legge – ha natura di competenza concorrente e che misura una determinante azione in favore delle politiche per il lavoro e del coordinamento delle stesse, con quelle per lo sviluppo economico, l’istruzione e le politiche sociali».

«Nello specifico – conclude la nota – il nostro contributo sarà anche indirizzato a rendere  determinante il ruolo dell’Arpal e a garantire il migliore funzionamento delle attività per le politiche attive, dei Centri per l’Impiego e della Formazione, ribadendo la considerazione della necessità di prevedere per la stessa Agenzia una  migliore  dotazione finanziaria e quindi garantire le condizioni per una  migliore operatività della dotazione organica risultante dal trasferimento di quella attuale  di Azienda Calabria Lavoro, con l’obiettivo principale di rendere performante l’Agenzia  per i lavoratori che ci operano ed innanzitutto per dare risposte a giovani, disoccupati, inoccupati e precari che  nella nostra regione rischiano di non avere risposte occupazionali e quindi un futuro». (rcz)

Sposato (Cgil): Il Sud è sparito dall’agenda politica

«Il Sud è sparito dall’agenda politica, si parla di Ponte sullo Stretto insistentemente senza porre l’attenzione alle strade e le infrastrutture della Calabria», ha dichiarato il segretario generale di Cgil Calabria, Angelo Sposato, nel corso della riunione dell’esecutivo della Cgil Calabria, nel corso del quale si è deciso di sostenere e partecipare alla manifestazione regionale del comparto della forestazione, in programma il 12 maggio.

Quella della forestazione, per Sposato, è «una delle vertenze più importanti che riguardano il lavoro, visto che il numero di lavoratori forestali è di quattromila circa, contro le decine di migliaia di qualche anno fa e tra le nostre rivendicazioni c’è proprio quella di un piano straordinario per il lavoro per la manutenzione del territorio e la tutela ambientale».

Il segretario, poi, punta il dito contro il Governo, che non parla del crollo del viadotto a Longobucco, così come «anche i tavoli che sono stati convocati non hanno avuto un seguito».

Nell’esecutivo sono state poi discusse le tematiche della piattaforma delle manifestazioni nazionali unitarie. La Cgil Calabria porterà in piazza il prossimo 20 maggio a Napoli anche il tema dell’autonomia differenziata continuando nel suo percorso di sensibilizzazione e attenzione verso un disegno di legge che non può passare in sordina ed essere trascurato visti i gravi rischi ai quali esporrebbe il Sud in particolare, senza risparmiare rovinosi effetti boomerang alle regioni del Nord.

«Il Paese rischia una vera e propria involuzione – ha denunciato Sposato – con un ceto medio che si avvia a diventare povero e un governo che non vuole affrontare in modo serio e strutturato il tema dei salari e delle pensioni, della diminuzione del potere d’acquisto e quello del lavoro povero e precario. Anche il taglio del cuneo fiscale, nonostante i toni roboanti con i quali è stato annunciato, non è che una sorta di bonus di pochi mesi che certamente non può invertire la direzione».

Per queste ragioni, e non solo, Cgil Calabria si sta preparando alla manifestazione di Napoli predisponendo quanti più mezzi possibile per rispondere alle richieste di centinaia di lavoratori che il prossimo 20 maggio vogliono chiedere un’inversione di rotta a questo governo. (rcz)

 

Verso le mobilitazioni, a Lamezia l’attivo regionale unitario con i tre sindacali confederali

In vita delle mobilitazioni nazionali in programma il 6, il 13 e 20 maggio, si è svolto a Lamezia Terme l’attivo regionale unitario dei quadri e delegati Filctem CGIL, Femca/Flaei CISL e Uiltec UIL.

Presenti i segretari confederali Angelo Sposato, Enzo Musolino e Santo Biondo, oltre che i segretari generali delle categorie Francesco Gatto (Filctem CGIL), Nicola Santoianni (Femca CISL), Antonino Mallone (Flaei CISL) e  Vincenzo Celi (Uiltec UIL).

Durante l’assemblea si è discusso con i lavoratori dei temi alla base del calendario di mobilitazioni nazionali indette contro il governo e il sistema delle imprese al fine di ottenere un cambiamento delle politiche industriali, economiche, sociali e occupazionali.

«Senza provvedimenti strutturali il Paese rischia il default – ha affermato Sposato –, il decreto lavoro ha confermato la necessità di scendere in piazza. Quelli contenuti nel provvedimento, ad esempio, sono solo dei bonus sul fisco, non un taglio al cuneo fiscale. Si andrà ad aumentare la precarietà, specie nel Mezzogiorno della desertificazione economica e sociale. I calabresi hanno più ragioni per manifestare, nelle assemblee che stiamo facendo sta venendo fuori tanto disagio, tanto malessere, perché il lavoro è diventato povero. Bisogna individuare strumenti per far diventare questo Paese più giusto e solidale. Ecco perché noi saremo in piazza».

«L’azione del governo non è rispettosa di quelli che erano gli impegni assunti a suo tempo con Cgil, Cisl e Uil. Parlano di riduzione di cuneo fiscale enfatizzandone la cifra, ma secondo i nostri calcoli non è quella che il governo annuncia. Ma non solo, il beneficio per i redditi medio bassi da luglio a dicembre non può bastare, una reale riduzione del cuneo fiscale, delle imposizioni ai redditi da lavoro e da pensione, va resa strutturale», ha detto il segretario Musolino.

«Vogliamo chiedere al governo di legarsi al Paese reale, di sentire le nostre rivendicazioni. Chiediamo un lavoro più sicuro, più stabile, ben retribuito. Rivendichiamo investimenti sulla sanità perché possa essere finalmente pubblica e universale e investimenti sull’istruzione. C’è poi il tema previdenziale e del fisco: chiediamo da tempo – ha dichiarato Biondo– alla politica di allargare la tassa sugli extra profitti ma si continua a bastonare le persone in maggiore difficoltà e non si interviene sui poteri forti. È ora di lanciare un segnale forte, saremo il 6 maggio a Bologna, il 13 maggio a Milano e il 20 a Napoli in una grande manifestazione per il Sud».

Dalle categorie è emersa una particolare attenzione sui temi legati alla transizione ecologica e trasformazione digitale che possono diventare concrete opportunità di sviluppo per la Calabria facendo leva sugli investimenti pubblici e privati. La nostra regione è vocata a poter diventare Hub energetico, non solo per il transito dell’energia ma anche per lo sviluppo  di filiere industriali energetiche e ambientali. (rcz)

Unindustria e i sindacati a confronto col commissario Romano su Zes e aree industriali

Il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, e i segretari regionali dei sindacati confederali, Angelo Sposato (Cgil), Tonino Russo (Cisl) e Santo Biondo (Uil), si sono ritrovati per una riunione con il Commissario straordinario per la Zes in Calabria, Giosy Romano.

L’appuntamento è servito ad affrontare alcuni temi legati allo sviluppo della Zona economica speciale calabrese e dell’area su cui essa insiste. Tra questi è da segnalare la condivisa sensibilità sull’esigenza di stabilizzare le misure di vantaggio che rendono la Zes uno strumento competitivo capace di dare slancio alle politiche industriali calabresi. Tali misure, tra cui il credito d’imposta e gli sgravi fiscali per i nuovi insediamenti produttivi, sono infatti oggetto di proroga da parte del governo nazionale, una circostanza che impedisce la pianificazione di investimenti a medio e lungo termine e che dovrebbe quindi essere resa strutturale. Nella discussione si è anche trattato della riperimetrazione delle aree Zes in funzione di una maggiore funzionalità rispetto alle esigenze di insediamento delle imprese. 

Intanto, dopo l’allarme lanciato nei giorni scorsi da Romano sul rischio di non riuscire a utilizzare i fondi del Pnrr a disposizione per le infrastrutture a supporto della Zes, la discussione non ha potuto che concentrarsi sulla necessità impellente di definire le strategie di finanziamento perché siano profondamente riqualificate le aree industriali: «Che si tratti di intervenire con i bandi a valere sui fondi Pnrr o si rimodulino i fondi Por 2014-20 ancora a disposizione – hanno spiegato Ferrara, Sposato, Russo e Biondo al termine dell’incontro –, riteniamo non sia più rinviabile in ogni caso un’azione di riqualificazione in termini di viabilità, accessibilità, ambiente  e sicurezza e di infrastrutturazione complessiva, tutti aspetti che costituiscono condizioni attrattive primarie per gli investitori interni ed esterni alla nostra regione».

L’attenzione di Unindustria Calabria e delle organizzazioni sindacali è rivolta a strutturare un fronte comune per il complessivo sviluppo economico regionale che passi dal consolidamento e dall’evoluzione del mercato del lavoro e delle imprese capaci di determinare tale sviluppo.

Dall’incontro è quindi emersa una forte uniformità di visione sulle potenzialità offerte dalle aree Zes, tanto da ritenere perseguibile, con un protocollo di relazioni industriali, l’introduzione di accordi di secondo livello specifici per le imprese che decideranno di investire nella Zes calabrese. Questi sono ritenuti, infatti, strumenti in grado di rafforzare il sistema produttivo e garantire stabilità alle imprese e ai lavoratori, costruendo e andando poi a consolidare sempre più il rapporto tra il territorio e le attività produttive che vi si insedieranno.

Sul tavolo, infine, nel novero degli strumenti individuati in maniera congiunta e finalizzati a migliorare la capacità attrattiva della Zes e delle aree industriali calabresi, Unindustria Calabria, Cgil, Cisl e Uil hanno messo anche l’esigenza di dare sostanza a protocolli di legalità condivisi che rafforzino il senso di sicurezza generale per imprese e lavoratori, così come la volontà di promuovere nei confronti dell’amministrazione regionale – e con la sua necessaria collaborazione – specifiche soluzioni nell’ambito delle politiche attive per il lavoro. Questa serie di azioni potrà servire da stimolo per rafforzare l’efficacia della Zes sul territorio e – questo è un forte auspicio emerso nel corso dell’incontro – all’insediamento in Calabria anche di importanti investitori pubblici. (rcz)