La sottosegretaria Dalila Nesci: Garantire risorse per assistenza disabili

La sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci, ha ribadito la necessità di accogliere l’appello delle Associazione del Terzo settore impegnate nell’assistenza alle famiglie con bambini diversamente abili, «garantendo tutte le risorse disponibili per potenziare la rete socio-sanitaria della Calabria».

«Mi farò portavoce di questa istanza presso la Regione e il ministero della Salute, certa che su un tema così importante vi sarà da parte di tutti il massimo impegno» ha evidenziato Nesci, nel corso dell’incontro, in video collegamento, con con le associazioni del Comitato Articolo 24, rappresentate da Nuccio Vadalà, Giovanni Schipani, Giuliano Quattrone, Giovanni Marino, Mirella Gangeri, Pasquale Casile, Domenico Barresi, Antonio Alvaro, Vito Crea, Maria Franco, Anna Maria Chiaia e Mario Nasone.

«Le associazioni – ha proseguito – che operano nel mondo della disabilità infantile, rappresentano il collante del tessuto sociale e, soprattutto in questa fase di emergenza sanitaria, assicurano un servizio essenziale per la nostra comunità. Quotidianamente supportano le famiglie che devono affrontare le criticità e le carenze del sistema sanitario, sono madri e padri di bambini disabili che hanno il diritto di ricevere i servizi di base sul territorio».

«Le istituzioni – ha sottolineato – hanno il dovere di garantire lo stanziamento dei fondi necessari per finanziare i centri di diagnosi, cura e assistenza che, in particolare nella Provincia di Reggio Calabria, hanno bisogno di essere potenziati. Interpellerò Regione e Ministero con riferimento alle risorse necessarie, ma anche all’abbattimento delle liste d’attesa e all’attivazione dei servizi di neuropsichiatria infantile e dei centri di riabilitazione».

«Ringrazio le tante associazioni che da anni lavorano con grande abnegazione per garantire tutti gli aiuti ai bambini diversamente abili. Lo Stato deve fare la propria parte – ha concluso Nesci – per non lasciare sole le migliaia di famiglie che nel nostro territorio chiedono parità di diritti». (rrm)

Il Comitato Art. 24 incontra il commissario dell’Asp RC Scaffidi: Attivare Consulta del Dipartimento Salute

Una rappresentanza del Comitato Art. 24 ha incontrato il commissario dell’Asp di Reggio, Gialuigi Scaffidi, a cui è stato proposto di attivare, presso l’Asp, la Consulta del Dipartimento di Salute Mentale, a cui il commissario ha dato la sua disponibilità.

Inoltre, il Comitato ha reso noto di voler chiedere al presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, l’immediata istituzione d tre Unità Operative Complesse di neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, una per ciascuna delle tre vecchie provincie (Cosenza-Catanzaro- Reggio), proponendo di ubicare quella per l’Area metropolitana di Reggio presso l’Ospedale di Locri. Ipotesi che il dott. Scaffidi si è detto pronto a concretizzare laddove il Commissario regionale gliene desse mandato.

Nel corso dell’incontro, i rappresentanti del Comitato, guidati da Nuccio Vadalà, hanno sottoposto a Scaffidi le problematiche di più stretta pertinenza dell’Asp, con particolare riferimento alla inadeguatezza, in termini di risorse, dei servizi territoriali di NPIA e dei servizi riabilitativi. 

Carenze che hanno come conseguenza, da un lato, che le risposte ai bisogni di salute sono parziali e ridotte nel numero (per cui la maggioranza delle famiglie è costretta a rivolgersi ai servizi privati, con difficoltà di accesso); e, dall’altro, il formarsi di liste di attesa di oltre 24 mesi, circostanza che rende vano ogni discorso sull’appropriatezza degli interventi, essendo la precocità della presa in carico il fattore più importante per garantire l’efficacia e la qualità degli interventi riabilitativi.

In relazione alle problematiche evidenziate, il dott. Scaffidi, dopo aver ricordato i vincoli normativi e finanziari che condizionano l’attività dell’ASP, ha fornito con molta franchezza le seguenti risposte: al momento non è ipotizzabile un ampliamento dei posti nei centri di riabilitazione; è in corso di rielaborazione il piano dei fabbisogni di personale dell’Asp, all’interno del quale sarà certamente prevista la dotazione necessaria per adeguare la rete territoriale dei servizi di NPIA; nel frattempo, una prima risposta emergenziale sarà data facendo ricorso all’utilizzo dei neuropsichiatri infantili  e degli psicologi presenti nelle graduatorie della specialistica ambulatoriale interna ( sul punto il Comitato art.24 ha ribadito la necessità che tale personale sia impiegato principalmente per l’abbattimento delle liste d’attesa, ed utilizzato – insieme a quello già presente –  per coprire tutti i compiti istituzionali e non solo di alcuni specifici settori); infine, in attesa che prenda vita, in collaborazione con il Gom, il dipartimento Materno-Infantile che deve presidiare tutte le problematiche inerenti i minori , ivi comprese quelle neuropsichiche, l’ASP rafforzerà e strutturerà il coordinamento dei Servizi territoriali di NPIA che fanno capo alla stessa al fine di omogeneizzare e standardizzare il più possibile le risposte ai bisogni, eliminando le attuali disparità territoriali, che vedono particolarmente penalizzate le aree ionica e tirrenica.

A conclusione dell’incontro, i rappresentanti del Comitato art.24 hanno ringraziato il Commissario Scaffidi per la disponibilità manifestata e la chiarezza delle risposte (ancorché non tutte positive) e convenuto con lui che ad oggi manca presso gli ospedali in Calabria un tassello fondamentale per la gestione della neuropsichiatria infantile, e cioè le Unità Operative Complesse di NPIA , con la conseguenza che sia per ottenere una diagnosi (per esempio di Autismo, di malattie neuromuscolari, ecc.)  che per ricevere le terapie del caso (per esempio interventi chirurgici ortopedici negli esiti di Paralisi Cerebrali Infantili o neurochirurgici) è altissima la “migrazione sanitaria” presso i Centri di altre regioni, in genere del centro-nord. (rrc)

Presentato il Comitato Art.24, che si rivolge a Occhiuto: Avviare tavolo tecnico per piano d’intervento per bambini con disabilità

Un Comitato che si fa portavoce del grido d’aiuto dei genitori dei bambini con disabilità nella Provincia di Reggio Calabria: È il Comitato Art.24 che, nel corso della conferenza stampa di presentazione, ha chiesto, tramite il portavoce, Nuccio Vadalà, al presidente della Regione, Roberto Occhiuto e al commissario dell’Asp, Gianluigi Scaffidi, l’avvio urgente di un tavolo tecnico per elaborare un piano di intervento.

Tra le proposte, l’«attivazione di uno o più  centri per la diagnosi precoce delle disabilità, attraverso convenzioni con strutture qualificate del Centro-Nord e l’attivazione dei servizi di neuropsichiatria infantile».

«Il comitato sta anche valutando – si legge in una nota – se non ci saranno riscontri alla sue richieste, la presentazione di un esposto alla magistratura per la messa in mora delle istituzioni competenti a garantire questi diritti e se necessario anche la richiesta in massa dei rimborsi alle famiglie in lista d’attesa che sono costrette a rivolgersi a privati per ricevere le prestazioni».

Il comitato ha avuto il pieno sostegno per il raggiungimento degli obiettivi che si è dato da Comunità Competente e dal Forum regionale del terzo settore, rappresentati nella conferenza stampa da Rubens Curia e da Luciano Squillaci.

La presentazione del Comitato, svoltasi nella sede del Centro Comunitario Agape e coordinato da Giuliano Quattrone, è stata fatta proprio alla vigilia della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, e nemmeno il nome è stato scelto a caso: richiama, infatti, l’art. 24 della della convenzione che sancisce il diritto alle cure ed alla riabilitazione di tutti i bambini del mondo.

Un Comitato, dunque, composto da genitori stanchi dei viaggi della speranza per avere una diagnosi, con le liste d’attesa interminabili per avere le prime cure e la riabilitazione, di aspettare l’intervento delle autorità sanitarie preposte e che ha  messo insieme le più importanti associazioni che si occupano di persone con disabilità nel territorio reggino.

All’evento, Anna Maria Chiaia e Maria Franco hanno raccontato la via Crucis e la mancanza di riferimenti che attende chi nel nostro territorio si trova a vivere questa condizione  in liste di attesa. Tra questi la storia di Giuseppe (nome di fantasia) reggino, di  50 giorni nato con sofferenza fetale e con danno celebrale diffuso. Seguito dalla neonatologia del Gom e inviato per ricevere un trattamento riabilitativo precoce in un centro  per limitare e prevenire ulteriori danni neurologici. Per carenza di posti previsti  tempi di attesa di oltre un anno, un periodo inaccettabile di vuoto che comporterà  in tema di prognosi danni irreparabili per lo sviluppo intellettivo del bambino.

I dati di questo vuoto di interventi sono stati presentati dal neuropsichiatra infantile Giovanni Schipani, che ha denunciato come nell’area metropolitana di Reggio Calabria, che rientra per intero nella competenza territoriale dell’Asp di Reggio Calabria, vivono circa 95.000 minori di età compresa tra 0 e17 anni,  di questi, il 20% (circa 19.000) presenta un disturbo neuropsichico, solo il 30% (circa 5.700) riesce ad accedere ad un Servizio di Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza (NPI,  di questi, solo il 50% (circa 2850 minori) riesce ad avere risposte terapeutico-riabilitative appropriate.Inoltre 100 minori con disturbo neuropsichico mediamente ricoverati in ospedale non ricevono un trattamento appropriato perché nella provincia di Reggio Calabria non esistono reparti ospedalieri di NPIA.

In Calabria non esistono le Unità Operative Complesse Ospedaliere di NPIA con la conseguenza che sia per ottenere una diagnosi (per esempio di Autismo, di malattie neuromuscolari, ecc.) che per ricevere le terapie del caso (per esempio interventi chirurgici ortopedici negli esiti di Paralisi Cerebrali Infantili o neurochirurgici) è altissima la “migrazione sanitaria” presso i Centri di altre regioni, in genere del centro-nord. Anche i servizi riabilitativi, ed in particolare i centri di riabilitazione ambulatoriale, sono molto carenti, con l’aggravante di essere distribuiti in modo disomogeneo nel territorio metropolitano, con alcune zone, come la Locride, particolarmente scoperte.Ne discende un dato drammatico: mediamente sono circa 1000 i bambini che rimangono in lista d’attesa per 24/36 mesi solo nell’ASP di Reggio, , e ciò rende vano ogni discorso sull’appropriatezza degli interventi, essendo la precocità della presa in carico il fattore più importante per garantire l’efficacia e la qualità degli interventi riabilitativi