“Comizi d’amore”, la retrospettiva a cura di Orazio Garofalo dedicata a Pierpaolo Pasolini

di MARIACHIARA MONACOComizi d’amore, questo è il titolo della retrospettiva a cura di Orazio Garofalo, dedicata al poeta corsaro, Pierpaolo Pasolini.

«Questa rassegna ci mostra gli anni ’60, proprio a ridosso dell’autunno caldo. È come una lezione di storia sociale, offerta dall’immortale poeta del nostro Novecento», queste le parole di Marta Petrusewicz, assessora alla cultura del comune di Rende.

A 101 anni dalla sua nascita, un artista poliedrico come Pasolini non passa di certo inosservato. Egli scrisse romanzi, poesie, saggi, opere teatrali, e non solo, visto la sua forte passione per la regia e il giornalismo. Proprio sulla carta stampata, ha firmato per il Corriere della Sera, pezzi di notevole importanza come “Il vuoto del potere in Italia”, passato alla storia come “L’articolo delle lucciole”. 

La morte di questi piccoli animaletti luminosi, in una Sicilia ancora troppo arretrata, rappresenta un’accusa verso la classe dirigente, che, dopo il boom economico, non aveva saputo gestire il cambiamento antropologico del paese, poiché le stanze del potere, secondo l’intellettuale, non ospitavano più la politica, ma l’economia.

Pierpaolo Pasolini, aveva intuito che le grandi trasformazioni economiche mondiali, avrebbero creato squilibri nella società che da secoli viveva un rapporto sano con la natura. E proprio per questo motivo, l’attenzione ai luoghi è quella di un poeta culturalmente anarchico verso il potere.

Ritornando alla retrospettiva sposata dall’amministrazione rendese, ogni venerdì, fino al 24 febbraio, presso il cinema Santa Chiara, verranno approfonditi gli aspetti di un’Italia che continua a cambiare e che non ha mai smesso; dalle grandi fabbriche del triangolo industriale, fino ad arrivare alle chilometriche spiagge della Calabria, l’intellettuale corsaro porta con sé gli spettatori, mescolandosi fra loro con la sua inseparabile macchina da presa, e regalando una vita in bianco e nero.

Si comincia con Comizi d’amore, un prezioso documento di cinema – verità, che porta Pasolini lungo tutto lo stivale, per intervistare gli italiani sul tema della sessualità, i quali nonostante il benessere economico e materiale, cercavano di nascondere il proprio pensiero su ruoli e tabù, legati alla sessualità.

Poi Edipo Re, rielabora la tragedia di Sofocle, ponendo l’accento su notazioni autobiografiche con il diretto riferimento al ruolo del poeta – intellettuale, che rimane muto davanti alla borghesia e al proletariato nella società dei consumi, generatrice di figli ciechi e impassibili.

Venerdì 3 febbraio sarà la volta di Teorema, un film – manifesto che mette a fuoco la famiglia borghese ed i suoi riti, e dove solo la contadina domestica avrà l’onore di ascendere in cielo come una Santa.

Poi Porcile, il prossimo 10 febbraio, un film sull’ impossibilità di dissentire, in una società cannibale, interessata solo al profitto, pronta a distruggere tutte quelle personalità che non sono disposte ad omologarsi al sistema. Un mondo  animalesco, generatore di mostri, non ancora epurato dal cancro del fascismo.

Infine, con Medea, il 17 febbraio, gli spettatori avranno la possibilità di assistere ad un’altra preziosa allegoria della realtà odierna, creata da Pasolini. Al centro del racconto, Giasone, che dopo aver conquistato il Vello d’oro grazie alla maga Medea, mostra di volerla lasciare per sposare Glauce, la figlia del re di Corinto.

Insomma un viaggio di quattro settimane, per capire aspetti, elementi, che ancora oggi sono presenti in una società che continua costantemente ad evolvere, e che si affanna nella gara contro il tempo. (mm)