La reputazione della Calabria, si può tutelare?

Riscatto reputazionale della Calabria”, lo chiamava fieramente così la compianta Jole Santelli, nella sua cavalcata elettorale che le valse la sedia di Presidente della Regione, oggi occupata da Roberto Occhiuto, che in una linea di continuità riconosce l’importanza strategica della reputazione.

All’insediarsi, avvenuto ieri della Giunta Regionale dei Calabresi nel mondo il Presidente Occhiuto ha chiesto al Prof. Mauro Alvisi, con nomina tecnica, di aprire di fatto i lavori della giunta, dopo i saluti di rito, con un intervento dal titolo “La tutela reputazionale della Calabria”.

di MAURO ALVISI – Si può tutelare solo un valore riconosciuto, misurato, certificato. Per troppo tempo si è raccontata una narrazione distorsiva e lesiva di questa straordinaria e antichissima terra. Tanto da farne un clichè disforico, di luoghi comuni tendenti al vilipendio del popolo calabrese in Italia e nel mondo.

Si scopre che la Calabria è dotata di un “portafoglio reputazionale” ben più largo e positivo: per scoprirlo dobbiamo utilizzare la performetrica (misurazione scientifica delle performance), strumento analitico che si serve di 15 indicatori chiave delle prestazioni di un territorio – con cinque grandi filoni di analisi. Uno interno, che racchiude i residenti di quel territorio, e un altro esterno, composto dai Calabresi che vivono in altre parti d’Italia e soprattutto all’estero (sono diversi milioni) dai turisti periodici, dagli stranieri che visitano per la prima volta e dai molti che vi ritornano. Poi ci sono le istituzioni, dunque scuole, governo di un territorio, partiti e magistratura, infine i mass media.

La Calabria, in tal senso, è un territorio interessante, oserei definirlo angel and devil con netti contrasti tra alcune note e meno note minacce allo sviluppo e alcune straordinarie opportunità da cogliere».

Si parte, of course, dai lati positivi: «Una delle chiavi angeliche è l’accoglienza, un rito tipicamente meridionale ma caro in maniera particolare ai calabresi. Qui c’è grande capacità di accogliere e cogliere le persone, che poi ritornano molto volentieri. Se ciò non accade, non è certamente per questo tipo di performance….

La Calabria non è solo mare, ma anche tanto altro a gente ne è pienamente consapevole, ma a volte chi è esterno alla realtà concepisce meglio questo concetto. L’identità del territorio conta molto e andrebbe studiata certamente meglio. Il focus si sposta, dunque, sulle sfaccettature che influiscono negativamente sulla reputazione della nostra regione: La Calabria è ultima in Italia per alcuni indicatori quali, ad esempio, le infrastrutture. Sarebbe più semplice ovviare ai problemi collegando la viabilità interna, senza abbandonare il progetto cardinale del ponte sullo Stretto.

Per non parlare, poi, del fuoco amico, cioè tutti i conterranei che purtroppo cadono nel gossip facile del discredito della terra d’origine, diffondendo leggende lesive sulla Calabria. I media, in particolare, internazionali, nazionali e perfino locali drammatizzano spesso morbosamente e in modo eccessivo sui problemi locali».

Una buona Reputazione, però, non la si ottiene con una operazione di facciata, di make up, non è da confondere con una comunicazione pubblicitaria o una campagna media: la reputazione è frutto di un comportamento pianificato, misurazione della differenza tra ciò che si afferma e ciò che effettivamente si fa. Inoltre è ormai indelebile e non si risolve con foto o video promozionali. La Calabria è terra ricca di eccellenze, ma la comunicazione le livella verso il basso. Per cambiare reputazione ci vuole diversa consapevolezza e, soprattutto, spirito di squadra.

Parentesi di colore sulle recenti elezioni regionali: non è un caso se negli ultimi anni la curva di percezione vede la Calabria tra le 5 regioni più interessanti d’Italia. Numeri alla mano, dal 15 luglio a fine agosto si è assistito a un notevole incremento in questa regione. Anche durante la Pandemia, che sembra scongiurata, la Calabria si è presentata al mondo quale territorio esente dal Covid, elemento che ha influito parecchio nella scelta turistica successiva.

Le dinamiche economiche che seguono alla pandemia, pur in presenza di un sanguinoso conflitto europeo, sono molto interessanti e, a detta degli esperti, rafforzeranno ulteriormente il connubio tra turismo, gastronomia locale, beni culturali, università e scuole che scalano le classifiche nazionali e internazionali dell’eccellenza, la forza di una rarefatta ma incisiva produzione industriale e terziaria e il nuovo vigore effervescente delle tradizioni e dell’artigianato locale: secondo studi recenti, le grandi metropoli sarebbero state quelle destinate a crescere demograficamente nei prossimi trent’anni, ma dopo il Covid non è già più così. Torneremo fortemente a riscoprire la vita del borgo, con la ri-esplosione di arti e mestieri tipici. È la vittoria dei tanti meravigliosi borghi calabresi che si affacciano sullo Ionio, sul tirreno, si inerpicano tra la maestosa Sila, l’imponente massiccio del Pollino e il fascino devastante dell’Aspromonte, che si può esaltare da un buon collegamento in rete.

In tal senso diventa fondamentale la digitalizzazione, forse la sfida principale a cui il territorio si trova di fronte, che consentirebbe riduzione dei costi e maggiore efficienza. La tutela reputazionale della Calabria coincide con la salvaguardia dell’identità dell’essere calabresi. Si innesta nella tutela più ampia della Magna Grecia, nella valorizzazione di un Meridione che deve sapersi fare baricentro della rinascita dell’intero Mediterraneo. E se riparte il Mediterraneo con le antiche autostrade dell’acqua, per le mete atlantiche, riparte il continente europeo e l’intero occidente. Faccio sempre un esempio pratico ai miei allievi: il lancio di una freccia con l’arco. La legge della forza cinetica stabilisce che più si andrà indietro col braccio e più la freccia, una volta rilasciata, andrà in fondo. La tecnologia può aiutare ulteriormente la Calabria a trattenerla ben salda in mano per accrescere il proprio bagaglio, ma è la sua immensa storia e la tutela delle tradizioni a caricare l’arco in vista di un futuro entusiasmante. Un nuovo “Rinascimento” si può pensare per la Calabria. Ma lo smart working, inteso come lavoro chiuso in una stanza con un pc, non è sufficiente: per rifarci alla metafora della freccia sarebbe come lavorare da remoto con un arco virtuale.

Questa terra è anche una gran terra della scienza, che insegna la necessaria capacità progettativa, non solo realizzativa. Michelangelo e Raffaello, per menzionare alcuni grandi artisti del nostro passato, lavoravano in bottega per diminuire ogni giorno ciò che si duplica più velocemente in natura: l’errore. Se quest’ultimo non viene corretto, si moltiplica.

La Calabria deve aprirsi alla narrazione dei calabresi nel mondo, le loro esperienze sono di gran lunga contaminanti e, dunque, trasmissibili: questa terra non ha ancora portato a termine il lancio della freccia, avrà un grande futuro proprio perché ha vissuto un altrettanto grande passato.

La mission della Consulta che si insedia oggi è larga come la foglia e stretta come la via (come recitava il refrain di fine fiaba), dunque la tutela è un gioco di difesa e presidio ma anche di ripartenze (per usare il gergo calcistico), diventa fondamentale certificare di godere di una buona reputazione e poi rilanciare le eccellenze calabresi agli occhi del mondo intero: La reputazione si può definire come il ponte tra emergenza di un territorio e le sue eccellenze. L’obiettivo è far sì che l’emergenza curata e trasformata diventi eccellenza e che quest’ultima non si riduca mai ad emergenza. In Calabria ci sono tutti i presupposti. (ma)

CALABRESI NEL MONDO: E LA CONSULTA?
ANCORA VANNO SELEZIONATI I CONSULTORI

di ORLANDINO GRECOEgregio Presidente Occhiuto, subito dopo la sua elezione a Presidente della Regione, Le ho indirizzato una missiva per richiamare la Sua attenzione sull’importanza e il valore della Consulta dei Calabresi all’Estero.

Sono nuovamente a scriverLe in merito, facendomi portavoce delle diverse richieste che mi giungono da più parti e dai tanti nostri corregionali che vivono oltreoceano. Proprio in questi in giorni mi trovo in America, dove ho avuto modo, tra l’altro, d’incontrare alcune delle figure più rappresentative dei Calabresi che vivono oltreoceano, i quali mi hanno manifestato la loro volontà di volersi impegnarsi fattivamente, attraverso una programmazione mirata e sinergica. Diversi mesi sono passati dalla nomina dei nuovi referenti ma ad oggi non è stata ancora intrapresa alcuna azione in merito e, soprattutto, nessun contributo finanziario è stato, dopo la sospensione durante la legislatura della presidente Santelli, ricollocato.

Sarebbe superfluo ritornare nuovamente su quel grande patrimonio che sono i nostri calabresi all’estero e sul valore e l’importanza della Consulta, riconosciuta e formalizzata proprio attraverso una legge regionale. Basta solo fermarsi a contemplare i numeri: 7 milioni i nostri corregionali nel mondo e oltre 405mila i calabresi residenti all’estero e iscritti all’Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) e che rappresentano quindi oltre il 20% della popolazione residente in Calabria, per comprendere che la nomina della consulta non è più procrastinabile. Una vera e propria istituzione che, collaborando a stretto contatto con la Regione, ha fatto sentire con forza la propria presenza con le comunità, le associazioni e le federazioni di calabresi in tutto il mondo.

L’impegno non è più rafforzare, rinsaldare un rapporto d’affetto, ma è necessario perseguire una serie di azioni e di interventi tesi a supportare la creazione di relazioni istituzionali ed economiche, favorire il passaggio di testimone fra le diverse generazioni, diffondere le tradizioni, la cultura, la conoscenza della nostra regione, così da incentivare la nascita di opportunità e di processi virtuosi.

Molte altre regioni d’Italia, così come molti altri Paesi, hanno riconosciuto il valore dei propri emigrati intessendo relazioni forti e capaci d’incidere sullo sviluppo d’interi territori, accorciando distante e offrendo partenariati internazionali con valenza strategica per l’export e il turismo ma anche per la conoscenza della propria terra d’origine all’estero e viceversa, con il racconto e la testimonianza dei tanti personaggi che hanno fatto la storia oltre oceano. Nel mondo ci sono migliaia di calabresi che con talento, intuito e sacrificio, hanno raggiunto ruoli apicali in diversi settori della società, rappresentando dei veri e propri modelli di riferimento in ambito economico, sociale e istituzionale.

Molti di loro oggi chiedono di poter prestare il proprio impegno, il proprio know how, la propria rete di relazioni, per far crescere la loro regione e i loro territori d’origine. Un lavoro che era già stato avviato, processi virtuosi messi in atto, molti progetti in itinere, che per la Calabria hanno rappresentato un aprirsi al mondo, proprio grazie a quel ponte che da sempre ha rappresentato un legame imprescindibile con la propria terra.

Disperdere quanto costruito è un errore per l’immagine della Calabria in Italia e nel mondo, far ripartire la Consulta e ridare rappresentatività ai consultori non è una scommessa ma un reale investimento. Sono certo, che anche in questa circostanza, il Suo interessamento non venga meno e che, in tempi brevissimi, restituirà legittimazione alla Consulta. (og)

Alla Consulta dei Calabresi nel mondo assegnata una sede in Regione

Alla Consulta Regionale Emigrazione dei Calabresi all’Estero è stata assegnata una sede in Regione Calabria, nell’edificio della Protezione Civile.

Lo ha reso noto Salvatore Tolomeo, vicepresidente della Consulta, che ha ricordato come «ci sono voluti alcuni anni di insistenti richieste, da parte dei Consultori che rappresentano le comunità di Calabresi emigrati in ogni parte del mondo, per vedere concretizzata questa importante occasione che permetterà un costante e vicino rapporto di collaborazione tra la Regione Calabria e i propri corregionali che, ovunque residenti in Italia e all’estero».

«Questa soluzione – ha spiegato – conclusa grazie all’interessamento del presidente ff Nino Spirlì, e portata avanti dal Direttore Generale alla Presidenza dott.Tommaso Calabrò e dalla Dirigente, avv.Gina Aquino, consentirà di affrontare, in sinergia, la realizzazione di progetti finalizzati alla internazionalizzazione del brand Calabria nel mondo, coinvolgendo emigrati calabresi che hanno avuto successo professionale e imprenditoriale ovunque sono emigrati».

«La rete dei Calabresi nel Mondo, intesa come Consulta Regionale – ha concluso – è una enorme risorsa anche socio-economica finora poco o per niente utilizzata per iniziative commerciali o imprenditoriali. Dalla sede oggi consegnata partiranno idee e proposte per apportare, anche da lontano, sviluppo alla indimenticabile Calabria». (rcz)

Consulta dei Calabresi nel Mondo: Salvatore Tolomeo a capo del Direttivo

Con l’elezione del Consiglio Direttivo e del vicepresidente, la Consulta dei Calabresi nel Mondo, organo costituito con la legge regionale 8 del 2018, entra in piena operatività. Si sono, infatti, svolte ieri, in videoconferenza tra i Consultori dell’Emigrazione dei Calabresi e la Regione Calabria, le elezioni del Vice Presidente della Consulta e del Comitato Direttivo (8 Membri). All’unanimità Salvatore Tolomeo, catanzarese da 50 anni a Milano, è stato eletto Vice Presidente, ossia Coordinatore, della Consulta mentre nel Comitato Direttivo sono stati eletti: Vincenzo Daniele – Australia; Daniela Callea – Canada; Luigi Patitucci – USA; Corrado Bosco – Brasile; Mariel Pitton Straface – Argentina; Nicolas Nocito – Uruguay; Silvestro Parise – Germania; Francesco Serratore – Italia.
Il Direttore Generale alla Presidenza, dott.Tommaso Calabrò, ha illustrato l’intenso e proficuo programma che, insieme ai Consultori di tutto il Mondo, la Regione Calabria intende sviluppare per rafforzare non solo le relazioni sociali e culturali, ma anche economiche e imprenditoriali potendo contare sulla autorevole presenza ovunque nel Mondo dei rappresentanti delle comunità calabresi.
Già sono in cantiere alcune ipotesi di lavoro come quello della valorizzazione della Dieta Mediterranea made in Calabria, l’incentivazione del turismo di ritorno, il ritorno alla terra col recupero dei casali abbandonati.
Nell’immediato, è stato concordata la realizzazione di un portale web dedicato alla Consulta che consentirà un rapporto ravvicinato tra la Calabria e i suoi rappresentanti nel mondo. (rcz)

CALABRIA NEL MONDO, AL VIA LA CONSULTA
PAROLE CHIAVE: INNOVAZIONE E IMPEGNO

di SANTO STRATI – Si è finalmente insediata in Regione la nuova Consulta dei Calabresi nel Mondo. Era dallo scorso ottobre, poco prima della drammatica scomparsa della Presidente Santelli, che la Consulta dei Calabresi nel Mondo, un organo regionale previsto dalla legge 8 del 2018, attendeva di vedere la sua nuova composizione e il successivo insediamento con l’elezione del Comitato Direttivo (cambia ogni nuova consiliatura). La compianta presidente Jole aveva programmato tutto per la fine di ottobre, ma non è riuscita, purtroppo, nell’intento. A fine gennaio, il presidente facente funzioni Nino Spirlì aveva firmato il decreto di costituzione con la nomina dei 41 consultori, ma inspiegabilmente, per la convocazione e l’insediamento sono passati altri tre mesi. Adesso è praticamente operativa e, tra qualche settimana, dopo il 25 aprile, i consultori, riuniti ieri all’ora di pranzo in sessione telematica, col presidente ff Nino Spirlì, il direttore generale della Presidenza Tommaso Calabrò e la dirigente dell’Ufficio Emigrazione Gina Aquino, dovranno eleggere il Comitato direttivo, l’organo esecutivo della Consulta.

Negli anni passati, la Consulta dei Calabresi era apparsa ai più un club – eccentrico – per favorire viaggi e incontri per i designati, ma operativamente poco utile ai calabresi residenti all’estero. La riforma del 2018, voluta dal Presidente Oliverio, ha mutato le cose. La Fondazione “Calabresi nel Mondo” è stata sciolta (e i suoi dirigenti hanno qualche problema giudiziario a proprio carico) e alla Consulta è stato assegnato con la nuova legge istitutiva un compito sì di rappresentanza, ma anche esecutivo: i calabresi nel mondo sono i migliori testimonial della propria terra e i consultori selezionati dal Presidente della Regione (operano a titolo gratuito) si prendono in carico la responsabilità di promuovere, stimolare e seguire iniziative bidirezionali. Da un lato le aziende di calabresi nel mondo che vogliono investire in Calabria (e ce ne sono anche di prestigiose e importanti che possono creare nuove imprese sul territorio) e dall’altro le aziende calabresi che devono superare il nanismo d’impresa e guardare con ottimismo alle possibilità di export nel mondo, soprattuto dove sono presenti comunità di calabresi. Il segmento più importante è, ovviamente, quello agro-alimentare ed eno-gastronomico. Grazie anche al successo sempre più crescente della dieta mediterranea, la nostra cucina, le nostre tipicità stanno registrando un largo consenso in ogni parte del mondo. Ma le imprese calabresi sono spesso troppo piccole per organizzare l’export: serve a questo il settore internazionalizzazione della Regione (cui fa riferimento anche la Consulta) per raggruppare sotto forma di consorzi o di cooperative i piccoli produttori e consentire l’export in quantità industriali, in grado di sostenere l’eventuale domanda della grande distribuzione organizzata all’estero. Si pensi soltanto ai mercati dell’Australia, del Canada, degli Stati Uniti che per i nostri prodotti eno-gastronomici (lattiero-caseari, salumi e insaccati, frutta lavorata, conserve, olio, vino, etc) potrebbero costituire uno sbocco formidabile. Ma non è così facile come sembra: salumi e formaggi calabresi ancora non sono ammessi, per esempio, in Australia. A questo dovranno provvedere i consultori locali, ovvero creare le giuste relazioni per promuovere e instaurare rapporti commerciali con la Calabria, aiutando a superare – essendo in loco – i problemi burocratici e di autorizzazione dell’importazione dalla Calabria.

Enrico Mazzone, Salvatore Tolomeo e Vince Daniele
I consultori Enrico Mazzone (Canada), Salvatore Tolomeo (Italia) e Vince Daniele (Australia)

La Consulta avrà dunque non un ruolo rappresentativo, ma soprattutto esecutivo: dovrà essere il propulsore di iniziative e attività non solo commerciali, ma anche e soprattutto culturali: di salvaguardia della lingua e del dialetto, della cultura e delle tradizioni popolari, dovrà coltivare il senso di appartenenza anche nelle seconde, terze, quarte generazioni, promuovendo anche il cosiddetto Turismo delle Radici. Quest’ultima iniziativa potrebbe rivelarsi – a pandemia finita – una straordinaria risorsa per la destagionalizzazione del turismo, con l’arrivo di centinaia di migliaia di calabresi che verrebbero – ove stimolati da incentivazioni intelligenti e facilities locali – a visitare la terra che ha visto nascere i propri avi. Senza contare alle possibilità di formazione e studio per i nostri giovani calabresi che vivono all’estero e potrebbero venire a studiare nei nostri tre Atenei. C’è, insomma, un’enormità di lavoro che attende i consultori della Calabria e il nuovo Comitato direttivo (presieduto dal Presidente della Regione) avrà nove componenti di tutto il mondo coordinati da un vicepresidente augurabilmente italiano e possibilmente vicino – in tutti i sensi – a Germaneto.

Il Direttore Generale Tommaso Calabrò, che aveva avuto dalla Santelli l’incarico di riorganizzare la “nuova” Consulta e ha lavorato molto, con impegno e passione, in questi mesi perché si realizzasse il sogno della Presidente, è ottimista e fiducioso sul grande lavoro che ciascun consultore riuscirà a portare a termine. Soddisfatto anche Salvatore Tolomeo, presidente della Federazione dei Circoli Calabresi Italiani, da molti indicato come ideale vicepresidente in grado di guidare l’organo regionale, sia per la sua lunga esperienza in Consulta e la conoscenza delle cose regionali, sia per la reale “vicinanza” alla Cittadella: pur vivendo a Milano, Tolomeo è molto spesso a Catanzaro sua città natale. Dovrebbe, senza difficoltà, raccogliere il consenso degli altri 40 consultori che saranno chiamati a votare il Direttivo nelle prossime settimane. Tale scelta appare, senza dubbio, la più idonea per mettere in moto un organismo che, in fieri, mostra un orizzonte larghissimo: dello sconfinato amore per la sua terra Tolomeo non ha mai fatto mistero e nei suoi progetti c’è l’obiettivo di promuovere e condividere con tutti i consultori idee e progetti in grado di dare una spinta innovativa alla Calabria, nel segno di una calabresità che, oggi più che mai, è diventata motivo di grande orgoglio per quanti vivono lontano. Lo stesso amore che ha spinto – visto che non ci sono nemmeno rimborsi spese per i consultori – tanti calabresi – donne e uomini di ogni parte del mondo, innamorati della propria terra – a offrire la propria disponibilità per l’impegno in Consulta, che non sarà sicuramente lieve, visti gli obiettivi da raggiungere.

Soddisfatto, naturalmente, anche il presidente pro-tempore Nino Spirlì: «Abbiamo bisogno del vostro aiuto e del vostro sostegno – ha detto in streaming ai consultori collegati da tutto il mondo –. Seguiteci sempre e aiutateci con i vostri pareri, le vostre proposte. Questa terra è un grande terreno fertile che aspetta anche il ritorno di chi è partito. Qui si può lavorare e investire, si può ricominciare. Quello che c’è di male nella nostra terra, c’è ovunque; e se si combatte ovunque, si può combattere anche qui. Per me è molto importante continuare a portare avanti la volontà di Jole Santelli. La prima presidente donna di questa regione – ha ricordato Spirlì – desiderava riunire i calabresi che rendono grande la nostra regione nel mondo attraverso le nuove rappresentanze, per far sì che non si disperda mai la calabresità, la conoscenza di ciò che è Calabria. Siamo greci, ebrei, arbëreshë, occitani, latini, italici, bruzi, saraceni, mori, normanni, francesi, spagnoli, goti. Il nostro è il sangue del mondo. Ecco perché chi viene qui trova un po’ di se stesso».

Spirlì, anticipando un progetto di turismo religioso che toccherà 12 località, ha invitato i calabresi che vivono fuori della regione a realizzare nuovi format per raccontare le loro esperienze all’estero: «Potreste essere voi – ha detto ai consultori – a spiegare chi erano i primi calabresi arrivati nei vari Paesi e cosa hanno fatto per farsi conoscere. Anche questo tipo di iniziative potranno essere il nostro biglietto da visita nel mondo». (s)

Consulta dei Calabresi nel mondo, Tolomeo: «Attacchi ingiustificabili all’organo regionale»

Riceviamo e pubblichiamo da Salvatore Tolomeo, presidente della Federazione Italiana Circoli Calabresi

Caro Direttore,
fra qualche giorno dovrebbe insediarsi, in videoconferenza e senza costi, la Consulta Emigrazione dei Calabresi e, puntualmente, anziché stimoli propositivi per incentivare i Consultori nominati ad impegnarsi ancor di più per diffondere nel migliore dei modi la Calabresità nel mondo, giungono (per fortuna sempre e soltanto dal solito mezzo stampa) dure critiche alla Regione Calabria nella persona del suo Presidente ff Spirlì per le nomine dei Consultori fatte a fine gennaio.
Nel ricordare che l’incarico è a titolo di volontariato e senza alcun compenso ma conferito sulla scorta di determinati requisiti di esperienze e dimostrazione di attiva rappresentanza associativa, rammarica non poco dover ancora leggere che il Presidente ff Spirlì ha sbagliato la nomina a Consultore nei confronti del compianto Franco Perrotta, deceduto in ottobre in Brasile ove rappresentava con immensa passione e competenza la comunità calabrese.
Da anziano esperto uscente, apprezzo invece la decisione della Presidenza di non depennare Franco Perrotta dalla lista dei Consultori per ricordarlo da titolare per quanto ha fatto in tanti anni di incarico e sostituirlo dopo l’insediamento che avverrà fra non molto.
Sono andati a “sfriculiare” nel passato di Maria Loscrì nominata per la Calabria, per pendenze giudiziarie private risalenti al 2006 e definite nel 2016. Senza entrare nel merito della condanna (definita lieve dallo stesso giornale) a 15 giorni e sospesa, ritengo che questo non possa essere elemento di imbarazzo, come riportato, per essere nominato a Consultore, senza oneri e compensi a carico della Regione. Se solo si volesse fare una ricognizione di quanti superpagati nella pubblica amministrazione ricoprono ancora i loro posti, ci sarebbe da sospettare  allora che qualcuno, magari escluso dalla Consulta, utilizza ogni mezzo per gettare fango su un organismo composto da persone per bene che hanno, oltre alla moralità, un fine comune: contribuire a diffondere nel mondo la Calabresità positiva delle origini delle quali ognuno ne va fiero.
Siamo invece alquanto sorpresi dal silenzio mediatico calato sulle scandalose attività predatorie della Fondazione Calabresi nel Mondo, sciolta nel 2015 e ancora oggi in liquidazione, beneficiaria di 12 milioni (sì, 12 milioni) di euro per progetti dei quali nessuno sa gli effetti che hanno apportato con i 126 (sì, 126) dipendenti  tra cui il famoso paroliere Mogol in arte Giulio Rapetti, 8 dirigenti a 13.000 euro mensili. e una pletora di animatori ed esperti.
Oggi 3 marzo presso il Tribunale di Milano doveva riprendere il processo all’ex Presidente  On.Pino Galati. Forse per evitare di parlare di questa ex Fondazione con annessi e connessi si vuole sviare la cronaca cercando le pagliuzze nella Consulta “dei Calabresi nel Mondo” inducendo ad un improprio e pregiudizievole accostamento? Il sospetto è fondato.
Salvatore Tolomeo – Presidente Federazione Italiana Circoli Calabresi – Milano

Nella foto, tre consultori dell’organo regionale appena rinnovato: Enrico Mazzone (Canada), Salvatore Tolomeo (Italia) e Vincenzo Daniele (Australia

Maria Loscrì: La Consulta calabresi nel mondo avvii dialogo conoscitivo per programmazione sinergica futura

Riceviamo e pubblichiamo

È una notizia tanto inattesa, quanto emozionante, quella giunta al volgere dell’ultima settimana di un mese di gennaio che, non senza un velo di tristezza ci riporta, con la memoria, ad appena un anno fa, quando la Calabria eleggeva, per la prima volta, una presidente donna alla sua guida.

La nomina dei nuovi membri della Consulta dei Calabresi all’estero, infatti, avviene a seguito di un iter iniziato in un momento in cui il governo regionale, insediatosi da poco, e con diversi impegni programmatici importanti da perseguire, si ritrovava, sui tavoli di lavoro, anche il tema dei Calabresi all’estero, ovvero la considerazione, senza esclusione di alcun elemento rilevante, di una Comunità, con l’iniziale maiuscola che, dissolti i confini geografici, vive nel mondo intero e costituisce il cuore pulsante della nostra regione. Una Comunità, quella dei Calabresi all’estero che, lasciando la propria casa natia, ormai qualche generazione fa, ha portato con sé anche straordinarie virtù, talenti che portano alto il nome della Calabria nel globo intero, saperi che informano dimensioni del vivere socio-economico e culturale, pressoché in ogni angolo della Terra.

La legge regionale n.8 del 26 aprile 2018, a firma dell’onorevole Orlandino Greco comprende, in maniera sistemica e coordinata, tutti gli elementi summenzionati, riservando un’attenzione concreta e tangibile alle comunità dei Calabresi nel mondo. Concretezza e tangibilità sono, infatti, elementi imprescindibili in un percorso multisettoriale che, partendo da storia, tradizioni, saperi, patrimoni da conoscere, tutelare, conservare, trasmettere, non può non giovarsi, nella trasversalità delle azioni da mettere in campo, al fine di produrre risultati efficienti ed efficaci, di una programmazione politica autorevole e concisa, scandita in documenti di co-progettazione territoriale in cui siano chiaramente presenti, accanto alla definizione di obiettivi e strategie da mettere in campo, accanto agli indicatori di un monitoraggio critico e autentico, anche le risorse economiche destinate al raggiungimento di tali finalità, con l’individuazione, altrettanto chiara, rendicontabile e disseminabile, dei risultati raggiunti in seguito all’intervento della Regione.

Esprimo, a nome mio e dell’Associazione MedExperience che mi onoro di presiedere, il più sentito ringraziamento per la nomina ricevuta nell’ambito della Consulta dei Calabresi all’estero, al presidente f.f. Nino Spirlì poiché ritengo che i risultati ragguardevoli raggiunti dalla grande famiglia dei Calabresi nel mondo, anche grazie all’azione della Consulta, meriti, senza se, e senza ma, un prosieguo di lavoro altrettanto efficiente ed efficace; sono stati avviati, infatti, importanti processi di conoscenza e valorizzazione delle nostre eccellenze territoriali, attraverso un proficuo circuito di relazioni e sinergie che, coinvolgendo i diretti attori socio-culturali e, soprattutto economici, hanno favorito l’internazionalizzazione delle micro e piccole imprese locali e hanno consentito di prospettare importanti occasioni di sviluppo del turismo, soprattutto quello di ritorno, il turismo delle radici che è in grado di generare economia sana e duratura.

Anche i nostri giovani, seppure nati e cresciuti in terra straniera, hanno avuto l’opportunità di conoscere e apprezzare la nostra lingua e la nostra cucina attraverso programmi predisposti ad hoc… tutto ciò non può e non deve interrompersi. Il mio auspicio è che la attuale Consulta, nominata a ridosso di imminenti elezioni, possa quantomeno avviare un primo dialogo conoscitivo tra i suoi membri, anche al fine di prevedere una programmazione sinergica futura. Sono stata felice di ritrovare persone di spessore, autorevoli, tra i nuovi consultori, quali Enrico Mazzone che porterà certamente alto il nome dei Calabresi di Toronto, così come sono certa che la famiglia del compianto Franco Perrotta avrà gioito della nomina del proprio caro che vive nel regno dei più già da diversi mesi, strappato alla vita terrena dalla pandemia che ha stravolto il mondo intero.

Ma, sinceramente, mi chiedo quali possano essere state le ragioni che hanno indotto il presidente Spirlì a procedere con tale nomina, atteso che la Consulta dei Calabresi ha ragione di esistere, solo se, ed in quanto, pienamente operativa, efficace ed efficiente. Come potrebbe esserlo un defunto?

Mi interrogo, ancora, e rivolgo la domanda al presidente Spirlì, sulla durata della Consulta appena istituita, vista l’imminenza delle elezioni regionali. Penso sia determinante avere contezza di questo elemento, in vista della predisposizione di una proposta programmatica da parte di ciascuno dei nuovi consultori. Se si trattasse, ad esempio, di un incarico di qualche mese appena, penso che avremmo giusto il tempo di incontrarci una sola, o comunque poche volte, prima di tornare alle urne. Inoltre, nei capitoli di spesa del bilancio della regione, sono stati previsti fondi per la realizzazione delle attività programmatiche? Diversamente, penso che quanto da me posto in premessa a queste riflessioni, cadrebbe puntualmente nel vuoto. E ancora… è stato previsto un vademecum progettuale al quale poter fare riferimento, in modo da avere delle linee guida definite a livello generale?

Auguri di buon lavoro a tutti e a ciascuno di noi, con gli interrogativi che, inevitabilmente, la costituzione della nuova Consulta, nei termini di cui sopra, porta con sé… (Maria Loscrì)

Consulta emigrazione: «Scelta incomprensibile tagliare le risorse» secondo l’on. Carè

«Una scelta incomprensibile» l’ha definita l’on Nicola Carè, deputato di Italia Viva, la decisione della Giunta della Regione Calabria di ridurre, drasticamente, i finanziamenti destinati alla Consulta dei Calabresi nel Mondo.

«Il bilancio per il prossimo anno – ha rilevato l’on. Carè – ha, infatti, recentemente destinato solo 100mila euro per il 2021 e 100mila per il 2022, contro i 300mila di quest’anno. Si tratta di una cifra ampiamente sottostimata e di una scelta frettolosa e anche irrispettosa verso gli oltre 4 milioni di calabresi che vivono al di fuori dei confini della Regione. Disponibilità economiche, sottratte ad un rapporto solido e duraturo tra i residenti fuori e la Regione, che rappresentano linfa vitale per favorire processi di internazionalizzazione e lo sviluppo del territorio calabrese».

«Una scelta incomprensibile, proprio in un momento in cui –  ha sottolineato il deputato di Italia Viva – bisognerebbe  stimolare gli investimenti e mantenere forti legami sia economici che sentimentali con le comunità calabresi all’estero. A causa dell’emergenza sanitaria l’economia è al collasso e solo attraverso le idee, la progettualita e il mantenimento di questo rapporto duraturo con le comunità calabresi nel mondo, la Regione Calabria può valorizzare il suo immenso patrimonio e le sue grandi ricchezze».

«Sono proprio i Consultori in primis – ha specificato l’on. Carè – gli Ambasciatori della Calabria, terra che altrimenti potrebbe rimanere oscura e sconosciuta, promuovendola proprio tra quelle generazioni di calabresi all’estero, fiere non soltanto delle proprie origini e della propria cultura, ma prime consumatrici e promotrici del ‘Made in Calabria’. Da umile calabrese residente all’estero sottolineo come la Consulta per la Calabria abbia un ruolo essenziale per garantire la vasta diffusione della nostra cultura e delle usanze regionali, mantenere le radici con la Madrepatria e anche stimolare l’internazionalizzazione delle PMI calabresi e del turismo di ritorno, soprattutto tra la seconda e terza generazione».

«Sono convinto – ha concluso Nicola Carè – che questi tagli alle risorse potrebbero portare irrimediabili conseguenze negative non solo a livello culturale, ma anche economico. Per tali ragioni, sottopongo alla Giunta Regionale la possibilità di integrare nel bilancio regionale della Calabria i fondi omessi a sostegno delle attività per i calabresi del mondo, indispensabili per una celere ripresa dell’economia calabrese nel dopo Covid-19». (rp)

 

I calabresi d’Australia: lettera aperta alla presidente Santelli

Vincenzo Daniele, consultore della Regione Calabria per l’Australia, ha scritto una lettera indirizzata alla presidente Jole Santelli, «per la Sua decisione e comportamento verso la Consulta dei Calabresi nel Mondo».

«Non me lo sarei mai aspettato – scrive Vincenzo Daniele – che dopo avere confermato durante la Sua campagna elettorale l’impegno di continuare a valorizzare le Associazioni in Italia e nel Mondo istituendo per la Consulta  un dipartimento. Io dal 1970  mi dedico alla nostra comunità Calabrese in Australia per far sì che i nostri giovani mantengono la nostra cultura e le nostre usanze, ed essere presente a rappresentare la nostra Regione quando mi è stato chiesto, tutto questo a spese proprie».

«Lei, forse – prosegue il consultore della Regione Calabria per l’Australia – non sa che nel mondo esiste una seconda Calabria con della gente con una grandissima esperienza nel campo sociale, imprenditoriale, accademici e professionali. La Consulta è una strada per promuovere la Calabria a 360 gradi, soprattutto nelle esportazioni del suo prodotto, a mantenere il legame con la Regione, a promuovere il turismo e specialmente  quello di ritorno. I nostri giovani vogliono riscoprire le loro radici tornando nei paesi di origine generando un grandissimo vantaggio per la Regione. Per Sua conoscenza nel marzo  2017 a Melbourne sì e tenuta una grandissima esposizione dei migliori prodotti Calabresi con la partecipazione di 17 imprese che grazie a questa iniziativa  hanno avuto dei contratti per i loro prodotti, il tutto con il lavoro gratuito dei consultori».

«La Regione – prosegue Vincenzo Daniele – con quella piccola miseria che mette a favore della Consulta, non potrebbe fare tutto questo, sono le associazioni che mantengono i legami con la Comunità calabrese. Nel Suo bilancio ha tagliato tutti i fondi per la Consulta, però ha messo a disposizione 3 milioni di euro per aiuto agli studenti fuori sede quasi tutti rientrati in famiglia a proprie spese. Non sarebbe stato più logico coinvolgere i Consultori di Roma e Milano per un parere sia per far rientrare i giovani che per programmare l’aiuto della Regione? Io, carissima Presidente, come ex Consultore Le consiglierei di fare un passo indietro affinché la Consulta sia considerata degna del suo valore e messa in condizione di realizzare una  programmazione progettuale nell’interesse della Regione e dei Calabresi nel Mondo. Le auguro un buon lavoro per la salvezza della nostra bellissima e amata Calabria». (rrm)

 

In copertina, Vincenzo Daniele.