Con la Fondazione Magna Grecia un forum su problemi e soluzioni contro il cybercrime

di SANTO STRATI – Il convegno sul cybercrime promosso e organizzato a Palermo dalla Fondazione Magna Grecia centra, ancora una volta, un tema di scottante attualità e che, ancora, non riesce a trovare soluzione presso Governo e Parlamento.

I reati informatici sono in costante ascesa e, al di là delle truffe e dei cosiddetti “furti” di identità, in realtà il fenomeno – fino a oggi troppo sottovalutato – sottintende i rischi per i giovanissimi e la creazione di nuove, vere e proprie, dipendenze. Un termine che si è sentito più volte è “nomofobia”, ovvero la paura di essere disconnessi dal telefonino che comincia a serpeggiare tra i giovanissimi.

Come si cura questa nuova patologia-dipendenza? Il “pericolo” non si elimina togliendo il telefonino al minorenne, bensì facendo una costante opera di “educazione digitale” nei confronti dei ragazzi che devono imparare a utilizzare al meglio il proprio cellulare senza diventarne succubi e “dipendenti”.

La Fondazione Magna Grecia, guidata dal presidente Nino Foti, aveva già dedicato un altro convegno lo scorso anno sui crimini informatici, presentando un accurato studio del prof. Marcello Ravveduto, docente all’Università di Salerno: in quest’occasione ha creato quattro panel di discussione e confronto che sono risultati una straordinaria miniera di informazioni non solo per gli addetti ai lavori (magistrati e forze dell’ordine) ma anche per studiosi, intellettuali e parlamentari.

A questi ultimi (presente con Saverio Romano, presidente della Commissione parlamentare per la Semplificazione, anche l’on. Martina Semenzato, presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sul Femminicidio e su ogni forma di violenza di genere) è demandato il compito di individuare soluzioni legislative che tengano conto non solo del cybercrime e delle sue varianti (revenge porn, per esempio, e accesso ai siti pornografici o di violenza per i minorenni) ma anche della grande sfida che ci attende con l’intelligenza artificiale.

Il materiale ricavato dagli interventi degli oltre venti relatori dovrà diventare – a nostro avviso – materia di studio per il Parlamento. La ministra delle Pari Opportunità, Eugenia Maria Roccella – ha spiegato nel suo intervento che la “debolezza” finanziaria dell’Esecutivo non permette investimenti importanti per la famiglia e per i giovani, né tanto meno per affrontare il problema dell’utilizzo del web da parte dei giovanissimi. Sono risorse che, però, andranno rapidamente trovare per non rischiare di restare indietro a fronte un problema che cresce ogni giorno di più.

L’utilizzo improprio del telefonino da parte anche di bambini sotto i 10 anni comporta seri rischi: non si tratta di attuare rigide politiche proibizionistiche, bensì di individuare il sistema per“governare” la rete e poter sfruttare al meglio le opportunità tecnologicamente avanzate che, comunque, non sono da sottovalutare nella valutazione del rischio informatico.

Con i sistemi predittivi dell’IA si può in qualche modo prevenire la violenza di genere (cogliendo per tempo i segnali di allarme), ma è necessario mettere su una task force in grado di operare H24 (e non solo in orario d’ufficio 9-17) per il contrasto ai crimini che si realizzano e viaggiano attraverso attraverso la rete.

Il telefono cellulare, sia ben chiaro, è una conquista di civiltà e progresso, ma il suo utilizzo da partedei minorenni va sicuramente regolato. E qui emerge il dato principale del convegno: occorre fare non solo formazione presso i giovani e le famiglie, ma anche e soprattutto “informazione” perché si conoscano opportunità e rischi. Una campagna di “educazione digitale” è quanto mai opportuna e urgente.

In questo modo si formano  e si informano – senza trascurare le famiglie – le nuove generazioni per evitare di far trovare loro brutte sorprese e incontri pericolosi con pedofili e maniaci o, per i più piccoli, di farsi turbare da scene hard troppo liberamente disponibili sulla rete che, spesso, sono shoccanti persino per gli adulti.

Il Presidente della Fondazione Magna Grecia, Nino Foti, a fine lavori sì è detto largamente soddisfatto dei risultati dell’incontro: «Abbiamo prodotto molto materiale utile per studiare e approfondire il fenomeno del cybercrime in tutti i suoi aspetti, ma soprattutto siamo riusciti con oltre venti, qualificati, interventi a far capire la dimensione reale del rischio informatico, soprattutto per i giovanissimi: una corretta informazione e attività formative diventano indispensabili per portare a casa risultati soddisfacenti. Dobbiamo organizzare incontri nelle scuole, promuovere iniziative che coinvolgano gli insegnanti e gli istituti. Parlare ai ragazzi e spiegare opportunità e rischi».

A chiudere il convegno Antonello Colosimo, presidente di Sezione Corte dei Conti e Presidente ODV Fondazione Magna Grecia, in quale con due parole ha saputo sintetizzare cosa è emerso dall’intensa giornata di studio: inadeguatezza ed evoluzione.

Nel primo caso Governo e Parlamento sono chiamati a fornire risposte precise e adeguate al fenomeno del cybercrime con tutti i suoi pericolosi risvolti; l’evoluzione riguarda il futuro che grazie ai nuovi strumenti tecnologici (inclusa l’Intelligenza artificiale) può consentire nuove metodologie e tecniche investigative sui crimini di nuova generazione.

La tecnologia non è nemica – questo è evidente – ma non si può combattere con la fionda contro i cybercriminali che dispongono di bazooka e hanno risorse eccezionali per far crescere i propri traffici a danno della comunità e, soprattutto, dei giovani, i più esposti ai pericoli della rete. (s)

Nino Foti (Fondazione Magna Grecia): Serve iniziativa legislativa contro cybercrime

«La legislazione italiana e quella degli Stati europei sono indietro rispetto a questi fenomeni. Proprio per questo è necessario che vi sia un’iniziativa legislativa che possa normare alcune attività illegali perché, da quello che è la nostra esperienza, siamo in una fase molto pericolosa perché purtroppo le organizzazioni criminali sono organizzate meglio dello Stato». È quanto ha detto Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, nel corso del I Cybercrime Forum organizzato dalla Fondazione Magna Grecia e ospitato al Loggiato di San Bartolomeo di Palermo.

Dopo i saluti iniziali di Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, che si è soffermato sulla trasformazione digitale attualmente in corso e sull’impatto che questo fenomeno sta avendo sulla società, Foti ha introdotto i lavori del Forum: «Questo convegno nasce dopo due attività di ricerca della nostra Fondazione, uno sull’influenza dei social sulla criminalità organizzata e l’altro sul cybercrime, che abbiamo recentemente presentato alle Nazioni Unite, che ha posto una particolare attenzione sul dark web, la parte più oscura, quella che riguarda l’attività che un personaggio criminale può agire stando seduto nel suo salotto e operare dall’altra parte del pianeta».

«Basti pensare che con le criptovalute – ha aggiunto – è possibile comprare quantitativi importanti di droga senza le tradizionali transazioni finanziarie».

Il primo panel, moderato dal giornalista di La7 Marco Piccaluga, dal titolo “Educare per proteggere: i giovani fra social network e nuove dipendenze” ha visto la partecipazione di Nuccia Albano, assessore Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro della Regione Siciliana, di Padre Francesco P. Biondolillo, presidente e Fondatore “La Casa del sorriso” e Claudia Caramanna, Procuratore della Repubblica Tribunale Minori Palermo che ha illustrato dati allarmanti: «il 44,6% di bambini nella fascia tra i 6 ei 10 anni utilizzano quotidianamente internet ed accedono a piattaforme come TikTok, Instagram o altro».

«È chiaro che questo crea i presupposti per una dipendenza in età futura – ha sottolineato –. Le nuove tecnologie chiaramente creano una dipendenza e favoriscono talvolta la criminalità e certamente c’è un mondo all’interno dei social e del web che è assolutamente scriteriato».

A seguire sono intervenuti Ismaele La Vardera, deputato dell’Assemblea regionale siciliana e Presidente dell’Integruppo Parlamentare contro le droghe e le dipendenze nei giovani, Biagio Sciortino, Presidente nazionale Intercear Coordinamento nazionale dei servizi e delle comunità terapeutiche, Vincenzo Di Piazza, dirigente Centro Operativo della Polizia Postale di Palermo, Bartolomeo Romano, Professore Ordinario Diritto Penale dell’Università di Palermo e Marcello Ravveduto, Direttore del Laboratorio Digital Public History dell’Università di Salerno, che ha parlato di come le mafie si presentano sui social network, come si sviluppa la mentalità criminosa dall’analogico al digitale e ha anche annunciato che nel marzo 2025 la Fondazione Magna Grecia presenterà il secondo rapporto sulle Mafie nell’era digitale con focus sul social network TikTok.

Martina Semenzato, deputata della Repubblica e Presidente Commissione Parlamentare di inchiesta sul Femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, si è soffermata su come governare il cambiamento tecnologico che può rappresentare una risorsa, puntando sull’educazione digitale dei più giovani mentre la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Eugenia Maria Roccella, ha concluso questo panel dichiarando: «Il web è una grande opportunità, ma anche una fonte di rischio per i minori e la prevenzione di questo rischio ci vede impegnati su vari fronti».

«Innanzitutto – ha aggiunto – sollecitando il ruolo educativo delle famiglie, che sono e restano il primo luogo di formazione: nessuna sfida educativa potrà essere vinta se non si parte dalla famiglia. Con il decreto Caivano, ad esempio, abbiamo promosso e potenziato l’utilizzo dei sistemi di controllo parentale sui device, che consentono di monitorare l’attività online dei figli minori, ma lo abbiamo fatto puntando innanzi tutto sulla consapevolezza e sul ruolo centrale dei genitori».

«L’accesso precoce alla pornografia e alla violenza – ha proseguito – è un pericolo che può condizionare la vita dei giovanissimi oggi e degli adulti di domani. Stiamo lavorando molto anche sulla prevenzione del cyberbullismo, un’insidia che bisogna saper cogliere e che può lasciare il segno nei nostri ragazzi».

«E quest’anno  – ha detto ancora – abbiamo promosso un collegamento ideale anche fra il tema dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e il contrasto della violenza contro le donne, perché il rispetto è un valore che si deve apprendere fin da piccoli, nelle famiglie, a scuola e in ogni ambito della nostra società».

«Sullo sfondo di tutto c’è, poi – ha continuato – il tema demografico: una società senza figli è una società di solitudini, di famiglie smagliate, una società senza prospettive e senza senso del futuro, dunque una società di persone più fragili e più vulnerabili».

«Contrastare il calo demografico e investire sulle famiglie significa anche proteggere i nostri ragazzi, perché il rapporto fra i propri pari non è sufficiente e quando diventa esclusivo pone un problema educativo che si riflette su tutto ciò di cui stiamo discutendo», ha concluso la Ministra Roccella.

Il secondo panel, condotto dalla giornalista Silvia Perdichizzi, si è focalizzato sul tema “Formare per difendersi: come la criminalità si muove nel dark web”.

 In collegamento è intervenuto Antonio Nicaso, Docente Queen’s University Canada e componente Comitato Scientifico FMG, che ha parlato della globalizzazione delle strategie criminali attualmente in atto, dei sistemi delle criptovalute, al metaverso e all’IA, evidenziando le difficoltà da parte degli apparati investigativi a far fronte a queste nuove strategie criminali perché non ci sono stati adeguati investimenti nella tecnologia.

A seguire gli interventi di Ranieri Razzante, Componente del Comitato per la strategia sull’IA della Presidenza del Consiglio, Antonio Balsamo, Sostituto Procuratore Generale della Cassazione e già Presidente Tribunale di Palermo, che si è soffermato sul mondo dei crimini informatici organizzati. In collegamento Sandro Raimondi, Procuratore della Repubblica di Trento è intervenuto sul tema del cybercrime nell’ambito delle imprese.

Gli interventi di Raffaele Bonsignore, avvocato Penalista, Roberto Cao Pinna, Responsabile Servizi Speciali Tecninf, Michele Carbone, Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, Marzia Sabella, Procuratore Aggiunto Tribunale Palermo e Giovanni Pitruzzella, Giudice della Corte Costituzionale, hanno approfondito diversi aspetti di questi fenomeni criminosi, del darkweb e soffermandosi su quali possibilità e strumenti abbia lo Stato per fronteggiarli.

L’on. Francesco Saverio Romano, presidente Commissione Parlamentare per la Semplificazione ha, quindi, aggiunto: «I rischi del cybercrime per la pubblica amministrazione sono quotidiani e elevatissimi. La commissione che presiedo ha iniziato una serie di audizioni per comprendere come la digitalizzazione della nostra pubblica amministrazione possa non subire attacchi hacker e abbiamo scoperto che questi attacchi sono quotidiani. Quello che occorre è la formazione».

«Il 56% degli italiani non è digitalizzato – ha spiegato – o meglio non è alfabetizzato dal punto di vista digitale, così come gli operatori della pubblica amministrazione. Il fenomeno dell’ingerenza dei sociali anche su altri fenomeni che sono quelli della criminalità da un lato e della fragilità, delle difficoltà, dall’altro, che aggredite dalla criminalità anche attraverso i social diventano qualcosa da contrastare, ma occorre farlo attraverso la conoscenza».

Le conclusioni del Forum sono state affidate ad Antonello Colosimo, Presidente di Sezione Corte dei Conti e Presidente Odv della Fondazione Magna Grecia che ha evidenziato: «In questo incontro, grazie ai contributi dei diversi relatori che si sono alternati, è emersa l’inadeguatezza, a vari livelli, dell’approccio nei confronti del fenomeno della globalizzazione che è dirompente e che è letteralmente esploso negli ultimi anni».

«Registriamo, anche – ha aggiunto – l’evoluzione degli strumenti tecnologici e abbiamo bisogno di tecniche investigative all’avanguardia per far fronte a questi crimini di nuova generazione, e un alleggerimento nella normazione. Dobbiamo convivere con questo fenomeno e ce lo dimostra Trump, visto che ha dichiarato di voler fare degli Stati Uniti la prima Nazione democratica con uso della moneta digitale. E, citando, Benjamin Franklin, padre fondatore degli Stati Uniti d’America, chiudo questo incontro affermando che ‘l’umanità soffre per metà schiacciata sotto il peso dei progressi che ha fatto». (rrc)