Bastano 10 Idee per rinnovare la Calabria? Probabilmente sì, se c’è una leadership forte

di SANTO STRATI – Le idee, certamente, non sono solo le dieci che hanno dato il nome al nuovo movimento politico presentato stamattina a Lamezia Terme. Saranno forse centinaia e portano firme autorevoli di intellettuali, professionisti, imprenditori che sognano il rinnovamento della Calabria e sperano di esserne protagonisti. “Dieci idee per la Calabria” ha sicuramente alle spalle una gestazione lunga e mostra grandi potenzialità di consenso, in una regione sempre più vicina allo stato comatoso. Basta poco per risvegliare la passione politica dei calabresi, rassegnati, ma mai indomiti, e soprattutto inguaribili sognatori di un cambiamento sempre promesso e mai realizzato.

Presentazioone a Lamezia del Movimento Dieci Idee

Primo firmatario del progetto politico un abile e navigato imprenditore come Pippo Callipo (che nel 2010 tentò senza successo di sfidare Giuseppe Scopelliti e Agazio Loiero alla Regione) e a seguire si trova il nome di un altro aspirante governatore (mancato), Domenico Gattuso che si affacciò, forse troppo timidamente, alle elezioni regionali del 2014, che di mestiere fa il docente universitario all’Università Mediterranea di Reggio. Seguono tantissimi nomi, politicamente esordienti, ma molto conosciuti e apprezzati nella società civile (ingegneri, medici, docenti, ecc). Tutti insieme, per la verità, esprimono un comune sentire che rivela il giustificato timore di soluzioni gattopardesche alla Regione Calabria: cambiare tutto perché nulla cambi. Ovvero, la politica regionale è riuscita, nelle ultime consiliature, a far disamorare i calabresi che votano e credono nelle possibilità di crescita e sviluppo della loro terra. Un disamore provocato dalla mostruosa burocrazia che governa chi deve governare, unita all’incapacità di pianificare, progettare, guardare ai bisogni della gente. L’insensibilità di dare risposte adeguate alle inascoltate istanze di migliaia di giovani (180mila in 15 anni) che tengono, malvolentieri, pronta la valigia. Dopo una sudata e, spesso, meritata laurea che andrà inevitabilmente al servizio delle regioni “ricche” o, peggio, di quei Paesi, comunitari e non, che sanno apprezzare i nostri ragazzi e capiscono cosa significa crescere un vivaio di cervelli.

Ebbene, alle regionali del 2014 votò soltanto il 43,6% degli aventi diritto (nelle precedenti si era sfiorata la percentuale del 60%): c’è dunque almeno un buon 25% di calabresi che non crede nel voto e diserta le urne ma può essere recuperato.

Come? Con nuove promesse di rinnovamento che provengono dalla società civile? Potrebbe essere una strada. Pippo Callipo ha dichiarato di essere disponibile a candidarsi a Governatore.

Con il progetto lineare del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, che da buon architetto, ha pianificato per temi le soluzioni percorribili, solo però con il contributo di tutte le forze politiche? Potrebbe essere anche questa una via.

Con i buoni propositi del governatore uscente Mario Oliverio che si ripropone all’insegna del divertente slogan “scurdammoce o’ passato e ricominciamo daccapo”: anche qui, se il fuoco amico non farà strage, ci sarebbe spazio per catturare gli indecisi, gli scoraggiati, i delusi.

Il punto principale, a nostro modesto avviso, con tanto di cappello per Callipo e il prof. Gattuso (prese l’1,92% alle passate regionali sostenuto da liste di sinistra) è che manca al neo-nato movimento una leadership capace di scuotere gli animi dei calabresi. I quali, come scrisse Corrado Alvaro in uno dei suoi mirabili racconti “vogliono essere parlati”. Chi parlerà, con autorevolezza e il piglio del capo agli indecisi che mostreranno la (dovuta) simpatia al movimento delle Dieci idee?.

Il problema principale è, tra l’altro, costituito dal poco tempo a disposizione. Sei mesi appena e si vota: abbiamo detto che forse dietro al progetto c’è una lunga gestazione, ma oggi non c’è una “gioiosa macchina da guerra” (di occhettiana memoria – e sappiamo tutti come andò a finire), nè uno stratega perfetto venditore di fumo (ogni riferimento all’ex Cavaliere non è casuale), né la cosiddetta “società civile” riteniamo in grado di autoconvicersi da sola. Come si fa? Anche per le Dieci Idee, come per Occhiuto, il responso delle urne delle europee del 26 maggio sarà decisivo sulle mosse future. Occhiuto che è un uomo del fare si trova circondato da insensati (e suicidi) attacchi dei sodali di centro destra che fanno capo a Giorgia Meloni (che gli preferirebbero la pur ottima Wanda Ferro) e dal fuoco amico che fa capo a Piero Aiello e al vicepresidente regionale Giuseppe Gentile che cerca di sparigliare i giochi. Oliverio ha il nemico in casa e si trova a galleggiare in una sinistra più che mai divisiva su tutto. Per i Cinque Stelle: non pervenuto. Dunque, il nuovo movimento di Callipo potrebbe trovare un discreto (ma, ahimé, forse insufficiente) spazio di manovra.

Gattuso, stamattina, nel presentare movimento, ha chiarito che le idee sono 100 e da queste sono state individuate dieci priorità, dieci macro aree su cui operare. «Col movimento – ha detto – non vogliamo fare l’ennesimo partito, ma mettere in campo persone competenti, capaci, oneste e pulite per un progetto di governo della Calabria». La Calabria – ha rimarcato il prof. Gattuso – sta morendo e ormai non ci si può più affidare al solito leader carismatico che po, a distanza, delude i calabresi. «Chi fa politica dev’essere valutato sulla base di indicatori non di obiettivo ma di risultato».

Non abbiamo intenzione di smontare il progetto di Callipo e partners che mostra significative idee: questo giornale non parteggia per nessuno, se ancora non si è capito, se non per la Calabria e per chi si darà davvero da fare per il suo sviluppo, ma sarebbe opportuno aprire gli occhi prima a chi intende candidarsi e poi agli elettori. Bisogna pensare a una Calabria Anno-Zero: o si riparte sul serio o possiamo tutti tirare i remi in barca. Diversamente non c’è speranza. (s)

Alla conferenza stampa hanno partecipato alcuni firmatari dell’appello-manifesto: il prof. Spartaco Capogreco dell’Università della Calabria, il prof. Silvio Gambino dell’Università della Calabria, l’ing. Pino Ippolito, l’ing. Roberto Longo, l’imprenditore Domenico Luppino, il prof. Antonino Mazza dell’Università Mediterranea, l’ing. Nunzio Nicita, il prof. Walter Nocito dell’Università della Calabria, il dott. Giorgio Nordo dell’Università di Messina, l’avv. Marina Neri, la dott.ssa Mariella Oliva dell’Università della Calabria, l’ing. Saverio Orlando, l’ing. Rosario Punturiero dell’Università della Magna Grecia, il prof. Domenico Talia dell’Università della Calabria e Marinella Tedeschi dell’Università della Calabria.

Per farsi un’opinione, ecco il manifesto di Dieci Idee:

APPELLO AI CALABRESI

 La nostra Regione sta morendo. Gran parte degli indicatori economici, ambientali, sociali, politici appaiono negativi. La regione sta perdendo addirittura la sua popolazione, con un tasso di emigrazione, specie giovanile, senza precedenti. La rassegnazione e lo sconforto delle famiglie sono pesanti. Il livello dei servizi è ormai da terzo mondo (sanità, scuola, assistenza sociale, trasporti, acqua pubblica, raccolta e smaltimento rifiuti solidi urbani…) e i segni del degrado sono evidenti sull’ambiente, sulle città, sulle reti infrastrutturali, sulla qualità della vita. Sembra una guerra che miete vittime lentamente e in modo subdolo, che spinge tanti ad andare via come profughi. Il processo non è casuale. Due fra le cause principali sono un pessimo ceto politico e la rassegnazione di troppi cittadini. Ed in questo clima trova terreno fertile l’azione politica di forze opportunistiche che illudono la popolazione, ma in realtà cercano di usarla come serbatoio di voti e per scopi ben diversi dagli interessi della Calabria.

È ora di rimboccarsi le maniche e organizzare una nuova Resistenza. Come in occasione della lotta di liberazione dall’occupazione nazifascista e della ricostruzione dopo una terribile guerra che aveva lasciato solo macerie. Non possiamo lasciare la guida della nostra terra in mano a partiti e uomini politici che hanno contribuito a distruggerla, hanno perso ogni credibilità, coltivando solo interessi particolari e personali, depauperando risorse a non finire. 

Oggi il quadro politico è desolante. Una maggioranza di governo regionale eterogenea e inaffidabile, che sta rivelando tutti i suoi limiti nell’amministrazione della cosa pubblica e vive contraddizioni interne insanabili, una destra senza cultura e senza idee, avvezza solo a giochi di potere personali, corresponsabile della situazione disastrosa in cui si trova oggi la Calabria. Partiti che hanno assunto una connotazione negativa agli occhi di gran parte della collettività, i cui leader hanno calcato la scena politica con superficialità e arroganza, spesso rivelandosi non all’altezza dei doveri istituzionali attesi. La speranza di cambiamento affidata al M5S è ormai evidentemente delusa, dato che il movimento sta dimostrando limiti tipici degli altri partiti, con idee confuse e succube del suo alleato di governo, che lo sta divorando. La Lega è un partito che ha governato per anni con risultati disastrosi ed ha tra i propri obiettivi una autonomia differenziata e antimeridionale, maschera di una secessione perseguita nell’ultimo ventennio con toni aggressivi e razzisti. Due partiti senza capacità di governo, costruiti sulla propaganda e facendo leva sul malessere della popolazione, uniti da un contratto forzato e contraddittorio di potere. Il presidente della Regione nel 2014 aveva dichiarato che avrebbe salvato la Calabria in 5 anni e poi si sarebbe fatto da parte. Nei fatti egli ha agito in perfetta continuità con i suoi predecessori. La regione è allo sbando, i comuni vivono difficoltà senza precedenti; la capacità di spesa dei fondi POR è ai minimi storici, le politiche per il lavoro sono state fallimentari. Lo sanno bene le forze sindacali costrette ormai a inseguire le crisi su ogni versante dell’economia e del sociale. Si vanno proponendo ancora vecchie ricette, grandi opere inutili, costose chimere, mentre la comunità ha bisogno di infrastrutture diffuse e realmente utili, di opere prioritarie come la messa in sicurezza del territorio, lo sviluppo di servizi sociali equi, un sistema sanitario dignitoso superando il regime commissariale attraverso il quale il Governo nazionale ha espropriato la Calabria di ogni diritto decisionale.   

Non si può cedere al ricatto dei peggiori, non si può accettare l’idea che il governo della Calabria continui a stare in mano a partiti senza anima, senza numeri e competenze, non ci si può rassegnare senza combattere. Per questo è più che mai necessaria la costituzione di un movimento nuovo, è necessario dar vita al più presto ad una nuova classe dirigente. Vogliamo aggregare le forze sane, le forze migliori, come partigiani di una nuova Resistenza, superando gli steccati ideologici, ma decisi ad abbattere un sistema ormai corrotto fino alla radice. Una LIBERAZIONE della Calabria, attraverso la partecipazione attiva dei cittadini e la composizione di uno schieramento civico che risponda a principi di libertà e parità delle persone, di accoglienza ed integrazione, di sostegno ai più deboli, di legalità, di rispetto della Carta Costituzionale, di ripudio di ogni forma di violenza e criminalità, di difesa dei beni comuni, di antifascismo e antirazzismo, di equità e sostenibilità della vita, ponendo al centro la dignità delle persone, la salvaguardia dell’ambiente e il lavoro dignitoso. 

Vogliamo promuovere un meridionalismo costruttivo che recuperi verità storica e orgoglio, riequilibri il livello delle infrastrutture, dei servizi e delle opportunità, ma in una Italia unita che guardi ad una Europa unita, libera dalla dominazione delle lobby finanziarie, fondata sull’autodeterminazione dei popoli. Vogliamo sostenere e facilitare l’accesso a tutte le forme di finanziamento disponibili rimaste inutilizzate per dare alla Calabria l’opportunità di essere protagonista nell’economia che si svilupperà grazie alle tecnologie emergenti che introdurranno una nuova, forte, discontinuità nella vita dei cittadini, nel modo di erogare i servizi e nel modo di produrre, ma che potrebbero dare anche la possibilità di recuperare in chiave moderna e profittevole eccellenze e antichi mestieri calabresi. Vogliamo dar vita finalmente ad una classe dirigente autorevole, i cui protagonisti assumano responsabilità politica come missione, a termine e non per carriera, siano in grado di governare seriamente per tirare fuori la regione dalla palude in cui affonda, evitando la degenerazione della politica e della società.

Ed è proprio da quest’ultimo punto che prende le mosse questo appello. Mettiamo insieme una schiera di persone capaci, con storie vere e limpide, competenti ed appassionate, credibili e non rassegnate. In Calabria ce ne sono tantissime, donne e uomini virtuosi capaci di fare la differenza, che in questi anni hanno lottato sui territori, si sono indignate, hanno espresso contenuti di qualità attraverso tante forme di associazionismo locale, hanno cercato un riferimento ideale solido cui aggrapparsi senza trovarlo, persone coraggiose che nella pratica politica vedano una missione, a termine, al servizio della comunità. 
L’obiettivo primario è quello di dar vita ad una formazione politica articolata in numerose liste coalizzate, composta da persone che fanno un passo avanti e non uno indietro, pronte ad imbracciare gli strumenti della cultura, dell’intelligenza, della rettitudine, della competenza, della volontà, della solidarietà, per liberare la Calabria e ricostruire una società in cui si possa vivere meglio che altrove, godendo delle potenzialità che la natura ci ha donato.

Mettiamoci all’opera, per la Calabria, per la nostra gente, per i nostri ragazzi. Prima che sia troppo tardi.