Il centrodestra reggino: Reggio non ha presentato piano per dimensionamento scolastico

Il Coordinamento Provinciale di Forza Italia, Fratelli d’Italia e La Lega hanno denunciato come «Reggio Calabria è l’unico Comune dell’Area Metropolitana a non avere presentato la proposta di piano di dimensionamento scolastico alla Città Metropolitana».

«Assurdo, ma vero – dicono i Coordinamenti –. È solo a termini abbondantemente scaduti che la Giunta comunale guidata dal Sindaco f.f. Paolo Brunetti, in particolare nella persona dell’assessore Lucia Anita Nucera, si è ricordata di deliberare il piano di dimensionamento, e senza previo confronto con le parti».

«Da fonti molto attendibili abbiamo appreso, infatti – continua la nota congiunta – che è solo in una tarda notte di qualche giorno fa che il Comune di Reggio ha partorito, nelle segrete stanze di Palazzo San Giorgio, la delibera sul piano di dimensionamento scolastico del territorio di riferimento, vale a dire a termini già scaduti e soprattutto senza avere  ascoltato i dirigenti scolastici e senza avere quindi permesso alle scuole (e relativi genitori dei Consigli di istituto) di deliberare la loro proposta. Ha attuato, sostanzialmente, una scelta “unilaterale”».

«La cosa assume fattezze ancor più sconcertanti – hanno detto ancora – se si considera che è dall’estate che l’assessore al ramo, Nucera, blatera sull’argomento creando solo confusione, appellandosi a deroghe numeriche inesistenti e promettendo ciò che non avrebbe mai potuto garantire per legge. Nel frattempo, ha dimenticato però di allestire un piano adatto alle esigenze reali del territorio. Se invece di incaponirsi, l’Assessore avesse approfondito la questione, con buon senso, avrebbe potuto tutelare il Comune che rappresenta, che – scandaloso dirsi – è l’unico di tutto il territorio della provincia di Reggio Calabria a non avere presentato alla Città Metropolitana una proposta di dimensionamento entro i termini previsti». 

«Qualche notte fa, messa alle strette dai fatti e capendo che comunque la Città Metropolitana aveva già elaborato – si legge – sostituendosi all’Amministrazione e quindi all’Assessore al ramo, una proposta di piano anche per il Comune di Reggio, non solo ne ha fatto deliberare uno fuori tempo massimo, non solo non ha dato alle scuole la possibilità di rappresentare le proprie esigenze come avrebbe dovuto fare, ma ha presentato una proposta che tende a tutelare solo le scuole degli “amici”».

«Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare – viene evidenziato – mentre la Città Metropolitana, pur con le difficoltà legate al momento non facile, si è comunque confrontata con i territori e con i sindacati, il Comune invece ha preferito non ascoltare gli indirizzi, i bisogni, scegliendo prima la strada del non fare e poi quella del fare in ritardo, salvaguardando gli “interessi di bottega”».

«Lucia Nucera farebbe bene ad interessarsi seriamente di Scuola – hanno rilanciato – con cognizione di causa e competenza, perché le scuole del Comune di Reggio Calabria  sono totalmente allo sbando: mensa scolastica non ancora avviata; bambini disabili a cui non è stata assicurata l’assistenza specialistica; studenti della scuola “Pitagora” letteralmente in mezzo ad una strada in quanto il Comune chiudendo la loro scuola per inagibilità, non ha ancora provveduto a trovare contestualmente una soluzione alternativa. Chi come l’Assessore invoca la Costituzione su cose inesistenti, dovrebbe piuttosto sapere che non possono essere lasciati a casa per giorni gli studenti senza  garantire loro locali alternativi, senza tutelare il loro diritto allo studio. È questa la Costituzione a cui si appellano le famiglie di centinaia di ragazzi ad oggi lasciati in mezzo alla strada. È questa la Costituzione che il CentraDestra intende tutelare, non quella dell’improvvisazione e del supporto ai conoscenti»

«Alla luce di tutto ciò, pertanto, come Coordinamenti provinciali reggini della Coalizione di CentroDestra, congiuntamente chiediamo a gran voce le dimissioni immediate dell’assessore comunale – hanno concluso – colpevole di una condotta non certo all’altezza delle circostanze». (rrc)

L’OPINIONE / Flavio Stasi: Dimensionamento scolastico, una misura inopportuna

di FLAVIO STASI – La legge di Bilancio n. 197 del 2022 interviene sui parametri per la definizione delle autonomie scolastiche nelle varie regioni italiane, vincolando di fatto l’esistenza degli Istituti, quindi delle dirigenze, alla popolazione scolastica, cioè al numero degli alunni.  In pratica il Governo, nell’ottica di una riorganizzazione del sistema scolastico, ha stabilito con chiarezza che in Comuni superiori ai 15 mila abitanti si possono costituire o mantenere autonomie scolastiche con almeno 1000 alunni.

Una misura che non discutiamo in generale, ma che riteniamo sicuramente inopportuna in aree come la nostra ed in gran parte del mezzogiorno, con una dispersione scolastica superiore alla media nazionale e con territori estesi e variegati, diversi dai centri urbani ad alta densità abitativa di altre zone italiane.

Nel nostro territorio sarebbe più opportuno fare investimenti importanti nella qualità e nella fruibilità dell’offerta scolastica piuttosto che risparmiare sulle dirigenze. Per questa ragione, in ogni sede istituzionale, stiamo lavorando affinché si possa derogare al parametro dei mille alunni per autonomia scolastica.

In altre regioni il dibattito è ben più aspro che nella nostra, laddove sono stati sollevati persino dubbi di legittimità costituzionale rispetto a questo intervento governativo che entra nel merito di competenze che sarebbero regionali. Al momento, però, tali vincoli risultano confermati.

Stabilito il criterio a livello centrale, il compito di fare una proposta di riorganizzazione, cioè di decidere cosa accorpare, è stato conferito ai Comuni. Per onestà, ritengo questa una scelta corretta: nessuno meglio dei sindaci conosce l’articolazione scolastica del proprio territorio, purché si comprenda bene nella popolazione come i Comuni siano solo degli esecutori.

In pratica, dal mio modesto punto di vista, siamo chiamati a limitare i danni di una misura che comunque ritengo sbagliata.

Qual è la situazione nella nostra città?

Noi abbiamo 9 autonomie scolastiche, con la seguente popolazione studentesca: I.C. “C. Guidi”, 778 alunni; I.C. “V. Tieri”, 664 alunni; I.C. “Erodoto”, 1311 alunni; I.C. “Don Bosco”, 881 alunni; I.C. “Leonetti Senior”, 801 alunni; I.C. “Rossano I”, 811 alunni; I.C. “Rossano II”, 911 alunni; I.C. “Rossano III”, 698 alunni; I.C. “Amarelli”, 755 alunni. I plessi scolastici sono ben 61.

Stando ai parametri stabiliti dal Governo, dunque, su nove istituti comprensivi, soltanto uno avrebbe i requisiti per essere mantenuto.

Cosa stiamo facendo?

Sia in Provincia che in Regione stiamo continuando a lavorare per capire come ottenere una deroga rispetto al vincolo dei 1000 alunni. Allo stesso tempo però – in primis per serietà istituzionale ed anche per evitare che una scelta delicata come questa possa essere demandata ad altri enti i quali, vista l’inerzia del Comune, potrebbero sostituirsi a noi – abbiamo scritto una lettera a tutti i Dirigenti Scolastici con la quale proponiamo una riorganizzazione che tenga conto del parametro imposto dalla Legge Finanziaria.

I criteri con i quali abbiamo realizzato questa proposta sono semplici ed oggettivi: l’accorpamento di due Istituti Comprensivi con minor numero di alunni mediante la ridistribuzione dei plessi ad altri istituti comprensivi, secondo un criterio geografico.

Attenzione: nella nostra proposta non viene soppresso o spostato nemmeno uno dei nostri 61 plessi scolastici, per cui nessun alunno e nessuna famiglia dovrà “cambiare scuola”; a cambiare, semmai, potrebbe essere la dirigenza dell’Istituto.

Capisco, da genitore e da sindaco, che anche questo rappresenta un fattore importante, perché un genitore iscrive il proprio figlio a scuola per vicinanza a casa, perché si fida degli insegnanti, ma anche perché si fida del Dirigente, ma da questo punto di vista non possiamo non attenerci alle scelte del Governo.

Nell’ambito di questa proposta di riorganizzazione generale su parametri nuovi, infine, qualora dovesse esserne confermata l’obbligatorietà, abbiamo provato a migliorare alcuni aspetti dell’articolazione attuale che, a nostro avviso, non sono particolarmente razionali: faccio riferimento, per esempio, alla esistenza di due diversi Istituti nello stesso edificio, come per gli istituti Rossano II e Rossano III, oppure – laddove possibile – alla aggregazione dei plessi a sedi centrali più prossime, come Fabrizio e Schiavonea.

Questo il percorso che si sta facendo, con le relative ragioni e responsabilità, che era necessario chiarire e che non si prestano ad alcuna interpretazione.

Ora attendiamo un parere da parte dei Dirigenti degli Istituti, dai quali ci aspettiamo, visto l’importante ruolo che rivestono nell’ambito del sistema educativo cittadino, delle riflessioni e dei suggerimenti di carattere generale sul percorso attuale e sulla possibile futura organizzazione.

Successivamente proseguiremo nella interlocuzione con le altre istituzioni con l’auspicio che si aprano margini di manovra rispetto alla rigidità dei criteri stabiliti in finanziaria. (fs)

[Flavio Stasi è sindaco di Corigliano Rossano]