IL RICORDO / Don Isidoro Di Cello: Due anni fa mons. Serafino Parisi diventava vescovo

di DON ISIDORO DI CELLO –  Sono trascorsi due anni da quando Papa Francesco ha scelto Mons. Serafino Parisi come Vescovo della nostra Chiesa di Lamezia Terme e questo giorno, anniversario della sua consacrazione episcopale, è per tutti noi Sacerdoti, Diaconi Seminaristi, Religiose, Religiosi e Popolo santo di Dio una rinnovata occasione per far giungere a Sua Ecc.za Rev.ma fervidi auguri di santità, salute, forza nelle prove, serenità e gioia del cuore.

Ci uniamo a lui nella preghiera, nella lode e nel rendimento di grazie al Signore, Pastore dei pastori, per il dono della pienezza del sacerdozio e gli esprimiamo la nostra sincera gratitudine, stima e affetto filiale.

Auguriamo al nostro vescovo che, sostenuto e guidato dallo Spinto Santo, possa con la preparazione, la dedizione e la passione che hanno contraddistinto il suo ministero e il suo servizio pastorale in questo tempo, proseguire ed accompagnare la nostra Chiesa Lametina ed indicare a tutti e a ciascuno la strada che dobbiamo seguire che è Gesù Cristo crocifisso e risorto.

Questa testimonianza, come ci ha ricordato il Vescovo nella Festa dei SS. Patroni Pietro e Paolo diventa l’unica parola che il mondo comprende e attende da noi.

Il desiderio di ogni cristiano non può non essere quello, in un autentico cammino di conversione, di impegnare tutte le forze e le energie per testimoniare l’amore del Signore nel mondo e nella storia ed essere uomini e donne di comunione, non con la nostra forza ma con la forza che ci viene dalla fede; uomini e donne corresponsabili nella carità fraterna per la crescita di tutti e così essere sale e luce nel tessuto ecclesiale e sociale.

Il dono della sapienza del cuore accompagni sempre il nostro Vescovo perchè possa indicarci il sentiero della comunione. 

Il Signore sia la sua forza, il suo conforto, la sua luce.

Tanti affettuosi auguri, Eccellenza!

Ad Multos Annos! (idc)

[Don Isidoro Di Cello è vicario Episcopale]

A Lamezia il convegno sulla tutela dei minori, Mons. Parisi: La Chiesa presente nel processo educativo

«È importante e mi fa piacere che, come Chiesa, promuoviamo un’iniziativa di questo tipo, sul tema della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Non solo per un fine informativo e formativo, ma perché ci sta a cuore – e ci sta a cuore da sempre – il futuro dei nostri ragazzi. Dentro questo progetto educativo, vogliamo esserci e vogliamo saperci stare». È quanto ha dichiarato mons. Serafino Parisi, vescovo di Lamezia Terme nel corso dell’incontro La tutela dei minori nelle scuole: linee guida, passione educativa e buona prassi, promosso dal Servizio diocesano tutela minori (Sdtm) in collaborazione con l’Ufficio per l’insegnamento della religione cattolica (Orc), nel salone parrocchiale della chiesa della Pietà di Lamezia Terme.

«Qui stiamo parlando dell’uomo – ha sottolineato – della visione che abbiamo dell’uomo, dell’orizzonte che oggi l’uomo si trova davanti in questo contesto storico e culturale nel quale ci muoviamo. Temi come quello che stiamo affrontando ci interrogano su quale umanità vogliamo costruire, quale visione dell’uomo vogliamo promuovere, verso quale umanità tendiamo».

«La crisi più importante e più significativa che oggi stiamo attraversando è una crisi di pensiero – ha proseguito Parisi – Siamo investiti da tante tragedie, sconvolgimenti, crisi. A volte, è come se volessimo curare soltanto il dato visibile, la manifestazione di ciò che sta accadendo. Riflettere sulla crisi di pensiero, invece, ci porta ad andare in profondità per individuare le cause e lì intervenire».

Il vescovo di Lamezia ha sottolineato l’impegno di tutta la chiesa calabrese e della diocesi lametina sullo studio e l’approfondimento dei temi relativi alla tutela dei minori, grazie al servizio diocesano guidato da suor Elisa Ciuffa che, oltre che referente del servizio diocesano tutela minori e adulti vulnerabili, è anche coordinatrice regionale del servizio tutela minori.

Un servizio che, ha spiegato suor Elisa Ciuffa, «risponde a una precisa sollecitazione di Papa Francesco che ha voluto creare una struttura capillare per offrire un sostegno ai vescovi, ai superiori maggiori dei religiosi, a tutte le realtà ecclesiali su un tema delicato e decisivo quale quella della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Un servizio che risponde a un’esigenza di verità e giustizia. Dopo gli scandali degli abusi che hanno travolto alcuni sacerdoti tra gli anni ’80 e gli anni ’90, gli ultimi Pontefici sono intervenuti con l’adozione di normative e l’introduzione di strutture che prima non c’erano. Questo affinché la Chiesa torni ad essere quel luogo sicuro e accogliente, dove i giovani possano essere formati ai valori cristiani di cui la nostra società ha bisogno».

«L’abuso non è solo l’abuso sessuale che spesso è il punto di arrivo – ha specificato la religiosa facendo riferimento alle norme e alle linee guida introdotte dalla Conferenza Episcopale Italiana sulla tutela dei minori e delle persone vulnerabili – ci sono gli abusi di coscienza, gli abusi di potere, che intervengono in tutte quelle relazioni asimmetriche in cui vi è una posizione dominante e altri in posizione subalterna. Gli abusi producono danni permanenti nel minore abusato, fanno male a chi li commette, producono danni comportamentali e relazionali per tutta la comunità in cui vive la presunta vittima e il suo contesto familiare».

«Il servizio diocesano svolge una funzione informativa orientata alla prevenzione – ha proseguito – se non si conosce, non si può prevenire. Svolge una funzione di accompagnamento della persona abusata, del suo contesto familiare: a tal fine, ogni vescovo deve individuare una figura che si occupi dell’ascolto e dell’accoglienza della presunta vittima, incaricando poi a una commissione di esperti l’incarico di verificare la veridicità dell’abuso denunciato. Il servizio diocesano fa rete con tutte le strutture giuridiche e associative del territorio, per un interscambio di competenze ed esperienze, per poter orientare la presunta vittima e fornire supporto anche nei casi in cui il presunto abusatore non sia un sacerdote, un religioso o un laico che svolge un servizio nella Chiesa».

Gli obblighi di denuncia da parte dei docenti, la tutela della vittima e la “cura” dell’abusatore  affinché non ripeta i comportamenti una volta conclusa la pena, sono tra gli elementi evidenziati nell’intervento di Raffaele Figliano, avvocato canonista ed esperto di diritto di famiglia e minori, mentre la dirigente del Liceo Campanella di Lamezia Terme, Susanna Mustari, ha sottolineato l’esigenza di una vigilanza quotidiana e di un approccio che veda coinvolte  in sinergia tutte le realtà della comunità, non solo la scuola, nella tutela dei minori.

Gli interventi sono stati intervallati dagli intermezzi musicali a cura degli studenti del liceo musicale “Campanella”. (rcz)

Presentato il progetto contro la povertà educativa della Diocesi e Caritas di Lamezia

Si chiama OffLab – Officine Laboratoriali per il contrasto alla povertà educativa il progetto presentato nel corso di una conferenza stampa che vede coinvolti in partenariato: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII in qualità di capofila; Caritas diocesana di Lamezia Terme, cinque istituti comprensivi statali della Diocesi di Lamezia Terme.

All’incontro, tra gli altri, erano presenti il sindaco, Paolo Mascaro, con gli assessori Giorgia Gargano e Teresa Bambara; Antonella Mongiardo, dirigente dell’Istituto comprensivo “Manzoni-Augruso”; Daniela Quattrone, dirigente dell’Istituto comprensivo “don Saverio Gatti”.

«Si avvia un progetto – ha detto il Vescovo, monsignor Serafino Parisi – con la finalità precisa del contrasto alla povertà educativa e per una fascia di età molto critica. Si entra dentro le cosiddette periferie esistenziali, anche se questo termine non mi piace, per crearne centri di interesse in cui fare emergere cose belle».

Quindi, nel rammaricarsi del fatto che «ci sia ancora bisogno di interventi come questi» a dimostrazione che «esistono ancora sacche di povertà che devono essere eliminate», monsignor Parisi ha sottolineato la necessità di «intervenire sulle cause della povertà, non solo economica o materiale ma anche culturale».

Di “diverse facce della povertà”, ha poi parlato don Fabio Stanizzo, direttore della Caritas Diocesana, che ha anche spiegato come la Caritas abbia una sorta di osservatorio privilegiato per analizzare tali fenomeni «grazie anche al lavoro dei parroci che operano sul territorio e raccolgono le istanze della aree in cui operano. Quello di stasera – ha aggiunto don Fabio – non è solo un progetto che parte ma parliamo di una progettualità più ampia alla quale guardiamo per avviare processo che diano risposte ai bisogni senza creare assistenzialismo ma entrando in contatto con la persona per ascoltarla, accoglierla, rindirizzarla, e con le diverse esigenze del territorio».

Il progetto, infatti, come spiegato dalla coordinatrice, Alessandra Cugnetto, «è stato pensato per intervenire sulla povertà educativa dilagante in alcune aree della città di Lamezia Terme e di alcuni comuni dell’hinterland. L’idea è quella di proporre ai bambini e ai ragazzi, appartenenti alla fascia d’età 5-10 anni, il concetto di “Officina Laboratoriale” con tre aree tematiche di riferimento: arte-creatività con laboratori di teatro, fotografia e manualità con la realizzazione di laboratori di teatro, teatro di strada, fotografia e manualità; sport con laboratori di arrampicata, calcio e basket con la realizzazione di attività di arrampicata e giochi di squadra quali il calcio e il basket; cittadinanza attiva con incontri, testimonianze e narrazioni per imparare il concetto di diritti umani».

Ogni attività prevista dalle Officine, darà vita ad una sorta di output finale (cortometraggio, breve spettacolo teatrale, tornei sportivi, raccolta di testimonianze…).

«Trasversalmente – ha poi spiegato Cugnetto – verranno proposti percorsi di supporto alla genitorialità, in tutte le scuole e le parrocchie che si prevede di coinvolgere. Lo scopo del laboratorio sulla genitorialità è quello di sostenere i genitori  ad instaurare  o migliorare il dialogo con i propri figli e, nello stesso tempo,  sensibilizzare e informare la popolazione locale e l’opinione pubblica sulle tematiche relative alla povertà  educativa, alla corresponsabilità e alla difesa dei diritti dei bambini, soprattutto dei più svantaggiati che vivono in  contesti difficili. Il laboratorio di supporto alla genitorialità prevede la realizzazione  di incontri con figure di professionisti specializzati sulle tematiche da affrontare quali psicologi, pediatri, pedagoghi. Saranno realizzati eventi di sensibilizzazione specifici in occasione delle giornate internazionali dei Poveri, dei disabili, dei migranti e dei rom». (smg)