«È importante e mi fa piacere che, come Chiesa, promuoviamo un’iniziativa di questo tipo, sul tema della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Non solo per un fine informativo e formativo, ma perché ci sta a cuore – e ci sta a cuore da sempre – il futuro dei nostri ragazzi. Dentro questo progetto educativo, vogliamo esserci e vogliamo saperci stare». È quanto ha dichiarato mons. Serafino Parisi, vescovo di Lamezia Terme nel corso dell’incontro La tutela dei minori nelle scuole: linee guida, passione educativa e buona prassi, promosso dal Servizio diocesano tutela minori (Sdtm) in collaborazione con l’Ufficio per l’insegnamento della religione cattolica (Orc), nel salone parrocchiale della chiesa della Pietà di Lamezia Terme.
«Qui stiamo parlando dell’uomo – ha sottolineato – della visione che abbiamo dell’uomo, dell’orizzonte che oggi l’uomo si trova davanti in questo contesto storico e culturale nel quale ci muoviamo. Temi come quello che stiamo affrontando ci interrogano su quale umanità vogliamo costruire, quale visione dell’uomo vogliamo promuovere, verso quale umanità tendiamo».
«La crisi più importante e più significativa che oggi stiamo attraversando è una crisi di pensiero – ha proseguito Parisi – Siamo investiti da tante tragedie, sconvolgimenti, crisi. A volte, è come se volessimo curare soltanto il dato visibile, la manifestazione di ciò che sta accadendo. Riflettere sulla crisi di pensiero, invece, ci porta ad andare in profondità per individuare le cause e lì intervenire».
Il vescovo di Lamezia ha sottolineato l’impegno di tutta la chiesa calabrese e della diocesi lametina sullo studio e l’approfondimento dei temi relativi alla tutela dei minori, grazie al servizio diocesano guidato da suor Elisa Ciuffa che, oltre che referente del servizio diocesano tutela minori e adulti vulnerabili, è anche coordinatrice regionale del servizio tutela minori.
Un servizio che, ha spiegato suor Elisa Ciuffa, «risponde a una precisa sollecitazione di Papa Francesco che ha voluto creare una struttura capillare per offrire un sostegno ai vescovi, ai superiori maggiori dei religiosi, a tutte le realtà ecclesiali su un tema delicato e decisivo quale quella della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Un servizio che risponde a un’esigenza di verità e giustizia. Dopo gli scandali degli abusi che hanno travolto alcuni sacerdoti tra gli anni ’80 e gli anni ’90, gli ultimi Pontefici sono intervenuti con l’adozione di normative e l’introduzione di strutture che prima non c’erano. Questo affinché la Chiesa torni ad essere quel luogo sicuro e accogliente, dove i giovani possano essere formati ai valori cristiani di cui la nostra società ha bisogno».
«L’abuso non è solo l’abuso sessuale che spesso è il punto di arrivo – ha specificato la religiosa facendo riferimento alle norme e alle linee guida introdotte dalla Conferenza Episcopale Italiana sulla tutela dei minori e delle persone vulnerabili – ci sono gli abusi di coscienza, gli abusi di potere, che intervengono in tutte quelle relazioni asimmetriche in cui vi è una posizione dominante e altri in posizione subalterna. Gli abusi producono danni permanenti nel minore abusato, fanno male a chi li commette, producono danni comportamentali e relazionali per tutta la comunità in cui vive la presunta vittima e il suo contesto familiare».
«Il servizio diocesano svolge una funzione informativa orientata alla prevenzione – ha proseguito – se non si conosce, non si può prevenire. Svolge una funzione di accompagnamento della persona abusata, del suo contesto familiare: a tal fine, ogni vescovo deve individuare una figura che si occupi dell’ascolto e dell’accoglienza della presunta vittima, incaricando poi a una commissione di esperti l’incarico di verificare la veridicità dell’abuso denunciato. Il servizio diocesano fa rete con tutte le strutture giuridiche e associative del territorio, per un interscambio di competenze ed esperienze, per poter orientare la presunta vittima e fornire supporto anche nei casi in cui il presunto abusatore non sia un sacerdote, un religioso o un laico che svolge un servizio nella Chiesa».
Gli obblighi di denuncia da parte dei docenti, la tutela della vittima e la “cura” dell’abusatore affinché non ripeta i comportamenti una volta conclusa la pena, sono tra gli elementi evidenziati nell’intervento di Raffaele Figliano, avvocato canonista ed esperto di diritto di famiglia e minori, mentre la dirigente del Liceo Campanella di Lamezia Terme, Susanna Mustari, ha sottolineato l’esigenza di una vigilanza quotidiana e di un approccio che veda coinvolte in sinergia tutte le realtà della comunità, non solo la scuola, nella tutela dei minori.
Gli interventi sono stati intervallati dagli intermezzi musicali a cura degli studenti del liceo musicale “Campanella”. (rcz)