Ad Agraria della Mediterranea il seminario sulla riqualificazione dei boschi dopo l’incendio

Domani mattina, alle 9, nell’Aula Seminari del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, è in programma il seminario formativo dal titolo Strategie e possibili interventi per il ripristino e la riqualificazione dei boschi percorsi da incendio.

Il Seminario, peraltro, rappresenta un’occasione per presentare i risultati preliminari di una attività di ricerca a carattere multidisciplinare avviata in Aspromonte in “risposta” ai severi incendi occorsi nell’estate 2021, con il coinvolgimento di Docenti, Ricercatori e Studenti del Corso di Studio in Scienze Forestali e Ambientali.

Gli incendi boschivi che hanno colpito l’Aspromonte nell’estate del 2021, per magnitudo, vastità e qualità dei soprassuoli boschivi interessati, hanno assunto livelli mai registrati prima. La superficie colpita dagli incendi, misurata con rilievi a terra ed immagini satellitari, è stata circa 14.836 ettari, di cui 7.172 all’interno del Parco Nazionale. Ben 1.850 sono stati gli ettari bruciati nella zona di protezione integrale (zona A) e 2.482 quelli in zona B: pari, complessivamente, all’11% della superficie dell’area Protetta.

Il bosco di Acatti, edificato da una foresta pluricentenaria di pini, è andato quasi completamente distrutto; sono stati lambiti, inoltre, dalle fiamme anche i faggi della “Valle infernale”, recentemente riconosciuta patrimonio UNESCO. Numerose aziende agrarie e forestali sono state percorse dal fuoco, ricevendo ingenti danni alle colture, ai mezzi ed agli immobili. Purtroppo, il fuoco ha mietuto anche vittime umane.

Gli incendi boschivi di forte severità hanno determinato, su ampie superfici, la parziale o totale eliminazione della componente forestale con grave compromissione della funzionalità ecologica dell’intero ecosistema e della biodiversità. D’altra parte, la “scomparsa” del manto boschivo, soprattutto in un contesto idro-geomorfologicamente complesso, quale è quello calabrese (e aspromontano, in particolare) può rappresentare l’innesco dei fenomeni di dissesto idrogeologico.

In relazione a tutto ciò, e in linea con le proprie competenze accademiche, didattiche, scientifiche e di terza missione, l’intero corpo docente del Corso di Studi in Scienze Forestali e Ambientali del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria ha promosso la realizzazione in situ di un cantiere didattico-sperimentale finalizzato allo studio delle dinamiche ecologiche e ambientali post-incendio e alla individuazione di possibili interventi e misure conservative (a basso impatto ambientale ed economico) di ripristino e di riqualificazione dei boschi percorsi dal fuoco per “aiutare” l’ecosistema forestale a mettere in atto i meccanismi naturali di “autoriparazione” dopo l’incendio. (rrc)

Al Dipartimento di Agraria della Mediterranea successo per il seminario “Sustainable Forest Operations”

Si è concluso, con successo, al Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il seminario formativo Internazionale dal titolo Sustainable Forest Operations, tenuto dal Prof. Piotr Mederski, della Poznań University of Life Sciences (Polonia) e promosso dal dott. Andrea Proto.

L’evento, che ha registrato la partecipazione di un numeroso pubblico, ha rappresentato un’occasione formativa e di approfondimento di temi di rilevante interesse per gli Studenti del Corso di Studio in Scienze Forestali e Ambientali, per i Dottorandi e per i corsisti del Master in “Tecnico esperto in gestione sostenibile degli ecosistemi forestali ed urbani”.

A porgere i saluti istituzionali e dare benvenuto al prof Piotr Mederski, il Rettore dell’Università Mediterranea  prof. Giuseppe Zimbalatti, che ha dichiarato che «le foreste calabresi rappresentano un patrimonio di inestimabile valore, in grado di garantire, in un’ottica di straordinaria multifunzionalità, elevate produzioni forestali e, al tempo, la protezione dal rischio idrogeologico, la qualità della vita e gli importanti equilibri ambientali che sono alla base di un desiderabile sviluppo socio-economico della nostra regione fondato sul turismo naturalistico ed esperienziale, sulla fruizione consapevole del paesaggio agro-forestale e rurale e sulla tutela e valorizzazione delle emergenze ambientali e naturalistiche».

La relazione del prof. Mederski ha posto l’accento sulla necessità di promuovere le utilizzazioni forestali con un approccio ecosostenibile, al fine di assicurare al fine di coniugare gli aspetti della produttività del bosco con quelli della conservazione della sua funzionalità ecologica e dei delicati equilibri che la regolano.

«In Europa – ha dichiarato il prof. Mederski – le attività di forestazione e di recupero di aree forestali degradate rappresentano un impegno primario e irrinunciabile, rispetto a cui la Comunità Europea sta promuovendo specifiche politiche di sostegno, anche nell’ottica del contrasto al climate change. In questo quadro si inserisce, peraltro, la proficua collaborazione avviata con la Mediterranea, che si concretizza non solo in ambito scientifico, ma anche formativo, attraverso lo scambio e la condivisione di esperienze e iniziative rivolte agli studenti».

All’evento è intervenuto il prof. Giuseppe Bombino, Coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Forestali e Ambientali che ha evidenziato come «in un contesto biogeografico e forestale di enorme importanza, quale è quello calabrese nel più vasto panorama Mediterraneo, l’ampia e articolata offerta formativa dei Corsi di Studio in Scienze Forestali e Ambientali della Mediterranea possano accompagnare le attese di crescita economica e possa rappresentare un importante agente del progresso culturale, tecnico-scientifico e civile, anche occupazionale, in risposta alle profonde trasformazioni socio-economiche e ai cambiamenti ambientali in atto».

A conclusione della relazione del prof. Piotr Mederski, il dott. Proto, anche nella qualità di moderatore dell’incontro, ha orientato e coordinato un interessante dibattito, nell’ambito del quale i numerosi partecipanti si sono confrontati non solo sull’attualità e sulla cogenza del tema del Seminario, ma anche sulla opportunità di dare continuità a simili iniziativa per promuovere le buone prassi della gestione sostenibile dei boschi in Calabria, dove il comparto forestale manifesta un significativo fabbisogno di attenzione. (rrc)

Gli studenti di Scienze Forestali dell’UniMediterranea alla II edizione delle Olimpiadi di Selvicoltura

Gli studenti di Scienze Forestali dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, parteciperanno alla seconda edizione delle Olimpiadi di Selvicoltura, dedicato ai corsi di laurea in Scienze Forestali degli Atenei italiani, in programma il 14 e 15 ottobre al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi e organizzata dalla Compagnia delle Foreste, nell’ambito del progetto Life GoProFor e tratterà la gestione forestale orientata alla conservazione della biodiversità.

I Prof. Fabio Lombardi e Pasquale Marziliano, docenti di selvicoltura del Dipartimento di Agraria di Reggio Calabria, promotori dell’iniziativa, accompagneranno gli studenti del Dipartimento, che faranno parte di un gruppo di oltre cento partecipanti, provenienti dalle Università di Reggio Calabria, Bari, Ancona, Campobasso, Napoli, Nuoro, Milano, Firenze, Viterbo e Torino.

Gli studenti formeranno squadre olimpiche miste, affrontandosi nei “boschi di gara” in numerose tematiche selvicolturali. In particolare, le prove saranno incentrate sull’applicazione della diagnosi dell’Indice di Biodiversità Potenziale (IBP), sul riconoscimento e quantificazione dei microhabitats, sul taglio di preparazione, a basso impatto sui microhabitats, con applicazione dell’IBP e da una prova inerente la classificazione del legname in piedi.

Le olimpiadi rappresentano una indiscutibile occasione di formazione per gli studenti, che andranno a confrontarsi con docenti di rilievo internazionale su tematiche riguardanti la promozione della biodiversità naturale ed il rilancio delle aree interne attraverso la valorizzazione e l’uso multifunzionale delle risorse forestali. (rrc)

L’Ue ha approvato il progetto VR@Geoparks dell’Università Mediterranea e del Parco Naturale delle Madonie

Un prestigioso riconoscimento per il progetto VR@Geoparks, nato dalla collaborazione scientifica tra il Parco Naturale Regionale delle Madonie e il gruppo di ricerca RurAl del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, che è stato approvato dall’Unione Europea.

Il progetto, presentato nell’ambito della Erasmus+ Youth Call 2020 ‘Cooperation for innovation and the exchange of good practices‘ KA227 Partnerships for Creativity, è incentrato sui Geoparchi, ovvero su quelle specifiche aree geografiche che presentano siti e paesaggi riconosciuti di valore geologico internazionale e che vengono gestiti secondo un concetto olistico di protezione, educazione, sviluppo sostenibile. Nei Geoparchi, la protezione della geodiversità costituisce un obiettivo primario: la conservazione viene combinata con lo sviluppo sostenibile e coinvolge le comunità locali creando occasioni di collaborazione e scambi di esperienze.

Il progetto VR@Geoparks, avrà una durata di 24 mesi, e sarà sviluppato da una partnership internazionale composta da sette diverse istituzioni di sei Paesi Europei (Italia, Ungheria, Polonia, Croazia, Turchia, Portogallo). Il gruppo di ricerca RurAL dell’Università di Reggio Calabria è l’unico soggetto universitario coinvolto. Delle altre istituzioni partecipanti, due sono attive nella rete mondiale Unesco Global Geoparks: il Parco Naturale Regionale delle Madonie (Ente capofila del progetto) e l’Holy Cross Mountains Geopark (Polonia); partecipano inoltre tre istituzioni scolastiche di Croazia, Turchia e Ungheria ricadenti in aree di geoparco, e un’azienda portoghese specializzata in applicazioni di realtà aumentata per dispositivi mobili.

Il gruppo di ricerca RurAL, con il coordinamento del prof. Giuseppe Modica, si occuperà del rilevamento dei geositi con tecniche di geomatica avanzata, nonché della implementazione di banche dati 3D georeferenziate per la creazione di ambienti in realtà virtuale (VR, Virtual Reality) e aumentata (Augmented  Reality). In tal modo il progetto VR@Geoparks, immaginato e definito in piena emergenza Covid-19, renderà possibile una fruizione da remoto, con dispositivi mobili, dei geositi ricadenti nei geoparchi aderenti al progetto. Si aprirà così la strada a modalità innovative di esplorazione e conoscenza delle risorse naturali, in ambito turistico ed educativo, con un approccio inclusivo che si rivolge a tutta la popolazione, dando la giusta rilevanza a quelle componenti che spesso sono invece trascurate, come le persone con disabilità, i bambini e gli anziani.

Grazie alla collaborazione delle istituzioni scolastiche coinvolte, il progetto intende, inoltre, promuovere i geoparchi come luoghi dove sperimentare nuove attività di e-learning incentrate sulle risorse naturali. Agli insegnanti e agli studenti, pertanto, potrà essere fornita la conoscenza degli strumenti di realtà virtuale e aumentata, congiuntamente alle competenze necessarie per una corretta fruizione, anche da remoto, nell’ambito di programmi di educazione ambientale e di promozione della sostenibilità. (rrc)

REGGIO – Successo per “Il Ciclo di lezioni aperte di Biologia Vegetale”

Si sono chiusi, con successo, il Ciclo di Lezioni Aperte di Biologia Vegetale promossi dal dott. Carmelo Maria Musarella, ricercatore e docente di Biologia Vegetale e di Botanica Ambientale presso il  Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Giovedì 11 Febbraio si è tenuta la lezione dal titolo Quercus suber L. woodlands of Portugal: ecology, diversity, priorities for biodiversity conservation and ecosystem services” è stata tenuta in lingua inglese dal prof. Ricardo Quinto Canas, professore assistente invitato presso la Facoltà di Scienze e Tecnologia e membro del Centro di Scienze Marine (Ccmar) dell’Università dell’Algarve in Portogallo.

Il relatore, con trasporto e competenza, ha tenuto incollati allo schermo i partecipanti per oltre un’ora, affrontando il tema delle sugherete e del sughero in maniera brillante e agevole per gli studenti e per tutto il vasto pubblico che ha partecipato all’incontro. I boschi di sughera sono habitat importanti, tutelati dall’Unione Europea (Habitat 9330 della Direttiva 92/43/Cee) e riconosciuti come fonte primaria di benessere ecologico ed economico per le popolazioni che li sanno sfruttare in maniera sostenibile.

Il Portogallo è il primo produttore mondiale di sughero, e ha saputo avviare diverse politiche a sostegno della sua filiera, dalla coltivazione delle piante all’estrazione (decortica) di questa importante materia prima vegetale dai molteplici utilizzi, fino alla sua commercializzazione in diverse forme. È stato evidenziato il valore ecologico delle sugherete e quanto queste risultino importanti per la conservazione della biodiversità vegetale e animale. Infatti, si stima che in 1 ettaro di sughereta siano presenti circa 1.350 specie vegetali diverse, molte delle quali fortemente a rischio e strettamente vincolate all’habitat sopracitato; i dati dimostrano, inoltre, che il 95% dei mammiferi presenti in Portogallo trova rifugio nei boschi di sughera. Risulta, quindi, fondamentale proteggere la specie più importante, la sughera (Quercus suber L.), per proteggere tutte le altre ad essa strettamente correlate.

Il prof. Quinto Canas ha, inoltre, sottolineato l’importanza di questi habitat presenti anche nel nostro paese, Calabria compresa, come importante strumento per l’assorbimento di CO2, il biossido di carbonio. È stato stimato, infatti, che 1 tonnellata di sughero sequestra dalle 0,95 alle 1,23 tonnellate di CO2 all’anno. Quest’ultimo è il più pericoloso gas serra, corresponsabile del surriscaldamento globale, che viene immesso di continuo nell’atmosfera a causa, tra l’altro, dell’eccessivo utilizzo della climatizzazione in ambiente domestico. Infatti, sia per riscaldare, sia per raffreddare gli ambienti di casa vengono emesse ogni anno tonnellate di biossido di carbonio.

Usare il sughero come isolante termico nell’edilizia non solo consente di ridurre le eccessive emissioni di gas, ma consente anche di assorbirne sempre di più dall’atmosfera grazie allo stimolo determinato dalla decortica dell’albero che deve, così, produrre nuovo sughero: una fonte rinnovabile di materia prima per eccellenza!

Il 18 febbraio 2021 si è svolto il terzo ed ultimo appuntamento del 2° ciclo di Lezioni Aperte di Biologia Vegetale, È stato il prof. Riccardo Guarino, ricercatore e docente di Strategie adattative delle piante e Biologia e conservazione delle piante e degli ecosistemi mediterranei presso l’Università degli Studi di Palermo, a catturare il pubblico con la conferenza dal titolo Piante, uomini, paesaggi.

L’incontro ha avuto come tema portante la vita vegetale, che è radicalmente legata a luoghi diversi e conseguentemente collegata all’uomo. Sebbene al giorno d’oggi raramente vi si presti attenzione, il nostro legame con la vita vegetale è ancestrale e profondo, un legame indissolubile. Le piante nel corso dei millenni si sono adattate in vario modo alle caratteristiche dei luoghi a cui sono vincolate, al punto da divenire gli indicatori più analitici e manifesti di paesaggi diversi e, talora, della storia umana che vi si è avvicendata.

L’uomo ha iniziato a modificare il paesaggio, a proprio vantaggio, circa 80.000 anni fa, rispettando per millenni equilibri e tempi della natura. L’evoluzione tecnologica avvenuta dal secondo dopo guerra ha apportato fondamentali cambiamenti nella fisionomia dei paesaggi e nella loro abitabilità, a causa del turismo, dell’abbandono delle pratiche agro-silvo-pastorali tradizionali, e per “l’intensivizzazione” degli appezzamenti agricoli residui il paesaggio è diventato un elemento da sfruttare al fine di massimizzare la produzione ed il tornaconto. L’uomo si è co-evoluto con il paesaggio, partendo da una condizione di cacciatore-raccoglitore e arrivando poi ad una condizione di consumatore, che però consumava prodotti agricoli integrati da una sostanziale quantità di alimenti prelevati ancora come si faceva un tempo, attraverso la raccolta.

L’uomo si è evoluto in condizioni molto diverse da quelle in cui ci ha trasformato, negli ultimi decenni, la “civiltà globalizzata” del massimo guadagno e dei tempi veloci. Da consumatori dei prodotti della terra, siamo diventati consumatori nel senso merceologico, viviamo e creiamo così un contesto dove siamo vittime e artefici e dal quale vogliamo fuggire.

Infine, il relatore ha sottolineato come nessuno di noi sia più in grado di vivere nelle condizioni in cui vivevano i nostri antenati, e che la vera sfida per il futuro è quella, non di ritornare a un passato “edenico” idealizzato, ma di utilizzare tutti gli strumenti delle tecnologie moderne per “deglobalizzarsi”, per rendere nuovamente desiderabile la vita in una dimensione rurale, che non è più fatta di isolamento, perché ora abbiamo tutti gli strumenti necessari per mantenerci in contatto anche se siamo fisicamente isolati.

La vera sfida per il futuro è il recuperare le aree interne, ma soprattutto il reimpossessarci dell’idea di benessere che ha contraddistinto 12.000 anni di civiltà umana, ispirata all’equilibrio stazionario, che raggiungono in modo intrinseco gli ecosistemi naturali, l’importanza di studiare questi ultimi e le dinamiche ad essi correlate diventa quindi la base per capire la vera e profonda natura umana e l’esigenza di uno sviluppo culturale, tecnologico e sociale sostenibile. (rrc)

Accordo fra il Dipartimento di Agraria e l’Associazione Provinciale Cuochi Reggini

Siglato accordo tra il Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e l’Associazione Provinciale Cuochi Reggini.

L’accordo è stato siglato tra il direttore del Dipartimento, Giuseppe Zimbalatti e il presidente dell’Associazione, Rocky Mazzaferro, alla presenza dei rispettivi delegati, il Prof. Bruno Bernardi e lo chef Nunzio Foti.

L’accordo, finalizzato a promuovere attività e progetti di reciproco interesse riguardanti le produzioni gastronomiche e la ristorazione, nell’ottica di una sinergica divulgazione delle conoscenze ed esperienze acquisite tra mondo universitario e professionale, si inserisce nell’ambito delle attività di trasferimento scientifico, tecnologico e culturale e di trasformazione produttiva delle conoscenze, definite “terza missione”, organizzate  dal Dipartimento di Agraria, con  i suoi Corsi di Laurea di Scienze e Tecnologie degli Alimenti, Gastronomia e Ristorazione coordinati dai proff. Barreca e Mincione.

Fra le molteplici iniziative, che con questo protocollo di intesa si vogliono avviare, nella consapevolezza che alla storia agroalimentare ed  alla tradizione è necessario aggiungere la conoscenza tecnica e scientifica per ottenere e valorizzare i prodotti  di eccellenza, si sta programmando l’avvio di un corso per esperto assaggiatore di pizza, prodotto recentemente riconosciuto dall’Unesco e iscritta nella lista del “patrimonio immateriale dell’umanità”. (rrc)

Accordo Agraria della Mediterranea e l’Accademia delle Imprese Europea

Avviare attività  di comune interesse nel campo della valorizzazione delle filiere produttive territoriali identitarie. È questo l’obiettivo del protocollo di collaborazione tra il Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e l’Accademia delle Imprese Europea.

L’Accordo, siglato dal direttore Giuseppe Zimbalatti e dal presidente dell’Accademia delle Imprese, Giuseppe Ariobazzani, è finalizzato a stabilire una collaborazione “di sistema” in ambito tecnico-scientifico, logistico, organizzativo e operativo per l’avvio di attività di comune interesse nel campo della valorizzazione delle filiere produttive territoriali identitarie.

«L’Accademia delle Imprese – ha dichiarato Giuseppe Ariobazani – è un’Associazione no-profit che, da diversi anni, si occupa di promozione e sviluppo del territorio, prestando particolare attenzione alle tante identità che lo caratterizzano. A tal fine, lo studio del marketing territoriale, implementa programmi per la valorizzazione delle risorse locali e valorizza le micro potenzialità, anche attraverso la corretta individuazione di azioni strategiche in collaborazione con le Istituzioni di Formazione e Ricerca».

«Proprio in tale quadro – ha precisato il direttore Zimbalatti – si inserisce la collaborazione con il Dipartimento di Agraria, sede di attività di sperimentazione e ricerca in campo agricolo, forestale, agro-alimentare e agro-ambientale, nonché delle connesse attività per l’innovazione di processo e di prodotto di filiera ed interfiliera». (rrc)

REGGIO – Al via gli incontri delle “Lezioni Aperte di Biologia Vegetale” di Agraria

Con la lezione Etnobotanica: folklore o motore di uno sviluppo sostenibile? hanno preso il via la seconda serie di incontri online II ciclo di Lezioni Aperte di Biologia Vegetale, promossi dal dott. Carmelo Maria Musarella, ricercatore e docente di Biologia Vegetale presso il Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, e dallo stesso Dipartimento.

La lezione è stata tenuta dal prof. Andrea Pieroni, Rettore dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Bra – CN), professore Ordinario di Botanica Ambientale e Applicata e docente di Etnobotanica. Il relatore, con entusiasmo e passione, ha spiegato l’importanza della conservazione delle conoscenze e delle pratiche tradizionali legate al mondo vegetale, intese come eredità culturale che caratterizza e distingue l’identità di un territorio. Tali tradizioni sono riconosciute a pieno titolo come patrimonio culturale dell’umanità, in quanto sono l’insieme di conoscenze pratiche e riti.

Dare dignità ai detentori di queste conoscenze, fatte non di libri ma di osservazione, significa quindi dare dignità al territorio e alle radici della nostra cultura. In questo senso Pieroni ha definito la Calabria come «ecological e social edge», sottolineando come la moltitudine di incontri tra popoli e culture, ai quali la regione è stata soggetta per millenni, ha creato un ambiente interessante dal punto di vista etnobotanico e non solo.

Durante la lezione è stato evidenziato, inoltre, il legame tra agricoltura ed etnobotanica: la maggior parte delle piante raccolte e utilizzate sono proprio quelle dell’ambiente orticolturale, che nel corso dei secoli ha fortemente condizionato le pratiche etnobotaniche in ambiente mediterraneo. Infine, il prof. Pieroni ha rimarcato l’importanza dell’insegnamento della botanica popolare alle nuove generazioni e del ritorno alle pratiche tradizionali, non come un nostalgico “ritorno al passato” ma come “sguardo verso il futuro”: etnobotanica intesa, quindi, come riscoperta e rispetto per l’ambiente, fulcro indispensabile per uno sviluppo sostenibile.

La seconda lezione aperta dal titolo Quercus suber L. woodlands of Portugal: ecology, diversity, priorities for biodiversity conservation and ecosystem services, sarà tenuta in lingua inglese dal prof. Ricardo Quinto Canas (Invited Assistant Professor presso la Facoltà di Scienze e Tecnologia dell’Università dell’Algarve, a Faro, in Portogallo) e si svolgerà sempre in modalità on-line sulla piattaforma Microsoft Teams giovedì 11 febbraio 2021 alle ore 15. (rrc)

Spirlì: Il Dipartimento di Agraria della Mediterranea un’eccellenza, fate studiare qui i vostri figli

Il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, ha fatto visita al Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Insieme al presidente, il direttore del Dipartimento, Giuseppe Zimbalatti, e la consigliera regionale della LegaTilde Minasi.

«Come sempre – ha dichiarato il presidente Spirlì – questa Calabria mi regala delle perle incredibili. Sapevo dell’esistenza di questo dipartimento e oggi mi sono reso conto personalmente che è una perla che si aggiunge alle altre del grande forziere che è la Calabria».

«Ho visitato il dipartimento aula per aula, laboratorio per laboratorio. Ho incontrato con grande piacere – ha proseguito Spirlì – ricercatori, professori e allievi. Arrivano da tutta Italia, qui continuano a studiare il suolo e le piante anche in questo momento difficilissimo. Le nostre università sono pari e, in molti casi, superiori ad altre. L’invito ai genitori è di vagliare la possibilità di fare studiare i ragazzi in Calabria, e di scegliere, per esempio, proprio la facoltà di Agraria di Reggio».

Il presidente ha visitato uffici, aule e laboratori, tra cui quelli di tecnologia del legno, preparazione del suolo e dei vegetali, biochimica, genetica e agronomia.

«Ho visto – ha aggiunto Spirlì – il prototipo di bici prodotta con il castagno d’Aspromonte e con i loghi del Parco nazionale dell’Aspromonte e del dipartimento di Agraria. Tre eccellenze in una: una naturale e le altre due volute dalla gente di Calabria. È veramente una grande fortuna poter contare su una realtà come questa. Riflettiamoci, perché è da qui che nasce la nuova Calabria e da qui può nascere la nuova Italia». (rrc)

Il Dipartimento di Agraria della Mediterranea all’Annual Meeting del progetto “SustaInOlive”

Il Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria ha partecipato al secondo meeting annuale del progetto SustaInOlive – Novel approaches to promote the SustaInability of Olive groves in the Mediterranean.

Il progetto, guidato dal prof. Roberto García Ruiz dell’Università di Jaén in Andalusia (Spagna), ha ottenuto il finanziamento nel 2019 nell’ambito della call promossa dalla fondazione Prima (Partnership for research and innovation in the Mediterranean Area), e vede la partecipazione del gruppo di Economia ed Estimo Rurale (AGR/01) del Dipartimento di Agraria, di cui è referente il prof. Giovanni Gulisano. In particolare, nell’ambito del progetto SustaInOlive la prof.ssa Anna Irene De Luca è responsabile scientifico del Work Package 5 – Socio-economic and Life-Cycle assessment, in collaborazione con l’Universidad Pablo de Olavide di Siviglia (Spagna).

L’obiettivo è il coinvolgimento di un ampio partenariato formato da 22 attori tra Università, Enti di ricerca ed imprese private ed ha l’obiettivo specifico di migliorare la sostenibilità del settore olivicolo, attraverso l’implementazione e la promozione di soluzioni innovative di gestione, basate su principi agro-ecologici, attraverso lo scambio di conoscenze ed il coinvolgimento di stakeholders pubblici e privati. Durante le quattro intense giornate di lavoro la partnership si è confrontata sugli avanzamenti di progetto relativamente agli aspetti scientifici, tecnici e procedurali, sulle modalità di coordinamento e di svolgimento delle attività sperimentali, alla luce della pandemia Covid-19, ed anche al fine di rafforzare la consapevolezza sugli obiettivi principali ed i risultati da ottenere.

Si è discusso degli aspetti operativi delle attività da svolgere ed in particolare la prof.ssa Anna Irene De Luca, ha illustrato le fasi metodologiche finalizzate alla raccolta dei dati per la misurazione delle performances di sostenibilità ambientale, economica e sociale, delle soluzioni innovative sperimentate nell’ambito di specifici casi studio in Spagna, Grecia, Italia, Marocco, Portogallo e Tunisia.

Al meeting internazionale hanno partecipato inoltre la dott.ssa Teodora Stillitano ricercatrice AGR/01, i dottori di ricerca Giacomo Falcone, Nathalie Iofrida, Bruno Francesco Nicolò, ed il dottorando Emanuele Spada, impegnati nel progetto nonché nelle attività di ricerca economico-agraria del Dipartimento di Agraria.

La partecipazione al progetto SustainOlive ha ancora una volta confermato l’alta professionalità e le avanzate competenze di cui il Dipartimento di Agraria, guidato dal prof. Giuseppe Zimbalatti, può vantarsi per il raggiungimento di importanti traguardi in campo internazionale, gettando inoltre le basi per futuri sviluppi legati ad ulteriori collaborazioni di ricerca. (rrc)