Discarica Scala Coeli, Bevacqua e Iacucci: Occhiuto revochi il decreto autorizzativo

I consiglieri regionali del Pd, Mimmo Bevacqua ed Franco Iacucci, hanno evidenziato come sia «davvero paradossale che proprio lo stesso giorno e stessa ora della manifestazione promossa per chiedere la chiusura della discarica di Scala Coeli  la giunta regionale e il dipartimento interessato abbia convocato un tavolo tecnico  dopo due settimane del verificarsi dello sversamento del percolato nel fiume Nica».

Per questo i dem saranno alla manifestazione per chiedere al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, «di revocare dopo le necessarie verifiche e valutazioni il decreto autorizzativo. Perdere altro tempo significa soltanto non comprendere i danni incalcolabili provocati al tessuto socio-economico del territorio: qui è in gioco la salute delle persone e dell’ambiente nel quale vivono».

«Non è nostra intenzione limitarci alla sterile polemica di parte, ma i pareri degli esperti emersi in questi giorni – hanno detto – impongono la messa in atto di un necessario principio di precauzione. Per accertare le responsabilità ci affidiamo agli organi preposti che chiariranno ogni passaggio e autorizzazione concesse. Così come siamo certi che saranno adeguatamente vagliate le ripetute segnalazioni che denunciavano la presenza di rifiuti sommersi dall’acqua e di buchi nella recinzione dell’impianto».   

«Sono anni – hanno concluso Bevacqua e Iacucci – che proponiamo  una impiantistica plurale: una serie di mini impianti per il trattamento e lo smaltimento concepiti ciascuno per servire le necessità di aree comprendenti bacini con una utenza opportunamente limitata. E, prima di tutto, studi specifici e tarati sui singoli territori. Ora si pensi a mettere in sicurezza, a limitare i danni, a risarcire agricoltori e allevatori e ad evitare una ancor più grave tragedia sanitaria e ambientale. Ma, contemporaneamente, si avvii un confronto serio sull’opportunità di riflettere e eventualmente legiferare sui mini impianti attraverso un confronto largo e partecipato. Come Pd ci siamo e  siamo pronti alla discussione». (rcs)

Discarica Scala Coeli, Granata (Confagricoltura): Fare presto per non compromettere raccolti

La presidente di Confagricoltura Cosenza, Paola Granata, in merito alla vicenda della discarica di Scala Coeli, ha auspicato che «si faccia presto e bene per non compromettere raccolti e flusso turistico».

Che venga «ripristinata una situazione di normalità – ha continuato – in maniera tale da non compromettere le attività turistiche legate al paesaggio rurale e le attività agricole e zootecniche che insistono sull’area interessata, fortemente caratterizzata da agricoltura e zootecnia di qualità: presidi fondamentali per la vita di interi territori rurali dove diverse imprese ripropongono in chiave moderna produzioni legate alle tradizioni locali, in particolare alla zootecnia da latte e da carne (allevamenti di razza Podolica) e all’olivicoltura biologica».

«L’impegno da parte degli organismi pubblici e delle strutture private competenti – ha concluso – nelle opere di bonifica come nell’accertamento delle responsabilità, dev’essere tale da non pregiudicare il lavoro delle tante aziende calabresi che già lottano perennemente contro l’instabilità climatica, un mercato non favorevole e le difficoltà legate ad una viabilità compromessa, nella difesa di territori a rischio spopolamento. A tutta la cittadinanza vada­ la solidarietà di Confagricoltura». (rcs)

Discarica Scala Coeli, Aceto (Coldiretti): Superare concezione di mega-impianti per i rifiuti

Per Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria, la discarica di Scala Coeli è «una vera e propria bomba ecologica».

Adesso, dopo la bonifica totale del percolato che, si è riversato sul suolo e sottosuolo, nel fiume Nicà e nel mare, ordinata dalla regione alla ditta gestore dell’impianto, è l’occasione giusta per fare il punto sulla gestione dei rifiuti in Calabria per compiere un salto di qualità ed eventualmente decidere fino a che punto si può e si deve sostenere il principio dell’autosufficienza dei territori nello smaltimento dei rifiuti.

«Sono già visibili e riscontrabili – ha commentato – gli elevati costi economici, sociali ed ambientali che colpiscono il sistema integrato agricoltura –agroalimentare-turismo, e, visto che la vicenda ha ormai assunto un rilievo nazionale, anche la reputazione e la credibilità della “ Calabria Straordinaria” che stiamo proponendo al grande pubblico. Non c’è bisogno in questo momento, però, di provvedimenti tampone bensì strutturali duraturi nel tempo e che devono rappresentare una soluzione che a dire la verità sembra ancora lontana».

«Siamo nella stagione estiva e, ho il grande timore – ha continuato il presidente di Coldiretti Calabria – che vada in crisi il ciclo dei rifiuti, che potrebbe portarci malauguratamente a farlo diventare calamità naturale. Sui rifiuti la posizione di Coldiretti è chiara e lo abbiamo ribadito a più riprese sia nei confronti con i candidati presidenti che in altre occasioni ufficiali. È ormai giunto il tempo, anzi è scaduto, per superare  la concezione dei mega-impianti adibiti al trattamento dei rifiuti,che non offrono sicurezza e hanno un impatto terrificante sul territorio».

«Per questo – ha sottolineato – occorre indirizzarsi verso la realizzazione di una serie di mini impianti, eco-distretti, concepiti ciascuno per servire le necessità di aree comprendenti bacini con una utenza non superiore a 60-70mila  abitanti. Questo, come più volte sostenuto da Coldiretti Calabria, – continua Aceto – significa indirizzare la pianificazione regionale (codificata nei Piani regionali di gestione dei rifiuti) che sono lo strumento con il quale ogni regione misura i propri fabbisogni e verifica di essere o meno autosufficiente nello smaltimento dei rifiuti urbani. Realizzazioni di questo tipo, permettono controlli efficaci e, parallelamente i microimpianti non impattanti, favoriscono la fortemente la raccolta differenziata, facilitando la valorizzazione economica e i ricavi della vendita che potrebbero andare a ridurre gli oneri di raccolta posti a carico di cittadini e imprese».

«Anche sul piano economico – ha detto ancora Aceto – gli impianti più impattanti per l’ambiente invece, hanno tariffe di accesso più elevate. Più volte tra l’altro l’autorevole “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” promosso da Coldiretti ha certificato che i megaimpianti si prestano ad azioni non conformi alle buone pratiche di salvaguardia dell’ambiente con il ricorso in diverse occasioni ad azioni illegali».

«Rinnoviamo, quindi – ha concluso – la nostra contrarietà a mega impianti sul territorio ed esortiamo l’amministrazione regionale, ad intensificare i controlli  e sostenere processi di economia circolare con accordi con le imprese, comuni, province e organizzazioni per impianti utili a riciclare tutte le materie prime contenute nei rifiuti. È un compito arduo, difficile ma non impossibile!». (rcz)

Regione diffida Bieco Srl: Ripristinare funzionalità discarica Scala Coeli

La Regione Calabria ha diffidato la Bieco Srl, chiedendo di ripristinare le funzionalità della discarica di Scala Coeli e ripulire i corsi d’acqua contaminati.

Una diffida, dunque, «affinché intraprenda con la massima urgenza ogni iniziativa possibile, con gli oneri finanziari a proprio carico, per interrompere la fuoriuscita di percolato e per ripulire i corsi d’acqua contaminati dagli sversamenti degli ultimi giorni – si legge in una nota –. Occorre intervenire con tempestività per salvaguardare l’ambiente, il mare, le falde acquifere, e per garantire la sicurezza dei cittadini».

«La Regione, attraverso ArpaCal, sta monitorando la situazione e sta seguendo con attenzione questa emergenza – continua la nota –mettendosi a disposizione degli enti locali per ogni possibile supporto. La Bieco srl è responsabile di quanto accaduto e dovrà ripristinare a sue spese la regolare funzionalità della discarica di Scala Coeli».

Inoltre, la nota informa che il direttore generale del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, Salvatore Siviglia, su input del governatore Roberto Occhiuto, ha incontrato il presidente della Provincia di Crotone, Sergio Ferrari, il sindaco di Crucoli, Giovanni Cataldo Librandi, il sindaco di Cariati, Cataldo Minò, il sindaco di Scala Coeli, Giovanni Matalone, e il sindaco di Terravecchia, Paolo Pignataro, in merito all’emergenza della discarica di Scala Coeli. (rcs)

Discarica Scala Coeli, Tavernise e Afflitto (M5S): Da Regione ci aspettiamo intervento immediato

I consiglieri regionali del M5S, Davide TaverniseFrancesco Afflitto hanno chiesto un intervento immediato in merito alla discarica di Scala Coeli.

«In questi anni – hanno ricordato – abbiamo cercato una interlocuzione con la Regione Calabria e con il presidente dell’Ato rifiuti per definire una nuova strategia ambientale, che prevedesse il completo superamento del conferimento dei rifiuti in discarica. Abbiamo attenzionato l’ampliamento e l’utilizzo al servizio del circuito pubblico della discarica di rifiuti speciali non pericolosi in località Pipino nel Comune di Scala Coeli con un’interpellanza che metteva in evidenza i rischi per un territorio ad alta vocazione agricola  e turistica. Dalla Regione sono arrivate rassicurazioni che oggi, a catastrofe ambientale avvenuta, si rivelano indicazioni vuote e fallaci».

«Il disastro ambientale occorso nei giorni scorsi – hanno aggiunto – è una conferma che le attività portate avanti fino ad ora sono inefficienti nel perseguimento degli obiettivi annunciati e anche la reazione non appare veloce e importante, come dovrebbe essere rispetto ad un disastro che pure, a molti, appariva annunciato».

«Come consiglieri regionali, appassionati alle grandi sfide che riguardano il futuro – e quella ambientale è una delle più importanti anche per la Calabria – ci chiediamo come sia stato possibile che commissari e uffici regionali nel tempo – hanno concluso – abbiano potuto autorizzare una discarica e l’ampliamento di una seconda nei pressi del letto di un torrente, e in una valle che è fonte di prodotti Bio. Non ci resta che pretendere l’attivazione in tempi rapidi di tutte le procedure possibili e immaginabili per affrontare la bonifica dei territori e salvaguardare il nostro mare». (rrc)

Molinaro (Lega): Su discarica di Scala Coeli Regione ha fatto bene a imporre bonifica

Il consigliere regionale Pietro Molinaro ha evidenziato come «la Regione fatto bene ad imporre la bonifica alla discarica di Scala Coeli, occorre farla e controllare che si faccia senza scorciatoie e pressappochismo».

«Ritengo indispensabile, anche – ha aggiunto – verificare se la realizzazione e la gestione dell’impianto risponde alle autorizzazioni concesse. La reputazione della Calabria e la salute dei cittadini non hanno prezzo e richiedono garanzie assolute».

Il consigliere regionale, poi, ha detto che «è lecita la posizione di chi si preoccupa della salute dei propri figli e delle attività e non vuole che il problema si risolva spargendo veleni nel cortile della propria casa». (rrc)

Il presidente Occhiuto: Su discarica Scala Coeli Regione in campo per tutela ambiente

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha assicurato che sta seguendo in prima persona la vicenda della discarica di Scala Coeli, situata al confine tra le province di Cosenza e Crotone, interessata da una fuoriuscita di percolato che in parte è confluito nel vicino fiume Nicà.

Proprio per questo ha incontrato il commissario straordinario dell’Arpacal, Emilio Errigo, e il direttore generale del Dipartimento Ambiente della Regione, Salvatore Siviglia.

ArpaCal è intervenuta tempestivamente sul posto con proprio personale per monitorare la situazione e per dare supporto alle forze di Polizia.

Personale tecnico del servizio suolo e rifiuti del Dipartimento provinciale di Cosenza e i Carabinieri Forestali di Corigliano-Rossano hanno eseguito i campionamenti delle acque superficiali per fornire indicazioni in merito alla messa in sicurezza dell’area.

Il sito è stato sottoposto a sequestro su disposizione dell’autorità giudiziaria per garantire l’immediata attivazione di quanto necessario per contenere il danno ambientale.

«La Regione sta seguendo con grande attenzione questa vicenda – afferma il presidente Roberto Occhiuto – e siamo a disposizione degli inquirenti: vogliamo chiarezza a tutela del territorio e a tutela della salute dei cittadini.

ArpaCal, che ringrazio, ha dato un supporto indispensabile alle forze dell’ordine e continuerà a farlo, intensificando nei prossimi giorni la propria attività per salvaguardare l’ambiente: vanno monitorati il fiume Nicà e il tratto di mare antistante la foce di questo corso d’acqua per verificare l’impatto sull’area interessata da questo sversamento.

Parallelamente bisogna lavorare per individuare le responsabilità. Sulla tutela dell’ambiente, in Calabria, tolleranza zero”, sottolinea il governatore.

«In materia ambientale la verità emerge sempre, è solo questione di tempo – si legge in una nota di Legambiente –. Gli ambientalisti non sono Cassandre, ma persone che hanno cura e rispetto del territorio che si basano sulla realtà, sulle norme vigenti e su dati scientifici. Soprattutto se l’associazione ambientalista in questione è Legambiente che dell’ambientalismo scientifico e del pragmatismo funzionale ai diritti della collettività ha fatto la propria ragione di esistere».

«La verità è emersa da poco a San Giovanni in Fiore e sta emergendo – continua la nota – con la prepotenza dei fatti inconfutabili, in queste ore a Scala Coeli, un’altra delle battaglie che Legambiente sta combattendo, anche nelle aule giudiziarie, da anni, a tutti i propri livelli associativi dal circolo “Nicà” di Scala Coeli, al livello regionale a quello nazionale».

«Nella discarica di rifiuti speciali non pericolosi di località Pipino nel Comune di Scala Coeli – si legge – in questi anni, sono proseguiti i conferimenti di rifiuti nonostante le denunce presentate dall’associazione e l’allarme dei titolari delle aziende agricole biologiche della zona. Stamattina (giovedì 22 giugno ndr) i Carabinieri Forestali della Stazione di Rossano sono intervenuti presso l’impianto di smaltimento di proprietà della Bieco s.r.l. constatando che un ingente quantitativo di percolato, probabilmente a causa della rottura di una tubatura, si sta riversando nel torrente Patia/Cacciadebiti, affluente del fiume Nicà, così cagionando una compromissione grave dei corsi d’acqua. Il sito, particolarmente attenzionato dalla Procura di Castrovillari, è stato quindi sottoposto a sequestro per l’effettuazione dei relativi accertamenti, senza pregiudicare le operazioni per la messa in sicurezza».

«Legambiente, a tutti i livelli, sia nazionale che regionale e locale, ringrazia le forze dell’ordine e la Magistratura per il loro lavoro e resta in attesa dell’esito delle indagini che ricostruiranno la vicenda accertando cause e relative responsabilità». “Oltre a costituirci parte civile, siamo molto preoccupati – conclude Legambiente – per i danni ambientali che la situazione sta provocando vista la compromissione grave per le acque fluviali. Continuiamo a chiedere alla Regione Calabria  la chiusura della discarica di Scala Coeli e l’abbandono su tutto il territorio regionale della logica delle discariche ed il rispetto dell’ambiente». (rcz)

Discarica Scala Coeli, Legambiente presenta esposto ai Carabinieri Noe

Il Circolo “Nica” di Legambiente, guidato da Nicola Abruzzese, ha inviato un esposto al Comando  dei Carabinieri per la tutela dell’ambiente Noe per chiedere un intervento urgente per la discarica di Scala Coeli.

Un esposto presentato per evitare il probabile inquinamento delle falde acquifere con le conseguenti ripercussioni ambientali e sulla salute.

«Alla Regione – ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – chiediamo, con urgenza, di effettuare tutti i necessari controlli e di sospendere i conferimenti di rifiuti nella discarica di Scala Coeli e, nell’immediato futuro, maggiore coerenza tra i piani regionali di gestione dei rifiuti e quanto realizzato effettivamente sui territori a partire dall’abbandono della logica delle discariche».

«Chiediamo politiche reali – ha continuato – sia per migliorare gli stili di vita e consumo dei cittadini in un’ottica di economia circolare puntando ad una riduzione dei rifiuti alla fonte, sia indirizzate, ad esempio, ad un deciso incremento della raccolta differenziata per raggiungere gli obiettivi di legge, al potenziamento degli impianti di riciclo esistenti sul territorio ed alla realizzazione di impianti tecnologicamente avanzati per il riciclo e la valorizzazione dei rifiuti». 

«Obiettivi essenziali – ha concluso – ed imprescindibili che devono essere perseguiti con determinazione nell’interesse della collettività calabrese e del rispetto dell’ambiente».

In Calabria la gestione del ciclo dei rifiuti continua a seguire circuiti viziosi ed a non trovare reali soluzioni. Dal recente rapporto Rifiuti Urbani dell’Ispra, pubblicato a dicembre 2022 e giunto alla sua ventiquattresima edizione, la Calabria risulta al 53,05% di raccolta differenziata su una media nazionale del 64%, con una situazione che registra un lieve miglioramento rispetto agli scorsi anni, ma rimane molto difficile soprattutto nelle province di Crotone (35,53%) e di Reggio Calabria (38,38%).

La nostra Regione continua ad essere agli ultimi posti nelle classifiche nazionali e ben lontana dagli obiettivi fissati dalla normativa comunitaria che indica obiettivi di riciclaggio dei rifiuti molto elevati già nei prossimi anni (per i soli rifiuti domestici al 55% entro il 2025, al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035).

Nonostante le dichiarazioni di principio e gli intenti contenuti nel Piano regionale di gestione dei rifiuti (PRGR) risalente all’anno 2016 recentemente modificato su DGR n. 299/2022, miliardi di euro ed una gestione commissariale durata oltre 15 anni, la Calabria continua a smaltire una quantità enorme di rifiuti in discarica ed a spedirli all’estero con costi enormi.

Da un lato, quindi, le parole ed i tentativi della Regione Calabria, dall’altro i fatti, dissonanti rispetto ai problemi calabresi ed agli obiettivi da raggiungere in base alla normativa in materia di rifiuti e di contrasto alla crisi climatica nel rispetto dei vincoli funzionali alla riduzione delle emissioni climalteranti in atmosfera. In attesa che porti risultati concreti, la «Multiutility» di gestione del ciclo dei rifiuti e dell’acqua, sostitutiva degli Ato provinciali, la realtà della politica calabrese ci parla attualmente di previsioni di incremento del termovalorizzatore di Gioia Tauro- soluzione errata e contraria ai principi dell’economia circolare e dello sviluppo ecosostenibile – e continua a realizzare anacronistiche e paradossali discariche sul territorio.

È il caso emblematico e quasi surreale della discarica di rifiuti speciali non pericolosi di località Pipino nel Comune di Scala Coeli, sulla quale Legambiente, a tutti i livelli associativi, sta portando avanti, da anni, una strenua battaglia. Ad onta della logica, perseguita solo in teoria dalla Regione, di discariche “ zero”,  nella nuova discarica di Scala Coeli, su cui pende anche un ricorso al Consiglio di Stato presentato dall’associazione ambientalista, nel silenzio assordante della politica locale, regionale e nazionale e delle istituzioni deputate al controllo delle prescrizioni del Decreto autorizzativo n. 14284 del 20/11/2019, da fine ottobre 2022 sono già iniziati i conferimenti di rifiuti senza neppure  tener conto del parere della Struttura Tecnica di Valutazione, prot. 29018 del 24/01/2019, allegato 2 al decreto 14284 del 20/11/2019 che prescrive al punto n. 7: “L’effettivo esercizio della discarica dovrà essere condizionato al completamento dei lavori di adeguamento della viabilità comunale e provinciale di accesso”. 

Tali opere sono ben lungi dall’essere completate e la problematica si aggiunge a tutte le altre criticità insuperabili ed irrisolte del sito a partire dall’alta vocazione di agricoltura biologica e di qualità della zona.

Il circolo “Nica” di Legambiente, con il suo presidente Nicola Abruzzese, ha recentemente chiesto formalmente la sospensione dei conferimenti recandosi sui luoghi per effettuare un sopralluogo nel torrente Patia e per verificare, de visu, le condizioni della viabilità. 

Inoltre, a seguito delle tantissime segnalazioni degli agricoltori che hanno le proprie aziende agricole biologiche in località Pipino, nel mese di dicembre 2022 un ulteriore sopralluogo ha constatato che i rifiuti finora abbancati sono sommersi dall’acqua e che allo stato il catino della discarica si è trasformato in un vero e proprio lago.

La gravità della situazione è stata immediatamente segnalata agli uffici competenti con richiesta di controllo e di verifica urgente, rimasta senza esito. (rcz)

Legambiente Nicà ribadisce contrarietà a ampliamento della discarica di Scala Coeli

Legambiente Nicà ha ribadito la sua contrarietà all’ampliamento della discarica di Scala Coeli, e ha chiesto alla Regione «di risolvere effettivamente e con coerenza i problemi della gestione dei rifiuti nell’interesse pubblico, tornando sui propri passi per quanto riguarda la discarica di Scala Coeli. Alla Calabria servono impianti di riciclo e non nuove discariche.

Sulla questione, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Davide Tavernise, ha aggiunto che presenterà una interrogazione al presidente regionale sulla questione della discarica di Scala Coeli.

Il Circolo di Legambiente Nicà, infatti, ha organizzato a Cariati una partecipata assemblea per discutere dell’ampliamento della discarica di Scala Coeli. Nel corso del dibattito i numerosi ed appassionati interventi hanno tutti manifestato, ancora una volta, in maniera unanime, la contrarietà all’ampliamento della discarica nella Bio – valle del Nica. Una zona di alto pregio naturalistico e dove insistono coltivazioni biologiche e soggette a molteplici vincoli ostativi alla stessa esistenza di una discarica. Un’opera, oltretutto, in aperta contraddizione con quanto chiede l’Europa in materia di gestione del ciclo dei rifiuti e con l’obiettivo discariche zero, lo slogan sbandierato già anni fa dalla Regione Calabria per un cambio di rotta rivelatosi inesistente.

All’incontro, introdotto dal presidente del circolo Nicola Abruzzese e moderato dalla vice-presidente Savina Sicilia, erano presenti, in collegamento telefonico, anche il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani e la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta. Oltre al Direttivo del circolo, hanno preso parte al dibattito anche i sindaci dei comuni di Cariati Filomena Greco, di Terravecchia Mauro Santoro, di Campana Agostino Chiarelli; il capogruppo di Cariati unita, Leonardo Trento; Peppino Cufari PD Sezione Cariati; i rappresentanti del Movimento Le Lampare a partire da Domenico Formaro, Giuseppe Parise per Confagricoltura, Michele Colucci per Ara Calabria, i rappresentanti dell’associazione Terraverde di Terravecchia ed il consigliere regionale Davide Tavernise del M5S.

Come ribadito dal presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, nel corso del suo intervento, «la Regione Calabria ha un disperato bisogno di impianti per il riciclo dei rifiuti e non di costruire una ennesima buca che ci riporta agli anni ottanta e non costituisce una soluzione».

Il presidente Ciafani ha anche sottolineato, alla luce di alcuni commenti apparsi sui social qualche giorno fa, come «i circoli dell’associazione e tutta Legambiente operino sempre, con coerenza e grande rispetto delle Istituzioni, portando avanti in tutta Italia vertenze e battaglie, per come previsto dalla legge e lungi da intenti sovversivi, a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini e per il futuro del nostro pianeta».

La presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta, ha sottolineato come «quella della discarica di Scala Coeli è una storia che non dovrebbe neppure esistere per  molteplici aspetti, a partire dalla preminenza degli interessi  collettivi, come quelli ambientali e quelli inerenti alla salute delle persone garantiti dalla Costituzione, ai  vincoli che insistono nell’area, alla necessità di affrontare il problema rifiuti riducendone la produzione, riutilizzando e riciclando attraverso la realizzazione di nuovi e moderni impianti, in un’ottica di economia circolare, abbandonando definitivamente la logica delle discariche – per come previsto dalla normativa nazionale ed europea vigente e dallo stesso piano regionale di gestione dei rifiuti».

La presidente ha sottolineato, ancora, che «l’associazione sta vagliando l’impugnativa presso il Consiglio di Stato della recente sentenza del Tar per come consentito dalla legge».

Appare evidente che le zone di alto valore naturalistico, archeologico paesaggistico, coltivazioni biologiche, zootecnia e turismo devono essere incentivate e protette e che gli interessi pubblici all’ambiente ed alla salute ed allo sviluppo economico sostenibile devono prevalere su quelli privati. (rrm)