SE L’IMPRESA È DONNA: IN CALABRIA 1 SU 4
CON DISPARITÀ SUL FRONTE FORMAZIONE

In Calabria, nel 2022, un’impresa su quattro è gestita da una donna. Un dato non indifferente, considerando che, quest’anno, sono 44.379 imprese registrate guidate da donne. È quanto è emerso dai dati dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato Imprese, realizzato in occasione della Festa della Donna. Di queste imprese, poi, il 13,1%, pari a 5.802 unità sono artigiane, il 17,8% del totale artigianato.

Secondo l’Osservatorio Mpi di Confartigianato Imprese, le lavoratrici indipendenti calabresi – imprenditrici, libere professioniste, lavoratrici autonome, etc. – nel 2022 (media ultimi quattro trimestri IV trimestre 2021-III trimestre 2022) sono 35 mila pari al 19% delle occupate, al 28% dei lavoratori indipendenti e al 7% del numero complessivo di occupati. Rispetto al 2019, anno pre crisi Covid-19, ne contiamo 2 mila in meno (-4,1%), dinamica peggiore rispetto a quella rilevata per il totale dell’occupazione femminile (-0,8%).

A livello territoriale si osserva un maggior peso delle imprese gestite da donne sul totale imprese in provincia di Reggio Calabria (24%). Mentre, per l’artigianato, l’incidenza delle imprese femminili sul totale artigianato è più elevata a Catanzaro (18,7%), territorio in cui l’artigianato gestito da donne rappresenta anche quote maggiori dell’imprenditoria femminile (14,5%). Nello specifico, in Calabria delle 5mila imprese femminili artigiane quelle gestite da giovani donne con meno di 35 anni sono 952, pari al 16,4% dell’artigianato femminile e al 16,6% del totale imprese femminili gestite da giovani donne; mentre quelle gestite da donne straniere sono 480, pari all’8,3% dell’artigianato femminile e al 12,3% del totale imprese ‘capitanate’ da imprenditrici di nazionalità non italiana.

Il numero di imprese gestite da imprenditrici registra a fine 2022 una dinamica tendenziale del -0,9% rispetto all’anno precedente, con 412 imprese in meno; e pari al +0,6% rispetto all’anno pre-crisi Covid (2019), con 256 unità in più. Per le sole realtà artigiane guidate da donne si osserva una variazione tendenziale pari al -0,4% rispetto al 2021 e anche all’anno 2019, in entrambi i casi sono 26 le unità perse.

«Dall’esame si osservano disparità di genere per lo più a favore delle donne sul fronte istruzione-formazione (persone con almeno un diploma, laureati, passaggio all’università, uscita precoce dal sistema istruzione/formazione) ma a sfavore delle donne sul fronte lavoro (mancata partecipazione al lavoro, stabilità contrattuale, bassa paga, occupati sovra istruiti, soddisfazione per il lavoro svolto)», spiegato la vice presidente regionale di Confartigianato Calabria, Liberata Soriano.

«Per quel che riguarda l’ambito formazione-istruzione – ha continuato – le donne, che su 7 indicatori ne hanno 4 in cui presentano risultati migliori degli uomini, sono ‘deboli’ e presentano quote inferiori a quelle maschili relativamente alle competenze digitali elevate (12,3% < 21,2%) e alla formazione Stem la cui quota di donne con titolo si attesta all’1,49%, inferiore, seppur di poco, a quella registrata dai colleghi uomini per cui è pari all’1,68%».

«Evidenza, quest’ultima, da non sottovalutare – ha concluso – e su cui è necessario volgere l’attenzione con lo scopo di migliorare i risultati oltre a recuperare il gap, partendo da un adeguato orientamento delle giovani leve, poiché è proprio su digitale e tecnologie che si giocano le più accattivanti sfide del prossimo futuro».

I dati raccolti da Confartigianato confermano, dunque, che l’impresa è donna, in Calabria. Sono tantissime, infatti, le storie di successo di imprenditrici che hanno dato lustro alla nostra regione grazie alla loro intuizione e alla voglia di mettersi in gioco.

E dell’importanza di sostenere l’impresa al femminile ne è ben consapevole la Regione Calabria, e il suo assessore al ramo, Rosario Varì. È stato pubblicato, l’anno scorso, un avviso da sei milioni con cui ha sostenuto 23 progetti di imprenditoria femminile.

Si è trattato, dunque, di un bando «che ha posto l’accento su innovazione e sostenibilità, quali leve fondamentali di crescita economica, al quale le donne calabresi hanno risposto con particolare interesse, proponendo idee e progetti», ha spiegato Varì, sottolineando come si tratti «di iniziative che spaziano per settori di attività ed ambiti di intervento, la cui realizzazione, attraverso il finanziamento previsto, potrà rappresentare un contributo alla ripresa in questo particolare e delicato periodo. Il supporto all’imprenditoria femminile, attuato attraverso il Bando, di cui oggi pubblichiamo gli esiti, offre alle donne calabresi l’opportunità di esprimere le proprie capacità anche nell’ambito dell’economia e dello sviluppo».

Secondo Varì, infatti, «non possiamo più permetterci di fare a meno del contributo attivo delle donne per la crescita economica e culturale della Calabria». (rrm)