La Uilfpl Calabria e il Coordinamento Pari Opportunità di Uil Calabria, hanno chiesto che la Regione solleciti il Governo «a rendere strutturali i finanziamenti per il contrasto e la cura dei Dna e, per quanto di sua competenza, promuovendo – attraverso le Asp – il potenziamento di queste strutture dal punto di vista occupazione e finanziario».
Per il sindacato, infatti, «il mancato finanziamento del fondo nazionale per la cura dei disturbi alimentari è uno strappo che il governo deve, prontamente, ricucire. A poco può bastare, in questo senso, l’inserimento nel decreto Milleproroghe di un emendamento che ripristina, ma per il solo 2024, questo fondo in maniera parziale».
«Ciò che serve nell’affrontare questi disturbi – viene evidenziato – che sempre più spesso affliggono anche minori in tenera età, è la certezza delle cure. Per ottenere questo risultato, per far si che i centro operativi in tutta Italia – di cui tre operativi in Calabria secondo quanto segnalato dall’Istituto superiore di sanità – possano offrire concretamente le loro prestazioni e assicurare i giusti trattamenti a chi ne ha bisogno, è fondamentale poter contare su un sostegno economico e finanziario strutturale».
«Chi è affetto da questa patologia – si legge nella nota congiunta – ha bisogno di un’attenzione permanente. Per questo è di fondamentale importanza che i centri impegnati nella diagnosi e nella cura di questi disturbi abbiano a disposizione dei posti letto dedicati, cosa che per il momento è prevista sulla carta solo per il centro che, sempre stando ai dati dell’Istituto superiore di sanità, sarebbe operativo a Cetraro e non a Catanzaro e a Crotone».
«Avere dei posti letto a disposizione di ogni centro significa, da una parte – si legge ancora – seguire al meglio chi ne ha bisogno e, dall’altra, limitare il ricorso alla migrazione sanitaria, con effetti benefici immediati sia per chi deve farsi curare e sia per la casse della sanità calabrese sulle quali gravano i costi di chi sceglie di farsi curare fuori regione. Le strutture, poi, sono spesso a corto di personale e, quindi, in difficoltà nello gestire le richieste di tutti coloro che manifestano disturbi dell’alimentazione».
«La Regione Calabria nel 2023 ha finanziato per oltre 780 mila euro il Piano di attività per l’assistenza ai pazienti affetti da disturbi della nutrizione e dell’alimentazione – viene ricordato –. Il piano, di durata biennale, dovrebbe concludersi al 31 dicembre dell’anno in corso. Vista la complessità e la delicatezza dei problemi affrontati, spesso schiacciati da temi all’apparenza più importanti, è necessario prevedere il rinnovo del Piano e, anche in questo caso, potenziare e rendere pluriennale la dote finanziaria».
«La Regione Lombardia, solo per fare un esempio, ha erogato 6 milioni di euro quando i fondi nazionali sono stati sospesi. Nessuno deve mai dimenticare che stiamo parlando di persone fragili», hanno ricordato ancora, ritenendo «importante chiedere alla classe politica che ci governa il varo del decreto attuativo utile a strutturare il percorso autonomo nei Lea dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione».
«Solo l’applicazione della legge del 2021, infatti – conclude la nota – potrà rendere operativa un’area specifica all’interno dei Lea per i disturbi alimentali e, allo stesso tempo, prevedere un budget specifico che serva a obbligare ogni Regione ad attuare i Livelli essenziali di assistenza per questi disturbi». (rcz)