22 settembre – Un trionfo. E dodici minuti di applausi a fine spettacolo. La Traviata in scena ieri sera al Teatro Cilea di Reggio ha tre grandi meriti: è una superba messinscena, con protagonisti di alto livello, ha riempito totalmente il teatro in ogni ordine di posto, ha attirato una incredibile quantità di giovani. Questo significa che la Città di Reggio (ma è tutta la Calabria a chiederlo) vuole cultura e spettacoli di qualità che arricchiscono lo spirito, facendo maturare, soprattutto nei giovani, un’idea del bello che può solo portare crescita e benessere.
Una straordinaria Violetta, il soprano Laura Giordano, giovane palermitana, al suo debutto in Traviata, chiamata a sostituire Marie Pierre Roy, ha raccolto applausi a scena aperta, conquistando dal primo acuto un pubblico entusiasta. Ha grande personalità, presenza scenica, e una voce che la porterà molto lontano. Ha mostrato temperamento e mestiere, due doti inaspettate in una giovane che, comunque, ha un bel po’ di collaborazioni con importanti maestri. Di certo, è piaciuta tantissimo al pubblico reggino – che ha mostrato senza ritegno (ma obiettivamente giustificatissimo) un entusiasmo da stadio. È straordinario che Verdi, La Traviata, riescano a emozionare un pubblico non solo di melomani, ma anche e soprattutto di giovani “esploratori” della lirica, che sono usciti da teatro felici e soddisfatti, con l’idea di ritornarci.
Il cartellone di Rhegium Opera Music Festival, curato con grande perizia e tanta passione da Domenico Gatto e Renato Bonajuto è di tutto rispetto: se sarà confermato l’en-plein di ieri sera alle opere in programma (la Norma di Bellini e il Don Giovanni di Mozart) significherà che la città è matura e culturalmente pronta a saziarsi di buona musica e di eventi culturali di spessore.
Magnifica la direzione di Manuela Ranno: energica e sicura, ha elettrizzato tutto il teatro e guidato con grande professionalità i protagonisti in scena (quasi 50) dai grandi artisti, ai figuranti, fino al bel sipario coregrafico del Centro Studi Danza di Gabriella Cutrupi col fantastico solista Francesco Rodilosso. L’idea di valorizzare le risorse del territorio è vincente ed è la giusta ricompensa per tante giovani promesse che aspirano alla carriera artistica: offrire opportunità è fondamentale per far crescere professionalità e competenze nell’arte, come nelle professioni. È una bella soddisfazione vedere artisti reggini poter mostrare nel “loro” teatro talento e bravura.
E che dire dell’Orchestra e del Coro del Cilea? Da fare invidia a molti teatri: l’orchestra reggina è magnifica, mostra grandissime capacità interpretative e riesce a dare sempre il meglio di sé in qualsiasi circostanza. La guida attenta e decisa di Manuela Ranno ha confermato il talento artistico e la validità dei suoi strumentisti. E Bruno Tirotta, direttore del Coro reggino, ha dato un’ulteriore prova delle grandi capacità artistiche di questa compagine che merita grandi onori.
La messinscena di Andrea Merli ha convinto il pubblico. Ottima anche la prova di Giuseppe Talamo (Alfredo), Salvatore Grigoli (il padre di Alfredo) e di Alessio Gatto Goldstei (il Barone), ma faremmo torto a non segnalare la buona prova di Gabriella Grassi (Flora), Ilenia Morabito (Annina), Stefano Tanzillo (Gastone), Demetrio Marino, Giuseppe Zema e Marcello Siclari. Una bella serata di Verdi in una città che non finisce mai di stupire e che mostra di non essere mai sazia di cultura. Il teatro è nato da queste parti, 2700 anni fa, normale sia nel dna dei reggini, anzi non solo, di tutti i calabresi. (rs)