Il catanzarese Mimmo Battaglia è il nuovo vescovo di Napoli

“I poveri hanno sempre ragione”. È il motto del “prete di strada” che, partendo da Satriano, è arrivato alla guida della più grande e influente Diocesi del Meridione, Napoli, per volere di Papa Francesco. E dietro questa nomina, che ha un po’ sorpreso, c’è tutto il senso della strategia di Bergoglio di rendere la Chiesa più umile, più vicina ai bisognosi, più francescana. Una Chiesa che oseremmo dire “di sinistra”, contraria al capitale e all’arricchimento, alla superbia dei ricchi e delle superpotenze.

C’è una forte analogia tra il pensiero del nuovo arcivescovo di Napoli e quello di Papa Francesco. Vedono le cose allo stesso modo, ad esempio la pensano all’unisono sul Covid che rischia di acuire le differenze tra i popoli e all’interno dei popoli.

Non sarà Domenico Battaglia – a Catanzaro conosciuto da tutti come don Mimmo – un vescovo come gli altri. È uno abituato a misurarsi sui problemi concreti, perché quando c’è da aiutare qualcuno non bastano le preghiere. E di aiuto i suoi “invisibili”, vale a dire le persone più sfortunate, ne hanno tanto bisogno.

In Calabria ha fatto miracoli per recuperare i tossicodipendenti nella sua “creatura”, il Centro Calabrese di Solidarietà, superando mille difficoltà economiche e non pochi problemi legati alla criminalità. Non è mai andato molto d’accordo con la politica alla quale ha sempre rimproverato mancanze e ritardi nella sua azione. E’ uno che non le manda a dire e in molte occasioni ha lanciato stilettate contro i poteri forti e le mafie.

Amico di don Ciotti, è sicuramente una personalità scomoda, controcorrente, sia pure molto rispettosa della gerarchia ecclesiale.

Cosa farà a Napoli? Farà sicuramente una lenta, ma decisa, rivoluzione. Valorizzerà al massimo tutte le esperienze di volontariato, trasformerà progressivamente la Chiesa napoletana da centro di potere in centro di promozione umana. Eliminerà sprechi e sfarzi, seguendo la politica di Papa Francesco.

Già nella sua prima lettera ai napoletani, ha fatto intendere che la questione meridionale – che non è solo economica e sociale, ma anche spirituale – sarà al centro del suo impegno. Non a caso, ha detto che la gente di Napoli ha gli stessi problemi e le stesse speranze della “sua” gente di Calabria.

In definitiva, un bel segnale di Papa Francesco e ,perché no ?, un messaggio di speranza per la Calabria che potrà sempre contare sulle preghiere e sull’impegno del suo “prete di strada”. (rds)