La Cittadella di Padre Pio di Drapia: La bellezza di un progetto “folle”

di PINO CINQUEGRANAIrene Gaeta non voleva venire in Calabria, non era la sua terra, sull’insistenza del Santo di Pietrelcina, che le motivò persino le necessità per la realizzazione della “Cittadella”, la romana d’adozione Irene (nata a Lanciano, in Abruzzo, ma che aveva sposato un calabrese di Filadelfia trasferitosi nella capitale), si avventura a cercare la terra che le aveva fatto vedere San Pio in una delle visioni e, alla fine, dopo tanto, tantissimo peregrinare (oltre un anno) riconosce il luogo sulla mezza collina di Drapia, sul golfo di Tropea, che il frate di Pietrelcina le aveva fatto vedere in sogno. 

Durante il primo sopralluogo lo sguardo era catturato dalle grosse spine che da tempo avevano ammantato e soffocavano la natura presente: piante e ruderi, pozzi e quant’altro. Tutto il terreno si presentava agli occhi del visitatore in una condizione che chiunque avrebbe rinunciato a scegliere il luogo magari sospettando persino che quella fosse la giusta rivelazione. 

Comunque, ci si è resi dubito conto che se quello fosse il posto, allora erano necessari tanti, tantissimi soldi da spendere. All’inizio, non fu nemmeno facile ottenere tutta una serie di permessi e documentazioni per potere iniziare i lavori: dalla pulizia, allo sbancamento, agli scavi, alle costruzioni. Irene Gaeta si trovò sola tra tanta “apparente” solitudine. Nella piena indifferenza delle autorità calabresi, almeno nella fase iniziale, che durò quasi dodici anni, al punto che diverse persone accanto a Irene Gaeta premevano per abbandonare l’idea, in quanto si sarebbe tratto di un sogno irrealizzabile. Ogni volta che si veniva a proporre questa decisione, Padre Pio si faceva fisicamente sentire dicendo alla sua Figlia Spirituale: “Vai avanti! Vai avanti!”, invitandola ad avere fede. Donna battagliera, Irene, anche con i santi, alla fine accetta di proseguire. Che altro poteva fare! 

La figlia Anna, architetto negli Stati Uniti, decise di affiancare la madre in questa avventura donandole uno studio progettuale che, in qualche modo, rispondeva alle “esigenze” di Padre Pio: un centro medico di ricovero per bambini con gravi patologie oncologiche; una prima accoglienza, anche per post degenti ospedalieri non completamente in grado di provvedere a sé stessi. Un centro ricerca, orientato allo studio di piante officinali indicate per la cura dei tumori ed altre patologie (quelle che Padre Pio segnalava esistere sul quel terreno di Drapia, proprio in località Vento); delle residenze per le famiglie dei degenti e per il personale, una tenuta agricola a supporto del progetto e, infine, il Santuario a Gesù Re dei Re. 

Dopo avere visionato anche altri progetti mirati per la costruzione di una nuova Cittadella di Padre Pio, Irene si rivolge all’Architetto Luciano Messina ignaro del pregresso. A lui Irene Gaeta chiede fermamente di realizzare il progetto definitivo con l’obbligo di rispettare il delicato equilibrio eco-ambientale del posto. Nasce una équipe di lavoro intorno al professionista con la quale viene confezionato il “Progetto della prima pietra”. Tutto è deciso. Si comincia nel nome di Padre Pio, sotto la ferrea guida di Irene Gaeta, sua Figlia Spirituale, che, nel frattempo, incontra gli studenti delle scuole vibonesi e della Calabria a cui porta il messaggio di questa nuova “creatura” voluta dal cielo.

Alla presenza del Vescovo della Diocesi di Mileto S.E. Luigi Renzo, verrà celebrata sul luogo una Santa Messa con la benedizione da parte del Vescovo della “Prima Pietra con una reliquia de San Pio”. La pietra viene cementata nello spazio stabilito da parte da parte dagli operai alla presenza di Irene, l’Architetto, alcuni giornalisti. 

La mano del progettista Luciano Messina più volte fu guidata dallo stesso Padre Pio che, in sogno, gli dava i dovuti suggerimenti come il fare cubare gli spazi o fare entrare la luce dall’alto. Mentre la signora Irene Gaeta riceveva questo messaggio da Padre Pio: «è un progetto grande… e ci vogliono tanti soldi… ma è grande grande e lì, si verranno a curare da tutte le parti del mondo. Tutti pensano che sia per gli altri, ma non sanno che può essere per sé stessi, per i propri figli, i propri nipoti e per la discendenza a venire. Vai avanti Figlia mia».

I lavori prendono corpo giorno dopo giorno, e l’architetto Messina, con la moglie avvocato Paola Conforti instancabile coordinatrice,   il direttore scientifico dottoressa Marcella Marletta, il naturalista ed agrotecnico Armando Gariboldi e la stessa Irene, oltre ad altri “folli” amici che rapidamente si aggregano a questa nuova alba per la Calabria, faranno la spola da Roma e da altre parti d’Italia verso Drapia per seguire, attimo dopo attimo, ogni fase dell’imponente progetto, messo nelle sapienti ed affidabili mani di un abile ed appassionato costruttore locale, Antonio Gentile

Mentre la signora Angela Braghò e le sue figlie, tra le prime a sostenere ed accogliere Irene nei rapporti con le istituzioni ed il comune, fanno da preziosi “facilitatori locali”. Intanto arriva anche qualche donazione da parte di semplici cittadini, quanto da imprenditori del luogo. E il progetto comincia lentamente a prendere respiro e a fare intravedere anche le sue grandi potenzialità sociali, generando prima curiosità e poi speranza nella popolazione locale, dopo i primi tempi di comprensibile diffidenza.

Vale la pena, a questo punto, ricordare che sino ad oggi le risorse economiche che hanno consentito l’acquisto dei terreni e la costruzione delle strutture sin qui realizzate è stato frutto solo di donazioni private, spesso di persone umili e certo non ricche, a volte anche di chi poteva permettersi qualcosa in più (e non solo denaro ma anche competenze, lavoro, conoscenze). Sempre con lo spirito di servire e di partecipare a qualcosa di bello, di utile e di unico.

Una disponibilità che oggi, per andare avanti ed essere portata a termine secondo il progetto di San Pio, richiederà di centuplicare risorse ed energie e che fa capire a tutti la necessità di trovare gli aiuti necessari è fondamentale. (pc)

Domani si inaugurano i laboratori per la sicurezza alimentare alla cittadella di Padre Pio a Drapia

Il giorno 28 maggio 2023, presso la Cittadella di Padre Pio, opera della Fondazione I Discepoli di Padre Pio, in Contrada Vento nel Comune di Drapia – provincia di Vibo Valentia, il parroco Don Sergio Meligrana benedirà i due Laboratori di Microbiologia per la Sicurezza Alimentare.

Grazie ad una proficua campagna di crowdfunding avviata il 1° novembre 2022 e conclusa il 31 gennaio 2023, che ha consentito la raccolta di 130.00€, è stato possibile in tempi rapidi completare l’allestimento dei due laboratori all’interno dei quali, attraverso moderne metodiche di analisi, sarà verificata la sicurezza alimentare dei prodotti provenienti dall’azienda agricola “I Discepoli di Padre Pio”, dei prodotti di aziende fornitrici esterne e dei piatti realizzati nelle cucine della Cittadella.

Attraverso un’alimentazione certificata, si potrà migliorare il benessere e sostenere i bambini durante il percorso di riabilitazione, aiutarli ad affrontare meglio le terapie, ottimizzare l’effetto dei farmaci, combattere le infezioni e recuperare la funzionalità del sistema immunitario. I risultati contribuiranno anche alla creazione del manuale “La sicurezza alimentare del bambino oncologico” rivolto alle famiglie dei piccoli pazienti, che anche a casa potranno garantire una corretta alimentazione. L’attività dei laboratori sarà sottoposta alla procedura di accreditamento presso l’ente italiano di certificazione dei laboratori (Accredia) in modo che i referti emessi abbiano validità anche a livello internazionale.

Dalle parole di Padre Pio a Irene Gaeta: «Il progetto della Cittadella è un’opera di Amore voluta dall’Eterno Padre, ed affidata da Padre Pio ai Discepoli di Padre Pio, per il sollievo dei bambini malati che si dovranno curare con le erbe naturali e con l’acqua di quel luogo. Come Padre Pio ha detto:” Verranno da tutto il mondo a curarsi là e sarà un punto fermo per Malta e per il Corno d’Africa”. L’opera che unisce scienza e fede, è un tangibile frutto della Provvidenza ed è interamente realizzata attraverso il contributo spontaneo di volontari e professionisti. Tutto è finalizzato al sollievo dei sofferenti nel corpo e nello spirito, attraverso la pratica delle tre Virtù Teologali, Fede, Speranza e Carità, sull’esempio di come le ha pienamente vissute Padre Pio da Pietrelcina». Per maggiori informazioni rivolgersi a: padrepiovitinia@virgilio.it. (rvv)

DRAPIA (VV) – Inaugurata la grotta dedicata alla Madonna di Lourdes

A Drapia, nei giorni scorsi, è stata inaugurata, all’interno della cittadella di Padre Pio, la grotta dedicata alla Madonna di Lourdes.

Questa grotta è stata eretta su volontà di San Pio che ha chiesto a Irene di non aprire l’ospedale prima della costruzione della grotta stessa. Una statua raffigurante la Madonna, alta 2 metri in marmo di Carrara completamente scolpita a mano.

Al termine della Santa messa si è riunito il consiglio comunale di Drapia per dare la cittadinanza onoraria a Irene Gaeta, fondatrice de I discepoli di Padre Pio e figlia spirituale del santo di Pietralcina. (rvv)

 

DRAPIA (VV) – Il 30 aprile si presenta il libro “A casa marinaio”

Il 30 aprile, a Drapia, al Castello Galluppi di Caria, è in programma alle 17.30 la presentazione del libro A casa marinaio di Fortunato Costa.

L’evento è stato organizzato in collaborazione con la Pro Loco di Drapia.

Introduce e coordina la presentazione l’avvocato Donatella Garrì. La lettura di alcuni estratti del romanzo sono a cura di Monica Lazar. Intermezzi musicali di Giulia Costa.

«Il libro che vorrei presentarvi – ha spiegato l’autore – è una storia che parla di un certo tipo di uomini, quelli che con il loro coraggio non si tirano indietro, gli eroi silenziosi che ci sfilano accanto e di cui non sappiamo nulla. Intendiamoci: per il fatto che siano eroi non è che la vita risparmi loro qualcosa, tutt’altro. Avete mai sentito parlare degli incursori della Marina Italiana con sede a La Spezia? Forse sì, ma è probabile che molti di voi, non sanno quasi nulla di questo reparto speciale che è costituito da uomini addestrati a tutto. Non esagero. Devono essere ottimi marinai, subacquei, alpinisti, scalatori, soldati, paracadutisti, tiratori, esperti di balistica e provetti artificieri, atleti pieni di coraggio e non privi di determinazione. E forse ho dimenticato qualcosa».

«Resistere immersi per dodici ore in acqua ghiacciata non è cosa da tutti – ha proseguito – percorrere 40 chilometri a piedi in meno di sette ore e con uno zaino pesante trenta chili non è certo una passeggiatina. Eppure è una delle prove da superare per poter indossare finalmente il basco verde. Come non è cosa da tutti intervenire in scenari delicati e durante atti di terrorismo internazionale o, in altri casi, addestrare delle intere divisioni di eserciti alleati per consentire loro di poter conseguire la possibilità di difendersi. Onofrio, il personaggio principale del libro “A casa marinaio”, è un incursore del corpo scelto della Marina Militare Combusin ed è in congedo da poco tempo. È  stato un valido addestratore ed ha lasciato una traccia indelebile nella sua squadra di baschi verdi. In una situazione incresciosa ha perso la moglie e la figlia e da allora non si è più ripreso nettamente pur conservando onore e dignità».

«Nativo di Ischia – ha spiegato ancora – si ritira nella sua isola verde per trascorrere a casa gli ultimi anni della sua intensa vita. Vorrebbe riposare un poco e invece… I suoi ragazzi andranno a trovarlo in numerose e molteplici occasioni, viaggiando da La Spezia, sede degli incursori, fino ad Ischia. Non mancheranno i colpi di scena con il verificarsi di situazioni pericolose e di momenti delicati che richiederanno tutta la sua esperienza maturata. Ma non mancheranno neanche dei momenti di dolcezza e di tenerezza; i ricordi e le situazioni di un tempo si riaffacceranno per coinvolgere il nostro incursore in vicende amorose, conflittuali e al limite della tensione. Il ritmo è oscillante tra la tranquillità dei luoghi e l’azione a causa di eventi imprevedibili. Non mancheranno certamente momenti commoventi, che potrebbero strappare anche una lacrima ai più sensibili, non mancheranno i ricordi che fanno male, i ricordi che fanno bene e varie vite che si intrecceranno tra loro per creare nuovi rapporti duraturi».

«È una storia da leggere – ha concluso – non rimarrete delusi da quanto andrò narrando nel libro ed il ritmo sarà a tratti incalzante. Non mancheranno neanche i momenti di buon umore per strapparvi una risata. Alla fine saremo tutti più ricchi, sia voi che entrerete in un mondo nuovo e un po’ sconosciuto, sia io che forse riuscirò ad entrare nel vostro cuore e nella vostra sensibilità di lettori per lasciare traccia.  Onofrio vi attende; leggere vuol dire vivere infinite vite. Non priviamoci mai di questo dono». (rvv) 

DRAPIA (VV) – La mostra “Il poro e la Preistoria”

Domani sera, a Drapia, alle 20.30, al Complesso Monumentale Galluppi, s’inaugura la mostra Il poro e la Preistoria nelle riproduzioni di argilla di Cosmo Rombolà, artigiano e ricercatore drapiese da sempre impegnato nel campo dell’archeologia assieme ai componenti dell’Associazione culturale Paolo Orsi e a cura dell’archeologa Maria Teresa Iannelli.

L’evento rientra nell’ambito delle iniziative estive organizzate dall’Amministrazione comunale in collaborazione con la Pro Loco.

La peculiarità dell’opera di Cosmo consiste nel fatto che gli oggetti in ceramica sono fedeli riproduzioni di quelli rinvenuti durante le ricerche e gli scavi archeologici effettuati sull’altopiano del Monte Poro; si tratta di materiali protostorici a partire dall’età del Bronzo (2.300-925 a.C.), fino alla prima età del Ferro (925-725 a. C. Vi è dunque in queste sue preziose riproduzioni, un’importante ricerca archeologica, storica, dei materiali e delle tecniche di realizzazione e di cottura non comuni tra gli esperti.

«Nella realizzazione delle ceramiche – scrive la dott.ssa Maria Teresa Iannelli,  – la maggiore fonte di ispirazione di “mastru Cocimu”, è la documentazione dello scavo effettuato nella località Torre Galli del comune di Drapia negli anni 1922 e 1923, dal grande archeologo Paolo Orsi, che rinvenne una necropoli di circa 280 tombe della prima età del Ferro. Il corredo delle sepolture era costituito oltreché dalle armi in ferro e bronzo (punte di lancia, spade, lance e armature) in quelle maschili e da vari oggetti di lavoro e di ornamento in quelle femminili, anche da vasi di vario genere e forme che Rombolà riproduce fedelmente».

«Il metodo utilizzato dall’artigiano – ha spiegato ancora – è quello antico delle popolazioni indigene che abitarono questo territorio prima dell’arrivo dei Greci (fine VIII sec. a.C.), ricostruito dagli archeologi attraverso l’interpretazione delle testimonianze materiali rinvenute negli scavi effettuati in Calabria e non solo».

Dopo l’inaugurazione, è previsto un seminario sul tema Il Poro e la preistoria, che racconterà inoltre le ipotesi e la struttura del nascente Museo presso lo stesso Complesso Monumentale. Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Drapia, Alessandro Porcelli, del direttore del Museo Civico, Emilio Minasi e del presidente della Pro Loco Drapia, Antonio Furchì, seguirà un dialogo con la dott.ssa Maria Teresa Iannelli, archeologa; il prof Saverio di Bella, storico; Vinncenzo Calzona architetto ed esperto di progettazione museale; Michelangelo Pugliese, architetto che ha redatto il progetto di allestimento del Castello Galluppi e del nascente Museo. S

Sarà presente l’autore della mostra, Cosmo Rombolà, assieme a Francesco Rombolà in rappresentanza dell’associazione Paolo Orsi. (rvv)

A Drapia la benedizione della Madonna delle Lacrime alla Cittadella di Padre Pio

Con una messa, celebrata dal parroco di Drapia con la partecipazione di numerosi parroci del territorio, è stata benedetto il busto della Madonna delle Lacrime che svetta sul tetto del primo edificio della nascente Cittadella di Padre Pio.

Sta dunque diventando sempre più reale il sogno del Santo di Pietrelcina che aveva individuato nell’area di Drapia, dove crescono rare piante officinali di grande efficacia terapeutica, ilposto dove doveva nascere un centro ospedaliero per i bambini di tutto il Mezzogiorno. Un testimone raccolto dalla figlia spirituale di San Pio Irene Gaeta, fondatrice dei Discepoli di Padre Pio, che è riuscita caparbiamente e con grande e ammirevole determinazione a coinvolgere tantissimi, tra imprenditori e semplici fedeli, che hanno permesso di avviare la realizzazione della Cittadella.

La Madonna delle Lacrime a Drapia

Sul primo edificio ormai quasi completato ha trovato posto il busto della Madonna delle Lacrime di Siracusa che sarà oggi benedetto. All’evento erano presenti la figlia spirituale di Padre Pio Irene Gaeta, fondatrice dei Discepoli di Padre Pio, l’architetto Luciano Messina, progettista della Cittadella di Padre Pio, la dott.ssa Marcella Marletta, direttore scientifico della Fondazione dei Discepoli di Padre Pio, la dott.ssa Luisa Monini direttore del Comparto Igiene e Salute Pubblica – Brescia, oltre ad altri membri della fondazione e alcuni rappresentanti delle istituzioni Regionali e Comunali. (rvv)

 

DRAPIA (VV) – Il Comune aderisce alla campagna “M’illumino di meno”

Anche il Comune di Drapia ha aderito all’iniziativa M’illumino di meno, promossa dalla trasmissione CaterpillarRai Radio 2, e in programma per oggi, venerdì 6 marzo.

Si tratta di una giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili ed è dedicata ad aumentare gli alberi, le piante, il verde intorno a noi.

Il Comune di Drapia spegnerà le luci degli edifici pubblici e pianterà un albero a Brattirò, nell’area giochi in loc. Saladino. (rvv)

 

DRAPIA (VV) – Domenica l’evento “Storie di Donne, tradizioni, conquiste, passioni”

Domenica 8 marzo,  a Drapia, alle 17.00, nella sala conferenze del Complesso Monumentale Galluppi, la manifestazione Storie di Donne, tradizioni, conquiste, passioni.

L’vento è stato organizzato dal Comune di Drapia in collaborazione con la Pro Loco DrapiaLe Tarme.

«Se non c’è una conquista c’è poco da festeggiare – si legge in una nota del Comune -. Occasioni come l’8 marzo rischiano di diventare solo la breve parentesi, tra un otto marzo e il successivo,tra un 8 marzo e il precedente.
Bisogna riconoscersi nelle proprie tradizioni,perché solo con queste,insieme alla passione, si trova terreno fertile per conquistare non solo la propria affermazione ma le fondamenta per una indomabile evoluzione».

Si parte con i saluti di Alessandro Porcelli, sindaco di Drapia, e di Antonio Furchì, presidente della Pro Loco. Intervengono Enza CricelliAnna Maria LoiaconoCaterina MuggeriLiberata PuglieseCaterina RombolàRosaria ScarpullaAntonio PuglieseNicola Rombolà. Introduce e modera Giovanna Iannello.

La musica è a cura di Annamaria PuglieseAnthony Greco. (rvv)

VIBO – Incontro coi sindaci sul progetto della Cittadella di Padre Pio

Presso la sede dell’Amministrazione provinciale di Vibo Valentia incontro con i sindaci del Vibonese e degli Enti e Consorzi di riferimento per la presentazione della Cittadella di Padre Pio in corso di realizzazione a Drapia. Un’opera fortemente voluta e ispirata dal Santo di Pietrelcina e la cui realizzazione si deve all’impegno e alla devozione assoluta di Irene Gaeta, fondatrice dell’Associazione I discepoli di Padre Pio. Irene Gaeta ha raccontato la sua straordinaria esperienza con Padre Pio in un’intervista video a Calabria.Live lo scorso luglio.

La Cittadella di Padre Pio sarà un centro di cura oncologica pediatrica e spirituale, il cui progetto realizzativo in avanzata fase è improntato sulla valorizzazione il rispetto dell’ambiente. Irene Gaeta riferisce che nei tanti incontri con Padre Pio ebbe un’indicazione precisa della volontà del Santo: «In Calabria, a Drapia su quel terrazzo sopra Tropea, sarebbero stati curati bambini provenienti da tutto il mondo, affetti già dal grembo materno di tumori al sangue, ai polmoni e di altra natura. Saranno curati – le aveva predetto padre Pio – attraverso l’uso delle erbe che là crescono e l’acqua che lì sgorga».

Secondo Irene Gaeta, che ha invitato tutti i sindaci della provincia di Vibo, «data la grandezza di questo “Progetto di Dio”, sarebbe giusto che tutti gli amministratori locali siano partecipi e si impegnino a contribuire all’importante pianficazione del territorio, al fine di poter agevolare ogni operazione esecutiva, fornendo a loro volta disponibilità di servizi logistici di appoggio, sanitari di ospitalità recettiva, scolastici e relativi ad ogni necessità legata al ricovero dei piccoli degenti e delle loro famiglie.

L’incontro di sabato è stato coordinato dal sindaco di Drapia Alessandro Porcelli con il referente della segreteria amministrativa arch. Vincenzo Calzona. Con Irene Gaeta parteciperanno l’avv. Paola Conforti consigliera dell’Associazione e componente della Direzione dell’Agenzia delle Entrate, la dott.ssa Marcella Marletta direttore scientifico dell’Associazione e Direttore generale del Ministero della Salute, l’ing. Pierluigi Carugno delegato all’Urbanistica e Infrastrutture per il Progetto Calabria e direttore delle opere pubbliche della ricostruzione dell’Aquila e l’arch. Luciano Messina progettista della Cittadella e direttore dei lavori dell’opera.

All’ordine del giorno, oltre alla presentazione del Progetto della Cittadella, la necessità di collegamento e d interconnessioni stradali, l’esigenza di un’informazione coordinata fra tutte le istituzioni impegnate nel progetto e gli accordi di programma necessari tra istituzioni e Regione, con i Ministeri di competenza, per facilitare l’incentivazione dei servizi necessari alla Cittadella. (rvv)

Il tricolore sul primo edificio della Cittadella di Drapia nel nome di San Pio

Sventola il tricolore italiano sulla Cittadella di Padre Pio a Drapia. Inaugurato ieri il tetto della “Casa Socio Sanitaria Pediatrico Oncologica Madonna di Fatima”, con una messa solenne concelebrata dal Vescovo della Diocesi di Mileto, Nicotera e Tropea, Luigi Renzo, direttamente sul cantiere: «A Irene Gaeta non potevo dire di no… È travolgente e coinvolgente. In questo luogo c’è la luce giusta». Irene Gaeta: «Questo è un progetto di Dio e di ognuno di voi, per il bene dei vostri figli. La presenza del Vescovo è il sigillo della Chiesa».

Il tricolore simboleggia la fine del primo step dei lavori relativi alla grande opera voluta dal Santo di Pietralcina. A Drapia si respira spiritualità, speranza e soprattutto la fede, tanto invocata dalla Figlia Spirituale di Padre Pio, Irene Gaeta, nel suo toccante intervento: «Noi dobbiamo essere degli evangelizzatori per il mondo. Soltanto attraverso la fede in Dio possiamo salvarci… Ringrazio l’impresario Antonio Gentile, le maestranze che stanno lavorando e tutti i professionisti che, gratuitamente, ci aiutano; ma, soprattutto, ringrazio il nostro Vescovo, lui è il sigillo della Chiesa, che ci ha onorato con la Santa Messa e con la Benedizione del tetto. I Discepoli di Padre Pio sono Chiesa. Io non sono niente, questo progetto mi scivola via, non è mio, ma è di Dio e di ognuno di Voi… portatelo avanti per il bene dei vostri figli e dei vostri discendenti».

Drapia Cittadella di Padre Pio

In tanti, tra fedeli, Discepoli di Padre Pio, Autorità, tra le quali il Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio ed il Sindaco di Drapia, Alessandro Porcelli, che ha chiesto l’aiuto della Regione per realizzare vie d’accesso dignitose alla Cittadella, hanno sfidato il caldo record pur di essere presenti «in un luogo straordinario, quasi miracoloso – ha detto mons. Luigi Renzo, nel suo appassionato intervento prima della Santa Messa -. Non è normale che all’inaugurazione di un tetto ci debba essere una celebrazione solenne… Ma come ci dice Irene, – prosegue il Vescovo che era intervenuto, lo scorso anno, anche alla posa della prima pietra – non siamo qui per una cosa normale… ma per fare la volontà di Dio. In questo luogo c’è la luce giusta dal punto di vista umano, sociale, della ricerca medica e scientifica. E poi era possibile dire no ad Irene? No, non era possibile… Lei è veramente travolgente, coraggiosa e coinvolgente… per tutto questo la ringrazio».

Tra i vari interventi anche quello del progettista, l’architetto Luciano Messina, che ha evidenziato, senza giri di parole, il disegno divino della Cittadella, con tutte le scelte principali dettate, dal Santo di Pietralcina alla sua Figlia Spirituale, per curare i bambini malati: «Non bastano pezze per asciugare le loro ferite. Non bastano luoghi per curare gli ammalati».

Sono passati ormai quindici anni dal messaggio del 2004, di Padre Pio ad Irene Gaeta: «Figlia mia, in Calabria devi fare un Santuario, un Ospedale Pediatrico, un Centro di Ricerca e un Villaggio per i Sofferenti; perché i bambini, fin dal grembo materno, nasceranno con il tumore ai polmoni, al sangue e altrove… Si dovranno curare con le erbe naturali, le erbe che nascono lì e l’acqua che scorre là». Lei, Irene Gaeta, 82 anni, che da oltre 70 anni vive in totale simbiosi con il Santo di Pietralcina e ne custodisce alcune reliquie, insieme all’Associazione dei Discepoli di Padre Pio, ad una rete di volontari e di validi professionisti, è riuscita “nell’impresa divina” di acquistare un’area di diciotto ettari e di completare i lavori del tetto della “Cittadella di Padre Pio – Casa Socio Sanitaria Pediatrico Oncologica Madonna di Fatima”.

Il bambino, protagonista nel manifesto ufficiale dell’evento di Drapia, rappresenta soltanto uno dei tanti che potranno curarsi all’interno della Cittadella, grazie anche alle erbe di quei terreni, oggetto di studi e ricerche nazionali ed internazionali, che presentano parametri scientifici unici al mondo. Ora più che mai, per andare avanti spediti, necessita l’aiuto di tutti: «Andiamo avanti insieme, – ama ripetere Irene – per portare a compimento l’ultima importante opera che Padre Pio mi ha affidato!». (rvv)

vedi l’intervista di Calabria.Live a Irene Gaeta e all’arch. Luciano Messina

Le fotografie sono di Paolo Bolano.