Solo. The legend of quick change, il varietà surrealista di Arturo Brachetti ha strabiliato il pubblico del Teatro Politeama Mario Foglietti di Catanzaro nel secondo appuntamento teatrale in novembre della stagione 2019/2020 …è tutta un’altra storia, realizzando un prevedibile sold out.
Entra in scena uscendo da una nuvola di fumo l’artista, amatissimo e seguitissimo da grandi e bambini, e mostra una scatola, la sua casa «Questa è la casa dei miei ricordi, dei miei sogni, delle mie paure». In una costante interazione coi presenti il Maestro dell’illusionismo apre le porte di casa sua e la fa visitare illuminando col suo sguardo mobili, foto di famiglia, televisore. Proprio la tv diventa protagonista della scena. Da quello scatolone, in cui ci si chiedeva da bambini come facessero ad abitare tanti personaggi, escono e si materializzano Batman, Jessica Fletcher, Wonder Woman, Baywatch, Gordon Craven della Famiglia Addams, Scerlock Holmes, Ghostbusters.
Un caloroso saluto alla sala alzando la mano perché raggiunga i signori dei palchi più in alto e un gradito «Buonasera Catanzaro» con l’intento dichiarato di fare casino e di far trionfare la libertà che si usa in casa propria perché per Arturo «Stasera la casa è questa qua». Si aprono ad una ad una le porte iniziando dalla stanza dei ricordi, il solaio, da cui fuoriesce il cappello de nonno, magico strumento per trasportare con la fantasia gli spettatori al cospetto di D’Artagnan, Don Camillo, Arlecchino, l’ammiraglio Nelson e tanti altri dato che «Ogni sogno può diventare realtà grazie a sta schifezza di cappello qua».
Un messaggio importante questo: la fantasia non ha limiti e ogni cosa apparentemente insignificante può farla sbizzarrire. Con la fantasia, per esempio, si può fare un viaggio intorno al mondo attraverso 80 personaggi partendo magari dalla Russia per trasmutarsi nel leggendario eroe svizzero Guglielmo Tell o nel Principe Carlo in Inghilterra o nell’intrigante Rossella O’Hara di “Via col vento” o in Napoleone Bonaparte. Tutto grazie all’insegnamento del nonno che diventa ricordo sentito e reale in quel suo spronare a giocare con le cose dimenticate. Ma è proprio vero che dimentichiamo? Forse anche questa è un’illusione. Come illusoria sembra essere l’ombra di Arturo Brachetti, Kevin Michael Moore, che entra in scena e la occupa introducendo quell’inevitabile doppiezza dell’essere umano alla costante ricerca di una reductio ad unum.
Ora sono in due viaggiare nella casa dei ricordi facendola ammirare al pubblico nelle singole stanze: il bagno, il corridoio, stanza del tempo perduto, la stanza dell’amore e del potere delle donne con un letto centrale che la occupa, il giardino, luogo di ritrovo e di festa, la cucina in cui un frigorifero può diventare rifugio per una scappatella scoperta dalla moglie. E intanto l’ombra, vestendo i panni della coscienza, legge ad Arturo da un taccuino i pensierini numerandoli in ordine crescente: «Non si può volare per sempre», «Invecchiando bisogna imparare a tenere bene i piedi per terra», «Diventare vecchio è obbligatorio, maturare una scelta»… pensierino n° 1000 «Non è poi così grave volere restare un po’ bambini. Anche la tua ombra è felice di volare».
Arriva in chiusura dello spettacolo quel ricercato equilibrio, il riunirsi dell’io con la propria ombra in quell’unico modo possibile che è più reale che illusorio: restare bambini per sempre, non rinunciando a volare, lasciando liberi l’immaginazione, la fantasia, il sogno. Un applauso scrosciante, interminabile, meritato ha salutato il Maestro del trasformismo che avrebbe voluto rispondere alle immaginabili curiosità della sala su come fa a cambiarsi d’abito così velocemente, ma questa è magia e la magia, si sa, non si può spiegare ma deve solo incantare.
Visibilmente soddisfatti della riuscita dell’evento Gianvito Casadonte e Aldo Costa, rispettivamente Sovrintendente e Direttore Generale della Fondazione Politeama. Il prossimo appuntamento della stagione teatrale è fissato per il 4 dicembre ore 21.00 con Dracula, regia di Sergio Rubini con Luigi Lo Cascio, Sergio Rubini, Lorenzo Lavia, Roberto Salemi, Geno Diana, Alice Bertini. Non mancate perché anche questa …è tutta un’altra storia. (Daniela Rabia)