Firmato l’accorso sindacale per aumento delle retribuzioni ai lavoratori dell’edilizia

È stato firmato, nei giorni scorsi, l’accordo sindacale per l’aumento delle retribuzioni dei lavoratori del settore edile. L’accordo riguarda circa 8000 addetti tra impiegati e operai e nel corso del 2024 porterà nelle tasche dei lavoratori aumenti importanti che varieranno dai 67,22 euro mensili previsti per i lavoratori di 7° livello ai 34,41 euro mensili previsti per i lavoratori di 1° livello.

Agli importi riconosciuti a titolo di Evr per l’anno 2024 è applicabile l’imposta sostitutiva ridotta, di cui all’art. 1, c.18 Legge n° 213 del 29.12.2023. L’aumento di salario sarà erogato in busta paga in proporzione alle ore lavorate a partire da Gennaio 2024.

Presenti, alla firma dell’accordo, i rappresentanti di Fillea Cgil, Feneal Uil ed Ance, che hanno espresso soddisfazione per il traguardo raggiunto.

«Siamo molto soddisfatti di aver raggiunto questo accordo che i lavoratori edili aspettavano da anni – hanno dichiarato Maria Elena Senese, segretario generale Feneal Uil Calabria e Simone Celebre, segretario generale Fillea Cgil Calabria – e raggiungerlo oggi in questo momento di alta inflazione che erode i salari, consente di mettere soldi freschi nelle tasche dei lavoratori».

«La firma di questo accordo, infine – hanno aggiunto – sottolinea, semmai ce ne fosse bisogno, l’importanza ed il ruolo del sindacato in momenti come questi. Abbiamo portato avanti, e continueremo a farlo, le istanze dei lavoratori perché questi possano avere riconosciuti dignità e diritti»

«Nei prossimi giorni – hanno concluso i segretari dei sindacati edili – saranno organizzate assemblee aziendali e territoriali per spiegare i contenuti dell’accordo». (rcz)

 

Fenealuil Calabria e Fillea Cgil: Firmato accordo sindacale per aumento retribuzioni a lavoratori edilizia

È stato firmato l’accordo sindacale per l’aumento delle retribuzioni per i lavoratori delle aziende edili, operanti sul territorio cosentino. Lo hanno reso noto i segretari di Fillea Cgil Calabria e FenealUil Calabria, rispettivamente Simone CelebreMaria Elena Senese, dicendosi soddisfatti «di aver raggiunto questo accordo che i lavoratori edili aspettavano da anni».

«E raggiungerlo oggi in questo momento di alta inflazione che erode i salari, consente di mettere soldi freschi nelle tasche dei lavoratori», hanno aggiunto i sindacalisti, spiegando come «l’accordoriguarda circa 6000 addetti tra impiegati e operai e nel corso del 2023 porterà nelle tasche dei lavoratori aumenti importanti che varieranno dai 67,22 euro mensili previsti per i lavoratori di 7° livello ai 34,41 euro mensili previsti per i lavoratori di 1° livello. L’aumento di salario sarà erogato in busta paga in proporzione alle ore lavorate a partire da ottobre 2023».

«Nei giorni scorsi – hanno spiegato ancora –, ci siamo confrontati con Ance Cosenza, nella persona del Presidente Giovan Battista Perciaccante accompagnato da Pierpaolo Mottola e dal direttore Rosario Branda, con il presidente della Cassa Edile Cosentina, Santo Alessio, e con il presidente dell’Esec/Cpt, Gianfranco Sposato».

«Nei prossimi giorni – hanno concluso i segretari dei sindacati edili – saranno organizzate assemblee aziendali e territoriali per spiegare i contenuti dell’accordo». (rcs)

 

Proposta di legge sui crediti fiscali dell’edilizia, Gelardi (Lega) risponde a Talerico (Misto)

«Le osservazioni del consigliere regionale del Gruppo Misto Antonello Talerico, circa la nostra proposta di legge regionale (“Interventi per il trasferimento dei crediti fiscali derivanti dall’efficientamento energetico del patrimonio edilizio”), sia per gli aspetti formali che di merito, francamente non ci impensieriscono. Preme sottolineare, tuttavia, che l’iniziativa legislativa è libera. Ogni consigliere regionale e ogni Gruppo hanno facoltà di proporre leggi sulla base delle proprie ragioni, opinioni e convinzioni».

A dirlo è il capogruppo della Lega in consiglio regionale Giuseppe Gelardi.

«Aggiungiamo che, per quanto riguarda il confronto sui punti di forza ed eventuali criticità della proposta di legge sottoscritta dall’intero Gruppo della Lega, le sedi idonee sono le Commissioni consiliari e, in ultimo, il Consiglio regionale. Lì ci si misura e lì ci si conta. È in quelle sedi infatti, e non in altre, che si decide se una proposta di legge (in questo caso la nostra) possa essere rettificata e/o integrata, oppure no», conclude.

Edilizia, Perciaccante (Ance Calabria): Adeguamento prezzi sia esteso a tutti gli appalti di opere pubbliche in corso

Il presidente di Ance Calabria e del Comitato Mezzogiorno di Ance, Giovan Battista Perciaccante, ha chiesto che l’adeguamento prezzi per i lavori in corso sull’edilizia scolastica del Dipartimento dei Lavori Pubblici della Regione, venga esteso a tutti gli appalti di opere pubbliche in corso finanziate con fondi regionali.

Un’azione necessaria, «così da mettere nelle condizioni le imprese di poter lavorare al meglio – ha detto Perciaccante – sia in termini di tempi di realizzazione che di qualità del lavoro. Nella stessa misura, ritiene necessario che le iniziative che la Regione sta mettendo in campo siano irrobustite con investimenti ed interventi nazionali a sostegno delle iniziative territoriali».

Perciaccante, infatti, ha ricordato che il caro materiali, nonostante gli interventi di carattere nazionale e regionale, «è, purtroppo, una problematica che continua a pregiudicare il lavoro delle imprese, soprattutto di quelle che, in questa difficile e complicata fase hanno lavori in corso».

«Per questo motivo – ha aggiunto –così come avevamo accolto con grande favore e positività l’aggiornamento che la Regione Calabria ha fatto del prezzario regionale delle opere pubbliche, oggi, accogliamo con altrettanto favore la decisione assunta dal Dipartimento dei Lavori Pubblici della stessa Regione sull’adeguamento prezzi per i lavori in corso sull’edilizia scolastica attraverso l’utilizzo delle risorse derivanti dalle economie. Accogliendo le nostre richieste, la Regione Calabria si è mossa per tempo e bene su questo versante con provvedimenti che hanno, in qualche modo, offerto un po’ più di certezze in un settore nel quale l’incertezza, fra bonus e Pnrr, regna sovrana».

«Proprio in considerazione della difficile congiuntura che tutto il sistema imprenditoriale sta vivendo, fra caro energia, caro materiali, guerra ed inflazione, diventa indispensabile – ha aggiunto il presidente Perciaccante – che si predispongano interventi più strutturali per mettere al riparo il sistema economico dalla volatilità dei mercati e dall’incertezza della realizzazione degli appalti. Diventa perciò fondamentale intervenire anche sulla riforma del codice degli appalti sia attraverso una sua tempestiva rivisitazione che con l’inserimento di norme adeguate alla nuova realtà dei mercati. Una riforma che dovrà prevedere oltre alla semplificazione delle procedure anche e soprattutto l’obbligo di inserire nei bandi di gara la clausola automatica e periodica di revisione dei prezzi di appalto, sulla base di quanto sta già positivamente avvenendo in Francia».

Per il rappresentante dell’Ance, si tratterebbe di uno straordinario strumento di certezza per le imprese poiché la revisione sarebbe legata a rilevazioni periodiche reali evitando così il ricorso agli strumenti di natura compensativa, lunghi e farraginosi, utilizzati nel nostro Paese.

1L’auspicio – ha concluso il presidente Perciaccante – è che il nuovo Governo sappia porre la necessaria attenzione al settore delle costruzioni attribuendo allo stesso priorità nelle opzioni di scelta ed efficacia nelle specifiche misure e negli interventi destinati». (rcz)

Edilizia, Fenealuil Calabria: Senza interventi immediati a rischio fallimento migliaia di imprese

La segretaria generale della Fenealuil Calabria, Maria Elena Senese, ha chiesto al Governo di «estendere la platea dei beneficiari alla Cassa integrazione anche al settore edile», in quanto «in assenza di interventi, migliaia di imprese saranno costrette a sospendere l’attività, con il rischio di fallimento e con gravissime ripercussioni occupazionali che andranno a gravare direttamente sul bilancio dello Stato».

«L’edilizia oggi – ha spiegato – è senza dubbio il comparto delle false illusioni. Il settore afflitto da proclami mediatici tanto importanti quanto utopistici, quali il Pnrr, le grandi opere strategiche, le infrastrutture, sta soffrendo in quanto le realizzazioni devono fare i conti con le gravi criticità ogni giorno più numerose».

«Il comparto dell’edilizia pubblica – ha proseguito – con i rincari dei costi delle materie prime come conseguenza dell’aumento della domanda, l’irreperibilità delle stesse, il caro energia e carburante, ha già pesantemente accusato il colpo, ma poi, a tramortirlo del tutto, ci ha pensato lo Stato con la sua incapacità nel mettere in campo misure strutturali e straordinarie per far fronte a queste gravi criticità».

«Il risultato di tutto ciò è sotto gli occhi di tutti – ha detto ancora – in quanto, a meno che non si sia affetti da grave miopia, è di tutta evidenza constatare le numerose gare pubbliche deserte, l’impossibilità di garantire un regolare svolgimento dei lavori in corso, i cantieri quasi fermi, l’aumento dei contenziosi e l’incremento delle richieste di cassa integrazione. È forte e concreta la preoccupazione che diversi cantieri si fermeranno nel brevissimo periodo!».

«Che fine faranno i lavoratori attualmente in forza in quei cantieri? – ha chiesto –. Come si dovranno gestire le richieste di cassa integrazione, considerato che oggi non si contempla tra le casistiche di concessione il rincaro dei costi delle materie prime e del materiale da costruzione? Il Governo continua ad essere miope nei confronti di un settore che nel 2021 ha determinato la crescita esponenziale del Pil del nostro Paese!».

«Chiediamo, pertanto – ha concluso – al Consiglio dei ministri di dar vita ad un meccanismo automatico di adeguamento dei contratti ai prezzi correnti di mercato, così come ha già fatto la Francia  stabilendo a monte un delta + 24 per ogni contratto stipulato e da stipulare». (rcz)

Ance Calabria: Peggiorano i dati dell’edilizia, serve calmierare i prezzi e compensare costi sostenuti dalle imprese

Il presidente di Ance Calabria, Giovan Battista Perciaccante, ha chiesto «misure per calmierare i prezzi e compensare i maggiori costi sostenuti dalle imprese “altrimenti i cantieri pronti per l’avvio, anche a causa della carenza di materie, resteranno sulla carta».

«I costi sono alle stelle, le produzioni rallentate e i materiali per lo più irreperibili. I cantieri sono a rischio chiusura e la situazione per le opere in corso è nei fatti fuori controllo» ha detto Perciaccante, spiegando che «insieme ai colleghi delle sezioni provinciali di Ance, Luigi Alfieri di Catanzaro, Michele Laganà di Reggio Calabria, Domenico Letizia di Vibo Valentia e Giovanni Mazzei di Crotone, stiamo monitorando la situazione. Riceviamo il grido di allarme delle nostre imprese che denunciano, in Calabria come nel resto del Paese, una situazione ormai fuori controllo, che le misure varate finora non sono state in grado di arginare».

Negli ultimi giorni, infatti, i prezzi dei materiali di costruzione, che già erano pressoché raddoppiati nell’ultimo anno, sono ulteriormente schizzati. In particolare risultano ormai praticamente irreperibili se non a costi insostenibili bitume, acciaio, alluminio e tanti altri ancora. A peggiorare ulteriormente le cose il macroscopico rialzo di gas e carburante che sta mettendo in ulteriore difficoltà i trasporti e la gestione delle consegne.

I costruttori calabresi sostengono l’azione del presidente di Ance, Gabriele Buia, che ha chiesto un incontro urgente al Presidente Draghi, perché se non si dovesse intervenire al più presto con le contromisure necessarie come l’adeguamento automatico dei prezzi ai valori correnti per tutte le stazioni appaltanti e misure efficaci di compensazione degli aumenti subiti, le imprese saranno costrette a fermarsi e chiudere i cantieri per cause a loro non imputabili. 

«In assenza di misure ad hoc – ha concluso il presidente di Ance Calabria Perciaccante – nessuna impresa sarà in grado di realizzare le opere che gli sono state commissionate e di questo passo le tanto attese ricadute del Pnrr resteranno sulla carta. Siamo consapevoli della gravità del momento e delle difficoltà che il Governo sta gestendo anche sul piano internazionale per porre fine quanto prima al conflitto ucraino, ma il grido di allarme dei nostri territori non si può più ignorare e merita risposte concrete e immediate». (rcz)

 

FenealUil Calabria: La Regione si doti di una task force di giovani tecnici per vincere la sfida del Pnrr

La segretaria generale della FenealUil Calabria, Maria Elena Senese, ha chiesto che la Regione, per vincere la sfida del Pnrr, si doti di una task force di giovani tecnici.

«Nel comparto edile – ha spiegato Senese – la crescita degli investimenti nella Regione Calabria nel 2021, è stata molto significativa, ed è stata determinata non solo dai bonus edilizi, ma anche da una prima accelerazione dovuta al Pnrr; però, purtroppo, su questa grande e probabilmente irripetibile opportunità, incombono due importanti criticità che, allo stato, rendono il perfezionamento degli  investimenti difficilmente attuabile e mettono a rischio l’esecuzione delle opere già avviate nonché l’avvio delle nuove, in quanto, economicamente insostenibili e sconvenienti».

«La prima criticità – ha spiegato – è rappresentata dal  blocco del turnover nella pubblica amministrazione che, pertanto, non dispone delle risorse necessarie per scaricare a terra tutti gli investimenti previsti dal Pnrr. La Regione Calabria ha bisogno urgente di una task force di tecnici che sia in grado di progettare e rendicontare i finanziamenti previsti. La nostra regione, se vuole vincere la sfida, utilizzando pienamente e correttamente i  fondi europei, ha bisogno di una immediata iniezione di professionalità nei settori determinanti per cambiare la sua narrazione storica e darsi un futuro migliore. Se non si riuscirà, per tempo, a colmare questo gap professionale la Calabria rischia di perdere quella che si presenta come l’ultima occasione per il rilancio economico e sociale».

«Le tante opere pubbliche – ha proseguito – che dovranno essere realizzate sul territorio regionale, una volta avviate, darebbero una forte scossa all’economia del settore edile che, da sempre, è uno dei settori produttivi più importanti. I tempi per la presentazione dei progetti, però, sono strettissimi, il rischio concreto è quello di rispedire all’Unione europea i finanziamenti messi a disposizione».

«La seconda  criticità – ha detto ancora – è rappresentata dall’aumento incontrollato del costo dell’energia e delle materie prime che ha comportato una evidente e seria difficoltà a tutta la filiera edile e, le misure messe in campo dal Governo, per far fronte ai rincari, non sono per niente sufficienti. Invero urge normare la revisione dei prezzari ovvero regolamentare un meccanismo che preveda una compensazione forfettaria dei prezzi  per categoria di opere e che consenta alle stazioni appaltanti di definire con automatismo l’importo revisionale; ciò farà si che le imprese non blocchino i lavori, non falliscano, mantengano inalterati o migliorino i livelli occupazionali, completino i lavori e  avviino i nuovi, il tutto con l’unico obiettivo di perseguire il superiore interesse pubblico, restituendo le opere alla collettività».

«È ora – ha concluso – di agire fattivamente con determinazione, unitarietà e collaborazione,  solo così potrà realizzarsi quel cambiamento regionale sperato e atteso da tempo». (rcz)

L’appello di Cugliari (Cna) ai politici calabresi: Fare pressioni a Governo per modifica Dl Sostegni ter

Il presidente della Cna CalabriaGiovanni Cugliari, si è appellato a tutti i politici calabresi affinché facciano pressione su Ministero e Governo per rivedere l’art. 28 del Dl Sostegni Ter, che limita la possibilità di cedere i crediti vantati a un solo soggetto, giustificando tale manovra come una tutela dalle possibili frodi.

«Le imprese calabresi saranno costrette a chiudere, è fondamentale che i politici calabresi intervengano per modificare la norma sulla cessione del credito» ha evidenziato Cugliari, spiegando che «la crescita esponenziale della filiera delle costruzioni, registrata nel 2021, era stata resa possibile dagli incentivi come il Superbonus 110% e altre agevolazioni che miravano anche all’efficientamento energetico degli immobili».

La vera forza di queste misure, evidenzia Cugliari, «era data dal fatto che, una volta avuto accesso al credito, questo poteva essere ceduto a più interlocutori senza alcuna limitazione».

La Cna Calabria, facendosi portavoce di tutti quegli imprenditori che hanno lavorato duramente per potersi rialzare dalla drammatica crisi causata dalla pandemia, lancia quindi un allarme chiaro: «Se la norma introdotta dal Governo non sarà modificata – ha proseguito Giovanni Cugliari – ci saranno seri problemi per tutto il sistema delle costruzioni impiantistiche e ferramentistiche, portando sicuramente alla chiusura delle aziende. Molti infatti si sono già esposti finanziariamente sopportando dei costi».
«Si rischia di vanificare tutti gli sforzi fatti con il Pnrr – ha aggiunto – perché sarà falcidiato una parte del sistema produttivo che era in ripartenza dopo 15 anni di fermo, soprattutto se si considera anche l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime».
Il problema di fondo è che, con l’articolo 28, «questi crediti rimarranno bloccati e metteranno con le spalle al muro tutti coloro che avevano già fatto richiesta prima della modifica del decreto, rischiando, nuovamente, di paralizzare il settore dell’edilizia». (rcz)

Fenaluil Calabria: Serve formazione continua per evitare paradosso edilizia senza operai specializzati

Maria Elena Senese, segretario generale della FenealUil Calabria, in merito al mondo dell’edilizia, ha ribadito che «occorre un massiccio ricorso alla formazione, con un piano che preveda come punto di partenza di una nuova cultura del lavoro già dalla scuola dellobbligo, offrendo alle ragazze ed ai ragazzi informazioni utili allinserimento maturo e cosciente nel mondo del lavoro»

Questo perché in Calabria, «nonostante gli investimenti crescano, e con essi la domanda di lavoro, le imprese calabresi non riescono a reperire manodopera specializzata». Un paradosso inaccettabile per la segretaria, per «uno dei settori trainanti, se non il settore trainante dell’economia calabrese che, nonostante i vividi segnali di ripresa rischia di essere frenato e di  perdere cosi le occasioni di prospettiva offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e dalle provvidenze messe in campo dallo Stato come quelle previste nella normativa del Superbonus».

«Questa carenza, poi – ha spiegato – sottende il rischio che i cantieri possano essere invasi da lavoratori non qualificati e pronti ad accettare qualsiasi tipo di contratto, tranne quello edile, pur di lavorare. Cosa bisogna fare quindi. Bisogna, necessariamente, puntare sulla formazione professionale attraverso il sistema bilaterale, attraverso gli Enti Scuola Edili».

«Non bisogna mai dimenticare, infatti – ha proseguito – che, accanto allaggiornamento professionale per gli operai e i tecnici, in una concezione di formazione continua, ogni Scuola edile svolge corsi di ingresso in cantiere, corsi per lavviamento al lavoro, corsi per la sicurezza e formazione professionalizzante a carattere integrativo. Gli Enti scuola, poi, sono accreditati presso la Regione per i servizi di istruzione e formazione professionale e per i servizi al lavoro».

«Gli strumenti per una corretta formazione professionale ci sono – ha concluso – basterebbe che chi gestisce la cosa pubblica in Calabria decidesse di sostenere finanziariamente queste esperienze professionali e, così facendo, compartecipare ai costi della formazione, creare un nuovo bacino di operai altamente professionalizzati e riscrivere il presente ed il futuro di un settore, quello edile, che da sempre è stato motore trainante delleconomia regionale». (rcz)

EDILIZIA E ABUSIVISMO: È MAGLIA NERA
CALABRIA, ESEGUITE POCHE DEMOLIZIONI

È un’altra maglia nera, quella ‘assegnata’ alla Calabria, per quanto riguarda la demolizione edilizia abusiva e sulla trasparenza delle pubbliche amministrazioni. Nel primo caso, infatti, la nostra regione ha registrato l’11,2% di ordinanze di demolizioni eseguite dal 2004 al 2020, ovvero 133, mentre per quanto riguarda la trasparenza delle pubbliche amministrazioni, invece, solo 15 sono stati i Comuni che hanno risposto al questionario di Legambiente su 404.

È quanto è emerso dalla seconda edizione del dossier Abbatti l’Abuso di Legambiente sulle mancate demolizioni edilizie nei Comuni italiani, che fotografa una Italia «spaccata in due»: sulla base delle risposte complete date dai 1.819 comuni (su 7.909) al questionario di Legambiente, nella Penisola dal 2004, anno dell’ultimo condono, al 2020, è stato abbattuto solo il 32,9% degli immobili colpiti da un provvedimento amministrativo, un dato “trainato” dall’attività degli enti locali delle regioni del Centro Nord.

In Calabria, infatti, dal 2004 al 2020, su 1.192 ordinanze di demolizione emesse, solo 133 sono state eseguite, ovvero l’11,2%. Gli immobili abusivi trascritti al patrimonio immobiliare del Comune sono stati appena 5, lo 0,4%. Delle restanti ordinanze non ottemperate, 1.059, solo 33 sono state trasmesse al Prefetto.

Maglia nera anche per la “trasparenza” delle pubbliche amministrazioni: solo 15 sono stati i Comuni che hanno risposto al questionario di Legambiente su 404. La provincia peggiore è stata quella di Crotone con un risultato pari a zero, preceduta da Vibo Valentia (2%), Reggio Calabria (2,1%), Catanzaro (3,8%).

«Sono numeri preoccupanti – ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – che dimostrano ancora una volta come l’abusivismo edilizio in Calabria sia una tra le tante piaghe di questa regione colpita da una cementificazione selvaggia che deturpa il nostro territorio ed in particolare le splendide coste, luoghi tra i più colpiti dal fenomeno. Si tratta purtroppo di numeri che non stupiscono alla luce del Rapporto Ecomafia che Legambiente ha presentato lo scorso mese di dicembre e che vedeva la Calabria al terzo posto nel ciclo illegale del cemento con 1.173 reati, 1.352 persone denunciate, 9 persone arrestate e 459 sequestri avvenuti nel 2019».

«Non siamo sorpresi dai dati del Dossier Abbatti l’abuso – ha concluso – ma siamo sempre più amareggiati, ed allo stesso tempo motivati, a continuare le nostre battaglie per contribuire al ripristino della legalità in Calabria e al rispetto dell’ambiente».

Il “pasticcio” della circolare del Ministero

«Un allarme sui dati – si legge nel dossier – a cui si aggiunge anche il “pasticcio” generato nelle scorse settimane dalla circolare interpretativa inviata dal Ministero dell’Interno a tutte le prefetture che va ad azzerare l’efficacia della norma, inserita nella L.120/2020, c.d. Dl Semplificazioni, che attribuisce ai prefetti il potere sostitutivo nelle demolizioni degli abusi edilizi, di fronte all’inerzia dei Comuni che emettono le ordinanze ma non le eseguono».

«Applicando le disposizioni della circolare ministeriale – ha denunciato Legambiente – si va a restringere l’ambito d’azione dei prefetti ai soli abusi edilizi accertati dopo l’entrata in vigore della legge e, escludendo tutte le ordinanze su cui sia pendente un ricorso per via amministrativa, decine di migliaia di manufatti illegali sono destinati a rimanere esattamente dove sono, com’è successo finora. A confermare l’inequivocabile senso della norma sono le 935 ordinanze inevase trasmesse, da settembre 2020 a marzo 2021, dai Comuni alle prefetture».

«Procedere con gli abbattimenti – ha spiegato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è il migliore deterrente perché si scongiuri il sorgere di nuovi abusi edilizi. Il quadro che emerge dal nostro dossier conferma la necessità, non più procrastinabile, di avocare allo Stato il compito di riportare la legalità dove le amministrazioni locali non sono riuscite a farlo per decenni. Per questo, su proposta di Legambiente, lo scorso, anno è stata approvata una norma inserita nel Dl Semplificazioni che assegna alle prefetture la responsabilità di demolire stante l’inerzia prolungata dei Comuni; ma con la sconcertante circolare interpretativa della legge del Ministero dell’Interno ora ciò verrà meno andando a tradire il senso e l’obiettivo di quanto approvato in Parlamento».

«Per questo – ha aggiunto – abbiamo elaborato un emendamento all’ultimo decreto “Semplificazioni” del governo Draghi con l’obiettivo di ricondurre a un’interpretazione autentica della disposizione, nel pieno rispetto della ratio legis, fugando ogni margine di dubbio circa la sua applicazione. Alla ministra Lamorgese e al Parlamento chiediamo di rivedere e correggere la nota interpretativa del ministero riaffermando il potere d’intervento dei Prefetti su tutte le ordinanze emesse dai Comuni. Per liberare il Paese dallo sfregio del cemento selvaggio e dall’abusivismo impunito serve un netto cambio di direzione che solo la classe politica può intraprendere, non sono ammessi più ritardi o passi falsi».

Per Legambiente, siamo di fronte a un dato che conferma la corretta interpretazione della legge da parte degli uffici comunali e la bontà della ratio della norma fortemente voluta da Legambiente, che deve sancire un definitivo cambio di passo sul fronte delle demolizioni, avocando allo Stato il compito di ripristinare la legalità quando i Comuni, per tutte le ragioni che sono state alla base dell’intervento legislativo (a cominciare da quelle legate ai contraccolpi sul consenso elettorale), non hanno provveduto. (rrm)