di FRANCO BARTUCCI – La senatrice a vita Elena Cattaneo, docente alla Statale di Milano, ha fatto pervenire un suo messaggio agli studenti dell’Università della Calabria, in occasione della “Giornata internazionale delle donne e ragazze nella scienza”, di cui al nostro servizio di domenica.
Il rapporto della Senatrice Cattaneo con l’Università della Calabria è intenso, grazie al sostegno e collaborazione instaurata con la ricercatrice Maria Giovanna Durante, cervello di rientro in Italia, dopo aver lavorato negli Usa ed avere riscritto le linee guida per la progettazione delle costruzioni in zona sismica, grazie ad un metodo innovativo da lei pubblicato. Proprio nel corso del suo progetto “Marie Sklodowska Curie “ReStructure 2.0”, la dott.ssa Durante ha organizzato lo scorso anno un evento dal titolo “Donne e Scienza”, che ha visto come momento culminante una Lectio Magistralis della Senatrice a Vita Cattaneo. In quell’occasione tantissimi studenti e studentesse hanno riempito l’Aula Magna “Beniamino Andreatta” per ascoltarla.
Non poteva mancare, quindi, un suo messaggio, anche in questa occasione, alle studentesse e studenti dell’UniCal, che riproponiamo integralmente a seguire:
Il discorso della senatrice Elena Cattaneo
Vorrei innanzitutto rivolgere un saluto a tutte le studentesse e gli studenti di UniCal e felicitarmi della vostra iniziativa di divulgazione che mira a far conoscere sui social network il mondo delle discipline STEM e a promuovere la parità di genere anche in questo campo.
Nel 2015, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha deciso di istituire la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, l’11 febbraio, “quale riconoscimento del ruolo fondamentale che le donne e le ragazze hanno svolto e continuano a svolgere in campo scientifico e tecnologico e per promuovere l’accesso e la partecipazione delle donne e delle ragazze agli studi nel settore delle Stem”.
La donna, il suo corpo, l’effettività dei diritti e opportunità di cui può godere nel luogo in cui vive sono sempre di più il metro di paragone delle libertà civili, sociali ed economiche, la “cartina al tornasole” che meglio può descrivere lo stato di salute delle società, vicine e lontane, che osserviamo e costruiamo ogni giorno.
Purtroppo esistono, ancora oggi, tanti luoghi e situazioni nel mondo (Iran e Afghanistan i primi due che mi vengono in mente) in cui la negazione di un diritto e di una libertà impedisce a una donna che lo desideri di esprimere sé stessa e le proprie attitudini, di realizzare i propri desideri, di emanciparsi e rendersi indipendente grazie ai propri studi, nel pieno delle proprie possibilità.
Alle nostre più fortunate latitudini, è evidente il cambiamento in corso nella maggiore partecipazione delle donne alla carriera scientifica. Molte rigidità rimangono, ed è molto frequente vedere dipartimenti universitari e laboratori in cui metà del personale è donna ma la quasi totalità delle cariche apicali è ancora ricoperta da uomini. La differenza sta nel fatto che, mentre nel passato questa era considerata la normalità, oggi se ne parla (giustamente) come di un problema e ci si interroga su cause e soluzioni. Negli anni, mi sono resa conto di come possa essere limitante denunciare soltanto il cosiddetto “soffitto di cristallo” che limita la crescita professionale delle donne, perché trasferisce l’immagine che il problema siriduca all’ “ultimo metro”.
Dobbiamo invece prendere coscienza di quanto la disparità di genere sia radicata a ogni livello, consolidata da schemi comportamentali profondi che ci ancorano a ruoli prefissati, dati per scontati dalla nostra specie per millenni, e che solo oggi cominciamo a discutere di come cambiare.
Per favorire e incoraggiare la partecipazione femminile, nella scienza come in ogni altro ambito della vita pubblica, è essenziale che noi per prime non ci tiriamo indietro come per secoli ci è stato prescritto di fare, ma scegliamo di occupare lo spazio pubblico e professionale con le nostre parole e azioni, sentendo intimamente di essere libere di esprimere tutte le capacità che abbiamo alla pari dei colleghi uomini. Credo che imparare a proporre e sostenere con fermezza le nostre idee ci aiuti a conquistare maggiore fiducia non solo rispetto alla qualità del nostro lavoro, ma anche per quanto riguarda gli avanzamenti di carriera.
Concludo con l’auspicio che iniziative come la vostra, comunicando la scienza in modo comprensibile anche a chi non la conosce dall’interno, riescano a far appassionare allo studio, in particolare delle discipline scientifiche, tante ragazze e tanti ragazzi che potranno contribuire ad arricchire il nostro patrimonio di conoscenza con nuove scoperte. (fb)