5 novembre 2018 – Il Teatro Metropolitano DLF stracolmo indica quanto sia sentita la storia di Reggio antica e quale richiamo eserciti la vis oratoria del prof. Daniele Castrizio, archeologo ed esperto di Magna Grecia, che ha costruito ieri un racconto avvincente sulla fondazione della città. Non una semplice conferenza, al contrario, uno spettacolo a tutto tondo con la partecipazione, attenta e ammirevole, di attori non professionisti (c’era anche l’ex direttore del Conservatorio Daniela De Blasio), che hanno saputo costruire un racconto “animato” e travolgente di una civiltà che tutti ci invidiano.
Il progetto di Antonio Calabrò, che firma l’idea e la sceneggiatura ed è a capo dell’Associazione L’Amaca, ha avuto, quindi, esiti felici e riscontrato il massimo interesse da parte del pubblico che ha affollato la sala di piazza Garibaldi a Reggio.
La grande conoscenza storica del prof. Castrizio e la sua narrazione coinvolgente ha trovato dunque un adeguato equilibrio con l’interpretazione dei protagonisti sulla scena: oltre alla già citata Daniela De Blasio, Valeria Siclari, Nino Cervettini, Teo Zema, Umberto Aguglia, Anna Rita Fadda, Santo De Stefano e Dario Zema accompagnati dalle musiche originali di Fulvio Cama e Sebastian Trunfio.
Le scene e i costumi sono stati autoprodotti ma non per questo meno apprezzabili per l’ambientazione efficacemente realizzata che ha fatto da cornice ai siparietti – anche divertenti – che hanno fatto da sottofondo alla narrazione.
La storia di Reggio – secondo le fonti storiche – è iniziata da Calcide, città greca dalla quale partirono i protagonisti, non prima di essere simpaticamente scoraggiati da una delle tante profezie della “Pizia”: «Vedo tonnellate di salsiccia per strada; persone accalcate in una grande arena che urlano come ossessi intorno ad atleti che rincorrono un pallone, con uno straccio amaranto in mano, che urlano contro quelli dall’altra parte del mare chiamandoli ‘buddaci’; gente passeggiare avanti ed indietro su una strada parallela al mare ed inveire contro ogni capo. Meglio che mi taccio…». Non solo satira sul presente, ma, soprattutto, divulgazione storica ed identità reggina. Infatti, i protagonisti, forti anche della parole della Pizia Laddove il fiume Apsias, il più sacro dei fiumi, si getta in mare, troverete una femmina che si unisce ad un maschio, là fonderete la città, intrepidi, incontrando una vite stretta ad un fico alla foce dello stesso Calopinace, fondarono Reggio, dando vita ad una storia brillantemente evocata da Castrizio che, tra i miti antichi e la storia che la vide forte, potente e florida, come, ad esempio, a fianco di Roma, ha ricordato come quella dello Stretto sia la città più antica d’Italia e come abbia un passato del quale i reggini dovrebbero essere orgogliosi e coerenti con esso.
«Abbiamo raccontato – ha spiegato il prof. Castrizio – le tre fondazioni Reggio, quelle di Eolo, Giocasto e la greca; sottolineato la certezza della data del 743 avanti Cristo; come la città sia nata dall’incrocio fra la componente ionica, alla quale erano propri cultura e commercio, e quella dorica, alla quale appartenevano disciplina ed arte militare, un incrocio che per almeno due-tre secoli ha dato grandi frutti; esaltato la figura di Anassila, unico vero politico in tremila anni di storia reggina».
Soddisfatto il regista Antonio Calabrò: «La nostra narrazione su più livelli, un’ibridazione fra conoscenza storica e voglia di divertirci, è stata apprezzata dal nostro pubblico. Siamo felici».
Prossimo appuntamento domenica 18 novembre, questa volta, però, si parlerà di fumetti: “Buon compleanno satanasso – Tex e la frontiera”. (rs)
Le foto, tratte dalla pagina FB dell’Associazione culturale L’Amaca, sono di Elvira Alfida Costarella