“Houston, abbiamo un problema”, non tutto il male viene per nuocere

di FRANCO BARTUCCIAd oggi, dopo il ritiro di Forza Italia dell’emendamento “farlocco” che prevedeva, fuori dalle regole stabilite per legge, una proroga del mandato rettorale del prof. Nicola Leone, si può dire che dopo la tempesta la quiete è subentrata nel Campus universitario di Arcavacata.

Resta il fatto che quanto accaduto è molto grave e voglio ringraziare pubblicamente, sia il rettore Leone che il Presidente Roberto Occhiuto, perché attraverso il loro comportamento hanno denudato i veri problemi che esistono all’interno dell’Università. Certo il rettore pensava a Medicina, mentre i problemi dell’Università, come abbiamo visto e descritto in precedenza sono altri e gravi, quasi a dimenticare che la nostra Università ha delle specificità che altre non hanno, come il Campus universitario (pur non ancora realizzato secondo lo spirito della legge istitutiva), che obbliga comportamenti sociali ed umani molto alti per essere lievito in una società che vi vive attorno.

Questa vicenda è stata, per come condotta, la vittoria della trasparenza (che si può dire sia nata nell’UniCal per merito del suo primo Rettore Beniamino Andreatta, che ha preteso di inserire nel primo Statuto del 1971 un apposito articolo), in quanto abbiamo reso trasparente la lotta per annullare l’emendamento “farlocco”, che doveva essere inserito in un decreto “milleproroghe”, noto negli anni quale documento delle segretezze.

Certo c’è stata una vittoria del buon senso, capitata guarda caso in giorni storici importanti dell’UniCal, che tutti hanno dimenticato ed è grave: come il 25° anniversario del silenzio del prof. Beniamino Andreatta, primo rettore della nostra università, grande maestro, accademico, politico e statista di profonda umanità che ci ha lasciato in eredità un capitale di cose e di valori che rimangono ad insegnamento per il presente ed il futuro; nonché il decimo anniversario della scomparsa del prof. Jacques Guenot, che come preside della facoltà di Ingegneria, conferì nel mese di novembre 1991 la laurea “honoris Causa” in ingegneria gestionale all’imprenditore Silvio Berlusconi, non ancora in politica, che in quella circostanza lanciò agli studenti parole incoraggianti e di apprezzamento che ci hanno aiutato a non farci sentire soli ed insistere nel raggiungimento della meta: «Queste opere vanno fatte vedere.  Sono stupito e felice. Complimenti. Auguri Calabria».

«Preparatevi bene, non temete di osare e battetevi per raggiungere quello che sembra impossibile raggiungere. Provate, riprovate, lavorate anche quando gli altri riposano e vedrete che il successo sarà vostro. Io, da oggi, vi sarò più vicino, sarò più vicino a questa Università del profondo Sud».

Ecco ciò che è stato fatto in questi giorni per ottenere il risultato che abbiamo raggiunto.

Ma ciò che più di tutto, al di sopra delle varie analisi e considerazioni politiche che sono state fatte, ad emergere con chiarezza e luminosità in quei momenti di solitudine, ma anche di grande “Speranza”, e siamo nell’anno Giubilare, sono state ancora una volta le parole del nostro primo Rettore Beniamino Andreatta, che nel 20° anniversario della nascita dell’UniCal, nel mese di aprile 1991, ci ebbe a dire: «Come vorrei vedere un drappello di studenti impegnati in manifestazioni di lotta al cambiamento per l’affermazione di diritti civili e per la costruzione di una società moderna e umana. Bisogna dimostrare che l’Università è il mondo del futuro e che le forze migliori del Paese esprimono la propria negazione al sistema di violenza, impegnandosi nelle grandi battaglie civili per la costruzione di una società moderna e migliore».

Non dico altro se non invitare l’intera comunità dell’Università della Calabria ad uscire da quelle grotte in cui si è rintanata in questi anni perdendo il loro ardore di essere una comunità viva e di considerare da subito che un nuovo giorno, una nuova era, è apparsa all’orizzonte. Acchiappatela e portate a termine un grande sogno che ci hanno lasciato i padri fondatori, una “Università compiuta” nei suoi giusti confini in una “Grande Cosenza” ancora tutta da costruire dopo oltre cinquant’anni. Un invito che vale per il Presidente Roberto Occhiuto, che ringrazio ancora per il gesto di amore finale come avevamo augurato nel nostro servizio di ieri, nonché l’intera classe politica ed istituzionale cosentina affinché si crei un tavolo immediato di lavoro per definire insieme la nascita della Grande Cosenza.

Stia tranquillo il Presidente Occhiuto, prendendo atto e consapevolezza che le Facoltà non esistono  in quanto cancellate dalla legge Gelmini del 2010, l’Unical anche con un nuovo Rettore o  Rettrice continuerà a svolgere il suo ruolo di crescita e sviluppo per sé stessa e la Regione. Potranno sorgere il policlinico universitario, l’alta velocità con tracciato interno Praia/Tarsia/Cosenza/Lamezia, la metro ed altre opere ancora. Basta che stia vicino e si metta in ascolto di chi vive oggi nell’Università non avendo il culto dell’io, ma del noi. 

A chiusura di questa esperienza sarebbe opportuno e bello che i docenti di buona volontà promuovessero all’interno dell’Università, come la stessa istituzione, seminari ed incontri per presentare l’ultimo numero della rivista Arel interamente dedicata alla figura del Rettore Beniamino Andreatta, pubblicata nel 25° anniversario del suo silenzio, ed entrare così nella conoscenza delle radici storiche dell’UniCal. (fb)        

L’OPINIONE / Franco Bartucci: Allertate la Commissione Affari Istituzionali del Senato per respingere emendamento proroga rettore UniCal

di FRANCO BARTUCCILa notizia è ufficiale: la Commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato il primo step dell’esame dell’emendamento mirato a prorogare i termini del mandato rettorale per il prof. Nicola Leone per altri due anni, con scadenza al 31 dicembre 2027 anziché al 31 ottobre 2025.

Come è noto, questo pastrocchio è stato presentato dai due senatori di Forza Italia, Daniela Ternullo e Adriano Paroli, con l’aggiunta in fase di discussione del sen. Mario Occhiuto. Un bel pasticcio questo per accontentare i desideri del Rettore Leone di rimanere in carica ancora chissà per quali ragioni, oppure per quali interessi e reconditi fini del presidente della Regione? 

La cosa strana è che pochi giorni prima della dichiarazione del sen. Pasquale Tridico, del Movimento Cinquestelle, che portava a conoscenza dell’opinione pubblica l’emendamento farlocco, il rettore Leone, intervistato dall’on. Franco Laratta per LaCNews24, a domanda specifica su un possibile terzo mandato, la risposta è stata quella che il suo desiderio era quello di rientrare nel dipartimento di matematica ed informatica per dedicarsi nel suo laboratorio alla ricerca sull’intelligenza artificiale.

Stranezza del caso vuole che di questo emendamento ad hoc per il rettore Leone, se approvato prima dalla Commissione Affari Istituzionali del Senato e nell’ultima fase dal parlamento, se ne potrebbe avvantaggiare anche il Rettore dell’Università del Molise, dove il decano ha già indetto le elezioni per la scelta del nuovo Rettore.

La notizia, poi, dell’ultima ora è che anche il Rettore dell’Università di Salerno Loia potrebbe appellarsi allo stesso emendamento per ottenere la proroga del suo mandato per altri due anni, fino al 31 dicembre 2027. Ma in Campania non esiste la stessa condizione calabrese circa il rientro dai disavanzi del settore sanitario sottoposto a commissariamento relativamente agli anni 2022, 2023 e 2024.

Un emendamento inserito in un uovo pasquale, e questo sì è una meravigliosa sorpresa per il settore sanitario calabrese che si vuole la conclusione del commissariamento sanitario vigente nella nostra regione da oltre venti anni portandola al disastro finanziario oggetto di analisi e commenti giornalieri.

Quindi di fatto gli emendamenti approvati nel primo step dalla commissione “Affari costituzionali” del Senato sono due: il primo più importante ed atteso dall’intera società calabrese riguarda la conclusione del commissariamento della sanità; mentre il secondo la “vergogna” che andrebbe, per il modo come scritto e presentato, fuori dalla logica della trasparenza e del diritto d’informazione al cittadino, previste da apposite leggi dello Stato, ad infangare le cose positive che durante i loro rispettivi mandati  hanno svolto ed ottenuto finora, sia il Rettore che il Presidente della Giunta regionale.

Spetta comunque adesso alla “Commissione Istituzionale” del Senato non macchiarsi del medesimo fango, qualora anch’essa finisse per approvare i due emendamenti insieme senza fare una particolare e attenta valutazione sulla loro separazione in quanto il secondo non rispetta le regole e le norme previste dalla legge di riforma universitaria 30 dicembre 2010 n.240, nota come legge Gelmini.

Il sogno rivelatore di una melma fangosa che invade nei cubi dell’UniCal 

A proposito del fango che investirebbe l’Università della Calabria, ho da raccontare un fatto personale, un sogno che ho avuto lo scorso anno dopo la scomparsa del prof. Pasquale Versace, una figura ben nota in Calabria e nel nostro Paese per quanto riguarda tutte le problematiche legate al dissesto idro geologico.

Nel sonno mi vedo dirigere verso uno dei cubi dell’Università alla ricerca del prof. Sebastiano Andò, padre fondatore del Centro Sanitario, ma soprattutto ideatore e realizzatore del progetto di Medicina all’UniCal, mediante un lavoro quasi trentennale, che ha consentito all’attuale rettore di concordare con l’Università di Catanzaro l’istituzione del corso di laurea magistrale di Medicina Chirurgia Tecnologie Digitali.

Trovo il prof. Andò impegnato in una riunione e mi dice di aspettare. Per vincere il tempo esco dal cubo dirigendomi verso la collina collocata frontalmente l’edificio ed entro in una zona boschiva con alberi ad alto fusto con alla base un prato verde. Ero lì a godermi quella bellezza ambientale quando vedo apparirmi nel sogno il prof Picci che mi invita a seguirlo portandomi fin sul ciglio del dislivello collinare e mi fa notare ch’era in corso una frana.

Preoccupato mi allontano da quel contesto franoso alla ricerca dei docenti Unical studiosi delle frane. Durante questa ricerca in giro per l’Unical mi vedo apparire in sogno per la prima volta in tutti questi anni il prof. Pietro Bucci che si accompagnava con Natuzza Evolo. Felice dell’incontro li prego di seguirmi fin sul posto della frana che nel frattempo si era disciolta in fanghiglia tanto da entrare attraverso le finestre nei cubi. Mi volto per chiedere loro di aiutarmi, ma non li vedo più portandomi contestualmente al risveglio cosciente dell’accaduto.

L’immagine del sogno, preoccupato, mi porta a cercare il prof. Marinelli, quale autore di diversi libri su Natuzza Evolo, per trovare conforto, spinto dal fatto anche che la veggente mi apparve in sogno la prima volta quattro anni prima durante il periodo iniziale dello scandalo “Esami falsi all’UniCal”, nel quale ingiustamente venne coinvolto un mio fraterno amico a seguito di una segnalazione di una maligna “fonte confidenziale”, peraltro protetta dalla legge. Anche in quella circostanza ci fu un sogno con Natuzza Evolo che ci fece intravedere e trovare il faldone in un archivio disordinato, nel quale era stato conservato il registro rosso della seduta di laurea, per cui il mio amico ne uscì prosciolto con la formula piena dalla pesante accusa penale e dal processo.

Sappiamo oggi da dove arriva e da chi è causata la frana che dall’esterno entra nei cubi dell’Università. Un emendamento truffaldino presentato da due senatori di Forza Italia che, dimentichi delle belle parole pronunciate dal Presidente Berlusconi nei confronti della sua università, in quanto laureato “Honoris Causa”, ne tradiscono il pensiero e l’amore espresso verso il complesso strutturale e la sua comunità di docenti, non docenti e studenti, che dovrebbero nel frattempo farsi sentire (come la Cgil e lo Snals) affinché il fango non permanga ed attecchisca nei cubi. Come diffondersi nel Parlamento, qualora la Commissione Istituzionale del Senato ne dovesse dare l’approvazione definitiva ed allora sì che l’allarme peserebbe sulla classe politica che in questo momento occupa gli scranni del Parlamento e si aprirebbe un conflitto già in corso e in modo più profondo tra magistratura e mondo politico.   (fb)