Spirlì: Non sono stati consegnati i locali di Villa Bianca per emergenza covid

Il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, si è recato nella struttura di Villa Bianca di Catanzaro per avere chiarimenti in merito alla mancata consegna dei locali, da utilizzare per l’emergenza covid.

Spirlì, infatti, ha informato che «sono cinque mesi che stiamo aspettando che l’Azienda “Mater Domini” consegni i locali della struttura sanitaria Villa Bianca che, tra l’altro, assieme alla Protezione civile, abbiamo provveduto a mettere in attività per riaprire questo grande “reparto Covid” nella zona centrale della Calabria. La stima è di 100 posti, ma ancora non ci sono stati consegnati. Vogliamo sapere chi blocca questa operazione, perché finora siamo stati collaborativi, da oggi in poi non lo saremo più».

«Siamo venuti qui con il generale Pirro dell’Esercito e il dirigente regionale Varone della Protezione Civile, per sapere – ha proseguito il presidente – chi sta bloccando questa operazione e per quale motivo. Abbiamo un bisogno assoluto di questi posti letto. Il ministero della Difesa e l’Esercito continuano a supportarci in questa battaglia contro il virus, però ora basta, la pazienza è arrivata al limite. Dei 100 posti stimati, pare che si sia arrivati a 10. Non veniamo a fare passerelle, ma voglio avere la consegna immediata di questo plesso. Oggi ognuno si assume le proprie responsabilità».

Sulle carenze di personale in Calabria, il presidente ha poi voluto precisare che «la Regione finora ha dato molte risorse, ma le Asp e le aziende ospedaliere non stanno assumendo: devono dirci perché. Tutto quello che bisognava fare è stato fatto, carte alla mano».

«Oggi – ha concluso Spirlì – rendiamo nota un’altra vergogna. Ho avuto la conferma che ci sono 23mila vaccinazioni somministrate e non ancora riportate sulla piattaforma nazionale. Ci sono le schede tutte regolarmente registrate sul cartaceo, ma dal cartaceo al computer, da settimane, non vengono trasferite. Quindi, il 78% non è reale e non è vero che in Calabria si va così male in percentuale di immunizzazione. Stiamo approfondendo per capire e sapere i nomi delle persone che non stanno facendo il loro lavoro, perché devono essere mandate a casa». (rcz)

Furgiuele (Lega): Si creino posti covid all’ospedale di Lamezia

Il deputato della LegaDomenico Furgiuele, insieme al consigliere Pietro Raso, ha chiesto al presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, di creare posti covid nell’ospedale di Lamezia Terme, in quanto «dispone di spazi e capacità strutturali tali da poter consentire l’allestimento In tempi rapidi di un reparto covid».

«In ragione di questo – ha aggiunto – e anche sulla base delle istanze che arrivano dall’amministrazione e dal consiglio comunali, è lecito attendersi a partire dalla prossima settimana l’inizio di una procedura tesa ad adeguare anche il nostro nosocomio lametino alle pressanti esigenze di questo periodo. In caso contrario, ci attendiamo che ci venga spiegato il perché ancora non si sia fatto nulla per l’ospedale di Lamezia. Com’è noto, al di là di ogni appartenenza politica, ho sempre messo a disposizione della mia comunità e delle istituzioni municipali l’ufficio di parlamentare che ho l’onore di rivestire». 

«Ragion per cui, non esiterò – ha proseguito il deputato – ad andare in fondo se dovessi rendermi conto che ci sono interessi poco chiari o peggio di bottega che vogliono ulteriormente penalizzare l’ospedale di Lamezia. Non tollereremo in questa fase tatticismi o peggio che si giochi ulteriormente con la salute delle persone. Lamezia attende l’adeguamento in funzione anti covid. Il residente Spirlì, che stimo e che è mio caro amico, sta attendendo dall’Asp riscontri oggettivi sulla praticabilità dei percorsi da seguire». 

«Non permetterò a nessuno – ha concluso – di giocare con la salute dei miei concittadini». (rcz) 

 

Sanità, l’allarme di Mariateresa Fragomeni: Nella Locride si accentuano i problemi sanitari

Mariateresa Fragomeni, candidato a sindaco di Siderno, ha sottolineato come «in tutta la Calabria, da Reggio a Cosenza, la situazione è allarmante», sopratutto nella Locride, il cui quadro appare drammatico.

«Il sistema delle Usca – Unità Speciali di Continuità Assistenziale – ha spiegato Fragomeni – denota, infatti, ampie falle, anche sul fronte del semplice tracciamento. Poiché la diffusione del virus non sembrerebbe essere ancora agli stessi livelli delle altre regioni in zona rossa, molte delle criticità dell’attuale sistema, potrebbero essere sanate da un potenziamento (in termini di quantità e qualità) della Medicina Territoriale. Si dovrebbe incrementare innanzitutto il personale Medico e Paramedico delle strutture Usca già presenti ed in parte funzionanti, attivando celermente l’assistenza a domicilio dei pazienti positivi, al fine di evitare accessi inopportuni ai Pronto Soccorso».

«Va, inoltre – ha continuato la Fragomeni – incrementato e potenziato l’interfacciamento con la rete dei medici di base: sarebbe importante, incrementare i collegamenti via web e via cellulare, in modo che si assicuri e si velocizzi il monitoraggio dell’andamento della malattia, senza lo spostamento fisico del medico o del malato. Sarebbe fondamentale fornire maggiore sostegno ai cittadini in difficoltà, anche e soprattutto economiche, mettendo a loro disposizione delle attrezzature di misurazione e monitoraggio dei valori (quali ad es. il saturimetro) ed attivare le forniture di ossigeno».

«È vitale, in una situazione del genere – ha sottolineato – avviare precocemente le terapie domiciliari, in modo da permettere una frenata del decorso della malattia, per evitare ulteriori e più gravi complicazioni, contribuendo così ad alleggerire il carico di lavoro dei sanitari e decongestionare le strutture coinvolte. Non bisogna infine dimenticare che, in tutta la regione, i “contatti di positivi” (vale a dire le richieste di tampone da parte dei soggetti che accusano i sintomi) denunciano un’attesa media di 5-7 giorni per l’effettuazione del test e di un pari intervallo di tempo per la ricezione dei risultati. Ora, in merito a tutto ciò, alcune considerazioni sono d’obbligo: la nostra regione era stata “risparmiata” dalla prima ondata della pandemia ed avrebbe potuto e soprattutto dovuto attrezzarsi prima e meglio, di fronte all’incombenza della seconda».

«Tuttavia, nonostante l’importante lasso di tempo a disposizione – ha aggiunto – la Calabria si è fatta trovare del tutto impreparata, tanto che già da qualche settimana, il nostro sistema regionale non riesce a garantire neppure l’ordinaria attività negli ospedali pubblici (che già necessiterebbero, ovviamente, di potenziamenti ed adeguamenti). Di fronte a questo scenario, è di vitale importanza che tutte le istituzioni locali (già in questa direzione si sono mosse l’Assemblea dei sindaci della Locride ed il Corsecom) e tutti i corpi intermedi e le associazioni, facciano squadra nel chiedere con forza la fine di questa fase commissariale».

«L’emergenza Covid, nella sua tragicità – ha spiegato Mariateresa Fragomeni – ha messo ancora più a nudo tutte le criticità ed i limiti di un sistema sempre più basato sulle sole regole di mercato. Una logica senza dubbio fallimentare, che si scontra con l’evidenza dei fatti, primo fra tutti quello per cui la salute è non solo un bene primario individuale, ma anche un bene sociale, da difendere e tutelare come interesse generale dell’intero paese. Già all’indomani della prima ondata, avevo sottolineato come, vista la rilevanza nazionale del sistema di tutela della salute, era necessario un radicale ripensamento del ruolo delle regioni, che non possono essere le titolari di un settore così importante per i cittadini, dando vita ad un sistema frammentatissimo, con una serie di sottosistemi diversi ed in concorrenza tra loro».

«Il tema della tutela della salute – ha detto ancora il candidato a sindaco – deve essere l’oggetto di una organica riforma legislativa, che deve rivedere l’intero approccio al tema, anche riguardo al ruolo del Governo, spesso frammentario e, soprattutto, improntato ad una logica ragionieristico-sanzionatoria. La salute deve tornare ad essere un diritto per tutti i cittadini, garantito e tutelato dallo Stato».

«Perché ciò accada – ha concluso Mariateresa Fragomeni – il ruolo delle regioni, certamente fondamentale,  dovrà essere però di carattere squisitamente organizzativo ed esecutivo, mentre le linee guida, gli standard, i fabbisogni ed il relativo finanziamento, dovranno essere nuovamente di competenza dello Stato Centrale con il diretto coinvolgimento dei territori e dei sindaci». (rrm)

CATANZARO – Abramo: potenziare strumentazione reparto di Microbiologia del “Pugliese-Ciaccio”

Il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, ha sottolineato che è necessario potenziare la strumentazione del Reparto di Microbiologia del “Pugliese-Ciaccio” per «supportare il lavoro del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp, che sta facendo il possibile per risolvere le criticità nel tracciamento dei contagi e nella comunicazione degli esiti dei tamponi».

«Devo, infatti – ha aggiunto – sottolineare che l’Azienda sanitaria, tramite il commissario Luisa Latella, ha sempre garantito massima disponibilità nel contrasto della lotta al Covid. Allo stesso modo, non posso non evidenziare la grande mole di lavoro a cui è sottoposto chi è in servizio nel reparto di Microbiologia del “Pugliese”, la struttura che, più di ogni altra in questa regione, processa i tamponi: nel nostro ospedale hub arrivano quotidianamente migliaia di tamponi non solo da Catanzaro e provincia, ma spesso anche da altri territori, da Reggio a Cosenza, da Vibo Valentia a Crotone».

«Il lavoro di questo reparto – ha proseguito il primo cittadino – recentemente rafforzato dall’assunzione di nuovo ed essenziale personale, si scontra tuttavia con la penuria di reagenti e apparecchiature necessarie a sostenere tutto il pregresso. Anche facendosi in quattro, medici, biologi e tecnici non possono processare più tamponi di quanto stiano già facendo. Per questo motivo credo sia indispensabile che si predisponga un piano di acquisto di nuovi reagenti e macchinari per consentire un consistente aumento della lavorazione dei tamponi naso-faringei».

«È il momento – ha concluso il sindaco Abramo – che le istituzioni intervengano, perché le risorse economiche ci sono, facendo in modo che la rete fra azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e l’Asp diventi più efficiente e tempestiva». (rcz)

Magorno (IV) ai sindaci calabresi: è il momento di fare squadra

Il senatore di Italia Viva e sindaco di Diamante, Ernesto Magorno lancia un appello ai sindaci calabresi, chiedendo di «fare squadra, ma sul serio».

Il senatore, infatti, propone di imporre alla Regione Calabria «una cabina di di regia da mettere in campo subito e chiediamo aiuti immediati e liberi da ogni vincolo burocratico per le nostre popolazioni, soprattutto per chi si ritrova senza reddito. Mettiamo in sicurezza i nostri Istituti Scolastici con la richiesta di presidi sanitari all’interno delle scuole. Chiediamo interventi concreti per i nostri pensionati, seguendo il modello De Luca che, con l’istituzione di un bonus, ha portato le pensioni minime e sociali fino a mille euro. Chiediamo contributi immediati per tutte le categorie che saranno costrette alla chiusura. La Regione deve trovare le risorse per realizzare tutto ciò, senza perdere ulteriore tempo».

Per Magorno, infatti, «si palesano ore drammatiche per la Calabria se sarà dichiarata zona rossa. Il primo pensiero è per tutti i cittadini calabresi a cui va un grande abbraccio e un messaggio di speranza: uniti supereremo anche questo momento. C’è, però, da riflettere su quanto si prospetta per la nostra Regione ed è necessario avere il coraggio di fare un mea culpa. Le misure  previste a riguardo dal nuovo Dpcm, infatti, certificano il fallimento collettivo dell’intera classe politica calabrese, responsabilità dalla quale io ovviamente non mi sottraggo e che ha creato vittime innocenti (sindaci e appunto cittadini) consolidando un sistema che deve cambiare in fretta per non condannare la nostra terra alla deriva».

«Come ogni crisi – ha concluso – anche questa può offrire un’opportunità e proprio un così difficile contesto può avere  risvolti positivi se noi sindaci, e mai come adesso sono orgoglioso di esserlo e ne sento tutta la responsabilità, uniti affronteremo questo momento di grande criticità». (rp)

Covid-19, la Regione stanzia 110 milioni per sostenere l’economia calabrese

La Regione Calabria, con ulteriore rimodulazione delle risorse europee, ha stanziato 11o milioni di euro per tre misure aggiuntive e parallele a quelle del Governo, per «assicurare alla Calabria un grado di competitività maggiore anche rispetto alle altre regioni».

Lo ha reso noto l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Fausto Orsomarso, che ha illustrato le misure a sostegno dell’economia calabrese.

«Anche in questo caso, come nella prima fase – ha spiegato Orsomarso – utilizzeremo una piattaforma che ci consentirà rapidità nei pagamenti, chiarezza nella proposizione delle domande e trasparenza delle procedure, oltre a mettere in campo misure di controllo preventivo grazie al protocollo d’intesa sottoscritto mesi fa con la guardia di finanza. I primi bandi hanno funzionato, pur con il limite di aver potuto sostenere solo le attività con codici Ateco chiusi per Dpcm. Oggi variamo un ulteriore regime di aiuti che consentirà di dare sostegno alle aziende non interessate dai primi bandi, e di dare liquidità vera alle imprese che stanno già lavorando alla ripartenza».

«Una delle misure, infatti – ha aggiunto – è il Fondo Calabria di competitività (Fcc), che mette 50 milioni di euro a disposizione delle imprese calabresi. È il fondo di liquidità  che le aziende attendevano, e che è nato dall’intesa che, insieme alla presidente Santelli, abbiamo avuto con Unindustria Calabria. Si tratta di un fondo di rotazione che interviene nell’emergenza come struttura anticiclica, ma può servire a sostenere il sistema economico nei prossimi 5 anni. Anche qui, un sistema molto semplice, attraverso una piattaforma informatica che, in base all’ordine cronologico delle richieste, consentirà di attribuire alle imprese calabresi da 15mila a 80mila euro di liquidità, attraverso un prestito erogato direttamente da Fincalabra con un tasso dello 0,69 per cento, un preammortamento di 24 mesi e restituzione complessiva in 10 anni. Con le risorse che, tra due anni, verranno recuperate con l’inizio della restituzione delle quote potranno essere alimentati nuovi prestiti».

«Abbiamo varato inoltre la seconda edizione di Lavora Calabria, che – ha proseguito l’assessore – interviene come misura di sostegno all’occupazione per le aziende con fatturato superiore a 150mila euro, e con quattro fasce di aiuti a fondo perduto da 2.500 a 12mila euro. Nella prima fase abbiamo utilizzato 15 milioni dei 40 messi a disposizione, considerato che molte aziende hanno scelto di tenere i dipendenti in cassa integrazione. Oggi destiniamo altri 20 milioni che riteniamo possano essere interamente assorbiti. Infine, la seconda edizione della misura “Riapri Calabria”, alla quale abbiamo destinato 40 milioni di euro, ci consentirà di dare un contributo una tantum di 1.500 euro alle piccole attività non chiuse da dpcm, ma comunque danneggiate dalla riduzione delle attività, con codici Ateco esclusi dal primo bando».

«Stiamo facendo il massimo con il presidente della Regione Nino Spirlì e i colleghi di giunta – ha concluso Orsomarso – nel solco del lavoro tracciato dal presidente Santelli, per dare alle aziende il sostegno di cui hanno bisogno, cercando di intervenire in ogni settore del nostro sistema economico e produttivo, per mitigare la sofferenza economica ed essere pronti per la ripartenza e la creazione di lavoro vero». (rrm)

Siclari (FI): Un ulteriore lockdown senza interventi su sanità ed economia sarà una catastrofe

Per il senatore di Forza ItaliaMarco Siclari, «un ulteriore lockdown, senza alcuna programmazione degli interventi, in campo sanitario ed in materia economica, sarebbe una catastrofe segnerebbe un punto di non ritorno per il Paese che non potrebbe avere più la forza di risollevarsi».

Siclari, infatti, «all’esito del vertice Stato, Regioni, Comuni e Province con i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza, il commissario Domenico Arcuri e il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, convocato per le prossime ore» chiede che «si inverta la rotta e la tendenza adottando una strategia anticovid che metta in campo sia azioni per migliorare l’assistenza sanitaria, covid e non covid, sia provvedimenti per risollevare l’economia italiana, mortificata e depressa dalla crisi». (rp)

 

Edilizia, Ance Calabria: far partire tutte le opere cantierabili

Il presidente di Ance Cosenza ed Ance Calabria, Giovan Battista Perciaccante, ha evidenziato che «l’emergenza Covid e le misure assunte senza valutazioni puntuali circa gli impatti economici commisurati agli effettivi fattori di rischio per la diffusione del virus, stanno mettendo in ginocchio il sistema economico del territorio con effetti disastrosi sul settore edile».

«Dopo una ripartenza lenta ma costante delle attività edili – ha dichiarato il presidente Perciaccante – che induceva a valutazioni di prudente ottimismo, le brusche frenate di questi giorni ci restituiscono una realtà fatta di pochi cantieri parzialmente attivi; sostanziale assenza di bandi di gara, nonostante siano giacenti presso molti enti appaltanti progetti finanziati e pronti per essere cantierati; utilizzo sostenuto della cassa integrazione che interessa la pressoché totalità delle imprese edili; pesanti ricadute economiche complessive, tenuto conto che comparto e filiera valgono il 12,6% del Pil regionale».

«Il Governo non ha prestato alcuna attenzione specifica al settore – ha sottolineato il presidente Perciaccante – e le tante misure assunte risultano insufficienti, inefficaci ed in alcuni casi penalizzanti e dannose. È il caso della mancata soppressione dello split payment ed il tanto annunciato rilancio dei lavori pubblici, da realizzare anche grazie alla semplificazione delle procedure, che sono rimasti solo delle belle promesse».

Per il più alto rappresentante della categoria degli imprenditori edili «a livello territoriale, dopo una positiva interlocuzione nella prima fase emergenziale che ha portato ad una importante immissione di liquidità di carattere straordinario per i cantieri in via di riapertura, soprattutto per quelli relativi all’edilizia scolastica, al momento non si conosce l’esito di alcuni bandi di interesse come quello sui “Borghi”, così come si ignorano entità ed impatto sul settore dei 500milioni di euro della annunciata riprogrammazione in atto, relativamente al Por 2014/2020. In generale, resta ancora molto da fare e da mettere a punto tanto sul versante degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico quanto sulle infrastrutture in senso lato».

Tenuto conto del fatto che il settore edile è uno di quelli che, attenendosi in maniera scrupolosa ai protocolli di sicurezza, appare tra quelli a minore possibile rischio di diffusione del contagio Covid grazie alla tipologia delle principali lavorazioni, il Presidente di Ance Cosenza ed Ance Calabria Giovan Battista Perciaccante lancia un accorato appello a tutti gli amministratori in direzione della positiva spinta economica che potrebbe garantire la ripartenza del settore.

«Quello che serve – ha spiegato – è mobilitare tutte le risorse disponibili, bandendo le tantissime gare che giacciono in attesa di essere emanate a partire da quelle relative all’edilizia scolastica in capo alla Provincia di Cosenza stimate intorno a 100 milioni di euro, al Cis della città capoluogo che vale circa 90 milioni di euro, ai tanti progetti fermi presso le amministrazioni comunali».

«Occorre dare vita in tempi strettissimi – ha concluso Giovan Battista Perciaccante – ad un piano coordinato di investimenti pubblici finalizzati al ripristino e alla messa in sicurezza del territorio, alla prevenzione del rischio idrogeologico, alla messa in sicurezza ed alla bonifica di siti inquinati ad alto rischio ambientale, al miglioramento della dotazione infrastrutturale, alla riqualificazione degli immobili pubblici, all’ammodernamento e potenziamento dell’edilizia scolastica». (rrm)

Gallo: in arrivo circa 14 milioni per le aziende calabresi più colpite dalla crisi

La Regione Calabria è pronta a sostenere, con 14 milioni di euro, le aziende dei settori dell’agroalimentare più colpiti dalla crisi da pandemia. Lo ha reso noto l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, annunciando che è stata pubblicata la graduatoria provvisoria del bando della misura 21 del Psr Calabria 2014/2020, “Sostegno temporaneo eccezionale a favore di agricoltori e Pmi particolarmente colpiti dalla crisi di Covid-19”.

Il lavoro di istruttoria, svolto nel giro di poco più di due settimane, a seguito della chiusura dei termini di presentazione, il 9 ottobre scorso, si è concluso con l’ammissione di 894 domande di sostegno, a fronte di 1.225 istanze pervenute. In particolare, sono state esaminate le domande relative all’intervento 21.01.01, rivolto agli agricoltori operanti nei settori lattiero e florovivaistico, e quelle relative all’intervento 21.01.02, riservate invece alle Pmi attive nella trasformazione, commercializzazione o sviluppo dei prodotti agricoli dei settori vitivinicolo Dop e Igp e lattiero-caseario.

Nel dettaglio, per il comparto florovivaismo, sono risultate ammissibili 129 domande, per un importo di 902.000 euro; per il lattiero 362 domande, per 2.534.000 euro; per il lattiero-caseario (Pmi) 232 domande per 6.960.000 ero; per il vitivinicolo (Pmi), 171 domande ammissibili per 3.420.000 euro. Il tutto per un contributo di importo pari, nel complesso, a 13.816.000 euro, ritenuti già finanziabili e senza che si renda necessario, in virtù della dotazione finanziaria disponibile, procedere a tagli lineari.

Per quanto riguarda invece agriturismi e fattorie didattiche e sociali, a fronte di 734 imprese censite nell’apposito albo regionale, hanno presentato domanda di sostegno in 365, probabilmente per le difficoltà incontrate nel riuscire a dimostrare l’attività svolta nel 2019: per questo specifico settore la commissione è impegnata a svolgere un approfondimento istruttorio finalizzato a supportare la valutazione della documentazione contabile allegata.

Intanto, entro 10 giorni lavorativi, sarà possibile presentare – a cura dei richiedenti non ammessi – eventuale istanza di riesame, debitamente motivata e documentata, con invio a mezzo pec all’indirizzo dipartimento.agricoltura@pec.regione.calabria.it. Subito dopo, si darà il via alla fase di liquidazione.

«Abbiamo dimostrato – ha spiegato l’assessore Gallo – che in Calabria è possibile offrire risposte concrete in tempi rapidi, e con massima trasparenza, pure in periodi di emergenza come quello presente. E prendendo a prestito le parole di un funzionario del Dipartimento Agricoltura, ritengo sia questo, oltre alle preghiere, il miglior modo anche per rendere onore alla memoria del presidente Jole Santelli, che questa iniziativa aveva fortemente voluto e sostenuto, nel solco dell’idea di una Calabria diversa, nuova, dinamica». (rrm)

L’allarme del presidente Sposato (Opi Cosenza): mancano 5 mila infermieri in tutta la regione

«Mancano almeno 5 mila infermieri in tutta la regione». È questo l’allarme lanciato da Fausto Sposato, presidente dell’Ordine degli Infermieri di Cosenza, che chiede che si proceda, con urgenza, alle assunzioni di personale infermieristico e Oss presso le strutture ospedaliere di tutta la regione.

«Da tempo – ha dichiarato il presidente Sposato – ribadiamo che il fattore organizzativo sia propedeutico alla buona sanità. E da troppi mesi chiediamo che l’ospedale di Cosenza così come tutte le strutture si organizzino al meglio. Purtroppo non è accaduto ed oggi recriminiamo sul fatto che molti colleghi sono a casa, perché positivi al Covid e molto più esposti degli altri. Manca personale, mancano infermieri. Anche per questo motivo aggiungiamo che si deve accelerare perché i fondi ci sono. Sono stanziati ed assegnati».

Stesso refrain per lo snellimento delle procedure concorsuali.

«Non si può più attendere ulteriormente – ha proseguito il presidente Sposato –. I concorsi sono fermi da mesi ed oggi è tempo di procedere. Gli operatori di supporto, gli infermieri e chiunque operi nel campo sanitario è in pieno affanno. Potenziamo gli organici, mettiamo in sicurezza chi è più esposto, programmiamo altri interventi strutturali. E non dimentichiamo il sussidio Covid annunciato ma mai realmente pagato».

Sposato cita l’esempio dell’Usca di Cosenza: «Non può reggere una sola unità, penso sia evidente – ha sottolineato –. Anche in questo caso, manca personale ed occorre integrare quanto prima il sistema, oltre che i laboratori. Noi non siamo eroi, come siamo stati definiti nel primo lockdown, ma esigiamo atti concreti per lavorare in serenità e sicurezza. Limitando gli accessi inappropriati, insistendo sui Dpi e pretendendo celerità nelle scelte. Anche verso i cittadini ed i pazienti».

Infine l’appello all’uso delle mascherine: «Sembra scontato ed invece possiamo testimoniare come l’utilizzo – ha spiegato il presidente Opi – sia stato e continua ad essere fondamentale per bloccare la pandemia. Meglio una mascherina che una maschera d’ossigeno». (rrm)