La consigliera regionale e presidente della Terza Commissione in Consiglio regionale, Pasqualina Straface, ha evidenziato come «se, sugli enti strumentali della Regione Calabria, vi è una novità avviata e portata avanti con determinazione in questi pochi primi anni dalla Giunta guidata dal Presidente Roberto Occhiuto è, tra le altre, il grande, progressivo lavoro di razionalizzazione che ha trovato un punto di sintesi e di caduta nel bilancio consolidato approvato nei giorni scorsi dal Consiglio Regionale».
Straface ha sottolineato come rispetto a quasi mezzo secolo di regionalismo rimasto di fatto in una condizione di stallo sulla dimensione del sottogoverno diffusamente usata come fonte di ammortizzatori sociali, proprio grazie all’azione riformatrice messa in campo in questi soli due anni, si sia iniziato finalmente e perimetrare un sistema contabile in grado di tracciare, all’interno di coordinate contabili e finanziarie univoche, tutta la rete degli enti sub-regionali che fino ad oggi, inutile nasconderselo, è stata sottratta ad ogni forma di controllo da parte della Regione.
«Oltre ogni tentativo di polemica strumentale letto nei giorni scorsi e che presuppone, sul punto in particolare – ha proseguito – un revisionismo storico che non è sostenibile, come si potrebbe negare che per la prima volta, proprio con la Giunta Occhiuto, sono stati approvati bilanci e rendiconti di più esercizi; sono stati accorciati i tempi di rientro dei piani di razionalizzazione già avviati; ed è stata ri-trasformata l’agenzia Calabria Lavoro nel nuovo soggetto Arpal?».
«E come negare che Calabria Verde – ha detto ancora – fonte in passato di criticità finanziarie notevoli, sta finalmente recuperando un ruolo importante, con una visione integrata del personale che viene utilizzato su più fronti: dalla Protezione Civile alla difesa del territorio? Per cinque anni non è stato approvato il bilancio di previsione e neppure i consuntivi; adesso sono stati approvati entrambi».
«O come tacere, ancora – ha aggiunto –, sulla riforma senza precedenti avviata per arrivare al Consorzio unico di Bonifica che, al pari di tutte le altre pensatissime situazioni ereditate, deve addirittura far fronte ancora a pignoramenti di 20 anni fa, lasciate dai singoli ex consorzi territoriali?».
«Avere finalmente, oggi, un unico interlocutore è circostanza largamente positiva, è un cambio di passo tangibile ed anche qui incontestabile», ha detto ancora la consigliera, aggiungendo: «Certo, anche in questo caso, l’azione riformatrice avviata non può produrre tutti i suoi effetti nel primo anno, eppure già la scorsa estate, il Consorzio unico è potuto intervenire ovunque, su tutto il territorio regionale, offrendo risposte a tutte le richieste di intervento, quasi in tempo reale; ha già riscosso, solo come bonario, il 55% ed è pronto ad emettere il ruolo ordinario; ha avviato un nucleo ispettivo su tutto il territorio per mappare tutte le anomalie ed irregolarità su cui intervenire e riscuotere; ha avviato una massiccia pulizia dei canali e per la prima volta, ha promosso un’azione di comunicazione istituzionale per informare nella massima trasparenza insieme all’informatizzazione del catasto».
«Con lo stesso criterio di razionalizzazione e di equilibrio – ha continuato – si è intervenuti, nell’ambito di una manovra di assestamento che certifica complessivamente un miglioramento della condizione finanziaria dalla Regione Calabria, per incrementare il monte orario anche di quei lavoratori precari, già assegnati ai dipartimenti regionali, attualmente collocati in Arpal, stabilizzati a 18 ore».
«E lo si è fatto, anche qui – ha sottolineato Straface – al netto di campagne mistificatorie della realtà artatamente messe in campo in queste ore, utilizzando un residuo storicizzato di 4,5 milioni, derivante da economie dell’antico stanziamento per i lavoratori Lsu/Lpu, molti dei quali sono andati progressivamente in pensione negli anni oppure sono stati e sono usati nei e dai comuni che in questi anni li hanno in larga parte stabilizzati con risorse proprie e rispetto ai quali, in ogni caso, saranno individuate come sempre accaduto fino ad oggi, tutte le ulteriori soluzioni più adeguate ed utili, senza mai alcuna discriminazione tra lavoratori precari». (rrc)